ZAGOR 95-99: OCEANO (approfondimento di Ivan)precedente analisi postata quiTrama: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 146-150 (usciti nel 1973). I numeri reali di Zagor sono:
95-99. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 95-99.
STORIAMentre si trovano ad Haiti, Zagor e Cico incontrano due loro amici, il capitano Fishleg e Digging Bill, cercatore di tesori. Stavolta l'obiettivo di Digging Bill è l'oro dell'"Esmeralda", un antico galeone spagnolo affondato al largo di Haiti: ma le persone interessate all'oro sono molte, e, oltre all'ambiguo Hammad l'egiziano, anche lo spietato Capitan Serpente cerca ossessivamente l'oro...
COMMENTOHo delle resistenze a commentare una storia simile senza rischiare di cadere nell'adorazione...Con “OCEANO” siamo nel pieno della “golden age” zagoriana e Nolitta pianta una bandiera (nera) sull'Everest del Fumetto. Se non è la storia migliore di Zagor, è comunque quella che più ne rappresenta la
quintessenza: avventura, mistero, magia, ritmo incalzante, personaggi magnificamente tratteggiati, ironia, humour, poesia...e soprattutto, la grande maestria di Nolitta nel dosare tutti questi ingredienti in modo equilibrato, senza che uno stoni vicino all'altro. Una sinfonia perfetta.
PREGIAnche qui ritroviamo un marchio distintivo ricorrente nelle storie di Nolitta, ovvero la sua classica suddivisione delle trame in 3 tronconi principali ben distinguibili:
1) Il prologo “terrestre” ad Haiti contro Hammad;
2) Le scene marine col ritrovamento dell'“Esmeralda” e il recupero del tesoro;
3) La sequenza sull'isola dei pirati
L'episodio consolida la personalità di
Digging Bill per come era stata definita in
"I sei della Blue Star": un simpatico furfante disposto a ricorrere anche a mezzi amorali (mentire e spacciare monete false) pur di perseguire la sua ossessiva ricerca di un tesoro. La scena finale descrive alla perfezione la sua ambiguità: è un pazzo? Un sognatore? Un imbroglione? Un poeta? Forse tutto questo e nulla; egli è semplicemente...
DIGGING BILL!
Memorabile il personaggio di
Hammad l'egiziano, una figura nolittiana al 100%. La sua presentazione iniziale come
apparente antagonista dell'episodio si rivela un depistaggio in favore di quello che sarà poi il "vero" nemico all'interno della storia: Capitan Serpente. Hammad è un personaggio complesso e affascinante, a cominciare dalla sua caratterizzazione fisica: un egiziano (ad Haiti?) col caratteristico fez, privo di gambe e quindi costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Nondimeno, come boss della malavita locale dimostra di essere astuto e crudele. Rimane impresso il suo stato di euforia quando crivella di colpi uno squalo catturato. Stato di euforia che replicherà anche più avanti, mentre osserva i marinai della Golden Baby che sparano agli squali per tenerli lontani dagli immersionisti.
La conversione "buonista" di Hammad nel finale non stona affatto; per tutto l'episodio Nolitta ha presentato piccoli dettagli della personalità dell'egiziano che avrebbero poi reso coerente questa sua svolta. Avvincente lo scontro tra Zagor e
Togo, il braccio destro di Hammad, che si dimostra un combattente eccezionale nella lotta corpo-a-corpo.
Questo è il mio ideale di
scontro fisico, in cui l'eroe deve sudare e sputare sangue per battere un avversario più forte. Quando, invece, vedo Zagor che sbaraglia frotte di assalitori come fossero birilli, mi piglia l'abbiocco.
Come al solito, nelle mani di Nolitta
CICO è sfruttato alla grande. In questa storia, risaltano diverse gag memorabili: quella iniziale del combattimento tra galli, il maldestro tentativo di imitare Ramath nel tendere una fune sospesa a mezz'aria, i confronti coi bizzarri membri dell'equipaggio della Golden Baby...e naturalmente la scena in cui Cico provoca l'involontaria
distruzione della mappa.
Quest'ultimo episodio è degno di nota, poiché, in assenza della mappa, la vicenda sembra ormai essersi conclusa, per poi venire riaperta dall'intervento "magico" di Ramath. In teoria, tutta questa doppia sequenza (la perdita della mappa e il successivo rimedio di Ramath) non sposta di una virgola l'andamento della trama, ma il suo svolgimento ha un pathos formidabile. Ancora una volta, si evidenzia che il "COME" raccontare ha molta più importanza del "COSA" raccontare – fosse anche una sequenza narrativamente superflua, come in questo caso. A proposito dell'intervento di Ramath: è da notare il MODO in cui Nolitta gli fa compiere prodigi sovrannaturali. Come in
Sfida all'ignoto e
L'idolo cinese, pure qui la magia di Ramath è preceduta da un lungo rituale preparatorio, ed anche durante l'esperimento il fachiro dimostra quanto sia faticoso – per lui – eseguire quel tipo di esercizio. Sono tutti dettagli che rendono il lettore partecipe del grande sforzo psico-fisico a cui è sottoposto Ramath per ottenere un effetto "magico" (ben altra cosa rispetto al vedere un mago che evoca fenomeni sovrannaturali con un semplice schiocco di dita. Dal mio punto di vista, il vedere delle "magie" ottenute in quel modo mi fa venir voglia di richiudere l'albo.) Sempre sulla stessa scena: è buffo osservare come Ramath, dopo aver compiuto l'esperimento, cerchi di spiegare all'equipaggio cosa è successo usando parole semplicissime ma senza riuscire a farsi comprendere.
Può sembrare un passaggio superfluo...eppure sono le piccole note di colore come questa che caratterizzavano lo stile narrativo di Nolitta. Quello sopra l'ho usato come esempio, ma l'intera storia (e l'intera produzione di Nolitta) è disseminata di questi dettagli all'apparenza insignificanti, che però conferivano alla narrazione una
piacevolezza di lettura introvabile in altri fumetti simili.
LA PERLA: La passeggiata sottomarina di Zagor durante l'immersione con lo scafandro. Paradossalmente, sul piano narrativo non succede proprio NULLA: per 4 pagine si vede solo Zagor che cammina sul fondo del mare, meravigliandosi come un bambino di fronte a quell'ambiente per lui del tutto nuovo. Nell'occasione, è da sottolineare la grande maestria di Nolitta nel riuscire a portare il lettore dentro la testa di Zagor; sembra quasi di vivere in prima persona il suo stato di stupore mentre contempla quel mondo sconosciuto. Sono
queste le cose di cui si sente più la mancanza nelle narrazioni moderne, altro che i
pim-pum-pam da sbadiglio o i ritorni di antichi nemici puntualmente mai all'altezza delle precedenti apparizioni nolittiane (e chissà perché, eh?)
Per la serie "Come creare un nemico da antologia": CAPITAN SERPENTE. Curiosamente, questo personaggio entra in scena soltanto a 2/3 della storia e
senza alcuna premessa narrativa, sovvertendo i canoni classici della presentazione di un antagonista. Originale anche la sua caratterizzazione, che lo descrive come un discendente del pirata che affondò l'Esmeralda, il quale aveva votato la propria stirpe al recupero del tesoro. L'episodio che meglio simboleggia la sua crudeltà è quello in cui, con una noncuranza agghiacciante, spinge un marinaio della Golden Baby in pasto agli squali. Un gesto inutile e gratuito, che tuttavia descrive PER INTERO il personaggio di Capitan Serpente al lettore
in poche vignette, senza bisogno di dover dedicare 30 pagine alla descrizione della sua personalità.
Va detto che la scena in cui Zagor soccorre Hammad sul ponte sospeso è realisticamente inverosimile, almeno per come è stata esposta visivamente (a cosa diavolo è attaccata la liana? E come fa un corpo appeso a compiere quel tipo di oscillazione per inerzia?), tuttavia il
pathos della sequenza è così forte da indurre a sorvolare su questi "banali" dettagli di Fisica.
Intensa la scena in cui un marinaio della Golden Baby ci lascia la pelle in un tentativo di ribellione quasi riuscito. In proposito, è da notare che il marinaio (mai chiamato per nome) ha chiaramente le sembianze di
Zarkoff, che però, in episodi successivi, si rivelerà essere ben vivo. Questo mezzo equivoco è dovuto probabilmente alla ristretta gamma di volti dello stile di Ferri, che tendeva a riproporre più volte le fattezze di uno stesso personaggio – sia pur in episodi diversi, ovviamente.
La rivelazione che l'agognato forziere contiene soltanto sassi è una fucina di "messaggi" della filosofia nolittiana, ben rappresentata dalle differenti reazioni dei personaggi:
- Capitan Serpente scopre di aver sprecato tutta la propria vita inseguendo un ideale solo illusorio;
- Digging Bill vede sfumare la soddisfazione di aver finalmente trovato il suo primo tesoro;
- Fishleg si ritrova condannato a perdere la propria nave data l'impossibilità di pagare i debiti;
- per Zagor, invece, non cambia un granché, dato che di quel tesoro non avrebbe saputo cosa farsene; a lui rimane l'arricchimento dato dall'aver vissuto un'avventura straordinaria.
Come ha scritto Joe7, la filosofia di Nolitta è una
"poetica del fallimento", in cui gli obiettivi meramente materiali sono destinati a venire delusi mentre gli idealisti riescono, tutto sommato, a trovare "tesori" anche nelle situazioni più grame.
(aprite l'immagine su un'altra finestra per leggerla bene)
Una parentesi sulle DIDASCALIE: vorrei proprio sapere chi è il genio che ha decretato che l'uso delle didascalie nei fumetti sia "poco moderno". Quel tizio meriterebbe di essere bastonato con dei cactus mentre si legge le didascalie di OCEANO o di un fumetto di Robin Wood: senza di esse, queste opere perderebbero gran parte del loro fascino. Va da sé che le didascalie bisogna saperle scrivere BENE: non si tratta solo di piazzare un
"Poco dopo" o
"Nel frattempo" in occasione dei cambi di scena. Ma, se un autore lavora con la testa, la narrazione può acquisire un pathos non ottenibile altrimenti. Infatti, non sono poche le storie mediocri che vengono comunque risollevate da buoni dialoghi e didascalie – o di contro, le buone storie che vengono affossate da pessimi dialoghi (ogni riferimento a certi Zagor moderni NON è puramente casuale).
Che noia leggere didascalie del genere, vero?...
DIFETTIRilevo un solo passaggio un po' debole: nel finale dell'albo BANDIERA NERA, quando i marinai (
ben armati, nota bene) sono assediati dai pirati nella baracca, Zagor propone di giocarsi la loro libertà in un duello contro Capitan Serpente. Ma è poco verosimile credere che gli assediati avrebbero poi rispettato questo patto, sapendo bene che, in caso di resa, sarebbero finiti in pasto ai pescecani. Insomma, dai: nel caso che Zagor fosse stato sconfitto, è credibile che i marinai avrebbero consegnato docilmente i loro fucili a dei piratacci già pronti a buttarli tutti agli squali...
soltanto per tener fede alla parola data? Forse, in questo, caso a Nolitta sarebbe bastato far stabilire che la posta in gioco fosse semplicemente il
FORZIERE, e lo scopo sarebbe stato raggiunto lo stesso. Comunque, è un dettaglio marginale che non toglie nulla alla funzionalità della storia.
Volendo, si può ravvisare anche la totale assenza dell'
elemento femminile, che avrebbe aggiunto un tocco di fascino in più alla storia (...a meno che qualcuno voglia considerare come elemento femminile la "vecchia papera" del bar di Haiti:)
(aprite l'immagine su un'altra finestra per leggerla bene)
DISEGNI: 10Qui Ferri è semplicemente MAGICO: ogni vignetta sembra prendere vita e uscire dall'albo, soprattutto nelle scene sottomarine durante la ricerca dell'Esmeralda: tavole da pinacoteca. Peccato solo che, in alcune pagine della parte finale, si senta la sua fretta di dover consegnare per tempo le tavole all'editore e l'aiuto di Donatelli. Unica pecca di un lavoro altrimenti sublime.
STORIA: 10---------------------------------------------------------------
QUALCHE CONSIDERAZIONE CONCLUSIVAQuesto episodio fa parte del trittico a cui ho assegnato un "10" pieno, assieme a
Kandrax, per la straordinaria strutturazione del soggetto, e
Il mostro della laguna, che, pur essendo una storia "minore", ha una sceneggiatura semplicemente PERFETTA dal punto di vista tecnico. In genere, la controprova del valore di una storia sta nella sua
rilettura, quando cioé si possono rilevare incongruenze o passaggi deboli che – per ovvie ragioni – non emergono in tempo reale durante la prima lettura. OCEANO, invece, credo di averla riletta una ventina di volte, senza che mai mi venisse a noia e senza che le sue (lievissime) imperfezioni assumessero importanza. E stiamo parlando di una storia scritta
45 ANNI FA! Questo dimostra ancora una volta – se mai ce ne fosse bisogno – che la formula vincente di un'opera non sta nel tentativo di adattarsi ai cambiamenti di gusti del pubblico, bensì nel
COME viene raccontata. Storie come OCEANO (al pari delle canzoni dei Doors o dei film di Kubrick) resistono ai cambiamenti delle mode e delle culture, mantenendo intatta la loro forza espressiva. Personalmente, sono convinto che un giovane moderno, pur cresciuto a suon di playstation e reality show, leggendo OCEANO possa ancora subire lo stesso fascino di quando lo abbiamo letto noi matusa all'età di 8-10 anni. Cosa che purtroppo non potrei dire degli Zagor moderni, passatempi dimenticabilissimi dopo la prima lettura (nonostante l'innegabile cura della loro confezione). Quale episodio degli Zagor attuali potrà essere ricordato fra 45 anni dicendo
"Wow, che emozione rileggere questa storia, uguale a quando l'ho letta da giovanissimo!"? Ho qualche legittimo dubbio. In tal senso, insisto nel mio
refrain che
una riproposizione delle migliori storie di Nolitta dovrebbe SEMPRE essere presente in edicola. Non in funzione di SOSTITUTIVO della collana regolare, bensì in funzione di PONTE per essa. Poiché se le nuove storie NON attraggono nuovi giovani lettori, un motivo ci sarà (e non è certo imputabile unicamente al solito alibi della "naturale recessione del mercato"). Storie come OCEANO sarebbero l'ideale per far avvicinare i giovanissimi a Zagor. Una volta ottenuto questo avvicinamento, il conservare la loro fedeltà anche attraverso la collana regolare è un altro discorso; resta il fatto che sperare che un giovane si affezioni a Zagor solo leggendo le storie moderne mi suona alquanto pretenzioso. Io stesso non mi ci sarei affezionato, immaginando di leggere
questo Zagor a 8-10 anni. Ciò detto, ora vado a rileggermi la "obsoleta"
Angoscia, alla faccia della "modernissima"
ZENITH 666, che non rileggerei nemmeno sotto tortura.
QUI TUTTI I LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:53
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