IL COMMISSARIO SPADA

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    IL COMMISSARIO SPADA

    spada11



    GLI ANNI DI PIOMBO

    Gli anni Settanta, detti "anni di piombo", erano tempi terribili di contestazione, terrorismo, violenza, paura, e la figura del poliziotto era vista dai più come eroe dell'ordine, ma dai contestatori era visto come il rappresentante di un mondo che non accettavano, quindi visti come nemici. Proprio negli anni della pubblicazione di Spada, nel 1972, fu ucciso in un attentato il commissario Luigi Calabresi, che fu anche vittima di una campagna mediatica di odio, spietata e diffusissima, contro di lui, che lo indicava falsamente come l'assassino di un anarchico durante un'interrogazione alla centrale di polizia. Si rischiava letteralmente la vita nel dire cose contrarie al mainstream di quei tempi, favorevole alla lotta armata. Infatti, la famosa "Trilogia del terrorismo" del Commissario Spada fu pubblicata solo un anno dopo il 1978, quando avvenne l'omicidio di Aldo Moro per opera delle Brigate Rosse: un evento che, per la prima volta, capovolse l'opinione pubblica verso i brigatisti, e rese possibile il revisionismo di Spada. Alla fine degli anni '60, quasi all'inizio del '68, venivano pubblicati dei romanzi polizieschi crudi, duri e brutali, di cui Scerbanenco, col personaggio di Duca Lamberti, divenne forse il rappresentante più famoso. Anche i film polizieschi erano diffusi a quei tempi (Milano Calibro 9 e simili): rappresentavano in genere una polizia imbelle contro i criminali e solo alcuni poliziotti "duri" riportavano l'ordine alla maniera dell'Ispettore Callaghan (anche i suoi film erano degli anni Settanta). Il punto è che nessuno di questi rappresentava la polizia reale coinvolta nei problemi effettivi degli anni di piombo.

    SCerbanenco-ragazzi-massacro



    IL CASO UNICO DI SPADA

    L'unica eccezione fu appunto quella del Commissario Spada, un fumetto pubblicato sul Giornalino, una rivista cattolica per ragazzi, a diffusione limitata (era diffusa a quei tempi solo nelle parrocchie e per abbonamento). Il protagonista è Eugenio Spada, commissario della Criminalpol1 presso la Questura di Milano: il tipico duro-sbirro tutto d'un pezzo che avrebbe potuto essere il protagonista di romanzi "tosti". Invece, Spada mantenne la sua efficacia e il dramma del contesto senza mai scadere nella facile trappola del truculento e simili. I testi erano di Gianluigi Gonano, mentre i disegni (compresa la scelta dei colori) erano di Gianni De Luca.

    gio19730422-16-03
    Il Commissario Spada fa il punto della situazione.


    Il Commissario Spada è stato uno dei rari casi di fumetto italiano ambientato in Italia: tra l'altro, di stampo prettamente poliziesco-realista. Queste storie, molto legate all'attualità, davano ai lettori una chiara visione della società che li circondava e della contrapposizione tra ordine e caos, incarnata da poliziotti e criminali. Nonostante il fatto di essere pubblicato su una rivista distribuita solo nelle parrocchie, il successo del Commissario Spada fu enorme e solo dopo un anno di pubblicazione ricevette il premio Yellow Kid del fumetto (settima edizione Lucca Comics): in particolare, i disegni sperimentali e realistici di De Luca impressionarono molto il pubblico, e la critica definì il personaggio come "modernissimo per creazione grafica, linguaggio e contenuto". E' curioso il fatto che un fumetto con argomenti così seri, trattati con un forte realismo, sia stato pubblicato soltanto su una rivista cattolica, mentre da nessun'altra parte si facevano fumetti che parlassero almeno delle questioni degli Anni di Piombo da un punto di vista che fosse diverso da quello mainstream, favorevole ai brigatisti e ostile alla polizia. Il Commissario Spada divenne popolare al di fuori dei lettori del Giornalino solo anni dopo. Il Giornalino, infatti, per quanto fosse una rivista con ottime storie e con autori molto bravi, non partecipava direttamente al mercato fumettistico. Inoltre, non considerò mai la possibilità di ristampare le opere come Spada o altre: anche se qualche volume monografico lo fece - i famosi Sempreverdi del Giornalino ricercati dai collezionisti - ma erano dedicati soprattutto alle riduzioni a fumetti dei classici della narrativa, di rado sulle storie originali a fumetti dei personaggi. Le poche eccezioni sono sul pistolero Larry Yuma (un personaggio ispirato al protagonista del film "Per un pugno di dollari") o lo stesso Spada, ma solo su una sua storia minore: "L'uomo senza ricordi".


    Alcuni numeri della collana "Sempreverdi" del Giornalino. Tra questi, si noti la trilogia shakespeariana di De Luca: "Amleto", "Romeo e Giulietta", "La tempesta".



    GLI EMULI DI SPADA

    Un vago riferimento agli Anni di Piombo da un punto di vista diverso è presente in un ciclo di strisce di Lupo Alberto, dove Silver e Bonvi inseriscono la tragedia del terrorismo con espliciti riferimenti: Enrico La Talpa e Lupo Alberto fondano la società dei "Bravi Ragazzi", un richiamo alle Brigate Rosse, e Odoardo, il "fidanzato" di Marta, si trova in mezzo a lettere minatorie e molotov immaginate da lui. Ma è un racconto in chiave comica che non dà nessuna risposta al problema del terrorismo, lasciando le cose sul vago. Però, nel 2007-2011, fu pubblicata una trilogia a fumetti chiamata "Milano criminale", realizzata da Diego Cajelli e Giuseppe Ferrario (edizioni BD), che, oltre a richiamare i film polizieschi anni '80, parla chiaramente del clima politico di quei tempi. Si tratta di un lavoro magistrale realizzato con molta cura, sia dal punto di vista della documentazione che da quello della realizzazione dei personaggi e dello sviluppo narrativo.

    Milano-Criminale
    Le pieghe sulle copertina sono finte: un effetto di "anzianità" voluto, così da far sembrare questi fumetti vecchi di quaranta-cinquant'anni fa, in pieni anni '70.



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    1 La Criminalpol è la Direzione centrale della polizia criminale. Si tratta di una divisione per il coordinamento in Italia tra l'Interpol e i servizi investigativi italiani. Fu fondata negli anni '60 ed è attiva ancor oggi. Ha il compito della cooperazione internazionale coi paesi esteri nella lotta al crimine organizzato (Interpol), con reciproco scambio di informazioni e di strategie operative.
     
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    GLI AUTORI

    Il-Giornalino-49-1974


    Qui parliamo dei due autori del Commissario Spada: Gianni De Luca, il disegnatore, e Gianluigi Gonano, lo sceneggiatore.

    GIANNI DE LUCA, IL DISEGNATORE

    Calabrese e trasferitosi poi a Roma, Gianni De Luca (1927-1991) è stato un disegnatore di fumetti dal tratto raffinato, elegante e spesso sperimentale, senza mai perdere di vista la leggibilità delle sue storie, anzi aumentando maggiormente il coinvolgimento del lettore. Si fece le ossa prima sul Vittorioso dell'Azione Cattolica e poi sul Giornalino delle Paoline. Vinse il premio Yellow Kid nel 1971 non solo per il suo lavoro su Spada, ma anche sui suoi vent'anni di carriera, facendo una vera e propria rivoluzione nel mondo del fumetto, alla pari con Sergio Toppi e Dino Battaglia. Fece muovere i protagonisti delle sue storie come su un palcoscenico teatrale: non sono rari i suoi disegni a tutta pagina, in cui i personaggi sono disegnati più volte per suggerire il movimento, senza mai che ci sia una divisione in riquadri. Oppure divide un unico fondale in più vignette per indicare la scansione temporale mantenendo fissa l'inquadratura.

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    Una scena di Romeo e Giulietta, uno dei capolavori di De Luca: ecco un esempio di "rappresentazione teatrale", con gli stessi personaggi in posizioni diverse.


    Le sue opere fondamentali furono:

    - Il Commissario Spada (1970-1982)
    - Il ciclo shakesperiano (1975-1976): La Tempesta, Amleto, Romeo e Giulietta, sceneggiati da Raoul Traverso (conosciuto con lo pseudonimo di Roudolph o Rudolph).
    - Nessuna risposta (1978), sceneggiato da Franco Fattori per la Dardo: parla della morte del figlio di Stalin nei campi di prigionia tedeschi. Ma non so dove sia stata effettivamente pubblicata questa storia: tutti parlano di una generica "Dardo", che è una casa editrice.
    - Il Giornalino di Gian Burrasca (1985), su testi di Claudio Nizzi.
    - Biografia di Totò e Marylin Monroe (1985), su testi di Marco Di Tillo.
    - Avventura sull'Orinoco (1985), su testi di Roberto Dal Prà.
    - Paulus (1987), sceneggiato da Tommaso Mastrandrea: un'incredibile storia di San Paolo realizzata in chiave fantascientifica, rispettando totalmente la storia originaria. E' stato realizzato con con pennini a inchiostro per le scene ambientate nel futuro, e con tempere e pennelli per le scene della vita di San Paolo in parallelo alla storia. Un altro esempio di "fumetto sperimentale" realizzato da De Luca.
    - La Freccia Nera (1988) sui testi di Paola Ferrarini: una versione a fumetti del romanzo omonimo di Stevenson.
    - I giorni dell'Impero (1989), sceneggiato dallo stesso De Luca, ma purtroppo rimasto incompiuto a causa della morte dell'autore. Parla di alcuni ragazzi che viaggiano dalla Roma Imperiale fino alla Palestina, ognuno con un suo obiettivo in mente, portando una sacra reliquia della Cristianità.

    De Luca non voleva essere condizionato dalle scelte degli sceneggiatori: era un uomo molto colto ed era anche un professionista del disegno. Rispettava il lavoro di Gonano, ma manteneva la propria libertà di rappresentazione (da qui la narrazione "particolare" di Spada). All'inizio, le sceneggiature di Gonano erano impostate nel modo classico, piuttosto preciso, vignetta dopo vignetta, e De Luca si uniformava (infatti il primo periodo di Spada è abbastanza "normale", rispetto a quello che sarebbe venuto fuori dopo). Più avanti, iniziò la sua "sperimentazione" (vignette strutturate in modo che i personaggi si muovessero in posizioni diverse nella stessa vignetta e altre situazioni simili, che però non disturbavano mai la lettura). Gonano capì che non era il caso di dargli sceneggiature troppo precise e si limitava a descrivere le azioni. La composizione delle tavole di De Luca, con le sue vignette a volte consequenziali, davano una resa cinematografica sorprendente che finora non era mai stata resa in un modo simile. Un metodo sperimentale che diede una grande efficacia alla narrazione. Per usare le parole di Sergio Rossi: “De Luca applica tutto ciò che ha sperimentato nelle storie precedenti: abolisce sistematicamente la divisione in vignette e crea percorsi di lettura diversi in ogni pagina in funzione della situazione narrata. È una scelta così radicale che, all’epoca, lo stesso Gonano ne rimane spiazzato.” L'influenza culturale di De Luca è riconosciuta anche da maestri internazionali del fumetto come Frank Miller, Dave McKean e Bill Sienkiewicz, che lo citano come uno dei loro artisti di riferimento.

    De-Luca
    Lo scioccante "Paulus" e il tradizionale - ma curatissimo - "La Freccia Nera".



    GIANLUIGI GONANO, LO SCENEGGIATORE

    Esordiente assoluto nel campo del fumetto col "Commissario Spada", Gianluigi Gonano (1940) non è mai stato lettore di gialli. Ma, per le storie di Spada, attinse a piene mani dalle sue esperienze di lavoro come giornalista per il quotidiano milanese della sera La Notte, che era uno dei più diffusi a quei tempi. E Gonano era giornalista delle cronache di "nera", in cui la testata era specializzata. Da qui nacquero le idee sulle storie di Spada, con terroristi come Veronica o banditi folli, intelligenti e crudeli come Geronimo: molto più "veri" dei tipici criminali dei romanzi. Gonano è di origini croate: nato a Zara, era stato un profugo dalmata. Fuggì, insieme alla sua famiglia, dall'occupazione comunista della Jugoslavia e iniziò la professione di giornalista nei primi anni '60, lavorando, oltre alla "Notte", anche su diverse riviste, come l'"Europeo". Fece anche qualche racconto di fantascienza sulla rivista "Oltre il Cielo" e sul mensile di fantascienza "Gamma". Dopo "Il Commissario Spada", ha fatto anche una sceneggiatura completa per Dylan Dog e cinque per Nick Raider (con la collaborazione di Alberto Ongaro) 1.

    Opere-Bonelli-Ginano
    Alcuni albi Bonelli sceneggiati da Gonano.


    Anche se il suo stile somiglia a quello di un altro grande del noir italiano, Giorgio Scerbanenco, Gonano dice di non averlo mai letto. Resta comunque il fatto che sia Gonano che Scerbanenco avevano capito bene la situazione drammatica in cui vivevano Milano e l'Italia degli Anni di Piombo. Era anche un mondo che stava cambiando, scoprendo un modo di vivere "facile" grazie alla televisione, ai fumetti pornografici, al cinema hard, ai giornali che travisavano la realtà, con l'esaltazione della ribellione come stile di vita. Tutto quello, insomma, che avrebbe portato al mondo attuale, coi telefonini, internet e simili che portano ad un pensiero unico e vuoto. Gonano dovette smettere di sceneggiare Spada per motivi indipendenti dalla sua volontà: a quel tempo, infatti, aveva cambiato giornale (lui era un collaboratore del "Giornalino", non era un dipendente), e il lavoro lo aveva impegnato più del previsto: Inoltre, il lavoro sulla trilogia dei "terroristi", su cui parleremo poi, fu molto faticoso (era stato anche costretto a fare molti rimaneggiamenti sulla storia, richiesti della redazione del "Giornalino"). Aveva anche iniziato una nuova sceneggiatura dopo "Fantasmi", l'ultima storia di Spada: avrebbe dovuto essere un'indagine ambientata in Grecia che comprendeva anche una caccia al tesoro, ma rimase incompiuta. Provò anche a cercare a Parigi un editore interessato a riprendere le storie del "Commissario Spada", ma non se ne fece nulla.

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    1 Si tratta di:
    Dylan Dog 112 (1996): "Incontri ravvicinati"
    Nick Raider 134 (1999): "Il lungo odio"
    Nick Raider 140 (2000): "Terrore sull'isola"
    Nick Raider 151 (2000): "Dollari maledetti"
    Nick Raider 155 (2001): "Schegge di follia"
    Nick Raider 156 (2001): "La morte non dimentica"
     
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    I PERSONAGGI PRINCIPALI: IL COMMISSARIO SPADA E IL FIGLIO MARIO

    Spada
    Edizione dei Classici di Repubblica - Serie Oro, dedicata a Spada.


    Il commissario Eugenio Spada è un abile poliziotto che lavora spesso nel commissariato di Milano e torna poco a casa. Ha dei problemi a rapportarsi col figlio Mario, sensibile ma anche ribelle e superficiale, facile a seguire le mode del momento. Mario ha perso la madre al momento della nascita (solo più avanti sarà rivelato il motivo della sua morte), e questo lo rende spesso insicuro. Inoltre, Spada sta attraversando un periodo con una tensione simile a quella della guerra, a causa del terrorismo degli anni di piombo, che rende assai drammatiche le sue giornate al posto di polizia. Ma non solo: gli stessi criminali, anche quando non sono terroristi, agiscono con astuzia, approfittando dell'ingenuità della gente. Spesso Spada è visto dai giornalisti e dai simpatizzanti alla ribellione come "uno dei cattivi", mentre invece cerca di catturare terroristi e delinquenti che mettono in pericolo la vita delle persone. Infatti, il commissario deve anche affrontare l'ostilità dei mass media, degli opinionisti e della gente, soprattutto i giovani come lo stesso figlio Mario, che spesso esaltano come eroi degli assassini come i terroristi o Geronimo. Nelle storie si vede anche uno spaccato degli anni '70, con gli hippies, i primi fenomeni di droga, il problema della delinquenza organizzata. Inizialmente, le storie di Spada dovevano ispirarsi a Mario Nardone, un famoso capo della Squadra Mobile di Milano1: ma Gianluigi Gonano, lo sceneggiatore, non accettò questa impostazione, perchè non gli permetteva abbastanza libertà creativa. Infatti, le storie di Nardone, per quanto ben documentate, erano romanzate, mentre Gonano avrebbe voluto fare delle storie con un taglio più realistico. All'inizio, Spada aveva un volto "normale" (sembra che avesse le sembianze del redattore del Giornalino, Gino Tomaselli, che aveva suggerito la realizzazione del fumetto a Gonano e al disegnatore De Luca). Successivamente, Gonano cambiò la faccia del commissario, facendogli accadere un incidente automobilistico che gli sfigurò la faccia, rendendola col caratteristico profilo a "naso schiacciato", che fu la versione definitiva del personaggio. E' probabile che fu lo stesso Tomaselli ad aver chiesto questo cambiamento, forse perchè aveva un pò di difficoltà ad avere la stessa faccia di Spada. Comunque, vero o no che sia, resta il fatto che quell'avvenimento dà l'idea della crudezza e del realismo delle storie di Spada. A quanto ne so, non c'è nessun altro personaggio principale dei fumetti che abbia mai avuto, a metà della storia, un cambiamento così radicale alla sua faccia a causa di un terribile incidente.

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    Il primo incontro tra Mario e il padre, dopo la plastica facciale che gli hanno fatto dopo l'incidente in macchina.


    Mario Spada, il figlio del Commissario, è un personaggio che è stato creato perchè il lettore del Giornalino potesse identificarsi in lui. Inoltre, fa da testimone, e a volte da aiutante, del padre. Anche se più spesso la sua funzione è soprattutto quella alla "Robin", cioè di essere preso come ostaggio o di finire nei pasticci, fino a che arriva Batman/il Commissario Spada a salvarlo. Infatti, più che un aiuto, Mario spesso è una palla al piede. Gonano era sempre perplesso nei confronti del personaggio di Mario (che gli era stato imposto dal direttore Tomaselli), perchè non sapeva come gestirlo. Quindi lo rese portavoce del modo di pensare dei mass media e dei giovani di allora, e quindi finiva spesso in contrasto col padre, che vedeva la realtà così com'era, mentre Mario, invece, viveva delle fantasie che gli raccontavano i giornali. In questo modo, Gonano ha creato un dualismo interessante tra due persone che vedevano le cose quasi in modo opposto. Se, all'inizio, il loro rapporto era abbastanza sereno, si notava sin dall'inizio una certa difficoltà di comunicazione. Spada è un genitore vedovo, che trascorre gran parte della sua giornata al commissariato: viene chiamato in servizio anche nel tempo libero, o addirittura di notte. Anche se cerca di dare tempo al figlio, sa che il suo stesso lavoro gli rende difficile la possibilità di maturare un rapporto più profondo con lui. Mario, invece, è un adolescente del suo tempo, circondato dalla controcultura degli anni Sessanta-Settanta, che lo porta a non vedere di buon occhio il lavoro del padre; e, nello stesso tempo, cerca di avere un rapporto con lui.

    gio19730429-17-01
    Due persone che non si capiscono.


    Nella "trilogia del terrorismo", di cui parleremo, si consuma la rottura tra i due, che sarà poi riparata nella storia successiva, "Fantasmi", che sarà l'ultima di Spada. Mario, affascinato dai terroristi, in parte ne condivide gli ideali, anche se aborre la lotta armata: ma, già in questo modo, viene invischiato nelle loro trame. Non ha abbastanza forza d'animo per opporsi alle ideologie distorte dei terroristi, e questo provoca un allontanamento non solo dal padre, ma anche dalla sua realtà quotidiana, distorta dalle ideologie totalitarie dei terroristi. Però, la stessa educazione che Mario aveva ricevuto dal padre gli permette di fermarsi ogni volta che rischia di cadere nel baratro dell'ideologia terrorista, imparando a crescere e a imparare dai propri errori, scegliendo ciò che è giusto, senza farsi trascinare dalle vane ideologie del suo tempo.

    IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI SPADA

    Il successo del Commissario Spada ai tempi del Giornalino era dovuto a diversi fattori:

    - LA CREDIBILITA' E REALTA' DELLE SITUAZIONI. Quando leggi Spada ti sembra di entrare nella cronaca quotidiana di una vera centrale della polizia milanese, di una vera casa milanese, di una vera ambientazione di città e di campagna, di personaggi veri e reali. Il rapporto padre-figlio tra Spada e Mario, pieno di tensioni, contrasti, rappacificazioni, riunioni, è stato realizzato con molta cura e realismo.

    - LO SVILUPPO PSICOLOGICO DEI PERSONAGGI. Spada, Mario e gli altri si comportano in modo convincente, mai stereotipato. Si comportano esattamente come intuisci che si comporterebbero un poliziotto, un ragazzo, un criminale, un passante, un giornalista. Non ci sono personaggi trattati in modo superficiale. L'immedesimazione del lettore qui è totale.

    - LA QUALITA' DEL DIALOGO. I dialoghi sono il motore della storia: personaggi coi dialoghi scialbi rallentano la storia e la rendono poco interessante. Invece, Gonano riesce a fare dei dialoghi, conversazioni, discussioni, situazioni che sono non solo reali, ma anche molto coinvolgenti.

    - IL MONTAGGIO DELLE IMMAGINI. De Luca fece un vero e proprio capolavoro di narrativa grafica con la costruzione delle sue vignette, rendendo coinvolgenti anche delle scene con dialoghi lunghi e articolati.

    - IL COLORE Il Commissario Spada nasce a colori: per questo le ristampe in bianco e nero di Spada fatte oggi sono monche, perchè dimezzano la qualità della storia. Anche il colore è un mezzo narrativo: fu lo stesso De Luca a scegliere i colori più adatti per ogni scena, rendendole più coinvolgenti. In questo modo, si poteva rendere un'azione o più drammatica o più quotidiana. Purtroppo bisognerebbe recuperare i numeri originali del Giornalino per vedere Spada a colori, e quei numeri sono difficili da trovare nel mercato dell'usato.

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    1 Mario Nardone: Commissario di polizia a Milano, fondò la Squadra Mobile e il centralino telefonico per le telefonate di emergenza. Famoso fu il caso di Rina Fort, la "belva di San Gregorio" (la donna uccise la moglie dell'amante e i suoi due bambini per vendetta) che lui arrestò, e la cattura della Banda di Via Osoppo (chiamata così per via di una spettacolare rapina in quella via). Fu chiamato "Il Maigret italiano" e fu fatta una serie televisiva su di lui.
     
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    ELENCO DELLE STORIE - 1

    Spada-Bilbolbul
    Libro su Spada e De Luca realizzato in occasione della mostra espositiva della BilBolBul a Bologna (2008).


    1970: LADRO D'URANIO
    "Il Giornalino" 16-19, anno 1970
    E' la prima storia di Spada, in cui la copertina del Giornalino ce lo presenta con una scena tutta azione. Il protagonista ha una pistola in mano e si aggrappa al tetto di un'auto, che sfreccia per via Melchiorre Gioia a Milano. Il guidatore ha una faccia coperta dalla maschera di un teschio alla Kriminal (già popolare allora). Il ladro aveva rubato dell'uranio radioattivo, col quale ricattare le polizie di mezza Europa. Quindi era un terrorista: come si vede, si comincia subito con una linea narrativa incentrata sull'attualità sociale e sulla politica, invece delle tipiche storie di "nera" su sesso e droga, definite "banali e crude" dallo sceneggiatore Gonano. Fu una scelta fondamentale per il successo del personaggio. Gonano non infieriva sui cattivi sconfitti: gli avversari delle prime storie erano mossi da motivi venali ed erano, in qualche modo, perdonabili: anzi, qui il ladro di uranio si pente in punto di morte. Tutta un'altra cosa rispetto alla spietatezza ideologica dei terroristi di sinistra della Aut-Aut e della follia intelligente di Geronimo, che compariranno più avanti.

    Il-giornalino-n16-1970
    Il Giornalino 16/1970: la prima storia di Spada.



    1970: L'UOMO SENZA RICORDI
    "Il Giornalino" 20-25, anno 1970
    Spada aiuta una persona che ha perso la memoria ed è coinvolta in un piano criminale a sua insaputa. Anche se diventa un assassino involontario, viene alla fine lasciato libero: Spada aveva riconosciuto la sua estraneità al fatto. Si comprendevano le circostanze che in certi casi rendevano comprensibili certe azioni.

    1970: UN MEZZO SUCCESSO
    "Il Giornalino" 26, anno 1970
    Si tratta di una storia di una sola tavola col commissario e suo figlio. Era stata una storia sperimentale per rendere più frequente la presenza di Spada sul Giornalino. Ma era chiaro che il protagonista era adatto solo per storie più lunghe: quindi l'idea delle storie a una sola pagina ogni tanto fu abbandonata.

    1970: IL SEGRETO DELL'ISOLA
    "Il Giornalino" 27-33, anno 1970
    Mario, il figlio di Spada, è in Corsica per una vacanza e viene coinvolto nei piani degli indipendentisti corsi; interverrà poi Spada.

    1970: L'INCIDENTE (prima parte)
    "Il Giornalino" 48-52, anno 1970
    La prima parte di una storia in tre parti, in cui Mario, il figlio di Spada, è preso di mira da trafficanti di droga. Inoltre, Spada, nelle indagini, subisce un terribile incidente in macchina che ne sfigura la faccia. In questa storia, la serie cambiò completamente impostazione, pur rimanendo fedele alle premesse: non solo il protagonista rimane sfigurato nell'incidente d'auto, ma da questo momento Spada incontra dei malvagi ancora peggiori - quasi una discesa agli inferi - spinti non solo dal profitto, ma soprattutto da motivazioni ideologiche profonde e quasi impossibili da sradicare. Presi da ideali distorti, fanatismo, follia, uccidono senza problemi e per loro non c'è speranza di redenzione: o finisce con l'arresto o con la morte violenta.

    1971: LA CACCIA (seconda parte)
    "Il Giornalino" 4-10, anno 1971
    Mario, insieme al ladruncolo Sgrinfia e una sua giovane insegnante, cerca di risalire al traffico di droga per conto suo, ma viene catturato. Spada, ripresosi dall'incidente, è sulle tracce del figlio.

    1971: MARIO, MARIO (terza parte)
    "Il Giornalino" 12-21, anno 1971
    Le ricerche di Spada lo portano fino in Marocco, dove alla fine trova il figlio e la giovane insegnante e li salva da un capo beduino.

    Giornalino-1971-12a



    1971: UN UOMO DI FEGATO
    "Il Giornalino" 25-29, anno 1971
    Durante il viaggio di ritorno dal Marocco, Spada e Mario si trovano alle prese con un dirottamento aereo: grazie ad un aiuto inaspettato, la faccenda si conclude senza morti.

    1972: IL CASO DELLA FRECCIA
    "Il Giornalino" 4-21, anno 1972
    Un ragazzo hippy viene ucciso da una freccia e il suo corpo viene trovato dalla polizia. Spada indaga e scopre cosa c'è dietro la comunità in cui viveva la vittima. E' una storia incredibilmente reale, sia nel descrivere il mondo hippy di quei tempi e la mentalità di allora. Il lettore segue con angoscia i passaggi della vita del personaggio ucciso con una freccia, comprendendo il ginepraio in cui è finito per sua libera scelta. Si può dire che è con questa storia che la saga di Spada prende davvero il volo.

    1973: GERONIMO (prima parte)
    "Il Giornalino" 15-25, anno 1973
    Storia in due parti. Un criminale, che si fa chiamare Geronimo, si fa beffe della polizia, puntando poi via via sempre più in alto e coinvolgendo il figlio di Spada, Mario. Il Commissario è costretto a fare un accordo con Geronimo per recuperare suo figlio. Entra in scena qui forse il rivale in eccellenza di Spada, quasi un "Joker" di Batman col volto che richiama Rasputin di Corto Maltese. Non si sa il suo vero nome: "Geronimo" è il suo nome di battaglia. Molto furbo e intelligente, agisce in modo prima beffardo, poi via via sempre più spietato. E' un richiamo alle azioni degli Indiani Metropolitani (da qui il nome indiano "Geronimo"), un gruppo di estrema sinistra degli Anni '70. Erano un'ala di protesta letteraria e artistica: gli affiliati si riunivano spesso al Parco Lambro, a Milano, in un "Festival del proletariato giovanile" organizzato da "Re Nudo", un periodico di controcultura: la si può definire una versione italiana di Woodstock. Si opponevano alla famiglia e alla patria e proponevano la libertà sessuale, la famiglia allargata, la liberalizzazione della droga. Erano famosi anche per i loro blitz o sfondamenti con le forze dell'ordine. Col personaggio di Geronimo, la serie raggiunge una qualità elevata sia di narrazione che di disegno. Geronimo si mostra un antagonista davvero temibile e la sua personale battaglia con Spada, giocata con astuzia e strategia, conquista il lettore.

    1973-74: PATTO COL DIAVOLO (seconda parte)
    "Il Giornalino" 43-52, anno 1973; 1, anno 1974
    Il Commissario cerca di salvare la vita di Mario e di catturare Geronimo, nonostante il patto tra i due: lo scontro diventa sempre più teso fino al finale.

    Commissario-Spada
    Geronimo, uno dei peggiori nemici di Spada.



    1974: I FIGLI DEL SERPENTE
    "Il Giornalino" 23-33, anno 1974

    spada
    Una scena emblematica e rappresentativa della storia. De Luca nei suoi disegni sapeva dare una grande forza evocativa.


    Spada racconta a Mario come è morta sua moglie, la madre di Mario. Poco prima della nascita di Mario, lei e Spada furono coinvolti negli intrighi di una setta satanica. E la moglie di Spada, Lucia, che era una parapsicologa, aveva sentito il pericolo che rappresentavano e si sacrificò per fermare i loro piani. In questa storia, gli avversari rappresentano un'ulteriore discesa nel baratro del male, ancora più profondo di quello dei terroristi: la setta satanica dei Figli del Serpente infatti fa il male per adorazione verso il Male stesso. Si scopre qui il passato tormentato e tragico del commissario. La morte della moglie Lucia (un nome che richiama la luce) è una morte redentiva, un sacrificio necessario per un bene maggiore. Tuttavia è una storia crudele, che fa capire la pericolosità del mondo in cui vive Spada, in cui si trova a lottare contro il Male in persona. In questa vicenda, il rapporto tra Spada e il figlio Mario si approfondisce.

    Come mai gli autori vollero uccidere la moglie di Spada? All'inizio il problema non si poneva, perchè si gestivano le storie tenendo fuori dal contesto il personaggio della madre di Mario, che non compariva mai, come la signora Colombo. Quindi non si sapeva se lei era viva, o morta, o divorziata, o chissà cos'altro. Ma, alla fine, anche a causa delle continue domande dei lettori, era necessario affrontare direttamente il problema. Così Lucia Spada fu presentata come già morta, e le circostanze della sua morte furono raccontate in un flashback. Perchè questa decisione di ucciderla? Forse perchè è difficile gestire la moglie di un commissario. O la trasformi in una signora Maigret o in un'aiutante del marito. In ogni caso, una presenza femminile come una moglie sarebbe stata ingombrante in un racconto drammatico come quello di Spada. La si sarebbe potuta presentare come divorziata: ma non si poteva presentare una moglie divorziata in un giornale cattolico come il Giornalino. Quindi, l'unica alternativa era rendere orfano Mario: e questo avrebbe anche sottolineato la drammaticità delle storie di Spada.

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    Lucia, la moglie di Spada. Nel flashback, il commissario portava la barba.



    Edited by joe 7 - 6/10/2022, 17:12
     
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    ELENCO DELLE STORIE - 2

    1974: IL MONDO DI SGRINFIA
    "Il Giornalino" 49-52, anno 1974; 1-7, anno 1975
    Sgrinfia è un ladro vecchio stile, tipo "I soliti ignoti", che fa anche l'informatore di Spada, nonostante il suo mestiere. Viene a sapere del piano di una banda di rapinatori che vuole assalire una banca e rischia la vita a causa della spietatezza dei criminali. Il mondo del crimine non è più "quello di una volta", dice Sgrinfia, ma è diventato molto più crudele e spietato. Spada si trova al passaggio di un mondo che sta cambiando in peggio, contro il quale usa tutte le sue abilità di uomo di polizia, ma nello stesso tempo è consapevole del fatto che non lo può raddrizzare da solo. Però si accontenta di fare la sua parte.
    L'evoluzione del tratto di De Luca e le soluzioni grafiche qui sperimentate, come la famosa nebbia milanese, permetteranno a De Luca la realizzazione della famosa trilogia shakespeariana di cui avevo accennato qui (e per questo motivo, la pubblicazione di Spada sarà sospesa per quattro anni). Col "Mondo di Sgrinfia" si conclude la prima fase della saga del Commissario Spada e si aprono le premesse per la seconda, e più matura fase, che affronterà la tematica del terrorismo vero e proprio.

    spada-1
    Un ambiente milanese di altri tempi, in mezzo alla nebbia, reso efficacemente da De Luca in questo racconto.



    1979: I TERRORISTI (prima parte)
    "Il Giornalino" 3-13, anno 1979: 11 puntate, 44 tavole
    Si tratta della famosa "Trilogia del terrorismo", in cui Spada (e gli autori) chiariscono il loro pensiero: sparando non si cambia il mondo, lo si distrugge. Il Commissario Spada cerca di catturare i componenti della pericolosa cellula terroristica chiamata Aut-Aut ("o questo o quello", in latino), che riescono però ad abbattere un elicottero della polizia. I terroristi cercano di sfuggire alla caccia all'uomo: in particolare, Valeria, una ragazza di Aut Aut, che è quasi la mente del gruppo, viene aiutata da Franco, un amico di Mario, il figlio di Spada. La ragazza riesce così a superare il posto di blocco grazie a lui, mentre Spada ha dei sospetti su Franco, ma non ha delle prove. Inoltre è più interessato alla cattura dei terroristi, che di chi li aiuta.

    La serie del commissario Spada incontra qui la tematica del terrorismo, una dura e cruda realtà non nascosta ai giovani lettori del Giornalino: un atto di coraggio e di fiducia, mostrando la realtà, senza troppi veli e fornendo (un caso più unico che raro) delle valide chiavi di interpretazione. Un impegno non indifferente, vista la complessità dell'argomento, ma anche coraggioso. L'organizzazione terroristica Aut Aut indica una posizione estrema, appunto sottolineata dalla sua definizione, "o questo o quello", come dire "libertà o morte" ed è un ovvio richiamo alle Brigate Rosse. Aut Aut è un'organizzazione spietata, che però gode della protezione dei mass media e dell'aiuto generale della gente, cosa che mette in difficoltà Spada, ostacolato spesso dalle stesse persone che lui cerca di proteggere e dai quali è visto solo come un fanatico.

    Questa trilogia vide la luce tra il 1977 e il 1978 nella sceneggiatura di Gonano, mentre De Luca stava lavorando alla trilogia shakespeariana. Fu pubblicata solo agli inizi del 1979. Gonano ricorda che l'idea della trilogia era presente già ai tempi dell'episodio di Geronimo. Ci furono anche delle divergenze con la direzione del Giornalino: le prime tavole, comunque, videro la luce nell'ottobre del 1976, in contemporanea col lavoro su Shakespeare. La sceneggiatura fu continuamente limata, modificata e aggiornata (la stessa realtà quotidiana dei fatti terroristici in corso costringeva Gonano a modificare diversi passaggi).

    I terroristi di Gonano e De Luca sono uomini e donne arrabbiati, in fuga, agitati, sempre pronti a programmare nuovi attentati con una freddezza terribile, perdendo progressivamente la propria umanità, divorati dalla loro stessa violenza. Il problema dei terroristi, però, non è tanto la loro violenza, quanto l'ideologia che professano, che porta a giustificare da molti, anche non terroristi, le loro azioni più abiette. Se Spada mette in chiaro le loro responsabilità nei crimini che commettono, altre persone a lui vicine (oltre a Mario) lo contraddicono, giustificando le violenze di Aut-Aut, come per esempio il collega Corsini, o il brigadiere Andreola, o l'amico di Mario, Franco, che aiuta la spietata terrorista Valeria, un pò per amore e un pò per interesse verso la sua ideologia, che, dice, si dovrebbe effettuare senza violenza. Il problema è che il terrorismo o è violento o non è. Ma nessuno sembra capirlo qui, oltre a Spada, che è praticamente da solo contro tutti.

    spada-1-Copia
    Un esempio della tecnica narrativa di De Luca, in cui Spada spiega (inutilmente) a Corsini il problema del terrorismo.



    1979: LA GRANDE CONFUSIONE (seconda parte)
    "Il Giornalino" 17-26, anno 1979, 10 puntate, 42 tavole
    E' la seconda parte della trilogia del terrorismo: Valeria è ancora libera, come pure le cellule di Aut-Aut. I piani alti della polizia vogliono istituire un corpo speciale anti terrorismo, e Spada e i suoi cercano di aggiornarsi. La caccia del Commissario, nonostante gli ostacoli che riceve non solo da simpatizzanti di Aut-Aut, ma persino da alcuni membri della polizia, prosegue. I terroristi riescono a liberare i compagni in prigione e compiono nuovi attentati. Franco cerca di ritrovare Valeria, la spietata ragazza di Aut-Aut. Spada si rende conto che anche suo figlio Mario non approva la sua caccia ai terroristi.

    Il-Giornalino-17-1979
    Il Giornalino, 17/1979: terrorismo e contestazione.



    1979: STRADA
    "Il Giornalino" 36, anno 1979
    E' una storia di interruzione della trilogia, estranea al contesto. Uno scippatore ruba la borsetta a una signora e cerca di ingannare la gente sfuggendo ai controlli di Spada, che però riesce a catturarlo all'ultimo momento. Breve ma efficacissimo racconto sull'abilità luciferina di un comune e normale scippatore, talmente vero da trasmettere inquietudine. Infatti è una storia che può accadere dovunque e può capitare a chiunque.

    1979: LA SCELTA (terza parte)
    "Il Giornalino" 37-49, anno 1979: 11 puntate, 44 tavole
    Si conclude la trilogia del terrorismo. Avviene una rivolta in carcere e il corpo speciale antiterrorismo di Spada interviene per la prima volta. I terroristi di Aut Aut, però, approfittano del caos nel carcere uccidendo Clerici, un compagno di Spada, e fuggendo in un camion frigorifero truccato. Ma il piano non va come previsto e per una casualità muoiono tutti: Valeria è l'unica sopravvissuta e cerca di uccidere Spada per vendetta. Ma Franco riesce a fermarla in tempo, anche se rimane ferito. Valeria viene arrestata, però Mario scappa di casa, per protesta verso il padre.

    E' interessante notare la presenza costante della musica in questa trilogia: già ne "Il caso della Freccia" comparivano dei testi musicali (le canzoni di Tino, la vittima, e dei membri della Città del Sole, il gruppo hippy) che facevano da supporto alla narrazione. Nella Trilogia del terrorismo, ci sono i testi delle canzoni di Franco, l'amico di Mario, che canta all'Orango club col suo gruppo "De profundis" (significativo come termine, visto che riguarda i funerali: infatti sono sempre canzoni triste). Le canzoni "Tigri di carta", "La ballata di Valeria", e la canzone finale (che richiama il cupo "La locomotiva" di Francesco Guccini): "Chiedo pietà per chi distrugge, chiedo pietà per chi non parte, chiedo pietà per chi non fugge...".

    1982: FANTASMI
    "Il Giornalino" 35-44, anno 1982. 60 tavole
    In un paese di montagna, degli ex-partigiani anziani vengono uccisi da una persona misteriosa. Spada, che ha raggiunto Mario, scopre che si era rifugiato in una comunità vicino al paese, dove ha incontrato un suo amico, che è vittima della droga, in compagnia di una ragazza. Spada aiuta i ragazzi e indaga sugli omicidi insieme al tenente dei Carabinieri del posto. E' l'ultima storia del Commissario: è una storia complessa, con molte sottotrame e tematiche diverse (l'attività partigiana, la droga, la ricerca di Mario, ecc.). Come tutte le altre, meriterebbe un approfondimento, che spero di fare in futuro.

    Giornalino-1982-35



    BIBLIOGRAFIA

    www.drivemagazine.net/spada.html
    www.lospaziobianco.it/gianluigi-go...utte-le-storie/
     
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