DOSSIER OSAMU DEZAKI E AKIO SUGINO: DUE LEGGENDE DEGLI ANIME - 3
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UN ESEMPIO: ROCKY JOE (ATTENZIONE SPOILER!)

Oltre ai giochi di luce, le tecniche narrative tipiche di Dezaki erano: i fondali rosso sangue, le immagini fisse, chiamate da Dezaki "cartoline ricordo", lo split-screen (cioè lo schermo diviso in diverse inquadrature: si vedono così due o più scene diverse nello stesso tempo), le inquadrature oblique o prese dal basso. Questo linguaggio cinematografico, oggi frequente, non si era mai visto prima negli anime. In Golgo 13 aveva addirittura sperimentato l'uso del computer per la prima volta. Ecco due esempi famosi di fondali "rosso sangue" (o comunque che tendono a quel colore) di Dezaki: Lady Oscar e Rocky Joe. Ogni appassionato di anime li avrà visti almeno una volta.

Tra tutti i colori, il rosso è sempre il più vistoso.

Ma, per presentare meglio il lavoro di Dezaki, prendo come esempio una sequenza famosa di Rocky Joe, presa dalla seconda serie, realizzata da Dezaki e Sugino: chiaramente questo è uno SPOILER, quindi chi non conosce la storia e non vuole sapere quello che succede nella serie si interrompa qui. Gli altri possono continuare a leggere. Siamo nello spogliatoio di Joe Yabuki (le immagini sono state prese da un filmato-clip youtube in originale, per questo ci sono i sottotitoli in inglese), che sta aspettando che lo chiamino per l'incontro finale contro Josè Mendoza. Joe, dopo aver guardato fuori dalla finestra, la chiude: aveva visto lì tutta la gente che sta arrivando a vedere lo scontro. Il modo con lui la chiude (visto da dietro, spalle curvate) fa capire che Joe sa che quella scena non la vedrà mai più: sa che non scenderà vivo dai ring.

Lui sa che non ha speranze, ma è deciso comunque a salire sul ring. Yoko Shiraki è appena entrata nello spogliatoio per dirgli che non può combattere perchè è gravemente malato. Joe è raffigurato con colori cupi: l'accappatoio è azzurro scuro con toni viola, mentre Yoko ha in pratica solo il bianco del vestito: il contrasto è netto, quasi come un angelo che sta per salvare un condannato a morte. Notate come la scena è buia e come Yoko la illumini con la sua presenza: la luce è concentrata soprattutto su di lei. Lei è l'unica possibilità in questo momento perchè Joe possa uscirne vivo: quindi porta una possibile speranza. Dezaki usa un gioco di ombre e luci per sottolineare il fatto.

Il lato inquietante è il fatto che Yoko parli con Joe mentre il pugile, silenzioso e cupo, che osserva verso il basso, è nella stessa raffigurazione che avrà quando morirà, seduto, sul ring.

Questo è un esempio di split-screen: si vedono nello stesso tempo i volti di Yoko e di Joe. Quello di Yoko è più ravvicinato, perchè mostra la sua tensione per quello che deve dire. Joe ha invece un atteggiamento più tranquillo, in attesa del suo destino. Anche qui il contrasto è stridente: la tensione da una parte, la rassegnazione dall'altra.

Le inquadrature si alternano, con scene di buio e luce come prima, sottolinenando la drammaticità della situazione: Yoko alla fine vince le sue esitazioni e dice chiaramente a Joe che ha i sintomi del punch drunker: in sostanza, il cervello e il corpo di Joe non riescono più a connettersi completamente e la cosa diventerà sempre più grave.

Ma questo non ferma Joe: lui risponde a Yoko che sapeva benissimo qual'era la situazione del suo corpo, quindi non gli sta dicendo nulla di nuovo. Yoko è stupefatta dalla sua determinazione, ma insiste a voler cancellare l'incontro, anche a costo di pagare delle fortissime penali. Ma Joe è irremovibile e sta per uscire dallo spogliatoio per andare sul ring, cioè alla morte. Allora Yoko, disperata, si mette davanti alla porta ostacolandolo e cerca di fermarlo dicendogli in faccia che lei lo ama: se ne è resa conto solo adesso. E solo in quel momento compare il raggio di luce caratteristico di Dezaki, che illumina tutti e due, anche Joe: è l'unica volta in questa scena che il volto di Joe qui è illuminato. La rivelazione di Yoko è scioccante anche per lui, e il fatto della luce che illumina anche Joe fa capire che anche il ragazzo si rende conto di provare gli stessi sentimenti per lei. I due sono per un momento cristallizzati l'uno di fronte all'altro: Dezaki ha fatto un capolavoro nel rendere questa scena.

Però il buio nella stanza ritorna, sta per sommergerli:prima dal basso,poi da entrambi i lati. Anche se c'è una luce che viene dall'alto, che simboleggia la speranza, indica però anche il richiamo, le luci della ribalta e del ring. Yoko e Joe sono visti entrambi dall'alto, oppure da lontano, per indicare una sorta di destino ineluttabile che incombe su di loro. Noi vediamo in volto Yoko, non Joe, che rimane sempre di schiena: l'identificazione dello spettatore è con lei. Chi guarda è come se cercasse anche lui di fermare Joe: non conta il fatto che magari non lo voglia fare e consideri Yoko un'importuna, come può capitare per qualcuno. L'impostazione della scena fatta da Dezaki e Sugino ha questa intenzione.

Joe dice chiaramente a Yoko che deve andare, e la donna lo ascolta, rassegnata. Il volto di Joe è in ombra, con solo gli occhi illuminati, mentre quello di Yoko resta nella luce. Il debole sorriso di Joe cerca di sollevare l'animo di Yoko, senza riuscirci. Se si fa attenzione, nel'immagine di Joe si vedono le dita della sua mano: ha appoggiato le sue mani sulle spalle di Yoko, la stessa cosa che farà Danpei Tange, appoggiando le sue mani sulle spalle di Joe al momento dell sua morte, alla fine dello scontro. Il sorriso di Joe in qualche modo anticipa il sorriso che avrà quando morrà sul ring. E' quasi come dire che vincerà comunque. Yoko non sa cosa dire, sa solo che non può fare nulla per fermarlo. Dezaki è stato abilissimo nel mostrare questi sottintesi.

Nel manga la situazione è leggermente diversa: Joe non sorride, si limita a ringraziare Yoko. Inoltre, la donna ha un abito scuro, mentre nell'anime ha un abito bianco. Come si vede, il fumetto e il cartone animato sono mezzi di comunicazione diversi e non possono essere rappresentati allo stesso modo. In ogni caso, Dezaki ha interpretato molto bene lo spirito originale di Ashita no Joe.

Ora, Joe se n'è andato e Yoko è da sola: la porta è chiusa e non servirebbe a niente riaprirla. Yoko è davanti a un muro travestito da porta. La luce illumina solo lei, come in una scena di teatro, ed è vista ancora dall'alto, come se fosse schiacciata dalla situazione: è un'immagine molto forte ed efficace, che trasmette benissimo la sensazione di impotenza del personaggio.

Ciononostante, Yoko poi apre la porta, osservando Joe che si allontana col suo allenatore e i suoi assistenti verso il ring: Yoko non sa ancora cosa accadrà, ma sa che Joe in pratica va verso al morte. La drammaticità della situazione è sottolineata dal fermo immagine, che viene ridisegnata con matite e pastelli: una delle famose "cartoline" di Dezaki, il suo marchio di fabbrica.

Ma non solo: finora i personaggi sono stati visti in posizione verticale, quella comune a tutti. Magari anche dall'alto, di lato, da dietro, ma sempre in verticale. Qui invece Yoko è raffigurata diagonalmente: una posizione non comune (tutti vediamo comunemente le persone e gli oggetti attraverso linee orizzontali o verticali), che indica incertezza, paura, angoscia. E' un espediente usato spesso nei film: ma Dezaki lo usa per la prima volta (o almeno, è una delle prime volte) in modo metodico negli anime per sottolineare gli stati d'animo dei protagonisti.

Concludo qui il dossier Dezaki/Sugino: ho voluto mettere questa sequenza come esempio per spiegare meglio la loro capacità narrativa, visto che le immagini dicono più di molte parole. Spero vi sia piaciuta.

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Edited by joe 7 - 7/12/2021, 10:17