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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PURGATORIO, CANTO 10

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 29 Oct. 2022
     
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    PURGATORIO CANTO 10 - PRIMA CORNICE: I SUPERBI
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Dante e Virgilio osservano il bassorilievo dell'Annunciazione, simbolo di umiltà.


    Dopo che Dante e Virgilio hanno attraversato la porta del Purgatorio, questa si richiude alle loro spalle con un forte stridore. Dante si guarda bene dal voltarsi indietro: sa che sarebbe mandato subito fuori. I due iniziano a salire lungo una spaccatura nella roccia, che procede a zig-zag come un'onda che va e viene, quindi occorre evitare le sporgenze più aguzze. Il cammino diventa lento, di conseguenza: arrivano alla fine alla Prima Cornice, riservata ai superbi. La superbia è il peccato capitale più grave e che più lega l'uomo alla terra: proprio la superbia fu l'origine della ribellione di Lucifero e, quindi, del male nel mondo. Per questo è rappresentata nella prima Cornice. Appare al momento deserta: è ampia tre volte un corpo umano (quindi circa 2,5-3 metri). Non ci sono dettagli particolari: ha un aspetto molto uniforme. Dante si accorge che sulla parete ci sono dei bassorilievi in marmo bianco: sono realizzati con una tale maestria che nemmeno Policleto1 avrebbe potuto fare una cosa simile.

    Doriforo
    Il Doriforo, cioè "Portatore di lancia", di Policleto (la lancia fu perduta)


    Ma anche la natura stessa, cioè la rappresentazione reale, dice Dante, non sarebbe stata allo stesso livello. Uno di essi raffigura l'Annunciazione, in cui l'arcangelo Gabriele porta l'annuncio della nascita di Gesù a Maria ("Ave, Gratia Plena, Dominus Tecum": "Ave, o piena di grazia, il Signore è con te"), che risponde: Ecce ancilla domini, cioè "Ecco l'ancella del Signore". Si tratta di un esempio di umiltà, che contrasta col peccato di superbia in cui sono cadute le anime del Purgatorio di quella cornice. Il bassorilievo è così realistico che l'angelo sembra dire proprio "Ave" e la Madonna sembra rispondere davvero, tanto che sembra di sentirli, anche se non ci sono suoni.

    Annunciazione-Beato-Angelico
    L'Annunciazione del Beato Angelico. E' un soggetto rappresentato innumerevoli volte nei secoli, anche da artisti eccelsi.


    Virgilio invita Dante a guardare gli altri bassorilievi: in un altro, si vede l'Arca dell'Alleanza degli Ebrei. Era una cassa di legno d'acacia (un legno curativo) con un coperchio d'oro, che aveva due serafini (angeli) d'oro sopra. L'Arca conteneva le Tavole della Legge (le due tavole dei Dieci Comandamenti che Dio diede a Mosè sul monte Sinai) e la verga fiorita del sacerdote Aronne. In essa, era presente Dio in persona: non in modo simbolico, ma in modo reale. Quindi non era solo l'oggetto più sacro in assoluto, era anzi l'oggetto stesso di adorazione, vista la presenza divina in esso. Chi toccava l'Arca, senza essere sacerdote, moriva all'istante, come accadde all'ebreo Uzzà (o Oza) che vi si era appoggiato. Per rispetto, quindi, veniva trasportata con delle stanghe da alcuni portatori, tutti sacerdoti. Per inciso, è proprio la stessa Arca di cui parla il primo film di Indiana Jones: "I predatori dell'Arca perduta". Attualmente, non si sa che fine abbia fatto: scomparve per sempre nella distruzione di Gerusalemme per opera dei Babilonesi nel 586 a.C. (anche se la tradizione dice che sia stata assunta in Cielo). L'Arca accompagnò gli Ebrei durante il viaggio nel deserto dopo essere usciti dall'Egitto, e, successivamente, quando Davide divenne re, fu portata alla capitale d'Israele, Gerusalemme. Nel bassorilievo si vede lo stesso re Davide, che, durante il trasporto dell'Arca, tra suoni e processioni, danzava entusiasta davanti all'Arca con addosso solo un efod (indumento sacro). La regina Micol (o Mikal), dalla finestra del palazzo, guarda corrucciata e sprezzante suo marito Davide che danza indecentemente come un danzatore qualunque, lui che è il re d'Israele. In questo bassorilievo si vede l'umiltà di Davide, che danza davanti a Dio, riconoscendone la sua maestà, senza badare al fatto di essere un re. La superba Micol, invece, fu punita con la sterilità (che a quei tempi era una grave condanna). Il bassorilievo è così realistico che l'udito di Dante gli dice che le figure non cantano, mentre la vista glielo fa credere. Anche il fumo dell'incenso è così veritiero che solo l'olfatto impedisce a Dante di credere che sia reale.

    Danza-di-Davide
    Il re Davide (visto da dietro) danza davanti all'Arca, con addosso un paramento sacro, l'efod.


    Dante vede scolpita un'altra storia nel marmo bianco: l'Imperatore Traiano, a cavallo, parla con una vedova che gli chiede giustizia in lacrime per il figlio ucciso. Attorno a lui ci sono file di cavalieri romani che levano al cielo le insegne imperiali a forma di aquila d'oro, che sembrano muoversi al vento. L'imperatore risponde alla vedova di attendere il suo ritorno - stava partendo per la guerra - perchè sia fatta giustizia. La vedova replica che Traiano potrebbe non tornare. In quel caso, dice lui, il suo successore le darà soddisfazione. La vedova ricorda all'imperatore che, se un altro farà del bene al suo posto, per lui non ci sarà nessun merito. Traiano allora accetta di fare giustizia prima di partire, perchè prova pietà per la donna.

    Nuova-immagine
    L'Imperatore di Roma, Traiano, incontra la vedova.


    Solo Dio, osserva Dante, può aver prodotto tali sculture, che non si sono mai viste sulla Terra e che sembrano parlare anche se non lo fanno. Mentre Dante osserva i bassorilievi, Virgilio gli sussurra che molte anime (i superbi) si avvicinano a passi lenti e saranno loro a indirizzarli verso la Cornice successiva. Dante avverte il lettore che ciò che dirà non deve distoglierlo dai buoni propositi, dal momento che la pena è assai dura ma, nel peggiore dei casi, non potrà protrarsi oltre il Giorno del Giudizio. Virgilio spiega che la loro pena li obbliga a camminare curvi al suolo, sotto il peso di enormi massi. Dante prorompe in una violenta invettiva contro i cristiani superbi, che hanno la mente ottenebrata: non capiscono che noi siamo come vermi destinati a formare una farfalla angelica e a volare verso Dio. Perché l'animo umano invece si insuperbisce e fa sì che l'anima resti una sorta di insetto non pienamente formato? Le anime dei superbi, aggiunge Dante, sono simili alle cariatidi, le sculture che sostengono con le spalle un soffitto e piegano le ginocchia, così da far nascere affanno a chi le osserva. I superbi hanno lo stesso aspetto, essendo piegati sotto il peso dei macigni, che li fanno curvare in maggiore o minor misura (ma i bassorilievi sono comunque visibili a loro): e quello che sembra avere il masso più leggero sembra dire: «Non ne posso più». Ma sanno che comunque sono salvati e accettano la loro pena per raggiungere il più presto possibile il Paradiso. Le anime purganti sono sottoposte ad una pena del contrappasso per analogia o per contrasto.: in questo caso, i superbi sono costretti a portare un macigno che grava sulle loro spalle e sul loro collo, obbligandoli a tenere la testa rivolta in basso, verso Terra, in contrasto con quanto fecero in vita. La pena del Purgatorio, però, a differenza di quella infernale, ha anche un valore espiatorio e riabilitativo. Alla dimensione fisica si aggiunge anche la meditazione di esempi del peccato punito e dell’opposta virtù premiata (in questo caso l’umiltà), istoriati sulle pareti, che hanno un valore esemplare per chi procede sotto il peso del macigno.

    IL DANTE DI NAGAI

    Non ci sono sostanziali cambiamenti: Nagai presenta il bassorilievo dell'Annunciazione e quello dell'Imperatore Traiano che incontra la vedova (anche se la vedova qui non è citata). La scena dell'Arca e di Davide è stata saltata, anche se Dante ne fa cenno, ma senza citare Davide che danza davanti all'Arca. Inoltre, il Dante di Nagai dice che "le figure...celebravano le storie di Dio e degli uomini", che è un'osservazione sbagliata: le figure, o bassorilievi, presentavano degli esempi di umiltà, a contrasto col peccato di superbia che viene punito in questa cornice. E' l'umiltà il filo conduttore di queste rappresentazioni: ma Nagai le presenta qui come delle scene generiche, cancellandone il significato.

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    1 Policleto: artista greco, fu uno dei più grandi maestri dell'epoca classica. Realizzò anche il "Canone di Policleto", con le misure di base per la rappresentazione del corpo umano, usate anche dagli autori successivi. Nel Canone, Policleto afferma che, stabilita la misura di un elemento, come il dito o la testa, tutte le altre proporzioni del corpo si possono calcolare armoniosamente. Ad esempio, nel Doriforo, la testa è 1/8 dell'altezza (uno standard applicato ancora oggi), mentre 3/8 sono occupati dal busto e 1/2 dalle gambe.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/purgatorio-canto-x.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 5/11/2022, 14:45
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    Anche in un canto "semplice" come questo, Nagai ha messo delle differenze non da poco.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 30/10/2022, 14:51) 
    Anche in un canto "semplice" come questo, Nagai ha messo delle differenze non da poco.

    Infatti è strano che Nagai non abbia fatto almeno cenno al motivo per cui erano state mostrate quelle storie, cioè che erano degli esempi di umiltà che contrastavano la superbia. Di "storie di Dio e degli uomini", come le descrive lui, potevano essere messe da qualunque parte, quindi il loro significato viene perduto.
     
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