Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 32

    Tags
    Divina Commedia
    By joe 7 il 28 May 2022
     
    2 Comments   245 Views
    .
    INFERNO, CANTO 32 - NONO E ULTIMO CERCHIO, LAGO DI COCITO.
    CAINA (TRADITORI DEI PARENTI): MODRED
    ANTENORA (TRADITORI DELLA PATRIA): BOCCA DEGLI ABATI, GANO DI MAGANZA

    (primo post: qui; precedente post: qui)

    cicito
    Virgilio e Dante sul lago ghiacciato del Cocito.


    Dante vorrebbe essere capace di usare un linguaggio sufficientemente aspro e duro per descrivere il Nono Cerchio dell'Inferno, una cosa quasi impossibile da fare. Si tratta del fondo dell'Inferno, che si trova al centro della Terra, secondo la Divina Commedia, ed è una cosa al di là della descrizione. Invoca pertanto l'aiuto delle Muse, proprio come aiutarono il poeta Anfione a muovere le pietre che formarono le mura della città di Tebe1. Il poeta accusa duramente i traditori confitti nel ghiaccio, dicendo che sarebbe stato meglio per loro se fossero stati animali anzichè uomini, vista la loro terribile pena.

    -----------------------------------------------------------------------------------

    LA DIVISIONE DEL NONO CERCHIO: IL COCITO

    I dannati dell'ultimo cerchio sono i Traditori: sono tutti immersi fino al collo nel lago ghiacciato del Cocito. Nell'antichità, il Cocito (dal greco: "lamento, pianto", "fiume di ghiaccio") era uno dei cinque fiumi degli Inferi: nella Commedia diventa un lago. Il Cocito di Dante ha una divisione concentrica, che va dai cerchi esterni via via a quelli interni, divisi secondo la colpa: più è grave la colpa del tradimento commesso, più il dannato è vicino al centro del Cocito, dove le sofferenze sono maggiori. I cerchi concentrici di questo lago infernale di ghiaccio, dall'esterno all'interno, sono quattro:
    - CAINA (i traditori dei parenti). Il nome è preso da Caino, che uccise il fratello Abele.
    - ANTENORA (i traditori della Patria). Il nome è preso da Antenore, che tradì la sua città di Troia consegnando il Palladio a Ulisse e Diomede, decretando la rovina della città.
    - TOLOMEA (i traditori degli ospiti). Il nome è preso da Tolomeo di Gerico, un personaggio dell'Antico Testamento, che uccise a tradimento, in un banchetto, l'eroe Simone Maccabeo e i suoi figli. Oppure da Tolomeo XIII, che uccise a tradimento l'ospite Pompeo.
    - GIUDECCA (i traditori dei benefattori). Il nome è preso da Giuda, che tradì Gesù.

    -----------------------------------------------------------------------------------

    PRIMA ZONA DEL COCITO: CAINA (TRADITORI DEI PARENTI)

    Dante e Virgilio iniziano a muoversi sulla superficie del lago di Cocito: mentre Dante ancora guarda la parete rocciosa del pozzo dei giganti da dove era sceso, sente un dannato che lo apostrofa e lo invita a stare attento dove mette i piedi. Abbassa la testa e vede che il lago è totalmente ghiacciato, più di quanto lo sia mai stato il fiume Danubio in Austria o il Don in Russia. E se anche sul Cocito cadessero dei monti altissimi, non ne farebbero nemmeno incrinare la superficie. Le anime dei dannati sono imprigionate nel ghiaccio fino al viso, come le rane stanno a gracidare nello stagno al principio dell'estate. Sono livide per il freddo e battono i denti come cicogne2, tenendo la faccia rivolta in basso, piangendo in continuazione.

    I CONTI DI MANGONA

    Dante si guarda intorno, quindi vede ai suoi piedi due dannati imprigionati nel ghiaccio e così vicini, uno di fronte all'altro, che i loro capelli si confondono l'un l'altro. Il poeta si rivolge a loro e li invita a rivelare i propri nomi. Alzano la testa per guardare Dante: ma, così facendo, le loro lacrime scendono fino alle labbra e, ghiacciandosi, rinserrano i loro occhi. Reagiscono rabbiosamente a questo, cozzando le loro teste come due caproni, con un impatto violentissimo. Un altro dannato (si saprà poi che si chiama Camicione De Pazzi), cui il freddo ha fatto cadere entrambe le orecchie, mantenendo il viso basso, chiede a Dante il motivo per cui resta lì ad osservarli. Dichiara poi che i due dannati vicini vissero nella Valle di Bisenzio e furono due conti: i fratelli Napoleone e Alessandro di Mangona, figli di Alberto di Mangona, dell'antica famiglia degli Alberti. Il loro padre, Alberto, diseredò il figlio Napoleone e lasciò la parte maggiore del suo patrimonio ad Alessandro; inoltre, uno era guelfo, l'altro ghibellino. I due fratelli si odiarono a vicenda e morirono entrambi in uno scontro fratricida. Il dannato di prima, quello senza orecchie, dice che Dante potrà cercare in tutta la Caina senza trovare altri dannati che meritino tale pena più di loro.

    MODRED E ALTRI DANNATI DELLA CAINA

    Camicione De Pazzi nomina poi altri compagni di pena, tra cui:

    Modred ("Mordrec" nel poema): nipote di Re Artù, lo tradì usurpandone il trono. Fu ucciso dalla lancia di re Artù, nella battaglia finale di Camlann: la ferita che ricevette fu così ampia che gli squarciò il petto, al punto che il sole poteva passare attraverso il suo corpo. Dunque il re gli "interruppe anche l'ombra", come dice Dante:
    ...a cui fu rotto il petto e l’ombra ...colui (Modred) a cui il re Artù ruppe il petto e l'ombra
    con esso un colpo per la man d’Artù; con un colpo di lancia;
    Tuttavia, Modred, prima di morire, vibrò un colpo fatale contro Artù, che rimase ucciso anche lui.

    Modred-e-Art
    Artù uccide Modred, però viene ucciso a sua volta dal traditore.


    Vanni dè Cancellieri, detto Focaccia: turbolento nobile di Pistoia, fu assassino di parenti (non si sa di preciso: lo zio, i fratelli, forse anche il padre)

    Sassolo Mascheroni che è accanto a Camicione Dè Pazzi e gli impedisce la vista (di Sassolo non si sa quasi nulla: ma è stato certo assassino di parenti anche lui)

    Camicione dè Pazzi, cioè il dannato stesso: uccise a tradimento un suo parente per il possesso di alcune fortezze. Inoltre, dice che attende l'arrivo del suo parente Carlino dè Pazzi, che però finirà nella zona Antenora, perchè ha tradito la patria: infatti, lui, che era un guelfo bianco, vendette i suoi compagni ai guelfi neri. Quindi Camicione, quando arriverà Carlino, avrà la magra soddisfazione di vedere uno che se la passa peggio di lui.

    -----------------------------------------------------------------------------------

    SECONDA ZONA DEL COCITO: ANTENORA (TRADITORI DELLA PATRIA) - BOCCA DEGLI ABATI, GANO DI MAGANZA E ALTRI DANNATI

    Dante vede più di mille visi di dannati paonazzi per il freddo, cosa che gli farà sempre ricordare con ribrezzo quello spettacolo, ogni volta che vedrà un fiume ghiacciato. Mentre i due poeti procedono verso il centro di Cocito ed entrano nella Antenora, Dante, che trema di freddo, per caso o per destino, urta col piede la testa di un dannato (più avanti si capirà che si tratta di Bocca degli Abati) che, piangendo, lo sgrida: in sostanza, gli chiede perchè lo vuole calpestare, se non ha intenzione di vendicare il tradimento che lui ha fatto durante la battaglia di Montaperti3, per cui lo invita a lasciarlo stare. Dante, punto sul vivo, chiede a Virgilio il permesso di trattenersi un poco per togliersi un dubbio, promettendo di non attardarsi oltre. Infatti, sospetta che chi gli sta parlando è proprio quel vile traditore che consegnò i suoi compagni Guelfi ai Ghibellini durante quella battaglia, cioè Bocca degli Abati. Ma vuole averne la conferma. Virgilio acconsente alla richiesta dell'allievo e Dante chiede al dannato di rivelare il suo nome. Ma Bocca degli Abati rifiuta di rivelarsi, chiedendogli a sua volta chi sia lui, che va colpendo le teste dei dannati. Dante allora afferma di essere vivo, e promette (sarcasticamente) al dannato di concedergli fama, rivelando al mondo il suo nome col suo poema. Ma Bocca degli Abati tace e dice con male parole a Dante di allontanarsi. Allora il poeta perde la pazienza e lo afferra per i capelli fino quasi a strapparli, intimandogli di dire il suo nome. Ma il dannato si ostina nel suo silenzio e gli rivolge parole di sfida. Dante continua allora a tirargli i capelli, strappandoglieli, mentre l'altro latra orribilmente come un cane.

    jpg
    Dante tortura Bocca degli Abati.


    Allora un suo compagno di pena (si saprà poi che è Buoso da Duera) si rivolge a lui col suo nome, chiamandolo Bocca degli Abati e invitandolo a non urlare, oltre a battere i denti. Dante, soddisfatto, dice che non ha più bisogno che lui parli e provvederà a portare al mondo notizie veritiere sul suo destino ultraterreno. Bocca degli Abati, rassegnato, dice ancora a Dante di andarsene, che può ormai dire su di lui ciò che vuole. Ma non dovrà tacere i nomi di altri traditori della patria che sono lì insieme a lui, a cominciare da quello che ha fatto il suo nome. Si tratta infatti di Buoso da Duera, che fu corrotto dagli Angioini di Carlo d'Angiò, perché tradisse Manfredi di Svevia4. Bocca indica anche altri dannati:

    - Tesauro dei Beccheria (detto anche Tesauro Baccaria), che fu decapitato dai fiorentini: era un abate benedettino che cercò di rappacificare i guelfi e i ghibellini di Firenze, ma fu indicato come traditore, perchè lo accusarono di aver trattato segretamente con Manfredi per riportare in città i ghibellini espulsi. Fu condannato a morte e decapitato, e questo costò a Firenze l'interdetto papale (cioè: niente messe e niente confessioni) che durò per ben sette anni. La cosa strana è che le accuse a Tesauro furono incerte, anche se Dante le prese per buone: tant'è vero che è ricordato addirittura come santo e martire nella Chiesa cattolica.

    - Gianni dei Soldanieri: ghibellino che passò dalla parte guelfa dopo la sconfitta di Manfredi, al quale i ghibellini erano legati.

    - Tebaldello Zambrasi: consegnò Faenza ai Guelfi bolognesi.

    - Gano di Maganza: è uno dei traditori più noti. E' un personaggio della "Chanson de Roland": pur essendo uno dei paladini del re, Gano tradì i francesi, svelando ai Saraceni il modo per cogliere di sorpresa a Roncisvalle la retroguardia franca, guidata da Orlando. Quindi, col suo tradimento, Gano provocò la morte di Orlando: ma fu poi orribilmente punito. Infatti, Gano fu squartato (cioè: ridotto a quattro parti, legate a quattro cavalli) e poi bruciato.

    Gano
    Lo squartamento di Gano di Maganza.


    IL CONTE UGOLINO (INIZIO)

    Dante e Virgilio si sono allontanati da Bocca degli Abati, quando il poeta vede altri due dannati imprigionati nel ghiaccio, uno dei quali (il Conte Ugolino, ma lo dirà nel canto successivo), che è dietro all'altro (il vescovo Ruggieri) e tiene la sua testa sopra quella dell'altro, come un cappello. Ugolino addenta orribilmente la testa di Ruggieri da dietro, fino al punto in cui il cervello si unisce al midollo spinale, in modo simile a quando Tideo rose la testa del nemico ucciso Menalippo5. Dante si rivolge al dannato e gli chiede la ragione di un tale odio verso il compagno di pena, promettendogli, se ha ragione di lagnarsi di lui, di rendergli giustizia nel mondo rivelando ciò che gli dirà.

    COMMENTO

    Questo è il primo di tre Canti dedicati complessivamente ai traditori, quindi a coloro che peccarono nel modo più grave: tradire è un atto fatto con consapevolezza e intelligenza, quindi è un'azione molto malvagia fatta in modo cosciente. Il Cocito digrada verso il centro della Terra, dove è confitto Lucifero. L'invocazione iniziale alle Muse è significativa, perchè indica un necessario innalzamento dell'impegno poetico, per descrivere la zona più aspra e terribile dell'Inferno, che si concluderà degnamente con la visione spaventosa del principe dei demoni. In effetti, lo stile usato da Dante sarà fatto di rime aspre, suoni duri e sgradevoli quali si convengono alla descrizione dei traditori e del luogo dove si trovano: -icchi, -accia, -etti, -ecchi, -azzi, -ezzo, -este, -occa, -eschi, -uca, con una netta prevalenza quindi delle consonanti c, z, t, che conferiscono una certa durezza al linguaggio. Infatti su tutto l'ambiente domina un'atmosfera cupa di violenza: non solo sui traditori, che si sono macchiati dei più atroci delitti, ma anche su Dante, che diventa uno strumento di punizione divina e accresce così la sofferenza, già di per sé terribile, di questi miserabili. La pena del contrappasso è discussa, ma probabilmente fa riferimento al gelo che metaforicamente rinserrò il cuore di questi dannati nel consumare il loro tradimento, in contrapposizione al fuoco della carità, dal quale essi furono quanto mai lontani. Infatti questi dannati si odiano reciprocamente, non mostrando alcuna solidarietà fra di loro: non esitano anzi a nominare anche gli altri compagni di pena, perché questo vada a loro infamia. Quindi sono traditori anche nell'Oltretomba, come lo furono nella loro vita scellerata. Due dati colpiscono l'attenzione in questo Canto, ovvero il silenzio di Virgilio (che per la prima e unica volta nella Commedia non dice nemmeno una parola) e la netta prevalenza di dannati contemporanei di Dante (gli unici esempi del mondo antico sono Gano di Maganza e Modred). Dante è dunque il protagonista assoluto del canto e la sua intenzione è mostrarci soprattutto i traditori del suo tempo.

    IL DANTE DI NAGAI

    Tra i dannati del Nono Cerchio, nel manga compare solo Bocca degli Abati, e la scena di Dante che gli tira i capelli è stata rispettata. Il suo nome però non è stato detto: Dante lo indica solo come "il traditore che causò la sconfitta di noi guelfi: per colpa sua molti miei compagni morirono inutilmente!". La definizione di lui è corretta: c'è però un piccolo errore. Infatti, nel manga Dante incontra Bocca degli Abati nella Caina, mentre invece nel poema è nell'Antenora. Dante, inoltre, nel manga fa anche alcune riflessioni che nel poema non ci sono: quindi è farina del sacco di Nagai. Ecco il testo:

    jpg


    "Per quale motivo la natura umana ha reso necessario un simile posto? (cioè, l'inferno) Se gli uomini si comportassero veramente come esseri umani, Dio non avrebbe dovuto creare l'Inferno...è l'uomo la causa dell'esistenza degli inferi! Cosa spinge gli esseri umani a commettere peccati tanto orrendi? Perchè padri e figli, fratelli e compagni si uccidono tra di loro? Anche Caino, il primogenito di Adamo, la cui storia è giunta a noi attraverso la Bibbia, uccise suo fratello Abele. Perchè si tradiscono la propria patria e i propri amici? Perchè si uccide a tradimento? Perfino Nostro Signore fu tradito da Giuda...perchè?"

    Sono tutte osservazioni che mostrano una certa ignoranza del cristianesimo. Per prima cosa, non è stata "la natura umana" o "l'uomo" che ha reso necessario l'inferno. L'inferno, infatti esisteva prima della creazione dell'uomo. L'uomo fu creato dopo che furono creati gli angeli. Lucifero, che era un Cherubino, cioè uno degli angeli più vicini a Dio, insieme ad altri angeli, aveva rifiutato di servire Dio, ha rifiutato il Suo amore: e quindi ha voluto vivere senza Dio. Ma vivere senza Dio, che è Amore assoluto, significa vivere senza amore, cioè nell'odio assoluto. E questo è appunto l'Inferno, luogo totalmente privo di amore, perchè privo di Dio. Tornando all'osservazione di Dante (e cioè di Nagai), non è stata quindi "la natura umana" o "l'uomo" che ha reso necessario l'inferno, ma è stato il rifiuto di Lucifero che ha creato l'Inferno: e non per volontà di Dio, ma per volontà di Lucifero stesso, diventato Satana.

    Poi: "cosa spinge gli uomini a commettere peccati tanto orrendi" si chiede Dante/Nagai: in questa riflessione, Nagai non considera il dogma del peccato originale. Infatti, l'uomo (Adamo ed Eva) era stato creato buono, ma, avendo ascoltato il serpente (Satana) e prendendo la mela (che simboleggia la ribellione a Dio), ha seguito il diavolo. Poi si è pentito, ma il danno è stato fatto e si è trasmesso per tutte le generazioni future, compresa la nostra. E, a causa della debolezza insita in noi per il peccato originale, senza l'aiuto di Dio, ascoltiamo più facilmente la voce del male invece di quella del bene. Ma se si ascolta il Signore, si farà la scelta giusta; se non lo si ascolta, a causa della debolezza del peccato originale, si fa per forza la scelta sbagliata, il male. Per riassumere con un'immagine: l'uomo non è malvagio, mentre invece il diavolo è totalmente, completamente, assolutamente malvagio: è il male puro. Però l'uomo è ferito (per il peccato originale), e, se non si cura, alla fine diventerà davvero malvagio. La cura è appunto Cristo. Questo è il Cristianesimo: tutta un'altra cosa del banale, e ipocrita, "vogliamoci tutti bene e tutto sarà a posto": una frase che non ha nulla a che fare col cristianesimo, ma piuttosto con l'ideologia massonica, o comunista, o comunque atea, che pretende di salvarsi da soli, senza Dio.

    -----------------------------------------------------
    1 Secondo Ovidio ("Ars poetica"), Anfione fu un poeta che, col dolce suono della cetra, costrinse le pietre del monte Citerone a scendere e a formare le mura di Tebe.

    2 La cicogna non ha un suo vero e proprio verso: emette solo un debole sibilo. Ma è in grado di produrre ugualmente un suono caratteristico: quando il maschio e la femmina si avvicinano, rovesciano indietro il collo e battono ripetutamente il becco.

    3 Battaglia di Montaperti: avvenne nel 1260 tra i Guelfi e i Ghibellini. Vinsero i Ghibellini (è da ricordare che Dante fu un Guelfo Bianco, si veda qui). Bocca degli Abati, anche se era un Guelfo, tradì ì suoi compagni, facendo vincere i Ghibellini col suo tradimento.

    4 Buoso da Duera: signore di Cremona e Soncino, al servizio di Re Manfredi di Svevia. Fu incaricato dal re di impedire il passaggio del fiume Oglio al suo nemico, il re francese Carlo d'Angiò. Ma Buoso tradì re Manfredi, lasciandosi corrompere da Carlo d'Angiò, che alla fine uccise re Manfredi.

    5 Tideo: Principe di Argo, partecipò alla spedizione contro la città di Tebe e affrontò il tebano Melanippo. Questi ferì a morte Tideo, ma anche Melanippo finì ucciso. Tideo, moribondo, fu ricoverato nella sua tenda. Prima di morire, diede ordine che venisse mozzata la testa al cadavere di Melanippo e che gli venisse portata. Afferrata la testa del morto, Tideo si mise a morderla, furibondo.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xxxii.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 10/1/2023, 17:30
      Share  
     
    .

Comments
  1. view post
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    483

    Status
    Offline
    Ho notato una cosa: Dante riesce a toccare Bocca, mentre nel girone dei golosi gli era impossibile toccare le anime.
    Avevo letto che i traditori sono i dannati meno "solidali" dell'inferno, in quanto non esitano ad accusarsi a vicenda.
     
    Top
    .
  2. view post
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,425

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 28/5/2022, 18:01) 
    Ho notato una cosa: Dante riesce a toccare Bocca, mentre nel girone dei golosi gli era impossibile toccare le anime.
    Avevo letto che i traditori sono i dannati meno "solidali" dell'inferno, in quanto non esitano ad accusarsi a vicenda.

    Per esigenze poetiche, a volte Dante rende tangibili i dannati, per meglio raccontare la scena.

    I traditori sono i dannati peggiori dell'Inferno, essendo relegati nel punto più profondo: quindi è ovvio che siano quelli che si tradiscano a vicenda di più. Ma tutti i dannati, in qualsiasi girone, si odiano allo stesso modo, comunque. Non esiste amore nell'inferno, nè compassione, nè solidarietà, nè nulla del genere. E' il luogo dell'odio, mentre il Paradiso è il luogo dell'amore.
     
    Top
    .