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  1. IL COMMISSARIO SPADA DOSSIER - prima parte

    IL COMMISSARIO SPADA - PRIMA PARTE

    spada11



    GLI ANNI DI PIOMBO

    Gli anni Settanta, detti "anni di piombo", erano tempi terribili di contestazione, terrorismo, violenza, paura, e la figura del poliziotto era vista dai più come eroe dell'ordine, ma dai contestatori era visto come il rappresentante di un mondo che non accettavano, quindi visti come nemici. Proprio negli anni della pubblicazione di Spada, nel 1972, fu ucciso in un attentato il commissario Luigi Calabresi, che fu anche vittima di una campagna mediatica di odio, spietata e diffusissima, contro di lui, che lo indicava falsamente come l'assassino di un anarchico durante un'interrogazione alla centrale di polizia. Si rischiava letteralmente la vita nel dire cose contrarie al mainstream di quei tempi, favorevole alla lotta armata. Infatti, la famosa "Trilogia del terrorismo" del Commissario Spada fu pubblicata solo un anno dopo il 1978, quando avvenne l'omicidio di Aldo Moro per opera delle Brigate Rosse: un evento che, per la prima volta, capovolse l'opinione pubblica verso i brigatisti, e rese possibile il revisionismo di Spada. Alla fine degli anni '60, quasi all'inizio del '68, venivano pubblicati dei romanzi polizieschi crudi, duri e brutali, di cui Scerbanenco, col personaggio di Duca Lamberti, divenne forse il rappresentante più famoso. Anche i film polizieschi erano diffusi a quei tempi (Milano Calibro 9 e simili): rappresentavano in genere una polizia imbelle contro i criminali e solo alcuni poliziotti "duri" riportavano l'ordine alla maniera dell'Ispettore Callaghan (anche i suoi film erano degli anni Settanta). Il punto è che nessuno di questi rappresentava la polizia reale coinvolta nei problemi effettivi degli anni di piombo.

    SCerbanenco-ragazzi-massacro



    IL CASO UNICO DI SPADA

    L'unica eccezione fu appunto quella del Commissario Spada, un fumetto pubblicato sul Giornalino, una rivista cattolica per ragazzi, a diffusione limitata (era diffusa a quei tempi solo nelle parrocchie e per abbonamento). Il protagonista è Eugenio Spada, commissario della Criminalpol1 presso la Questura di Milano: il tipico duro-sbirro tutto d'un pezzo che avrebbe potuto essere il protagonista di romanzi "tosti". Invece, Spada mantenne la sua efficacia e il dramma del contesto senza mai scadere nella facile trappola del truculento e simili. I testi erano di Gianluigi Gonano, mentre i disegni (compresa la scelta dei colori) erano di Gianni De Luca.

    gio19730422-16-03
    Il Commissario Spada fa il punto della situazione.


    Il Commissario Spada è stato uno dei rari casi di fumetto italiano ambientato in Italia: tra l'altro, di stampo prettamente poliziesco-realista. Queste storie, molto legate all'attualità, davano ai lettori una chiara visione della società che li circondava e della contrapposizione tra ordine e caos, incarnata da poliziotti e criminali. Nonostante il fatto di essere pubblicato su una rivista distribuita solo nelle parrocchie, il successo del Commissario Spada fu enorme e solo dopo un anno di pubblicazione ricevette il premio Yellow Kid del fumetto (settima edizione Lucca Comics): in particolare, i disegni sperimentali e realistici di De Luca impressionarono molto il pubblico, e la critica definì il personaggio come "modernissimo per creazione grafica, linguaggio e contenuto". E' curioso il fatto che un fumetto con argomenti così seri, trattati con un forte realismo, sia stato pubblicato soltanto su una rivista cattolica, mentre da nessun'altra parte si facevano fumetti che parlassero almeno delle questioni degli Anni di Piombo da un punto di vista che fosse diverso da quello mainstream, favorevole ai brigatisti e ostile alla polizia. Il Commissario Spada divenne popolare al di fuori dei lettori del Giornalino solo anni dopo. Il Giornalino, infatti, per quanto fosse una rivista con ottime storie e con autori molto bravi, non partecipava direttamente al mercato fumettistico. Inoltre, non considerò mai la possibilità di ristampare le opere come Spada o altre: anche se qualche volume monografico lo fece - i famosi Sempreverdi del Giornalino ricercati dai collezionisti - ma erano dedicati soprattutto alle riduzioni a fumetti dei classici della narrativa, di rado sulle storie originali a fumetti dei personaggi. Le poche eccezioni sono sul pistolero Larry Yuma (un personaggio ispirato al protagonista del film "Per un pugno di dollari") o lo stesso Spada, ma solo su una sua storia minore: "L'uomo senza ricordi".


    Alcuni numeri della collana "Sempreverdi" del Giornalino. Tra questi, si noti la trilogia shakespeariana di De Luca: "Amleto", "Romeo e Giulietta", "La tempesta".



    GLI EMULI DI SPADA

    Un vago riferimento agli Anni di Piombo da un punto di vista diverso è presente in un ciclo di strisce di Lupo Alberto, dove Silver e Bonvi inseriscono la tragedia del terrorismo con espliciti riferimenti: Enrico La Talpa e Lupo Alberto fondano la società dei "Bravi Ragazzi", un richiamo alle Brigate Rosse, e Odoardo, il "fidanzato" di Marta, si trova in mezzo a lettere minatorie e molotov immaginate da lui. Ma è un racconto in chiave comica che non dà nessuna risposta al problema del terrorismo, lasciando le cose sul vago. Però, nel 2007-2011, fu pubblicata una trilogia a fumetti chiamata "Milano criminale", realizzata da Diego Cajelli e Giuseppe Ferrario (edizioni BD), che, oltre a richiamare i film polizieschi anni '80, parla chiaramente del clima politico di quei tempi. Si tratta di un lavoro magistrale realizzato con molta cura, sia dal punto di vista della documentazione che da quello della realizzazione dei personaggi e dello sviluppo narrativo.

    Milano-Criminale
    Le pieghe sulle copertina sono finte: un effetto di "anzianità" voluto, così da far sembrare questi fumetti vecchi di quaranta-cinquant'anni fa, in pieni anni '70.



    QUI TUTTI I LINK SUL COMMISSARIO SPADA

    (Continua qui)

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    1 La Criminalpol è la Direzione centrale della polizia criminale. Si tratta di una divisione per il coordinamento in Italia tra l'Interpol e i servizi investigativi italiani. Fu fondata negli anni '60 ed è attiva ancor oggi. Ha il compito della cooperazione internazionale coi paesi esteri nella lotta al crimine organizzato (Interpol), con reciproco scambio di informazioni e di strategie operative.

    Edited by joe 7 - 14/9/2022, 17:04
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    Non conoscevo questo fumetto: il tuo blog é una miniera d'informazioni.
    Come mai pochi fumetti italiani sono ambientati in Italia Mi sembra una contraddizione.
    la saga delle BR di Lupo Alberto é uno degli evergreen del personaggio: peccato solo che non abbia un finale vero e proprio.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 7/9/2022, 17:19) 
    Non conoscevo questo fumetto: il tuo blog é una miniera d'informazioni.
    Come mai pochi fumetti italiani sono ambientati in Italia Mi sembra una contraddizione.
    la saga delle BR di Lupo Alberto é uno degli evergreen del personaggio: peccato solo che non abbia un finale vero e proprio.

    E' il Giornalino che - una volta - era una miniera di fumetti eccezionali. Per non parlare del Corriere dei Piccoli. Un giorno ne parlerò, degli altri fumetti.

    Infatti, è come tu dici: pochi fumetti italiani sono ambientati in Italia. Siamo sempre stati esterofili. Le eccezioni sono sulle dita di una mano: per esempio la Stefi di Nidasio e il suo emulo, Nicoletta di Clod. Ma lo stesso si potrebbe dire dei romanzi moderni: le poche eccezioni sono quelle di Don Camillo o Scerbanenco. E i film ambientati in Italia - che oggi sono molto rari - ne presentano spesso un'immagine decadente e ciaciarona. Manca la fierezza e la dignità di essere italiani: un popolo pieno di ricchezze naturali, di arte, di letteratura, di musica, di santi, che ha illuminato il mondo intero. Gli americani fanno fumetti ambientati in America, i giapponesi fanno fumetti ambientati in Giappone e così via, perchè sono fieri di essere americani o giapponesi. Perchè noi non lo siamo? E' una carenza che abbiamo sempre avuto e che non ha senso.

    La saga delle Brigate Rosse di Lupo Alberto fu una collaborazione tra Bonvi e Silver: il suo brusco finale, o meglio la sua assenza di un finale vero e proprio, fa pensare che la loro collaborazione era finita per qualche motivo.
     
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