ZIO PAPERONE DI CARL BARKS

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    ZIO PAPERONE E IL VENTINO FATALE
    Autore completo: Carl Barks
    Altri titoli: Paperino e il ventino fatale; Paperino e il trenino della felicità (questo titolo fu usato per la prima volta su Topolino 473 del 1964)
    Anno di uscita in America: 20 Novembre 1951
    Prima pubblicazione in America: Christmas Parade, 20 Nov 1951; Four Color Comics n. 367 (Gennaio-Febbraio 1952); ed. Dell
    Titolo originale: Donald Duck - A Christmas for Shacktown ("Paperino - Un Natale a Shacktown")
    Prima pubblicazione in Italia: Topolino 37, Gennaio 1952: praticamente in contemporanea con l'edizione originale, alla faccia della velocità!

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    TRAMA

    Siamo vicini a Natale. Qui, Quo e Qua attraversano il Sobborgo Agonia, il quartiere più povero di Paperopoli. Pensano di aiutare i bambini poveri di quel quartiere comperando loro un regalo per il Natale, magari un trenino, e un tacchino arrosto: ma bisogna trovare cinquanta dollari. I nipotini, con Paperina, chiedono a Paperino di rivolgersi a Zio Paperone, per chiedergli i soldi. Paperone, intanto, ha dei problemi a stipare il denaro nel suo deposito ed è di cattivo umore. Quando viene a sapere della richiesta di Paperino, dice che darà solo i 25 dollari per il tacchino, e non gli altri 25 per uno "stupido, inutile trenino". E li darà solo quando gli altri avranno accumulato i 25 dollari per il loro trenino. I tre nipotini e Paperina cercano di racimolare i soldi facendo lavori o vendendo qualcosa: se ciascuno di loro, compreso Paperino, guadagnerà 5 dollari, insieme tutti avranno alla fine i 25 dollari richiesti. Paperino prova a ingannare Zio Paperone travestendosi da un vecchio zio di Paperone, Anacleto Anastasio Anatrone Dè Paperoni (Jake McDuck), per impietosirlo.

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    Ma il tentativo è fallimentare, perchè Paperone, al contrario, vuole indietro dei soldi dallo "zio". Però Paperino non demorde e prende il topo dei nipotini: lo libera quando va a trovare Zio Paperone. Lui, spaventatissimo perchè quel topo può mangiargli le banconote, dà a Paperino cinque dollari perchè se lo tolga dai piedi. Ma anche questo tentativo va a vuoto, perchè il topo si mangia i cinque dollari. Non sapendo più dove sbattere la testa per trovare questi stamaledettissimi cinque dollari, Paperino prova a chiedere l'elemosina ed ottiene un dollaro. Paperone, passando di lì e vedendo i profitti del nipote, lo manda via e prende il suo posto facendo il finto mendicante. Quindi Paperino resta al punto di prima. Il suo incontro fortuito con Gastone gli permette di usare la fortuna del cugino: infatti, Gastone riceve da uno sconosciuto un ventino che gli permette di trovare un portafoglio. Gastone restituisce il portafoglio al proprietario, che ricompensa Gastone dandogli dei soldi: e così Gastone può dare i famosi 5 dollari a Paperino. Inoltre, Paperino, per prendere in giro lo Zio Paperone che fa ancora in mendicante e non ha preso nulla, gli fa l'elemosina dandogli il ventino di Gastone. Seccato, Paperone torna al deposito con la monetina: siccome il deposito è strapieno di soldi, non si può aprire la porta, Paperone allora butta il ventino dal lucernario. Ma questo provoca il crollo delle fondamenta del deposito, facendo finire tutto l'oro in una profondissima buca, sotto la quale ci sono delle sabbie mobili: ogni tentativo di recuperare quei soldi li farà sprofondare nelle sabbie mobili.

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    Paperone è diventato povero in canna e disperatissimo: non ha altra scelta che andare a vivere da Paperino. I nipotini, però, non demordono e vengono a sapere di una grotta sotterranea che si avvicina al fondo dove si trovano i soldi: ma l'unico collegamento ad essi è una piccola tana di talpe. Allargarla farebbe crollare tutto e far sprofondare i soldi nelle sabbie mobili. Usando però il trenino giocattolo delle Giovani Marmotte, riescono ad infilare una mini locomotiva, che ritorna indietro coi primi soldi di Zio Paperone, che lui regala ai nipoti come premio. Non si trattava però di 25 dollari, bensì di un enorme pacco di banconote: ben 100.000 dollari in tutto, e Paperone sviene. Tutti i soldi vengono così usati per rallegrare il natale del Sobborgo Agonia, coi bambini che hanno decine di trenini. Paperone, intanto, resta nella grotta, ricevendo dal trenino, che va avanti e indietro, un pò di soldi ogni tanto. Secondo i suoi calcoli, in questo modo ci vorranno quasi trecento anni per riavere tutti i suoi soldi (272 anni, 11 mesi, 3 settimane e 4 giorni, per la precisione). E il trenino arriva fischiando con un altro pacco di banconote.

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    COMMENTO

    La storia, che richiama i film di Frank Capra, è un esempio eclatante del troppo volere e nulla stringere, con una successione di situazioni, gag e battute fulminanti, alternate al dramma della povertà e della perdita di Paperone. Qui il papero più ricco del mondo è ancora vicino alla sua prima impostazione di vecchio arcigno. Non è esatto, inoltre, dire che alla fine della storia lui abbia capito "il valore delle piccole cose", come spesso si dice nei commenti. Infatti, Paperone non mostra nessun ravvedimento al riguardo: inoltre, la locomotiva giocattolo viene apprezzata solo perchè aiuta il ricco zio a riavere il denaro. Quindi la visione utilitaristica di Paperone rimane inalterata.

    E' comunque una delle storie più famose di Carl Barks e anche una delle più apprezzate (me l'hanno citata più volte). Anche se è incentrata su Paperone e il suo deposito, la storia ha nel titolo originale il riferimento a Paperino: infatti, a quei tempi, Zio Paperone non era ancora considerato tanto famoso da avere una sua testata propria, rimanendo confinato nella testata di "Four Color Comics". Ma i proprietari della rivista cominciavano ad accorgersi che le vendite aumentavano con le storie dedicate a Paperone. Mancava ancora poco per il suo successo definitivo e avere il suo nome nel titolo (accadrà per la prima volta con "Zio paperone e la disfida dei dollari", di cui parleremo un'altra volta) con tanto di fumetto dedicato a lui.

    Qui le discussioni tra Paperone e Paperino diventano sempre più sfacciate e prive di peli sulla lingua: ormai i personaggi hanno preso confidenza tra di loro. ^_^ Un particolare curioso è l'abbigliamento di Paperino, che spesso indossa un giaccone invernale, forse per dare un tono più natalizio e invernale alla storia. Anche in Zio Paperone e la scavatrice a vapore Paperino ha lo stesso abbigliamento invernale.

    La versione italiana ha delle ottime traduzioni: "Sobborgo Agonia" è assai più efficace dell'originale "Shacktown" (Città baracca). Ma adesso si preferisce seguire meccanicamente tutti i nomi americani originali, quindi le ripubblicazioni attuali di questa storia contengono il banalissimo e anonimo termine "Shacktown". "Sobborgo Agonia" era assai più efficace dal punto di vista narrativo: ma, visto che oggi si preferisce essere rigorosissimi con le traduzioni originali a scapito della comprensione della storia, si vada pure avanti così, senza fantasia e facendo le fotocopiatrici. :(

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    E' forse l'unica apparizione nelle storie di Barks del Sobborgo Agonia, di cui si vedono solo i bambini, tanto che si è portati a pensare che sia un quartiere dove vivono solo bimbi poveri. Secondo la mentalità protestante (ricordiamoci che Barks è protestante, come pure lo sono gli Stati Uniti: è un particolare da non dimenticare), la ricchezza è segno di benedizione divina. Di conseguenza si ha una certa adorazione della ricchezza, che diventa così non un mezzo per vivere bene, ma la conferma della propria beatitudine e salvezza da contemplare. Anche se non si è più credenti, questo modo di pensare da "prescelto" rimane comunque come sottofondo tra gli americani. La ricchezza in questo modo diventa fine a se stessa: un idolo che deve essere adorato in un certo modo, considerato laico, ma che invece, di fatto, è religioso. Nel caso di Paperone, infatti, l'oro va usato, al massimo, per mangiare (cosa necessaria), ma non per prendere uno "stupido, inutile" trenino, che non ha nessuna utilità pratica e quindi è uno spreco. Il fatto che il trenino poi aiuti Paperone a riavere le ricchezze non cancella il suo punto di vista, perchè in questo modo si fa vedere che un trenino può avere un'utilità pratica, come ho già fatto notare prima. Rimaniamo al pragmatismo al massimo grado, insomma.

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    Avarizia e gioia sono personaggi che non si conoscono nè si amano. L'avaro è sempre triste.


    Tutta la storia, in fondo, gira attorno al denaro, in modo "protestante". Infatti tutti i protagonisti sono sempre alla ricerca di soldi, per un motivo o per l'altro, in modo quasi ossessivo: i paperini danno i loro soldi a Paperina che fa da cassiera; cercano un modo per guadagnare col lavoro; Paperina vende i suoi centrini per guadagnare qualche soldo; Paperino, all'inizio della storia, è disperato perchè non ha neanche cinque dollari per il suo Natale, poi cerca ossessivamente di avere i cinque dollari necessari per avere il trenino dei bambini poveri. C'è anche la caratteristica, tutta protestante, della beneficenza ostentata: le Dame di Paperopoli, infatti, organizzano il Natale per i bambini poveri, ma è forte il sospetto che usino il denaro solo per farsi la fama di benefattrici, cioè per se stesse. Dopo il Natale, infatti, tutto tornerà come prima e del Sobborgo Agonia non se ne parlerà più, mentre si parlerà a lungo delle generosità delle Dame di Paperopoli. In fondo, è quella vecchia cosa che si chiama ipocrisia. Non c'è nessuno infatti, nemmeno i paperini, che parli di persona con almeno un bimbo di Sobborgo Agonia, o lo chiami per nome, o gli stia vicino come un amico. No, danno a loro solo dei soldi, trasformati in trenini e cibo. Che sono cose buone, certo, ma non mostrano una vera vicinanza umana.

    C'è anche la morale del guadagno: Barks non accetta che i soldi vengano guadagnati disonestamente, e per questo i tentativi di Paperino di ingannare Paperone finiscono a vuoto. Ma nello stesso tempo non accetta il comportamento di Paperone, che non solo non vuole dare dei soldi, ma vuole anche togliere il guadagno che Paperino ha avuto con l'elemosina. E riceve quindi il ventino fatale, che in un attimo fa crollare tutto il suo impero. Come per dire che ogni ricchezza accumulata, anche se immensa, resta una cosa fragile e aleatoria, che può scomparire in un attimo ("Stolto, stasera stessa tu morirai. E quello che tu hai accumulato, di chi sarà?"). E chi crede solo nei soldi alla fine conosce la più totale disperazione.

    Inoltre, c'è anche la stoccata allo scientismo, cioè alla scienza trattata come Divinità e non come attività umana. Infatti, gli esperti convocati da Paperone fanno analisi scientifiche accuratissime fino all'inverosimile: quanto più le analisi sono perfette, tanto più portano Paperone alla disperazione. Questa scienza, autonominatasi "perfetta" (mentre la perfezione è caratteristica solo divina), dice che senza ombra di dubbio Paperone non potrà mai più riavere l'oro. I commenti di Barks su di loro sono sarcastici: infatti l'autore fa dire ai nipotini che "con Babbo Natale hanno in comune solo la barba". Anzi, nella versione italiana su "Vita e dollari di Paperon dè Paperoni", la traduzione è più cruda: "Meriterebbero di essere appesi per la barba a un lampione". Questo tipo di personaggio (lo scienziato barbuto che sa tutto e rompe l'anima con la sua sapienza) sarà riutilizzato da Rodolfo Cimino nelle sue storie.

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    Uomo di scienza, uomo di scemenza. Spesso è così. E non parliamo degli scienziati e medici che mentono apposta: sono ancora peggio. Lo scienziato, o il medico, non è un santo nè una divinità: è un peccatore come noi.


    Comunque, si possono fare delle altre considerazioni riguardo a questi scienziati: per prima cosa, questa scena mostra che la Scienza con la maiuscola non è onnipotente, ha dei limiti. Ma, nello stesso tempo, si comporta in modo non scientifico, escludendo a priori ogni possibilità futura di aiuto. Ma il futuro lo sa solo Dio, non la scienza. E infatti un'umile locomotiva giocattolo prende in giro sia i pomposi proclami degli scienziati che l'utilitarismo di Paperone. L'uomo non può prevedere tutto, e non ci sono situazioni senza speranza.

    La moneta che ha provocato tutto il catafascio nell'originale era un decino, cioè dieci cents (anche la famosa Numero Uno è una monetina da 10 cents), non un ventino: infatti, non esistono in America monete da venti cents.

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    Mai accettare qualcosa da Paperino lo sfortunato.


    Ma, una volta, negli anni '50, in Italia esistevano delle monetine da venti lire, che avevano un loro peso d'acquisto, anche se era davvero minimo. Il termine "ventino" in Italia era di uso comune: una volta si diceva, per esempio, che "questa roba non vale neanche un ventino". Il termine "decino", invece, non era altrettanto famoso. Quindi è comprensibile la scelta del traduttore. ^_^

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    Le 20 lire erano ricomparse anche negli anni '90.


    In questa storia appare per la seconda volta l'enorme deposito di Zio Paperone (chiamato in inglese "Money Bin", "Contenitore di monete"), dopo il debutto nella storia "Paperino e la ghiacciata dei dollari" (1951). Ma è qui che diventa popolare come "l'enorme deposito di Paperone che contiene tre ettari cubici di denaro". Quando Paperone si trova senza soldi, vive a spese di Paperino, piangendo e sbafando a più non posso, tanto tutto è gratis. Questa caratteristica di Paperone di mangiare a scrocco compare qui per la prima volta, diventando una costante del personaggio.

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    La terza o quarta scodella di latte: Paperone ha il verme solitario! ^_^


    Don Rosa ha fatto un seguito di questa storia, risolvendo il problema di Paperone con l'intervento di Archimede Pitagorico, che compare - ufficialmente - per la prima volta per aiutare Paperone. La storia si chiama: "La prima invenzione di Archimede" ("Gyro's First Invention"). E' stata scritta nel 2002, in occasione dei cinquant'anni dalla creazione di Archimede Pitagorico.

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    Nella storia, Paperino chiede aiuto ad Archimede, che sta iniziando la sua attività di inventore. Archimede costruisce una bombola di super-elio; inoltre, durante il suo lavoro, capisce di aver ottenuto inaspettatamente una lampadina senziente, che chiamerà Edi (Helper nell'originale) e lo userà per risolvere il problema di Paperone. Questa sua invenzione - la bombola e Edi - sono la prima invenzione di Archimede, e con questi Paperone riavrà i suoi soldi. La storia è stata pubblicata per la prima volta in Italia su Zio Paperone 160 (2003)

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    Nella copertina c'è anche il disegno di Marco Rota che fa riferimento alla storia di Don Rosa.


    I racconti come questi, che impongono una continuity nel mondo dei Paperi, sono comunque delle trovate inutili: ogni storia Disney è un racconto a sè. Quando una storia finisce, in qualunque modo finisca, nella storia successiva tutto ricomincia daccapo, come se non fosse successo niente, come in uno spettacolo teatrale. Non ha senso fare una storia cronologica dei miliardi di fumetti disneyani. Non si tratta di storie dei supereroi Marvel, con la loro stretta cronologia (che tra l'altro è stata praticamente buttata al macero da decenni).

    Sempre nel 2002, ci fu un quasi-seguito con Paperina e il cenone natalizio per il mercato olandese, di Kirsten de Graaff e Mau Heysmans. Il secondo, del 2017, non è un seguito, ma un remake italiano: Paperino e il dollaro fatale, di Riccardo Secchi e Francesco Guerrini. Infatti, il 27 Marzo 2017 era il compleanno di Carl Barks: per questo fecero questo dubbio omaggio del remake su Topolino 3200, che è stato soggetto di aspre critiche (infatti non era un granchè: nè come storia, nè come remake).

    COPERTINA DELLA PRIMA EDIZIONE ORIGINALE
    "One Shots- Christmas Parade" della Dell Comics, 20 Nov 1951.

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    Questa copertina non era direttamente connessa alla storia (nonostante la presenza del trenino, qui cavalcato da Paperino). Però sarà ricreata da Barks per un dipinto a olio (in cui i nipotini sono sorridenti) che sarà anche usato dalla Repubblica Dominicana per un francobollo natalizio del 1984.

    fi-rs1998-12cc-001



    COPERTINA DELLA PRIMA EDIZIONE ITALIANA
    Topolino 37, Gennaio 1952

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    Edited by joe 7 - 23/11/2021, 17:42
     
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5 replies since 26/1/2021, 17:54   653 views
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