ZIO PAPERONE DI CARL BARKS

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    LO ZIO PAPERONE DI CARL BARKS E I LAVORI DI BARKS - DOSSIER

    Barks
    Il primo Oscar Mondadori sui fumetti. Con Zio Paperone di Carl Barks. Tanto per dire.


    Carl Barks ha rivoluzionato il fumetto coi suoi racconti sui paperi, di cui è stato autore assoluto: in modo particolare, tra tutti i suoi personaggi inventati (Amelia, la Banda Bassotti, Gastone, Nonna Papera, Ciccio, e tanti altri minori), il suo capolavoro è Paperon dè Paperoni, Scrooge McDuck nell'originale: un nome che è tutto un programma. Il papero si chiama come l'avaro Ebenezer Scrooge del "Canto di Natale" di Charles Dickens (l'autore di "Oliver Twist" e "David Copperfield"); Duck, "papero", indica ovviamente il fatto di essere un papero, e "Mc" è un comune appellativo scozzese, e gli scozzesi sono famosi per la loro avarizia, vera o presunta che sia. E, sì, Paperone è davvero uno scozzese del clan dei Dè Paperoni, trapiantato in America. La traduzione in "Paperon dè Paperoni", realizzata da Mario Gentilini (il primo direttore di Topolino), fu un colpo di genio. Oggi, che sono ossessionati dall'idea di rispettare scrupolosamente i nomi stranieri, l'avrebbero chiamato Scrooge McDuck come l'originale. Per dire quant'è grossa l'idiozia di non voler tradurre mai.

    mario-gentilini
    Mario Gentilini


    Nel 1968 era uscito il primo Oscar Mondadori dedicato ad un fumetto, e nello specifico proprio a Paperone: "Vita e dollari di Paperon dè Paperoni", con le principali storie di Carl Barks dedicate al ricco papero. Aveva anche una prefazione di Mario Gentilini, l'allora direttore di Topolino, e un commento di Dino Buzzati, lo scrittore. Buzzati disse che Zio Paperone e i paperi di Barks "sono stati una delle più grandi invenzioni narrative dei tempi moderni: la loro statura, umanamente parlando, non è inferiore a quella dei famosi personaggi di Moliere, o di Goldoni, o di Balzac, o di Dickens." Ma cos'ha di particolare Zio Paperone? Perchè è simpatico, anche se è un vecchio avaro?
    Perchè è un avaro senza malizia nè malvagità: è un bambino attaccato al suo giocattolo. Piange come un bambino, si dispera come un bambino, scoppia di gioia come un bambino, ogni volta che perde o guadagna, e lo fa senza ritegno, senza pudore: lui è quello che pensa, non ha doppiezze. Quelli che ha non sono i suoi dollari, ma i suoi bambini, i suoi figli, in mezzo ai quali nuota come un pesce nell'acqua. Essere ricco è il suo destino, e lo compie con l'entusiasmo di un fanciullo. Pensateci: vive non in una immensa villa, non in un palazzo megagalattico, come farebbe un ricco qualunque: no, vive dentro un enorme salvadanaio, in cima a una collina, vistosissimo e visibilissimo da lontano. Un salvadanaio gigantesco minacciato dai Bassotti, da Amelia o da tanti altri. Non solo: da lì parte coi suoi nipoti per spedizioni avventurose ai limiti del mondo. A volte trionfa, a volte perde, ma non si può non essere partecipi davanti ad un personaggio così passionale.
    In Italia Paperone non è stato capito fino in fondo da molti autori: in particolare, Guido Martina lo trasforma in un avido e crudele despota, con un passato torbido pieno di rapine e - senza dirlo chiaramente - omicidi.

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    Il Paperone "violento" di Martina


    Ma anche in America i nuovi autori non riescono a comprenderlo: Don Rosa lo trasforma in un violento, ambizioso e superbo, un adulto senza nulla di infantile.

    DR
    Il Paperone "sgradevole" di Don Rosa


    Ma il vero Paperone è e resta quello di Carl Barks, e di chi si è avvicinato al suo modello, come per esempio Rodolfo Cimino, coi suoi interminabili viaggi avventurosi ed esperienze al limite dell'incredibile che fa vivere a Paperone.

    Cimino
    Il Paperone "avventuroso" di Cimino


    Paperone è avaro fino al midollo, uno spilorcio al mille per mille, e non si vergogna di esserlo, ma non è una macchietta dell'avaro, non è una maschera. E' un personaggio complesso, ambivalente, ambiguo, che mostra scatti di generosità inaspettati, che però - e qui è il segreto - ha pudore di manifestare. Nell'incontro con la sua vecchia fiamma Doretta Doremì, Paperone la aiuta a risollevarsi con una quantità enorme di oro, senza che nessuno se ne accorga. Ha un cuore d'oro, ma si vergogna ad ammetterlo; è avido senza essere crudele; è ambizioso senza essere meschino; ha delle tentazioni, tipo quella di agire disonestamente, ma le respinge subito, perchè ama combattere in modo pulito. Magari in modo furbo, comunque sempre in modo pulito e onesto.

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    Romanticismo nascosto. Barks all'ennesima potenza.

     
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    ZIO PAPERONE E LA CASSA DI RAFANO
    Autore completo: Carl Barks
    Anno di uscita in America: 3 Settembre 1953 su Uncle Scrooge n. 3
    Titolo originale: The Horseradish Story ("La storia del rafano")
    Prima pubblicazione in Italia: 21 Febbraio 1954, sugli Albi d'Oro n. 54008
    Altri titoli: Paperino e l'Oca d'oro

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    TRAMA

    Truffo dè Arpagoni presenta a Paperone un'ordinanza del tribunale: a causa di un debito contratto da un avo di Zio Paperone nei riguardi di un avo di Truffo, Paperone è vincolato a dargli tutto quello che possiede. La storia a cui si fa riferimento è del 1753: l'avo di Paperone, Capitan dè Paperoni, firmò un contratto con l'avo di Truffo, Scrocco dè Arpagoni, perchè portasse in Giamaica una cassa di rafano. Ma la nave di De' Paperoni affondò, sabotata da Scrocco dè Arpagoni: infatti, una clausola del contratto, scritta in piccolo, dice che, se la cassa di rafano non sarà stata consegnata in Giamaica, tutti gli averi di Dè Paperoni sarebbero passati a Scrocco. L'avo Dè Paperoni dovette dargli tutto, ma si rifiutò di dare a Scrocco la sua dentiera d'oro. Ai giorni nostri quella dentiera, con tutte le aggiunte di mora, aveva raggiunto una quantità equivalente alle ricchezze di Paperone. L'unico modo che ha Paperone di non pagare Truffo è quello di recuperare la cassa di rafano entro un mese dalla scadenza del contratto e di portarla in Giamaica. Aiutato da Paperino, Qui, Quo e Qua, riesce a recuperare la cassa, ma la nave viene presa da un uragano. Inoltre, Truffo, per andare sul sicuro, fa affondare a cannonate la nave di Paperone. I paperi fanno una zattera e recuperano Truffo, caduto in mare. Per riconoscenza, Truffo butta in acqua la cassa di rafano. Una volta recuperati dai soccorsi, i nipoti di Paperino tirano su la cassa: prevedendo l'azione di Truffo, l'avevano legata con una corda.
    NOTA: nella prima versione italiana, il titolo è "Paperino e l'Oca d'oro", perchè, a quei tempi, il protagonista delle storie era sempre Paperino, quindi intestavano a lui i titoli, anche se lui aveva un ruolo secondario, come in questo caso. L'"Oca d'oro" è il nome della nave del Capitano Dè Paperoni che trasportava la cassa di rafano. Certo che come titolo è assai fuorviante: questo è un esempio di cattiva traduzione.

    COMMENTO

    Un racconto praticamente perfetto di Barks, con alcuni momenti forti come quello in cui Paperone è tentato di lasciare in acqua Truffo dè Arpagoni quando lo trova: ma, alla fine, lo tira su aiutando i nipoti. Non solo: Truffo, come ringraziamento, butta a mare la cassa di rafano e sta per buttare a mare anche Paperone e tutti gli altri. Alla fine viene sottomesso solo dopo una dura lotta. E prima ancora, Truffo stava per ammazzare il suo compare Joe per non avere testimoni; e questo dopo aver affondato la nave di Paperone a cannonate. In sostanza, è un personaggio malvagio fino al midollo, con una caratterizzazione molto distante dagli altri malvagi disneyani, tipo i Bassotti. Non ha la minima pietà, non sa riconoscere la generosità altrui, cerca di ammazzare Paperone coi suoi nipoti e persino il suo stesso amico. Nemmeno alla fine della storia subisce una redenzione, ma piange solo lacrime di coccodrillo facendo addirittura la vittima. Truffo è uno degli opportunisti della legge che compaiono nei lavori di Barks: sono cioè quelli che cercano di ottenere le ricchezze di Paperone tramite trappole legali. Sono il contrario di Paperone, che invece la sua fortuna se l'è sudata onestamente e col duro lavoro. Inoltre, è la prima volta che Barks introduce personaggi malvagi che sono "discendenti di antenati". Tutta la famiglia Dè Arpagoni ha le fattezze di lupi antropomorfi e anche i loro nomi, sia in italiano che nella versione originale (vedere alla fine dell'articolo), sono significativi.

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    La Disney è roba infantile, banale, tutta carezze e risate. E questa scena allora cos'è? :huh:


    Carl Barks amava molto le storie che gli permettevano di variare le scene, ambientandole in luoghi ameni, come in questo caso l'oceano: "Mi piacevano le storie che mi davano la possibilità di disegnare l'oceano e le navi. E' servito a staccarmi momentaneamente dalla monotonia derivata dal disegnare sempre le teste rotonde dei paperi. La formula per il climax della storia inizia da un particolare desiderio nella mia mente di disegnare qualche scenario o sfondo particolare. Se avessi voluto realizzare una nave o una barca a vela, il desiderio di disegnare una storia sul mare si sarebbe sviluppato facilmente" Barks dice che lo sviluppo di un'avventura inizia spesso con uno scherzo, un problema immaginato e da risolvere. Poi si inquadrano il contesto e la trama. Con "Zio Paperone e la cassa di rafano" non è la prima volta che Barks realizza una storia ambientata in mare: ma qui ci troviamo di fronte a una vasta gamma di ambienti marini, tra pesci coloratissimi e relitti di navi affondate (in un certo senso, ricordano Ferri e il suo Zagor di Oceano). In più, viene anche rappresentata la tremenda furia di un uragano che mette in serio pericolo di vita i personaggi. La tenacia di Paperone nel continuare in mezzo alla burrasca è descritta splendidamente dalle scene di Barks, che ha saputo fare dei ritratti di tempeste marine incredibili. Nella vignetta, le "sartie" citate sono le funi che sorreggono gli alberi della nave. Se scricchiolano, significa che stanno per spezzarsi, perchè non ce la fanno più a tenere fermi gli alberi maestri, scossi dal vento. Quindi si dovrebbero ammainare le vele, cioè chiuderle, se no c'è il serio rischio che gli alberi si spezzino. Inoltre, "sessanta nodi all'ora" significa che stanno andando a più di 100 Km all'ora. Stanno praticamente volando.

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    Le linee oblique della nave sottolineano il pericolo in cui si trovano. Uno dei tanti esempi della maestria di Barks.


    Ci sono sempre le sottotrame nelle storie di Carl Barks: qui abbiamo quella delle scritte in piccolo sul contratto. In un incredibile gioco di simmetria, la storia inizia e finisce con lo stesso contesto, dando un profondo equilibrio alla trama. Non per nulla, le storie di Carl Barks sono sempre state proposte agli aspiranti sceneggiatori di fumetti: ma andrebbero bene per qualunque mezzo narrativo, dal film al teatro.

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    Impossibile imbrogliare Paperone. ^_^


    CURIOSITA': I NOMI

    Truffo dè Arpagoni nell'originale si chiama Chisel McSue, letteralmente "Fregatura McDenuncia"
    Capitano dè Paperoni nell'originale si chiama Hugh "Seafoam" McDuck: seafoam sta per "schiuma di mare"
    Scrocco dè Arpagoni nell'originale si chiama Swindle McSue, cioè "Inganno McDenuncia"

    Edited by joe 7 - 25/2/2021, 17:47
     
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    ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO
    Autore completo: Carl Barks
    Anno di uscita in America: Settembre 1952 su Four Color Comics n. 456. Era una testata antologica che conteneva storie di personaggi diversi: oltre a Zio Paperone, conteneva anche Topolino e Paperino, oltre a vari adattamenti a fumetti di film famosi. Successivamente, Zio Paperone ebbe così tanto successo da avere alla fine una testata tutta sua, "Uncle Scrooge".
    Titolo originale: Back to the Klondike ("Ritorno nel Klondike")
    Prima pubblicazione in Italia: Giugno 1953, sull'Almanacco Estivo di Topolino 1953 (detto anche "Albo d'oro 53026").

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    Uno splendido quadro ad acquerello di Barks dedicato a questa storia.


    TRAMA

    Zio Paperone soffre di amnesia e si fa visitare da un medico, che gli prescrive delle pastiglie. Dopo averne presa una, comincia a ricordare certi vecchi fatti del Klondike, ai tempi della corsa all'oro, cinquant'anni fa. Decide di tornare lì con Paperino e i nipotini, perchè si è ricordato di aver nascosto lì un'ingente quantità di oro. Durante il viaggio, Paperone racconta ai nipoti che a quei tempi aveva conosciuto una cantante e ballerina del saloon, Doretta Doremì, chiamata allora "La Stella del Polo".

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    A prima vista sembra che sia stata una vecchia fiamma di Paperone, ma lui dice che lei le deve dei soldi e solo per questo la vorrebbe ritrovare. Arrivati a Dawson, Paperone racconta che conobbe Doretta al saloon Bolla d'Oro: dopo averlo drogato lo derubò della sua pepita Uovo d'Anatra, la più grande che aveva. Paperone tornò al saloon e, dopo una battaglia campale, riprese la pepita e pretese da Doretta un indennizzo di mille dollari. Inoltre, per farle capire quanto fosse difficile la vita del cercatore d'oro, la obbligò a lavorare per lui per un mese nella sua concessione mineraria. Doretta lasciò Dawson anni fa e ora di lei nessuno sa più nulla. Quando Paperone va alla Valle dell'Agonia Bianca, il luogo dove lui aveva nascosto le pepite, scopre che una vecchia intrusa aveva occupato il posto insieme ad un orso addomesticato, Cappuccetto Nero. Dopo vari tentativi, alla fine vengono a sapere che la donna anziana è Doretta Doremì. Lei e Paperone si incontrano: lei mettendosi l'abito più bello della sua gioventù, lui pettinandosi le basette. Paperine vuole da Doretta i mille dollari, che dopo cinquant'anni sono diventati un miliardo. Doretta gli dà tutto quello che ha e se ne va: ma Paperone le propone una gara in cui si sceglierà un posto dove scavare. Chi troverà dell'oro avrà vinto. Doretta così scopre "casualmente" il rifugio dell'oro di Paperone, che ora è tutto suo. Lui si dispera perchè si era dimenticato quel giorno di prendere le pastiglie per la memoria: per questo si era sbagliato e aveva messo Doretta nel punto giusto! Paperino però non ci casca nella recita di Paperone e, di nascosto, fa vedere ai nipotini che Paperone, quel giorno, aveva preso la pastiglia. Quindi aveva fatto finta di dimenticare. "Chi l'avrebbe mai detto? Lo Zio Paperine ha un cuore...ed è un cuore d'oro!" dicono i nipotini, mentre Paperone si allontana.

    ZP1
    Il passare del tempo: il prima e il dopo. Ma i sentimenti restano gli stessi.


    COMMENTO

    Questo racconto, considerato da molti appassionati come il migliore di Carl Barks su Paperone, è una struggente storia d'amore, vissuta in silenzio, col pudore della riservatezza. La storia era uscita nel 1952, e Paperone racconta che l'incontro con Doretta era accaduto 50 anni fa: quindi nel 1902, appunto al tempo della corsa all'oro nel Klondike. Questo ha favorito per gli altri autori e gli appassionati la costruzione di una cronologia della vita di Paperone e dei nipoti. Ma non ha senso costruire attorno a Paperone e ai personaggi Disney delle assurde cronologie stile fumetti Marvel in modo ossessionante (credo che questo trend sia iniziato con Don Rosa). Queste sono delle assurdità: Paperone è un personaggio senza tempo.

    L'episodio è una pietra miliare non solo per il passato di Paperone, ma anche per definire il personaggio: avaro fino alla spilorceria più totale, ma nello stesso tempo capace di generosità inaspettate.

    La scena del rapimento di Doretta e della battaglia di Paperone nel saloon fu tagliata nella versione originale e fu pubblicata solo diversi anni dopo, perchè era considerata troppo violenta per una storia Disney. Per me fu una vera delusione vedere quella sezione aggiunta successivamente nella storia originale, perchè non ne ho mai sentito il bisogno. Quel flashback ha tolto il pudore e la riservatezza del rapporto tra Paperone e Doretta, che avrebbe dovuto essere una storia nascosta e conosciuta solo da loro. Da loro e da nessun altro. Quando lessi per la prima volta la versione cosiddetta "monca" della storia, non mi chiesi mai cosa davvero successe tra Doretta e Paperone: erano fatti loro, la storia andava benissimo così. L'aggiunta di Barks, che fu pubblicata dopo, fu per me molto deludente, perchè rovinò parzialmente la storia. Inoltre, il Paperone spaccamontagne del flashback - un Paperone che poi non ricomparirà mai più in tutta l'opera omnia di Barks - somiglia fin troppo al Paperone violentissimo e antipatico di Don Rosa. Quindi per me, personalmente, questa aggiunta non esiste.

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    Uno dei flashback più inutili della storia del fumetto.


    Come spunto per la storia, un giorno Barks lesse il libro di Ethel Anderson Becker sulla corsa all'oro dello Yukon, e rimase incuriosito sul destino degli avventori e di tutte le persone che lavoravano in quelle sale da ballo per i minatori, che fallirono quando cessò la corsa all'oro: Doretta è il simbolo di quella grandezza passata.

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    Quel libro aveva anche una foto di una pepita d'oro da due chili, a forma di uovo: fu lo spunto per la famosa Pepita "Uovo d'Anatra" di Paperone, citata e ricitata fino alla nausea da Don Rosa. In ogni caso, una pepita come quella doveva valere qualcosa come 10.000€, equivalenti a 200 milioni di lire, più o meno. Quindi aveva un valore enorme.

    Qui Barks utilizzò dei riferimenti geografici reali, una cosa rara nelle sue storie. Le città di Dawson, Whitehorse, Skagway, oltre ai fiumi Yukon e Klondike, sono tutti esistenti. Persino il "Passo dello Stambecco", simbolo della sofferenza e della morte di molti cercatori d'oro, esiste davvero.

    E' da notare che Barks non riutilizzerà mai più Doretta, mentre molti altri autori, da Don Rosa a Romano Scarpa, la ripresenteranno spesso. Quest'ultimo, in particolare, diede addirittura una nipote a Doretta: Paperetta Yè Yè, un personaggio troppo legato ai tempi di allora, che erano quelli dei Beatles. Per questo non ebbe molto successo, anche se poi cercarono di rinnovarla, ma senza grandi risultati.

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    La prima apparizione di Paperetta (oggi non più chiamata "Yè Yè", termine desueto), la "nipote di Doretta" inventata da Scarpa (Topolino n. 577 del 18 Dicembre 1966).



    CURIOSITA': I NOMI

    Il titolo originale, "Ritorno al Klondike", è piuttosto banale, rispetto all'evocativo titolo italiano "Zio Paperone e la Stella del Polo". Le traduzioni italiane spesso hanno qualcosa di geniale: lo si può vedere dagli esempi qui sotto. ^_^

    Il nome originale di Doretta Doremì era Glittering Goldie McGilt (quindi lei era, forse, di origini irlandesi). Il significato letterale: è "Scintillante Doretta McDorata", un nome che è tutto un programma. La versione italiana era "Doretta", che richiama l'oro, ma aveva aggiunto in modo geniale anche "Doremì", che faceva cenno anche alla sua capacità di cantare. Una traduzione splendida, che rispetta anche l'allitterazione originale. Inoltre, sempre nell'originale, Doremì era chiamata "Stella del Nord" ("North Star"): in italiano invece divenne "Stella del Polo", ben più evocativo. Oggi poi la versione originale sarebbe decisamente fuori tono, in tempo di manga e anime: infatti "stella del nord" fa venire in mente Ken il guerriero e i suoi colpi massacranti di Hokuto!

    Il nome originale della sala da ballo "Bolla d'oro" era "Blackjack Ballroom": il blackjack è un gioco di carte, ma significa anche "manganellare" o "costringere con minacce". "Bolla d'oro" è anch'essa una traduzione stupenda: oltre al riferimento all'oro, una bolla è qualcosa di evanescente che scoppia e poi non c'è più, come appunto il passato di Paperone. Anche l'orso di Doretta si chiama Blackjack nell'originale: fu tradotto in italiano con "Cappuccetto Nero", un'altra eccellente traduzione.

    P2


    La canzone che Doretta cantava nella sala da ballo è "Son fili d'oro" nella versione italiana. Si tratta di un vecchio brano molto popolare in Italia nel 1912. Fu scritta da Giovanni Capurro e Francesco Bongiovanni. Nell'originale è "After the Ball": una canzone scritta da Charles Harris del 1891, in piena corsa all'oro. Ebbe un successo enorme. Il testo parla di un vecchio che non si sposò mai e che ricorda una ragazza, conosciuta in gioventù, con la quale avrebbe potuto convolare a nozze, cosa che però non fece. Il riferimento a Paperone e Doretta è evidente. La malinconia è il leit motiv di questa storia.

    P1
    Evocazione dei bei tempi che furono.



    PRIME EDIZIONI

    P7
    La prima edizione in America della storia, da "Four Color Comics" n. 456, anche se aveva già il titolo "Uncle Scrooge" (allora non ufficialmente riconosciuto). Da notare la "S" del dollaro. ^_^



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    Almanacco Estivo di Topolino 1953. Qui fu pubblicata per la prima volta in Italia "Zio Paperone e la Stella del Polo".



    Fonti: Disney Comics Fandom
     
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    ZIO PAPERONE E LA SCAVATRICE A VAPORE - PAPERINO E LA SCAVATRICE
    Autore completo: Carl Barks
    Anno di uscita in America: Novembre/Dicembre 1949
    Prima pubblicazione in America: Christmas Parade, ed. Dell
    Titolo originale: Letter to Santa ("Una lettera a Babbo Natale")
    Prima pubblicazione in Italia: Dicembre 1950, su "Albi d'oro" n. 241.

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    TRAMA

    Siamo a Natale e Paperino si prepara per le feste: però si accorge di aver dimenticato di spedire la lettera dei nipotini a Babbo Natale. Allora decide di comprare lui il regalo: ma quando legge la lettera e si accorge che i bambini vogliono una SCAVATRICE A VAPORE, lui non sa più che pesci pigliare. A parte l'assurdità della richiesta, non ha abbastanza soldi per comperarne una. Prova a chiedere un prestito a Zio Paperone e lo ottiene dopo un'accesa discussione. Ma Paperone, quando si accorge che il merito andrà tutto a Babbo Natale e non a lui, che ha fornito i soldi, compera una scavatrice a vapore per darla ai nipotini al posto di quella di Babbo Natale, che Paperino ha appena comperato, e prendersi il merito. Ma i due si incontrano in mezzo alla strada, ciascuno a bordo della propria scavatrice, e avviene uno scontro stile Mazinga contro Goldrake. Finiscono tutti e due davanti al giudice e Paperone paga il doppio della multa, nel caso che dovessero arrestarli ancora. Ma è troppo tardi per comperare una nuova scavatrice: allora Paperino si traveste da Babbo Natale per scusarsi coi nipotini, ma finisce incastrato nel camino. Paperone, allora, vestito anche lui da Babbo Natale, dice ai nipotini che avrebbero avuto la scavatrice se si fossero rivolti a Zio Paperone. Ma Paperino riesce a liberarsi e, uscito dal camino, litiga con Zio Paperone davanti ai nipotini. Alla fine, i bambini scoprono il trucco e si disperano, perchè non avranno il regalo. Ma arriva in quel momento il vero Babbo Natale che dà ai nipotini quello che volevano: una scavatrice GIOCATTOLO. :lol:

    COMMENTO

    Questa è la terza storia natalizia di ampio respiro realizzata da Barks dopo Paperino sul Monte Orso (1947: compare per la prima volta Zio Paperone) e Paperino e l'albero di Natale (1948, in cui Paperino combatte contro una strega simile a quella di Biancaneve). Fu pubblicata sull'albo annuale Christmas Parade n. 1 del Dicembre 1949 edito dalla Dell Comics1.

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    La copertina originale di Walt Disney's Christmas Parade n. 1 (1949) su cui è stata pubblicata per la prima volta questa storia in America. E' la stessa copertina che sarà usata in Italia per l'Albo d'Oro n. 241 (1951; fu presentato come "Almanacco di Topolino 1951"), dove sarà pubblicata per la prima volta questa storia.


    Questa storia è importante anche per via del fatto che è la prima presentata nel libro "Vita e dollari di Paperon dè Paperoni" (1968), in cui i lettori italiani, per la prima volta, scoprono l'esistenza di Carl Barks, facendo cadere il mito di "Walt Disney che faceva lui tutte le storie da solo". Infatti, con questo libro Oscar Mondadori si sancì la dignità letteraria non solo del fumetto Disney, ma anche del fumetto tout court.

    Barks


    Si tratta di una storia fondamentale per lo sviluppo del personaggio di Paperone. Per la prima volta è mostrato nel suo ufficio, circondato dal denaro. Non è ancora in un Deposito, ma è già un gran passo avanti. Anche i suoi vestiti si stanno avvicinando alla versione definitiva: se nell'ufficio il suo abito somiglia a quello di Rockerduck (che non è ancora apparso), quando è all'aperto indossa la palandrana e il cappello a cilindro, oltre al bastone da passeggio. Lo portava anche prima, ma questo lo aiutava a sostenersi: adesso lo porta con disinvoltura. Gli occhiali non sono ancora quelli definitivi: a volte hanno la stanghetta, altre volte sono un pò più grandi di come saranno poi. Ma in pratica è quasi uguale al Paperone definitivo.

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    E si vede.


    Questa è una storia tra le preferite dai lettori e dagli appassionati. Infatti è un capolavoro per tanti motivi: la costruzione della storia, il ritmo della vicenda, la caratterizzazione dei personaggi, per non parlare dei disegni e delle battute fulminanti, molte delle quali memorabili ("Io sono Paperon dè Paperoni, e, se non fai quello che dico, compero tutta la città e ti licenzio!"). Inoltre, i rapporti tra Paperone, Paperino e i nipoti si delinea più chiaramente: Paperino lo considera un avaraccio, Paperone ha un ego smisurato con inaspettati momenti di generosità (per esempio, qui cerca di rimediare al danno fatto con le scavatrici suggerendo il travestimento di Babbo Natale), entrambi si preoccupano a modo loro dei nipotini. I due, tra l'altro, litigano spesso e bene. Queste sono le basi su cui si svilupperanno i futuri rapporti.

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    Attraverso queste reciproche manifestazioni di affetto e di stima, Barks presenta qui il primo litigio ufficiale tra lo zio e il nipote. ^_^


    Con questa storia, Zio Paperone è sulla strada per diventare uno dei più importanti personaggi disneyani. Tanto che, spesso, è il ricco zione a rubare spazio al nipote, che invece, secondo il titolo, dovrebbe essere il protagonista principale. Eppure si vede chiaramente che Paperone come "spalla" è fin troppo strabordante: qui è già un comprimario alla pari con Paperino, se non di più.

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    Una delle frasi più famose di Zio Paperone, pronunciata qui per la prima volta. E lui la città sarebbe davvero capace di comperarla. XD


    Lo scontro tra le scavatrici è il momento clou della storia, ed è stato realizzato splendidamente non solo nel suo sviluppo (incontro, passaggio dalle parole ai fatti), ma anche dal punto di vista del disegno. E non si tratta solo delle scavatrici, pur realizzate ottimamente: infatti, qui, per la prima volta, si vede Paperopoli come una città e non come un insieme di villine con l'orticello e lo steccato che le separa l'una dall'altra, come se fosse una periferia.

    B3a
    Mazinga contro Goldrake secondo Barks.


    La stessa divisione delle vignette, con alcune di forma angolare insieme a quelle classiche rettangolari, con qualche stella di Natale o campanella tra una vignetta e l'altra, dà un tono fiabesco di poesia in tutta la storia. In sostanza, tutta questa storia è un vero capolavoro costruito a regola d'arte, senza sbavature e, come tutte le storie di Barks, usata come modello dagli aspiranti sceneggiatori.

    Una curiosità: l'idiosincrasia di Zio Paperone nei confronti del Natale, la stessa di Ebenezer Scrooge del Canto di Natale di Dickens, e che Paperone avrà sempre, era condivisa dallo stesso Carl Barks. ^_^

    Fonti: Disney Comics Fandom

    ------------------------------------------
    1 La Dell Comics (1929-19739) è stata una casa editrice di fumetti statunitense, appartenente alla Dell Publishing (che pubblicava a sua volta dei romanzi gialli, rosa, avventurosi). Era specializzata nella pubblicazione di materiale sotto licenza altrui, specialmente i personaggi della Walt Disney (ma anche quelli della Warner Bros, della Metro-Goldwyn-Mayer, ecc.).

    Edited by joe 7 - 23/11/2021, 17:42
     
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    ZIO PAPERONE E IL VENTINO FATALE
    Autore completo: Carl Barks
    Altri titoli: Paperino e il ventino fatale; Paperino e il trenino della felicità (questo titolo fu usato per la prima volta su Topolino 473 del 1964)
    Anno di uscita in America: 20 Novembre 1951
    Prima pubblicazione in America: Christmas Parade, 20 Nov 1951; Four Color Comics n. 367 (Gennaio-Febbraio 1952); ed. Dell
    Titolo originale: Donald Duck - A Christmas for Shacktown ("Paperino - Un Natale a Shacktown")
    Prima pubblicazione in Italia: Topolino 37, Gennaio 1952: praticamente in contemporanea con l'edizione originale, alla faccia della velocità!

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    TRAMA

    Siamo vicini a Natale. Qui, Quo e Qua attraversano il Sobborgo Agonia, il quartiere più povero di Paperopoli. Pensano di aiutare i bambini poveri di quel quartiere comperando loro un regalo per il Natale, magari un trenino, e un tacchino arrosto: ma bisogna trovare cinquanta dollari. I nipotini, con Paperina, chiedono a Paperino di rivolgersi a Zio Paperone, per chiedergli i soldi. Paperone, intanto, ha dei problemi a stipare il denaro nel suo deposito ed è di cattivo umore. Quando viene a sapere della richiesta di Paperino, dice che darà solo i 25 dollari per il tacchino, e non gli altri 25 per uno "stupido, inutile trenino". E li darà solo quando gli altri avranno accumulato i 25 dollari per il loro trenino. I tre nipotini e Paperina cercano di racimolare i soldi facendo lavori o vendendo qualcosa: se ciascuno di loro, compreso Paperino, guadagnerà 5 dollari, insieme tutti avranno alla fine i 25 dollari richiesti. Paperino prova a ingannare Zio Paperone travestendosi da un vecchio zio di Paperone, Anacleto Anastasio Anatrone Dè Paperoni (Jake McDuck), per impietosirlo.

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    Ma il tentativo è fallimentare, perchè Paperone, al contrario, vuole indietro dei soldi dallo "zio". Però Paperino non demorde e prende il topo dei nipotini: lo libera quando va a trovare Zio Paperone. Lui, spaventatissimo perchè quel topo può mangiargli le banconote, dà a Paperino cinque dollari perchè se lo tolga dai piedi. Ma anche questo tentativo va a vuoto, perchè il topo si mangia i cinque dollari. Non sapendo più dove sbattere la testa per trovare questi stamaledettissimi cinque dollari, Paperino prova a chiedere l'elemosina ed ottiene un dollaro. Paperone, passando di lì e vedendo i profitti del nipote, lo manda via e prende il suo posto facendo il finto mendicante. Quindi Paperino resta al punto di prima. Il suo incontro fortuito con Gastone gli permette di usare la fortuna del cugino: infatti, Gastone riceve da uno sconosciuto un ventino che gli permette di trovare un portafoglio. Gastone restituisce il portafoglio al proprietario, che ricompensa Gastone dandogli dei soldi: e così Gastone può dare i famosi 5 dollari a Paperino. Inoltre, Paperino, per prendere in giro lo Zio Paperone che fa ancora in mendicante e non ha preso nulla, gli fa l'elemosina dandogli il ventino di Gastone. Seccato, Paperone torna al deposito con la monetina: siccome il deposito è strapieno di soldi, non si può aprire la porta, Paperone allora butta il ventino dal lucernario. Ma questo provoca il crollo delle fondamenta del deposito, facendo finire tutto l'oro in una profondissima buca, sotto la quale ci sono delle sabbie mobili: ogni tentativo di recuperare quei soldi li farà sprofondare nelle sabbie mobili.

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    Paperone è diventato povero in canna e disperatissimo: non ha altra scelta che andare a vivere da Paperino. I nipotini, però, non demordono e vengono a sapere di una grotta sotterranea che si avvicina al fondo dove si trovano i soldi: ma l'unico collegamento ad essi è una piccola tana di talpe. Allargarla farebbe crollare tutto e far sprofondare i soldi nelle sabbie mobili. Usando però il trenino giocattolo delle Giovani Marmotte, riescono ad infilare una mini locomotiva, che ritorna indietro coi primi soldi di Zio Paperone, che lui regala ai nipoti come premio. Non si trattava però di 25 dollari, bensì di un enorme pacco di banconote: ben 100.000 dollari in tutto, e Paperone sviene. Tutti i soldi vengono così usati per rallegrare il natale del Sobborgo Agonia, coi bambini che hanno decine di trenini. Paperone, intanto, resta nella grotta, ricevendo dal trenino, che va avanti e indietro, un pò di soldi ogni tanto. Secondo i suoi calcoli, in questo modo ci vorranno quasi trecento anni per riavere tutti i suoi soldi (272 anni, 11 mesi, 3 settimane e 4 giorni, per la precisione). E il trenino arriva fischiando con un altro pacco di banconote.

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    COMMENTO

    La storia, che richiama i film di Frank Capra, è un esempio eclatante del troppo volere e nulla stringere, con una successione di situazioni, gag e battute fulminanti, alternate al dramma della povertà e della perdita di Paperone. Qui il papero più ricco del mondo è ancora vicino alla sua prima impostazione di vecchio arcigno. Non è esatto, inoltre, dire che alla fine della storia lui abbia capito "il valore delle piccole cose", come spesso si dice nei commenti. Infatti, Paperone non mostra nessun ravvedimento al riguardo: inoltre, la locomotiva giocattolo viene apprezzata solo perchè aiuta il ricco zio a riavere il denaro. Quindi la visione utilitaristica di Paperone rimane inalterata.

    E' comunque una delle storie più famose di Carl Barks e anche una delle più apprezzate (me l'hanno citata più volte). Anche se è incentrata su Paperone e il suo deposito, la storia ha nel titolo originale il riferimento a Paperino: infatti, a quei tempi, Zio Paperone non era ancora considerato tanto famoso da avere una sua testata propria, rimanendo confinato nella testata di "Four Color Comics". Ma i proprietari della rivista cominciavano ad accorgersi che le vendite aumentavano con le storie dedicate a Paperone. Mancava ancora poco per il suo successo definitivo e avere il suo nome nel titolo (accadrà per la prima volta con "Zio paperone e la disfida dei dollari", di cui parleremo un'altra volta) con tanto di fumetto dedicato a lui.

    Qui le discussioni tra Paperone e Paperino diventano sempre più sfacciate e prive di peli sulla lingua: ormai i personaggi hanno preso confidenza tra di loro. ^_^ Un particolare curioso è l'abbigliamento di Paperino, che spesso indossa un giaccone invernale, forse per dare un tono più natalizio e invernale alla storia. Anche in Zio Paperone e la scavatrice a vapore Paperino ha lo stesso abbigliamento invernale.

    La versione italiana ha delle ottime traduzioni: "Sobborgo Agonia" è assai più efficace dell'originale "Shacktown" (Città baracca). Ma adesso si preferisce seguire meccanicamente tutti i nomi americani originali, quindi le ripubblicazioni attuali di questa storia contengono il banalissimo e anonimo termine "Shacktown". "Sobborgo Agonia" era assai più efficace dal punto di vista narrativo: ma, visto che oggi si preferisce essere rigorosissimi con le traduzioni originali a scapito della comprensione della storia, si vada pure avanti così, senza fantasia e facendo le fotocopiatrici. :(

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    E' forse l'unica apparizione nelle storie di Barks del Sobborgo Agonia, di cui si vedono solo i bambini, tanto che si è portati a pensare che sia un quartiere dove vivono solo bimbi poveri. Secondo la mentalità protestante (ricordiamoci che Barks è protestante, come pure lo sono gli Stati Uniti: è un particolare da non dimenticare), la ricchezza è segno di benedizione divina. Di conseguenza si ha una certa adorazione della ricchezza, che diventa così non un mezzo per vivere bene, ma la conferma della propria beatitudine e salvezza da contemplare. Anche se non si è più credenti, questo modo di pensare da "prescelto" rimane comunque come sottofondo tra gli americani. La ricchezza in questo modo diventa fine a se stessa: un idolo che deve essere adorato in un certo modo, considerato laico, ma che invece, di fatto, è religioso. Nel caso di Paperone, infatti, l'oro va usato, al massimo, per mangiare (cosa necessaria), ma non per prendere uno "stupido, inutile" trenino, che non ha nessuna utilità pratica e quindi è uno spreco. Il fatto che il trenino poi aiuti Paperone a riavere le ricchezze non cancella il suo punto di vista, perchè in questo modo si fa vedere che un trenino può avere un'utilità pratica, come ho già fatto notare prima. Rimaniamo al pragmatismo al massimo grado, insomma.

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    Avarizia e gioia sono personaggi che non si conoscono nè si amano. L'avaro è sempre triste.


    Tutta la storia, in fondo, gira attorno al denaro, in modo "protestante". Infatti tutti i protagonisti sono sempre alla ricerca di soldi, per un motivo o per l'altro, in modo quasi ossessivo: i paperini danno i loro soldi a Paperina che fa da cassiera; cercano un modo per guadagnare col lavoro; Paperina vende i suoi centrini per guadagnare qualche soldo; Paperino, all'inizio della storia, è disperato perchè non ha neanche cinque dollari per il suo Natale, poi cerca ossessivamente di avere i cinque dollari necessari per avere il trenino dei bambini poveri. C'è anche la caratteristica, tutta protestante, della beneficenza ostentata: le Dame di Paperopoli, infatti, organizzano il Natale per i bambini poveri, ma è forte il sospetto che usino il denaro solo per farsi la fama di benefattrici, cioè per se stesse. Dopo il Natale, infatti, tutto tornerà come prima e del Sobborgo Agonia non se ne parlerà più, mentre si parlerà a lungo delle generosità delle Dame di Paperopoli. In fondo, è quella vecchia cosa che si chiama ipocrisia. Non c'è nessuno infatti, nemmeno i paperini, che parli di persona con almeno un bimbo di Sobborgo Agonia, o lo chiami per nome, o gli stia vicino come un amico. No, danno a loro solo dei soldi, trasformati in trenini e cibo. Che sono cose buone, certo, ma non mostrano una vera vicinanza umana.

    C'è anche la morale del guadagno: Barks non accetta che i soldi vengano guadagnati disonestamente, e per questo i tentativi di Paperino di ingannare Paperone finiscono a vuoto. Ma nello stesso tempo non accetta il comportamento di Paperone, che non solo non vuole dare dei soldi, ma vuole anche togliere il guadagno che Paperino ha avuto con l'elemosina. E riceve quindi il ventino fatale, che in un attimo fa crollare tutto il suo impero. Come per dire che ogni ricchezza accumulata, anche se immensa, resta una cosa fragile e aleatoria, che può scomparire in un attimo ("Stolto, stasera stessa tu morirai. E quello che tu hai accumulato, di chi sarà?"). E chi crede solo nei soldi alla fine conosce la più totale disperazione.

    Inoltre, c'è anche la stoccata allo scientismo, cioè alla scienza trattata come Divinità e non come attività umana. Infatti, gli esperti convocati da Paperone fanno analisi scientifiche accuratissime fino all'inverosimile: quanto più le analisi sono perfette, tanto più portano Paperone alla disperazione. Questa scienza, autonominatasi "perfetta" (mentre la perfezione è caratteristica solo divina), dice che senza ombra di dubbio Paperone non potrà mai più riavere l'oro. I commenti di Barks su di loro sono sarcastici: infatti l'autore fa dire ai nipotini che "con Babbo Natale hanno in comune solo la barba". Anzi, nella versione italiana su "Vita e dollari di Paperon dè Paperoni", la traduzione è più cruda: "Meriterebbero di essere appesi per la barba a un lampione". Questo tipo di personaggio (lo scienziato barbuto che sa tutto e rompe l'anima con la sua sapienza) sarà riutilizzato da Rodolfo Cimino nelle sue storie.

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    Uomo di scienza, uomo di scemenza. Spesso è così. E non parliamo degli scienziati e medici che mentono apposta: sono ancora peggio. Lo scienziato, o il medico, non è un santo nè una divinità: è un peccatore come noi.


    Comunque, si possono fare delle altre considerazioni riguardo a questi scienziati: per prima cosa, questa scena mostra che la Scienza con la maiuscola non è onnipotente, ha dei limiti. Ma, nello stesso tempo, si comporta in modo non scientifico, escludendo a priori ogni possibilità futura di aiuto. Ma il futuro lo sa solo Dio, non la scienza. E infatti un'umile locomotiva giocattolo prende in giro sia i pomposi proclami degli scienziati che l'utilitarismo di Paperone. L'uomo non può prevedere tutto, e non ci sono situazioni senza speranza.

    La moneta che ha provocato tutto il catafascio nell'originale era un decino, cioè dieci cents (anche la famosa Numero Uno è una monetina da 10 cents), non un ventino: infatti, non esistono in America monete da venti cents.

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    Mai accettare qualcosa da Paperino lo sfortunato.


    Ma, una volta, negli anni '50, in Italia esistevano delle monetine da venti lire, che avevano un loro peso d'acquisto, anche se era davvero minimo. Il termine "ventino" in Italia era di uso comune: una volta si diceva, per esempio, che "questa roba non vale neanche un ventino". Il termine "decino", invece, non era altrettanto famoso. Quindi è comprensibile la scelta del traduttore. ^_^

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    Le 20 lire erano ricomparse anche negli anni '90.


    In questa storia appare per la seconda volta l'enorme deposito di Zio Paperone (chiamato in inglese "Money Bin", "Contenitore di monete"), dopo il debutto nella storia "Paperino e la ghiacciata dei dollari" (1951). Ma è qui che diventa popolare come "l'enorme deposito di Paperone che contiene tre ettari cubici di denaro". Quando Paperone si trova senza soldi, vive a spese di Paperino, piangendo e sbafando a più non posso, tanto tutto è gratis. Questa caratteristica di Paperone di mangiare a scrocco compare qui per la prima volta, diventando una costante del personaggio.

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    La terza o quarta scodella di latte: Paperone ha il verme solitario! ^_^


    Don Rosa ha fatto un seguito di questa storia, risolvendo il problema di Paperone con l'intervento di Archimede Pitagorico, che compare - ufficialmente - per la prima volta per aiutare Paperone. La storia si chiama: "La prima invenzione di Archimede" ("Gyro's First Invention"). E' stata scritta nel 2002, in occasione dei cinquant'anni dalla creazione di Archimede Pitagorico.

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    Nella storia, Paperino chiede aiuto ad Archimede, che sta iniziando la sua attività di inventore. Archimede costruisce una bombola di super-elio; inoltre, durante il suo lavoro, capisce di aver ottenuto inaspettatamente una lampadina senziente, che chiamerà Edi (Helper nell'originale) e lo userà per risolvere il problema di Paperone. Questa sua invenzione - la bombola e Edi - sono la prima invenzione di Archimede, e con questi Paperone riavrà i suoi soldi. La storia è stata pubblicata per la prima volta in Italia su Zio Paperone 160 (2003)

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    Nella copertina c'è anche il disegno di Marco Rota che fa riferimento alla storia di Don Rosa.


    I racconti come questi, che impongono una continuity nel mondo dei Paperi, sono comunque delle trovate inutili: ogni storia Disney è un racconto a sè. Quando una storia finisce, in qualunque modo finisca, nella storia successiva tutto ricomincia daccapo, come se non fosse successo niente, come in uno spettacolo teatrale. Non ha senso fare una storia cronologica dei miliardi di fumetti disneyani. Non si tratta di storie dei supereroi Marvel, con la loro stretta cronologia (che tra l'altro è stata praticamente buttata al macero da decenni).

    Sempre nel 2002, ci fu un quasi-seguito con Paperina e il cenone natalizio per il mercato olandese, di Kirsten de Graaff e Mau Heysmans. Il secondo, del 2017, non è un seguito, ma un remake italiano: Paperino e il dollaro fatale, di Riccardo Secchi e Francesco Guerrini. Infatti, il 27 Marzo 2017 era il compleanno di Carl Barks: per questo fecero questo dubbio omaggio del remake su Topolino 3200, che è stato soggetto di aspre critiche (infatti non era un granchè: nè come storia, nè come remake).

    COPERTINA DELLA PRIMA EDIZIONE ORIGINALE
    "One Shots- Christmas Parade" della Dell Comics, 20 Nov 1951.

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    Questa copertina non era direttamente connessa alla storia (nonostante la presenza del trenino, qui cavalcato da Paperino). Però sarà ricreata da Barks per un dipinto a olio (in cui i nipotini sono sorridenti) che sarà anche usato dalla Repubblica Dominicana per un francobollo natalizio del 1984.

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    COPERTINA DELLA PRIMA EDIZIONE ITALIANA
    Topolino 37, Gennaio 1952

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    Edited by joe 7 - 23/11/2021, 17:42
     
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    ZIO PAPERONE E LA DISFIDA DEI DOLLARI
    Autore completo: Carl Barks
    Altri titoli: Paperino e la disfida dei dollari
    Prima pubblicazione in America: Four Color Comics 386 / Uncle Scrooge n. 1, Marzo 1952
    Titolo originale: "Only a Poor old man" ("Solo un povero vecchio")
    Prima pubblicazione in Italia: Albi d'oro 317, Giugno 1952

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    La scena che dà il titolo originale della storia.


    TRAMA

    Mentre Paperone nuota nel suo denaro sotto gli occhi di Paperino, spiega al nipote i vantaggi di avere così tanti soldi. Ma, mentre parla, si preoccupa delle tarme che potrebbero rovinare i suoi soldi, delle finestre aperte, e soprattutto del fatto, scoperto in quel momento, che i Bassotti hanno appena iniziato a costruire un palazzo accanto al suo deposito per prelevare i suoi soldi attraverso un tunnel, e sviene. Ripresosi, Paperone si confida coi nipotini Qui, Quo e Qua, spiegando loro che non è attaccato ai soldi per l'avidità, ma per la fatica e l'impresa di averli guadagnati. Ogni moneta per lui è un segno della fatica che ha fatto per averla. Per questo non cederà mai i soldi ai Bassotti. Con un trucco riesce a portare via tutto l'oro sotto il loro naso, facendoli finire in un lago di sua proprietà. Successivamente li mette in barattoli di vetro per non rovinarli. Prova anche a fare un bagno coi suoi soldi, ma la scena viene vista da un Bassotto: scoperto il trucco, i Bassotti acquistano il terreno accanto al lago, separato da una diga. Basterà far crollare la diga e tuto l'oro finirà nel loro terreno. I Bassotti fanno dei vari tentativi per far crollare la diga, puntualmente rintuzzati da Paperone e dai suoi nipoti. Alla fine, usando delle super-termiti, distruggono la diga e tutte le monete finiscono nella vallata dei Bassotti, ormai diventati proprietari dell'oro. Paperone fa finta di ammettere la sconfitta davanti ai Bassotti e chiede loro di tuffarsi un'ultima volta nei suoi soldi. I Bassotti accettano e, nel vederlo nuotare così, desiderano imitarlo. Ma, tuffandosi, finiscono KO sbattendo il cranio contro i dollari di metallo. Solo Paperone, infatti, ha la capacità di nuotare nell'oro, a differenza degli altri.

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    Solo Paperone può fare Paperone. ^_^


    Mentre i Bassotti sono svenuti - e lo rimarranno per mesi - Paperone e i nipoti riportano via l'oro. Paperone paga lo stipendio ai suoi nipoti: Paperino, comunque, riallacciandosi al discorso iniziale di Paperone all'inizio della storia, dice che non vale davvero la pena rovinarsi la vita per difendere tutto quell'oro, mentre loro, invece, sono contenti del poco che hanno guadagnato. "E questo che importanza ha?" risponde Paperone "Anch'io sono contento e soddisfatto di tutto quello che ho, quindi siamo pari!" E torna a nuotare allegramente tra i suoi soldi.

    COMMENTO

    Questa è una delle migliori storie di Barks, considerata anzi da alcuni come il suo capolavoro. Qui Barks è consapevole di attribuire a dei paperi delle personalità complesse e delle passioni umane: per questo motivo ha intitolato la storia "a poor old man" cioè "uomo", invece di "duck", "papero". Questa storia è una svolta epocale sia del personaggio che del mondo Disney: è la prima volta che si sposta chiaramente l'attenzione principale da Paperino a Zio Paperone, che diventa il protagonista assoluto e non più un comprimario alla pari di Paperino. Fino ad ora, le storie in cui appariva Paperone erano solo esperimenti isolati, che però ricevono sempre dei riscontri positivi da parte dei lettori ogni volta che compariva. Qui la psicologia di Paperone viene approfondita, mostrando di avere avuto anche un passato avventuroso e tumultuoso, che culminerà nella storia di Zio Paperone e la Stella del Polo, con Doretta Doremì. Tra l'altro, è da notare che in questa storia, per la prima volta, si fa menzione del Klondike e della corsa all'oro. Da adesso in avanti Paperone diventerà il motore principale di innumerevoli avventure.

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    Il passato di Paperone raccontato per la prima volta, con la prima citazione del Klondike. ^_^


    Paperone qui raggiunge la sua forma definitiva, ben diversa dall'iniziale riccone acido con qualche sprazzo di generosità. Qui è presentato coi suoi cedimenti, le sue debolezze, con un cuore di bambino attaccato al suo giocattolo, più che di un avido mecenate. Passerà degli alti e bassi, passando da momenti di maggior avidità a momenti di maggior generosità, ma mai distaccandosi da questa versione definitiva della "Disfida dei dollari". Si mostra qui anche la sua ambivalenza nel rapporto coi suoi dollari: ama nuotarcisi dentro, quindi sono fonte di piacere (addirittura quasi carnale, viste le circostanze). Ma nello stesso tempo ha paura di perderli, e quindi sono anche fonte di preoccupazione.

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    Il denaro: gioia e tormento di Paperone.


    La quadrupla in cui si vede l'oro precipitare dalla diga crollata è una delle scene più memorabili di Barks, con una vignetta di attesa, in cui i Bassotti contemplano il tramonto e il momento in cui la diga sta per cedere: la scena successiva dei dollari che crollano con la diga è quasi rumorosa, persino, in un contesto solo visivo come è quello del fumetto. Qui il genio di Barks è evidente.

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    Una splendida scena "sonora".


    Successivamente, compariranno altre due ottime storie "di prova" di Zio Paperone: Zio Paperone e la Stella del Polo e Zio Paperone e la cassa di rafano. E la rivista Four Color Comics diventerà "Uncle Scrooge", "Zio Paperone", una testata tutta sua, che inizierà la numerazione non col numero 1, ma col numero 4, facendo capire che il numero 1 è proprio "La disfida dei dollari" pubblicata tre numeri prima su Four Color Comics 386, che diventa così, anche se non ufficialmente, Uncle Scrooge n. 1.

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    La scena più emblematica della storia.


    COPERTINA DELLA PRIMA EDIZIONE ORIGINALE
    Four Color Comics 386 / Uncle Scrooge n. 1, Marzo 1952

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    COPERTINA DELLA PRIMA EDIZIONE ITALIANA
    Albi d'oro 317, Giugno 1952

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