BATMAN - DARK KNIGHT RETURNS

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    BATMAN DARK KNIGHT RETURNS / IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO
    Sceneggiatore: Frank Miller; Disegnatore: Frank Miller; Inchiostratore: Klaus Janson; Colorista: Lynn Varley; Data di uscita: 1986

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    Difficile immaginare un Batman più drammatico.


    Il Batman che tutti conoscevano nei primi anni '80 era quello dei telefilm campy di Adam West: quello trasmesso negli anni '60, pieno di POW, SOCK che comparivano sui fotogrammi, con la pancetta di Batman e il suo bat-repellente per squali, con un Robin saccente e un telefono rosso nell'ufficio del commissario Gordon per telefonare a Batman. Un telefono rosso dentro una campana di plastica trasparente, come se fosse una torta. Le finte salite sulla corda e i mantelli dritti paralleli al suolo per simulare la gravità. Divenne famoso, ma non certo per lo stile dark. Era volutamente trash, una cosa che non dava certo lustro ad un giustiziere della notte.

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    "I criminali sono una razza codarda e superstiziosa. Mi travestirò da pipistrello per spaventarli." A uno vestito così i criminali veri lo ammazzano in due secondi con una pistola. Chiamandolo pistola.


    Anche i fumetti seguirono questo modo di raccontare e, negli anni ’70, il fumetto di Batman era ormai prossimo alla chiusura a causa del crollo delle vendite. Alla DC corsero ai ripari, con le sceneggiature di Denny O'Neil e i disegni di Neal Adams, che cercavano di riportare Batman alle atmosfere noir originali: mettendo da parte Robin, che agli inizi di Batman non c'era (e tutti i lettori lo odiavano), inserendo il criminale-idealista Ra's Al Ghul e sua figlia Talia. Riportarono in scena il Joker come un criminale pazzo e assassino, come in effetti era all'inizio, e non più il pagliaccio buffone che era diventato negli anni precedenti (a tal punto che aveva persino una sua testata piena di storie "da ridere". Il Joker. Rendiamoci conto.) Anche altri autori cercarono di seguire questa linea narrativa, ma non bastò per salvare Batman: infatti era letto solo da una stretta cerchia di appassionati, che non poteva certo permettere un gran successo. Ormai Batman era una candela che si stava spegnendo. Forse, senza Miller, oggi non ci sarebbero più dei fumetti di Batman. In ogni caso, gettarono comunque le basi per il futuro Dark Knight Returns.

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    Ra's Al Ghul nella prima copertina e nella seconda una scena drammatica presa dal Batman italiano della Cenisio


    A metà degli anni '80 la DC fece un enorme reboot dei suoi personaggi con l'intricatissima saga Crisi delle terre infinite (aprile 1985-marzo 1986), che permetteva di ripetere da zero tutte le storie dei personaggi DC, Batman compreso. Era il momento di Frank Miller: aveva appena realizzato la sua versione hard-boiled di Devil alla Marvel, con personaggi nuovi assai indovinati come Elektra, Stick, la Mano, e altri rinnovati come Bullseye e Kingpin, rinnovando completamente il personaggio, che stava attraversando un momento di difficoltà. Passato alla DC, dopo aver realizzato la graphic novel Ronin (1983-84), realizzò infine la miniserie Dark Knight Returns, "Il ritorno del Cavaliere Oscuro" (febbraio-giugno 1986). Da allora "cavaliere oscuro" sarà un termine che resterà sempre attaccato a Batman. La miniserie ebbe una gestazione molto lunga e problemi di uscita, perchè Miller non riusciva sempre a rispettare le date di scadenza. Nonostante tutto, ebbe un enorme successo di pubblico, andò a ruba in poco tempo e divenne un fumetto tra i più apprezzati in assoluto, oltre ad essere una tra le storie che si consiglia sempre di leggere a chi non sa nulla di Batman. Non solo: nel 2005 "Dark Knight Returns" fu riconosciuta dalla rivista "Time" (popolarissimo settimanale americano di informazione) come una delle 10 migliori graphic novel mai scritte (è al 9° posto, dopo Maus al 4° posto e Watchmen al 1°).

    IL FORMATO DEL FUMETTO

    Il primo numero di Dark Knight Returns fu distribuito il 20 marzo 1986: si tratta di una miniserie di 4 numeri. E' la prima opera di Batman in formato prestige, cioè brossurato (formato libro, senza i ganci ai bordi delle pagine), con 48 pagine e con una carta di qualità superiore, più spessa e patinata, che permetteva una miglior resa dei colori e delle tavole originali. La copertina era in cartoncino e il prezzo era 2,95 dollari (quattro volte superiore al prezzo normale di un fumetto di Batman). Inizialmente il prezzo fu considerato un deterrente per l'acquisto: ma il successo fu strepitoso e imprevisto nelle sue proporzioni.

    TRAMA

    La storia è divisa in quattro parti, anzi, meglio, in quattro tempi, come un film: Il ritorno del cavaliere oscuro / Il trionfo del cavaliere oscuro / La caccia al cavaliere oscuro / La caduta del cavaliere oscuro. Anche i titoli sono incentrati sul concetto di Cavaliere Oscuro.

    1 - IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO

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    In un futuro alternativo, Batman si è ritirato dall'attività da dieci anni e ora Bruce Wayne, l'alter ego di Batman, ha già 55 anni e vive in modo rassegnato, rimpiangendo il tempo andato. A Gotham, la città di Batman, la banda dei Mutanti, criminali violenti e assassini alla serial killer, spadroneggia terrorizzando la gente: la polizia, guidata dal Commissario Gordon, prossimo alla pensione, non ha abbastanza mezzi per fermarli tutti. In una notte di pioggia, a Bruce torna in mente l'omicidio dei suoi genitori e un pipistrello entra nella sua camera rompendo il vetro: ritorna ad indossare il costume di Batman attaccando i Mutanti. Nel frattempo, Harvey Dent, chiamato Due Facce, uno dei criminali storici di Batman, viene dimesso dall'ospedale dopo 12 anni di carcere, dove gli hanno fatto una plastica facciale e il suo volto, mezzo sfigurato, è tornato normale. Successivamente, sparisce dalla circolazione e un criminale bendato che si fa chiamare Due Facce minaccia di distruggere la città se non gli pagheranno una forte somma. Batman cerca di sventare l'attentato, cercando do sapere se il nuovo Due Facce è davvero Harvey Dent. Alla fine scopre che è proprio lui: una cosa che gli lascia l'amaro in bocca, visto che era stato proprio lui a finanziare la cura ad Harvey.

    2 - IL TRIONFO DEL CAVALIERE OSCURO

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    Nel frattempo, una ragazzina, Carrie Kelley, decide di indossare il costume di Robin. Batman, una volta scoperto il covo dei Mutanti, attacca la banda usando una Batmobile a forma di carro armato. Ad un certo punto, però, accetta la sfida del brutale capo dei Mutanti, consapevole, tuttavia, della differenza di forza tra una persona giovane e forte come l'avversario e quella di una persona avanti negli anni come lui. Nonostante i suoi tentativi di supplire a queste carenze, Batman corre il rischio di essere massacrato: ma l'arrivo di Carrie/Robin gli permette di salvarsi. In un secondo scontro, Batman ha la meglio sul capo dei Mutanti, combattendo stavolta in una pozza di fango, dove la tecnica combattiva di Batman ha la meglio sul nemico: il capo dei Mutanti finirà maciullato da Batman, che gli spezzerà diverse ossa. Dopo questa disfatta, la banda dei Mutanti finisce in parte arrestata e in parte dispersa: ma molti giovani metteranno su una gang di vigilanti violenti noti come "I Figli di Batman". Intanto il Joker chiede al suo psichiatra della prigione di essere riabilitato, dichiarando di essere profondamente pentito e desideroso di tornare a vivere una vita normale.

    3 - LA CACCIA AL CAVALIERE OSCURO

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    Ellen Yindel è il nuovo capitano della polizia di Gotham, mentre James Gordon, il precedente capitano e grande amico di Batman, è in pensione pensione. Inoltre, Superman, che ora agisce per conto del Presidente degli Stati Uniti, chiede a Bruce di non continuare la sua attività di vigilante sotto le vesti di Batman, perchè l'attività di supereroi - tranne la sua - non è più permessa dal governo. Ma Bruce ha intenzione di continuare fino alla fine. Il Joker, simulando un finto pentimento, entra a far parte di una trasmissione televisiva sui criminali redenti e vittime della società, provocando alla fine l'ennesima strage e fuggendo in un Luna Park. Batman e la nuova Robin intervengono e Batman affronta il Joker, tentando stavolta di ucciderlo, ma esitando all'ultimo minuto. Lo stesso Joker, però, si suicida davanti a lui ruotando più volte il suo collo, che Batman aveva quasi spezzato. In questo modo, Batman sarà accusato di omicidio, come voleva il Joker.

    4 - LA CADUTA DEL CAVALIERE OSCURO

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    Batman riesce a fuggire a stento dalla polizia, visto che il Joker lo aveva ferito ad un fianco. Nel frattempo, i Russi, infuriati per l'attività di Superman nelle azioni americane, attaccano gli Stati Uniti con una bomba nucleare, che sarà fermata da Superman: ma la terribile esplosione, anche se avviene al di fuori degli USA, provoca un blackout getterà nel caos tutte le città statunitensi. Inoltre Superman sarà addirittura sul ciglio della morte a causa dell'esplosione, e sopravviverà a stento. Batman, a cavallo con Robin, (visto che non c'è più elettricità) raduna i Mutanti superstiti ed evasi di prigione, insieme ai Figli di Batman, imponendo loro di aiutare i cittadini in difficoltà col blackout. Alla fine l'elettricità e la calma tornano, e il Presidente, consapevole dei meriti di Batman in questa storia, chiede a Superman se è possibile prenderlo vivo e al loro servizio. Ma lui risponde che Batman non si farà mai prendere vivo. Quindi non c'è altra scelta: Superman e i militari iniziano la caccia a Batman, visto che le attività di vigilante, per quanto benefiche, non sono comunque ben viste dal governo. Batman, alla fine, con un'armatura speciale connessa alla corrente della città, con dei missili e una Batmobile, e soprattutto con una freccia di kryptonite lanciata dal suo compagno Freccia Verde, riesce ad abbattere Superman: ma il suo cuore non regge più e muore. Viene seppellito e la casa di Bruce Wayne, compresa la Batcaverna, vengono distrutte dal maggiordomo Alfred, rispettando le ultime volontà del padrone di casa. Alfred muore per il dispiacere di vedere la fine della casa Wayne. L'infarto di Bruce, tuttavia, era finto: Batman aveva usato quel trucco per sfuggire ad una battaglia inutile contro Superman e il mondo intero. Una volta ufficialmente morto agli occhi del governo, continua in segreto le sue azioni di vigilante in solitaria. Superman capisce che Batman è ancora vivo, ma lo lascerà stare.
     
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    LE NOVITA' DI DARK KNIGHT

    Frank-Miller
    Frank Miller, Lynn Varley e Klaus Janson: i tre cavalieri oscuri che hanno realizzato quello definitivo. ^_^


    Frank Miller, in un'intervista, aveva detto che oggi siamo in una società che si sta ormai sgretolando per mancanza di valori (e per mancanza di fede cristiana, da cui vengono i valori, ndr). Per lui Batman rappresenta una ritrovata volontà di reagire di fronte al caos e alle avversità: appunto, un "Cavaliere Oscuro".

    Miller aveva sempre desiderato realizzare un'opera su Batman: il suo precedente lavoro su Devil ne era praticamente la preparazione. Dopo essere passato alla DC, realizzò la particolare graphic novel Ronin (1983-84), completamente slegata dalla DC. Non ebbe un gran successo, ma, successivamente, la DC realizzò la Crisi sulle terre infinite, in cui si ridisegnava tutto il mondo DC, Batman compreso. Era una buona occasione per riscrivere le origini di Batman per Miller: però lui, invece di fare delle storie "rinnovate" del Batman normale, preferì fare una storia che parlava della sua fine: appunto Dark Knight.

    Miller sostiene più volte di essersi ispirato all'ispettore Callaghan per il personaggio di Batman: tant'è vero che Batman userà per la prima volta un fucile (Batman non usa armi da fuoco) per ammazzare un criminale (e anche qui c'è una rottura degli schemi del personaggio: Batman non uccide). Inoltre, l'ispettore Callaghan nei film successivi avrà a che fare coi suoi emuli che imitano i suoi metodi spicci e dovrà dire loro di non esagerare: certe cose le può fare solo lui. E anche Batman avrà i suoi emuli ne "I figli di Batman", che dovrà raddrizzare, visto che sono assai più violenti di lui. Lo stesso capo dei Mutanti, una specie di "Scorpio" (l'avversario di Callaghan) completamente malvagio, finirà maciullato da Batman, che gli spezzerà diverse ossa ("Questa è una sala operatoria, e io sono il chirurgo", dice Batman, sinteticamente), e Callaghan non avrà pietà con Scorpio.

    W
    "Batman? Un ottimo allievo, peccato che di solito non usa le pistole."


    Con Dark Knight Batman torna al suo ambiente: cioè al fatto di essere un eroe urbano di città, mentre fino ad allora diverse storie lo coinvolgevano in crimini di natura soprannaturale o fantascientifica, tipici dei fumetti degli anni '50-'60.

    Un'altra innovazione di Dark Knight sono i pensieri dei personaggi: non più in nuvolette, ma in didascalie. Una tecnica che ha fatto scuola: ora non trovi più un solo personaggio dei fumetti americani che pensi con la nuvoletta. Tutti adesso usano le didascalie. Non so se questo sia un miglioramento o meno: a me, personalmente, pare piuttosto una moda, un vezzo. Comunque, con Dark Knight bisogna considerare, tra le tante innovazioni, anche questa.

    Inoltre, dal punto di vista grafico, Batman cambia costume: al posto della classica combinazione grigia e blu, Miller preferì quella col nero e grigio, colori assai più cupi (appunto, "oscuri"): questa diventerà poi una caratteristica del Batman attuale.

    Non solo: anche l'inchiostratore e la colorista sono stati fondamentali per il successo di Dark Knight, perchè hanno completato egregiamente il lavoro di Miller. Le chine di Klaus Janson, cariche di chiaroscuri, con tratti che si alternano dallo spesso al sottile, danno un tono nervoso ed efficace alle scene, creando un'atmosfera cupa e sotto pressione, dove però i personaggi non sono mai totalmente sopraffatti dall'oscurità. I colori di Lynn Varley, pieni di mille sfumature, con toni cupi alternati a toni chiari e luminosi, creano vere e proprie esplosioni dello spettro visivo che forniscono a Dark Knight un aspetto anche psicologico che viene trasmesso scena per scena. Questi colori hanno rivoluzionato l'approccio alla colorazione del fumetto, dando un aspetto sgargiante ed efficace che non lascia indifferenti.

    L'innovazione di queste tavole è stata tale che le versioni originali di Dark Knight sono tra le più ricercate dai collezionisti, e a volte raggiungono cifre stellari. Anzi, la tavola interna del terzo numero, in cui Batman vola su Gotham insieme a Robin, è la pagina originale più costosa della storia del fumetto americano, essendo stata venduta ad un'asta nel maggio 2011 per 448.125 dollari. Quasi mezzo milione di dollari, cioè più di 370.000 €, cioè 720 milioni di lire, cioè quasi un miliardo di lire. Rendiamoci conto. L'avranno messo in una cassaforte di massima sicurezza di una banca.

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    Se hai mezzo milione di dollari, questa tavola sarà tua! ^_^


    Dark Knight returns fu un'esplosione per i lettori, quando uscì: per la prima volta si vedeva nel mondo dei supereroi un modo di disegnare diverso, dettagliato, particolare, simile a quello dei manga, mostrando contrapposizione tra primi piani e dettagli, che è appunto una caratteristica tipica del fumetto giapponese. Inoltre, ha un taglio narrativo realistico e tormentato, con un personaggio invecchiato e sul punto di mollare. Questa cosa in particolare colpì i lettori, infatti: la presenza della vecchiaia nel mondo ideale dei supereroi, e in quello dei fumetti in generale, dove l'età dei personaggi è sempre quella.

    DK
    Un vecchio e stanco Bruce Wayne che ha cessato di essere Batman.


    Ma la novità di Dark Knight non stava solo nella particolare impostazione di Batman: è anche il modo con cui Miller la racconta che è stato sconvolgente. Le sue tavole, come ho detto, hanno un dinamismo e una scansione della narrazione e delle azioni simile a quelle che ci sono nei manga, anticipando persino il linguaggio cinematografico attuale, ricco di dettagli e particolari. Infatti Miller imposta spesso le pagine di Dark Knight con vignette piccole, a volte simili, a rapido scorrimento, ma che di fatto rallentano il tempo d'azione, grazie a lunghe didascalie o lunghi discorsi che ne dilatano la narrazione, senza mai però appesantirla.

    Batman-1a
    Bruce minacciato dai teppisti: si passa dal primo piano al piano intero, lentamente, seguendo i testi. Non c'era mai stata prima una narrazione simile nel fumetto occidentale.


    Le vignette sono numerose, disposte in gabbie fittissime (ce ne possono essere anche 16/18 per pagina), con continui inserti di vignette a forma di televisore che sottolineano l'invadenza dei mass-media e il senso di confusione che generano, spezzando il ritmo della narrazione (approfondirò il discorso più avanti). E, ogni tanto, il ritmo delle vignette si interrompe con l'esplosione di una splash-page intera, o di scene che occupano lo spazio di più vignette. Miller utilizza questa struttura per dare un taglio cinematografico alle sequenze, trasformando il suo fumetto in un film: ogni vignetta è come il fotogramma di una pellicola. Inoltre, ci sono anche i significati simbolici che si intrecciano. Per esempio, la scena qui sotto, in cui Batman torna in azione riempiendo una pagina intera, è una scena di pioggia. E questo avviene dopo un periodo di forte afa, alla quale poi segue una pioggia rinfrescante, appunto il periodo in cui Batman torna ad agire. Oltre al significato simbolico (l'acqua dopo il periodo di arsura e di sete, che purifica, lava e rinfresca), c'è anche il significato religioso: l'acqua che Batman riceve dal cielo è come quella di un "battesimo" (parole sue) in cui lui rinasce ancora. Il battesimo infatti è una rinascita.

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    Sequenze cinematografiche e scene improvvise ad effetto.


    A volte le vignette riprendono alternativamente due soggetti diversi: per esempio, quando Bruce ricorda l'omicidio dei suoi genitori mentre guarda la TV, le vignette rappresentano alternativamente i suoi ricordi (la pistola del rapinatore, la collana della madre) e poi Bruce nel presente, sottolineando le sue reazioni emotive.

    Il successo di Dark Knight presso i lettori e la critica specializzata spinge la DC ad affidare a Miller anche la realizzazione di Batman: Year one ("Batman: anno uno"), una storia sulle sue origini, pubblicata nella serie regolare di Batman (404-407, febbraio-maggio 1987). Il successo di quest'altra opera fu tale che divenne in pratica l'origine ufficiale di Batman per tutti. Miller sottolineò gli aspetti più cupi e introspettivi del personaggio, ma senza trascurare gli elementi classici di Batman: un'impostazione che divenne di modello per gli altri. Ma questa è un'altra storia.

    BAT

     
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    L'INFLUENZA DI DARK KNIGHT: LA "DARK AGE"

    Nelle storie successive di supereroi, spesso si cercò di imitare lo stile di Dark Knight, senza però riuscirci pienamente. Infatti, in quelle storie i supereroi spesso si lasciano abbattere dalle proprie inadeguatezze, in confronto al mondo in cui vivono: per esempio, l'Uomo Ragno di L'Ultima caccia di Kraven (praticamente parla solo di morte, putrefazione e sconfitta, senza che l'Uomo Ragno faccia niente); lo stesso Batman di Killing Joke di Alan Moore, in cui nulla ha senso e il protagonista si trova d'accordo con questo (la solita, banale e ripetitiva visione pessimistica mooriana); Civil War, in cui si venera la politica e il sociale come se fossero delle divinità e, adorandole, gli eroi, in particolare Iron Man, fanno ogni nefandezza immaginabile; Vendicatori Divisi, in cui gli eroi sono schiavi della pazzia e non risolvono nulla; la famigerata "Saga del clone", che mostra un Uomo Ragno completamente distrutto e annientato nella sua persona, sostituito da un altro; gli Illuminati e Watchmen in cui non c'è nessuna differenza tra eroe e delinquente (lo so che Watchmen è contemporaneo a Dark Knight, e sembra simile, ma è in realtà il suo opposto. Ne parlerò meglio un'altra volta).

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    Ma queste opere non seguono veramente la filosofia di fondo di Dark Knight: infatti, al contrario di questi eroi falliti, o che falliscono, il personaggio di Bruce Wayne/Batman non viene mai sopraffatto definitivamente dai suoi problemi, interni o sociali che siano. Infatti, Dark Knight è una storia epica, non è una storia di disfatta. In mezzo alle assurdità del mondo in cui vive, pieno di violenze senza senso (la scena della donna fatta esplodere nella metropolitana come una bomba umana resta un pugno nello stomaco), Bruce Wayne/Batman non perde tempo ad analizzare le situazioni, a intristirsi, a commiserarsi a fare l'Illuminato o il Watchmen: semplicemente, interviene senza farsi tante domande.

    Il suo pensiero è semplice: ci sono dei criminali da fermare, ora li fermerò, ai miei problemi e alle chiacchiere dei mass media ci penserò dopo. Perchè l'importante è fare quello che si è capaci di fare, il resto viene dopo. Batman cerca solo di mettere ordine come può: non importa poi se i risultati siano buoni o meno. L'importante è fare, il resto si vedrà. Dark Knight in sostanza è un messaggio di speranza, non di disperazione come lo sono state tutte le storie pubblicate dopo e che ho appena elencato. Si conclude infatti con Bruce Wayne che continua, anche se in modo diverso, la sua battaglia.

    Il messaggio di speranza di Dark Knight è stato frainteso: si è pensato che, per rendere le storie "adulte, interessanti e di successo", le si deve rendere sempre cupe e pessimiste, dove l'eroe è praticamente un perdente o comunque inadatto ad affrontare le sfide che trova. Questo infatti accade in "Watchmen" e in altre opere tipicamente "dark", tanto che, a partire dalla pubblicazione di Dark Knight, inizia quella che è detta la "Dark Age" dei supereroi, che alla fine cadrà nel ridicolo involontario dei tamarrissimi anni '90.

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    Santo. Cielo.


    Questa "Dark Age" - che continua tuttora - è piena di toni cupi, violenti e iperrealistici. Si tratta in sostanza di fumetti disperati, con personaggi sconfitti in partenza: tutta un'altra cosa rispetto a "Dark Knight". Lo stesso Miller fu assai critico verso questa tendenza, dichiarando:

    "Spesso si tratta solo di operazioni di marketing, che vogliono catturare i lettori con personaggi estremi, anti-eroi, e scene d'azione e violenza fini a se stesse. I riferimenti stilistici/tematici rimangono superficiali, privi di originalità. Il termine "Dark" viene usato solo per descrivere ciò che non è assolutamente roseo o solare. Non c'è una gran profondità in queste opere"
     
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    L'ASSURDITA' DEL "BATMAN POSSEDUTO DA BATMAN"

    Per la prima volta, in Dark Knight Returns, Miller fa vedere il conflitto nell'anima di Batman. Bruce Wayne vuole trattenere il suo lato più nascosto, più oscuro, il suo io/Batman.

    Quando il giovane Bruce Wayne cade nella caverna e incontra il misterioso pipistrello, che sembra un diavolo, Miller mostra il conflitto interiore di Bruce come uno scontro tra lui e una entità esterna, il pipistrello, che alla fine lo condiziona.

    E Bruce, quando spiega perchè ha finanziato il trattamento che avrebbe dovuto curare il volto sfigurato di Due Facce/Harvey Dent, parla di "demoni personali che devono essere sconfitti". Quando Batman riesce a catturare Due Facce, dice che in lui vede un riflesso della sua stessa condizione.

    Da qui, e da altri momenti, come il "dialogo" tra Bruce e l'"entità" dentro di lui, nel momento in cui decide di tornare ad essere Batman, si ipotizza l'idea che Batman e Bruce Wayne siano due entità diverse che si contrappongono, simile al rapporto Jekyll/Hyde, ma non del tutto. Perchè "Batman" non sarebbe una versione distorta dell'animo di Wayne, ma addirittura un'entità maligna che ha preso possesso di Bruce, inducendolo alla fine a diventare Batman. L'idea è stata sviluppata successivamente nella graphic novel "Ego" di Darwyn Cooke, che fu pubblicata anni dopo, nel 2000. Fu anche accennata in altre storie successive (per esempio, "La spada di Azrael" del 1992).

    Batman-1


    Anche se è un'idea interessante, io personalmente non la trovo adatta per il personaggio. Batman in questo modo diventerebbe uno schizofrenico, o, peggio ancora, un tizio posseduto dal demonio, quasi un indemoniato. Da dramma interiore, Batman diventerebbe così roba da esorcisti.

    Mi sembra più coerente col personaggio, invece, l'idea di un dialogo tra Bruce e se stesso: tra il Bruce Wayne che vorrebbe smettere e quello che vorrebbe continuare. Questo sarebbe ben più comprensibile, più umano e più in linea col personaggio. Batman non è un'"entità indipendente".

    La scena della caduta del giovane Wayne nella batcaverna (e altre scene simili) sono soprattutto simboliche, a mio parere, e non reali, mantenendo così l'idea di un personaggio sì in conflitto con se stesso, ma non posseduto da un demonio, cosa piuttosto assurda se parliamo di un personaggio che vuole giustizia. I demoni infatti odiano la giustizia e amano l'ingiustizia. Non esiste un demonio che fa il bene: è una contraddizione in termini. Fanno il male e amano il male. Piuttosto che Batman, sarebbe più adatto il Joker nel ruolo dell'indemoniato.

    Nella scena in cui Bruce combatte contro se stesso nel decidersi a tornare ad essere Batman, le vignette rappresentano una prigione: ma non per Batman, come si dice di solito, ma per Bruce Wayne, secondo me. Una prigione che lui si è costruito per non affrontare la sua responsabilità, la sua, diciamo, "vocazione" a fare giustizia.

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    Luce e tenebre si scontrano sempre nell'animo umano. E questo mi sembra ben più drammatico dell'idea di un Batman "posseduto"


    I vetri delle finestre proiettano un'ombra che ricorda le sbarre di una prigione. Bruce si appoggia su un tavolo per sostenersi. In un passaggio di luci ed ombre, la comparsa del pipistrello offre la possibilità di fuga. In tutta la pagina, le prospettive di guerra tra il Bruce che vuole restare fermo, inerte, accidioso (i pannelli oscuri) e il Bruce che vuole tornare ad essere Batman (i pannelli luminosi) continuano fino alla comparsa del pipistrello.

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    Si ritorna alle origini


    Una scena che viene richiamata quando Batman, ritornato dopo essere stato massacrato dal capo dei Mutanti, si raccoglie nella Batcaverna, mentre il "pipistrello" plana su di lui. Molti vedono questa scena come la presenza dell'"essere" conosciuto come "Batman" che possiede Bruce Wayne. Ma questo non ha senso, come ho detto, perchè trasformerebbe Batman/Bruce in un pupazzo senza volontà.

    Invece credo che sia un significato simbolico: invece di essere un "altro", il "pipistrello" è sempre Bruce Wayne e il suo bisogno, la sua necessità di continuare ad essere Batman e di lottare. E' una scena simbolica, una vocazione personale, non "un altro essere che prende possesso di Bruce".

    Altrimenti, "Batman" sarebbe soltanto un tizio posseduto da chissà chi, non una persona che decide, autonomamente, liberamente, di diventare Batman. Attorno a Batman c'è un alone di mistero, certo, ma c'è anche la libertà di agire, che resta sempre una prerogativa di Bruce Wayne.

    Se vogliamo, è una cosa tipo l'Uomo Mascherato/Phantom e la promessa, fatta dal suo antenato, di combattere il male. Quella di Batman, come per Phantom, è una "vocazione", non una possessione.

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    La nascita dell'Uomo Mascherato. Lui e Batman hanno la stessa vocazione.

     
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    LA COMUNICAZIONE DI MASSA E I SUOI DANNI IMMENSI

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    In Dark Knight Returns si parla per la prima volta, in modo chiaro e diretto, del problema dei mass-media. Nel 1986 non c'erano ancora internet nè i telefonini, ma è sicuro che, se ci fossero stati, Miller li avrebbe inseriti.

    Già in passato si era parlato nei fumetti del problema della stampa e delle comunicazioni di massa, che alterano i fatti. L'esempio più classico è nelle storie dell'Uomo Ragno, dove Jameson, il direttore del giornale Daily Bugle, trasforma l'Uomo Ragno da eroe in minaccia pubblica.

    In "Dark Knight" i mass media, con le loro vignette a forma di TV che si intrufolano di frequente negli avvenimenti e nella gabbia classica di vignette quadrate, sono una forza onnipresente, che parla di tutto e su tutto, con discorsi e osservazioni continue, con primi piani di giornalisti e analisti ripetuti fino all'ossessione, riducendo ogni cosa in palabreria, cioè in chiacchiere senza senso, senza fine e senza scopo, credendo di risolvere le cose parlandone all'infinito. Mentre nel frattempo le cose non si risolvono per nulla, ma si incancreniscono.

    Batman-1
    Dappertutto, quasi in ogni pagina, ci sono questi "intermezzi" televisivi. Non ho il coraggio di pensare a cosa avrebbe combinato Miller se negli anni '80 ci fossero stati i cellulari e internet. Sarebbe stato strabordante venti volte di più.


    E, nello stesso tempo, i mass-media - coscienti o no, ma dubito davvero che non lo siano - influenzano gli stessi avvenimenti, di cui parleranno poi in continuazione (come in "Prima pagina" di Billy Wilder). Per esempio, è dopo aver visto una trasmissione televisiva che Bruce Wayne torna ad essere Batman. E' da una trasmissione televisiva che il Joker torna in sè (e questo è un curioso parallelismo con Batman). E' addirittura la mancanza di TV che provoca la ribellione e la rivolta dei Mutanti chiusi in prigione.

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    Il ritorno del Joker grazie ai mass media. Poi i mass media ne parleranno in continuazione, senza badare al fatto che loro stessi ne sono stati i primi responsabili.


    In sostanza: non esiste una comunicazione, televisiva o no, che sia neutra, cioè priva di conseguenze. "Il mezzo è il messaggio" diceva McLuhan. Cioè: indipendentemente dal fatto che mandi messaggi, l'esistenza stessa della televisione (o di internet, cellulari, Facebook o quello che volete) influenza la persona senza che lei lo sappia.

    Miller fa vedere come l'uomo che segue acriticamente la televisione, internet, ecc. è incapace di pensare e di riflettere con la propria testa: cessa di essere persona e diventa un anonimo individuo che pensa come gli altri, ragiona come gli altri, che diventano così una massa, non un insieme di persone con le loro proprie relazioni. Da qui, appunto il termine di "mass-media": cioè mezzi di comunicazione che non solo parlano alla massa, ma creano la massa, cioè un gruppo amorfo di individui non pensanti che credono nella stessa cosa perchè "l'ha detto la TV, il Governo, i giornali, quella persona che parla sui giornali e scrive i libri", eccetera.

    Infatti, in "Dark Knight", le persone positive, quelle che agiscono per il meglio, sono sempre quelle che non seguono la televisione.

    Per esempio, il commissario Gordon minaccia Gallagher (l'uomo delle pubbliche relazioni tra la polizia e la stampa), di licenziamento, per via del fatto di aver parlato in TV della moneta che Harvey Dent/Due Facce aveva lasciato. Infatti, quella era una cosa che doveva essere segreta ed esaminata solo dalla polizia. Inoltre, dice al poliziotto Merkel di "spegnere quel dannato affare", riferendosi alla TV (sempre a proposito di McLuhan sulla TV, lui consigliava semplicemente di "staccare la spina". Ovviamente questo non vale solo per la TV, ma anche per tutto il resto).

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    Oppure: Bruce Wayne/Batman ha seguito la TV solo nel momento in cui decide successivamente di trasformarsi in Batman: ma, dopo quel fatto, non seguirà nè parteciperà in alcun modo ai dibattuti dei mass media su di lui. Andrà avanti senza curarsi per nulla di quello che dicono.

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    I mass media possono anche far ritornare Batman, Ma i danni che provocano sono comunque immensamente più grandi dei pregi.


    Gli altri, invece, che seguono acriticamente i mass-media, e che sono privi di punti di riferimento, seguono solo l'onda, il gruppo: a volte quello che dice la TV o la rete, altre volte si riuniscono e seguono il più forte, come nel caso dei Mutanti che si trasformano in "figli di Batman" che ammirano Batman. In loro c'è la totale assenza di una propria identità o capacità di critica nei confronti della realtà che li circonda. Si limitano semplicemente a seguire il più forte, o l'opinione che va per la maggiore. Non pensano con la propria testa, anche se dicono di farlo: seguono semplicemente l'onda della maggioranza, pensando con la testa degli altri senza assumersi le responsabilità per le proprie scelte, fatte autonomamente. Il branco, la massa, dà l'illusione di nascondersi. Ma è, appunto, un'illusione.

    Mai come oggi tutto questo è attuale. La pandemia di oggi viene trattata dai mass-media e dal governo con toni apocalittici e dati alterati. Infatti, i "positivi" (dopo test non sempre validi) sono visti come malati, mentre non lo sono; i malati sono visti come morti, mentre invece sono ancora vivi e possono benissimo guarire; i morti di qualche malattia sono subito classificati come morti di Covid per associazione; una malattia come il Covid che riguarda meno dello 0,5% della popolazione viene trattato come se avesse attaccato il 100% della popolazione. I farmaci di origine dubbia sono chiamati col nome rassicurante di "vaccini", nascondendo il più possibile il numero di morti e di malati a causa del cosiddetto "vaccino". Il lockdown è visto come una salvezza, mentre invece uccide, fisicamente o mentalmente, indiscriminatamente ogni persona, senza che faccia mai nulla di efficace al virus (e questo dovrebbe essere evidente dopo un anno di lockdown: ma la comunicazione di massa non si basa sui fatti, piuttosto li manipola). Le mascherine sono trattate come se fossero capaci di trattenere un virus grande come un atomo, mentre invece trattengono solo il nostro respiro, soffocando le persone. E così via. Mai come oggi la comunicazione di massa altera la realtà.

    Quindi il messaggio di Dark Knight è attualissimo.
     
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    BATMAN CONTRO SUPERMAN: IL CAVALIERE OSCURO CONTRO L'ALIENO FUORI DAL MONDO

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    Una scena entrata nella leggenda e su cui hanno fatto un film.


    In Dark Knight Returns Miller mostra anche una sua visione politica, rappresentando il Presidente degli Stati Uniti di allora, Ronald Reagan, in forma caricaturale, facendolo parlare come un cowboy anziano e un pò rimbambito. Non è la prima volta che nei fumetti si attaccava il Presidente: Steve Englehart, negli anni '70, su Capitan America aveva realizzato l'arco narrativo dell'Impero Segreto, dove, alla fine, a capo dell'organizzazione malvagia c'era nientemeno che Richard Nixon. E per la vergogna Nixon si suicida davanti al Capitano, provocandogli uno shock. E questa storia era stata fatta addirittura prima che Nixon si dimettesse per lo scandalo Watergate, che allora era ancora in corso: ma questa è un'altra storia. In ogni caso, Miller, con la caricatura di Reagan, qui non fa nulla di nuovo: Mark Gruenwald, nella sua run su Capitan America (che evidentemente è un supereroe che ama poco i presidenti repubblicani), rappresentò Reagan come un uomo-serpente. Per dire.

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    Naturalmente non si dice esplicitamente che il capo dell'organizzazione sia Nixon, e il volto non è raffigurato. Ma si capisce bene che è lui, e Englehart non l'ha mai negato.


    Più che andare addosso al presidente in carica - un'interpretazione piuttosto riduttiva - sembra che Miller vada piuttosto addosso all'autorità del governo usata male, diventata fine a se stessa: potente, visto che comanda su cittadini ufficialmente liberi ma ridotti a sudditi/schiavi, e senza avere alcun un aggancio vero alla realtà. E' una critica simile a quella di Capitan Harlock contro l'abulia del Governo Terrestre, che è potente, ma anch'esso è distaccato dalla realtà. Come il governo italiano attuale, che agisce con violenza imponendo lockdown inutili e dannosissimi, mostrando di essere anch'esso fuori dalla realtà.

    Da qui il contesto di Superman, che è in pratica l'antitesi di Batman. Se l'uomo di Krypton cerca di trovare un accordo col governo, trascurandone le mancanze e gli errori di amministrazione (non agire davanti alle brutalità dei Mutanti e provocare una guerra contro la Russia), Batman invece ne accusa i limiti, supplendo personalmente alle sue mancanze. Mancanze delle quali Superman stesso se ne rende conto, ma li considera irrimediabili. E non si capisce bene se lo fa per vigliaccheria o per il quieto vivere.

    Anche se Superman ha una forza immensa, pensa di non poter fare nulla contro l'ottusità umana: rassegnato, sceglie un dialogo somigliante a una sottomissione. Batman sceglie invece lo scontro, e il conflitto tra i due è inevitabile. L'impostazione sarà ripresa (male) in modo più politicizzato da Mark Millar con Civil War, in cui Iron Man fa la parte di Superman e Capitan America quella di Batman.

    image
    L'idea di "dialogo" di Iron man e di chi governa con la violenza.


    A partire dalla seconda metà di Dark Knight Returns, il contesto di Batman si amplia: dalla città di Gotham si estende sugli Stati Uniti e sul mondo, spiegando meglio il perchè delle sue azioni: Bruce Wayne si era ritirato per la morte del secondo Robin (Jason Todd) e per il fatto che non voleva essere registrato dal governo, rischiando che venisse riconosciuta la sua identità segreta. E lo stesso hanno fatto gli altri supereroi: ecco perchè compaiono solo Superman e Batman in questa storia.

    Non è un caso che questa seconda parte inizi proprio con l'intervento di Superman e finisca proprio nello scontro con lui. Il breve dialogo tra i due, descritto qui sotto, è emblematico: Superman (che non è invecchiato: Miller fa capire che praticamente è immortale) dice a Batman che lo dovrà catturare quando glielo ordineranno. E l'immagine della poiana che cattura un topo, accanto a Superman, è emblematica: la poiana simboleggia Superman e il topo Batman, visto che il pipistrello è un ratto volante. E la differenza di forza tra la poiana e il topo è evidente.

    Batman-4
    Non si possono trovare accordi tra di loro: lo si vede sin dall'inizio.


    Superman ha anestetizzato la sua coscienza, cercando il dialogo ad ogni costo. Anche a costo della sua dignità e della perdita del rispetto verso i suoi amici. Batman, al contrario, preferisce seguire la sua coscienza, obbedendo a una norma di base: che cioè il malvagio vada punito e il buono vada salvato. Superman sarebbe disposto a fare così anche lui: ma solo dopo previa certificazione delle autorità costituite. Ma il bene e il male non dipendono da un governo, nè da un voto. Esistono ben prima di un governo o di un voto: sono realtà immutabili, presenti prima dell'uomo stesso, e non dipendono da lui.

    E' qui che Superman sbaglia: negando cioè che esista una verità e negando l'esistenza di realtà di base come bene e male, che sono esterni all'uomo, sono prima dell'uomo e non derivano da un voto in un Parlamento. Batman, invece afferma che esiste una Verità Eterna, un Bene e un Male Eterni che ci sono, esistono prima dell'uomo e davanti ai quali non conta un voto in un Parlamento. In sostanza, Batman dichiara - senza dirlo apertamente - che esistono Dio e il diavolo. Il conflitto di base tra Batman e Superman è proprio su questo: l'esistenza di una Verità Assoluta, che Superman nega ("esiste il bene e il male? Dipende" direbbe lui) e che Batman invece dichiara ("il bene e il male esistono"). Ed è un conflitto inevitabile, perchè si tratta di due visioni antitetiche: quella di Superman è falsa, quella di Batman è vera. Non ci può essere nessun accordo in visioni così opposte.

    Batman-5
    Il lato oscuro di Superman.


    Superman, consapevole del fatto che non può combattere contro il mondo, un mondo che ormai conosce la bomba atomica (la scena allucinante di Superman devastato dagli effetti della bomba è indimenticabile), affianca il presidente degli Stati Uniti nelle sue attività militari e nel mantenere l'ordine negli Stati Uniti.

    E a questo punto c'è anche un'incoerenza nella storia: se i Mutanti erano così pericolosi, perchè non ci aveva pensato Superman a sistemarli? Perchè il Presidente non lo aveva mandato a sconfiggere i Mutanti? Ma questo si spiega se si ricorda che Miller ha fatto in Dark Knight un governo (americano, di Reagan o altri, poco importa) che NON si cura della sofferenza della propria gente, autosqualificandosi.

    E questa assenza mostra l'indifferenza di chi comanda in modo ingiusto sulla povera gente. Batman infatti crede nella giustizia, ma detesta le regole che la bloccano e diventano automaticamente ingiuste. La legge infatti non è un idolo da venerare (tipo: "è una legge, quindi è una cosa giusta"), ma è un'autorità che ha il dovere di difendere il bene e punire il male. Quando invece difende il male e punisce il bene, perde il suo scopo di essere "legge", si perverte, diventa "male".

    Il finale di Dark Knight è un crescendo che passa attraverso lo scontro tra USA e URSS per l’isola africana di Corto Maltese (un omaggio a Hugo Pratt) e raggiunge l'apice nello scontro tra Batman e Superman, con la successiva "morte" di Bruce Wayne.

    Non ha senso chiedersi chi vinca tra Batman e Superman. Qui non si tratta più di uno scontro di forza, ma di uno scontro di fedi diverse, di modi di pensare diversi: uno malvagio (quello di Superman, anche se a prime vista non sembrerebbe: Superman stesso non se ne rende conto) e uno buono (quello di Batman, nonostante i metodi che lui usa). Perchè Batman è aderente al reale (la vera sofferenza della gente derubata, stuprata, ammazzata), Superman invece no, e fa voli di fantasia (le convenienze politiche, i rapporti tra supereroi e uomini eccetera).

    Di base, Superman resta un "buono", perchè salva l'America da una bomba nucleare: ma non la salva da una ideologia sbagliata che la porta a controllare tutto in modo ossessivo, abbandonando l'uomo a se stesso e obbedendo solo alla legge del più forte. Batman è un "buono" che non segue ideologie: semplicemente, aiuta chi deve essere aiutato e punisce chi deve essere punito. Lo fa in modo imperfetto, perchè lui stesso non è perfetto, e sa di non esserlo: ma Batman non usa questa sua imperfezione come scusa per non fare nulla. Batman ha già vinto su Superman dal punto di vista morale.

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    E ha (quasi) vinto anche dal punto di vista fisico.

     
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    "CARRIE KELLEY. ROBIN."

    Un'altra caratteristica particolare di Dark Knight Returns è quella di avere al fianco di Batman una Robin ragazza. Non è farina del sacco di Miller: infatti, lui ha detto che l'idea glie l'aveva suggerita John Byrne. Nel mondo di Dark Knight i buoni sono pochi e i cattivi sono molti: ma la maggioranza è composta da ignavi, che sono ancora peggiori. Non agiscono, accettano passivamente la situazione e pensano di risolverla col dialogo, come il sindaco (che finirà sventrato dal capo dei mutanti). Oppure sono indifferenti al mondo che li circonda, magari anche guadagnandoci sopra, come il tassista che si fa pagare da chi vuole picchiare una prostituta nella sua macchina.

    Un esempio di ignavi sono proprio i genitori di Carrie Kelley: una tredicenne campionessa di ginnastica, che decide di diventare la nuova Robin, perchè ammira Batman. E lo fa con lo spirito di una cosplayer, indossando il costume e saltando di qua e di là con un costume. I genitori di Carrie neanche si preoccupano di sapere dove sia finita la figlia. Di loro vediamo solo i dialoghi: non sono neanche disegnati. Questo mostra quanto Miller disprezzi gli indifferenti e ignavi: mentre la figlia, invece agisce, seppur in modo infantile. Ma almeno fa qualcosa.

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    Il loro primo incontro


    ALFRED ALIAS BATMAN

    Alfred Pennyworth è il maggiordomo di Batman, la presenza silenziosa che si occupa di tutte le attività secondarie del suo datore di lavoro. Con Batman ha un legame molto forte, essendo stato praticamente il padre adottivo di Bruce Wayne: si era occupato della sua crescita e della sua istruzione, quando da piccolo aveva perso i suoi genitori, amministrando anche tutte le ricchezze della famiglia Wayne. Quindi è ben più di un semplice maggiordomo.

    In Dark Knight Returns Alfred ha un ruolo minimo, di supporto e sostegno: è un'ombra, ma che accompagna Batman/Bruce Wayne fino alla fine. Curiosamente, il suo unico momento importante è proprio quando muore, mentre villa Wayne esplode e anche Batman "muore", almeno per finta.

    Ma per Alfred quello era tutto il suo mondo: Batman, la Batcaverna, la villa da gestire, i conti economici, gli affari privati dell'alter ego di Batman. La fine di quel mondo è la fine anche per lui: il suo vecchio cuore non tregge e muore tranquillamente davanti alla villa che brucia tra le esplosioni che lui stesso ha effettuato, seguendo l'ultimo ordine di Batman. Nel futuro di Bruce Wayne non c'è più posto per Batman, quindi non c'è più posto nemmeno per lui. La morte di Alfred, forse, è la morte definitiva di Batman, quello classico, che c'era una volta. Da questo punto di vista, in effetti, Batman è davvero "morto" alla fine della storia (i seguiti non contano: personalmente ritengo Dark Knight una storia a sè, che si conclude senza vari sequel).

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    L'ultimo saluto di Alfred, maggiordomo inglese fino alla fine. Il fatto che la sua morte sia rappresentata accanto a quella di Batman mostra lo stretto legame che c'è sempre stato tra di loro.


    IL JOKER: LA FINE PERFETTA PER LUI

    Teoricamente, Batman non uccide nè usa le pistole. Ma in Dark Knight Returns ha ammazzato con un fucile il criminale che aveva un neonato in ostaggio. Inoltre, ha usato una pistola per far scoppiare una bomba al plastico quando ha inseguito il Joker al Luna Park. Il Batman di Miller è un Batman che ammette delle eccezioni.

    E, per tutto l'arco narrativo di Batman contro il Joker, lui ha inseguito il criminale con l'intenzione di ammazzarlo. E questo è quello che il Joker ha sempre voluto da lui. Infatti, non vuole sconfiggere Batman, ma farsi ammazzare da lui, perchè vuole distruggerlo interiormente, facendogli provocare un omicidio, trasformarlo così in un assassino e quindi degradarlo fino al suo livello. E' un comportamento degno di un demonio.

    Batman, però, all'ultimo momento, mentre sta per uccidere il Joker strozzandolo, non lo fa e si ferma. Allora il Joker ha un "colpo di genio", se vogliamo chiamarlo così: malridotto com'è, fa ruotare la sua testa in continuazione fino a farsi spezzare il collo e così suicidarsi, ridendo come un folle e dicendo che lo rivedrà all'inferno. Non è riuscito a farsi ammazzare davvero da Batman, ma è riuscito comunque a farsi quasi ammazzare da lui e, col suo suicidio, può provocare finalmente la caduta morale di Batman: da eroe ad assassino. Infatti, dopo la morte del Joker, inizia la quarta e ultima parte che Miller ha chiamato appunto "La caduta del Cavaliere Oscuro".

    La morte di Joker realizzata da Frank Miller è un finale perfetto per un mostro come lui. Sono un'interpretazione e un finale perfetti del personaggio. Quella del Joker di Alan Moore in "Killing Joke", invece, è troppo stucchevole e banalmente nichilista. Moore non ha saputo cogliere nè il dramma nè la malvagità del Joker: lo ha solo assecondato.

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    Joker muore ridendo dopo aver rovinato moralmente Batman. Un finale demoniaco e perfetto per lui, vero e proprio diavolo vestito da pagliaccio..



    LA PSICHIATRIA (E LA MEDICINA) SECONDO MILLER

    E' da notare, tra le altre cose, la scarsa fiducia di Miller negli psichiatri: il Dottor Bartholomew Wolper, lo psichiatra del manicomio criminale Arkham, prima fa mettere in libertà Due Facce, dichiarando che era ritornato sano, e poi fa lo stesso col Joker. Sono stati entrambi dei tragici fallimenti, che hanno provocato un mare di morti.

    Col suo linguaggio da psichiatra, Wolper ipotizza le spiegazioni più assurde e ridicole su Batman: però sono prese seriamente da lui. Per esempio, espone la sua teoria secondo cui Batman ha un comportamento "psicotico/sublimante-psicoerotico", termini tipici del linguaggio delirante degli psichiatri.

    Nel delineare la figura di questo presunto luminare della scienza, Miller esprime la sua disapprovazione per i metodi e le terapie della scienza psichiatrica e psicanalitica. E' un'espressione perfetta dei vari medici e virologi ciarlatani di oggi in TV che hanno spiegato il Covid, i vaccini e il lockdown come se fossero delle verità indiscutibili, anche contraddicendosi a vicenda, provocando un mare di morti e sofferenze (e dando un potere quasi divino ai governanti). Proprio come il dottor Bartholomew Wolper. L'idiota, soprattutto quando è intellettuale, spesso è molto più pericoloso del criminale. Un altro esempio dell'attualità di Dark Knight.

    B4
    Se tutte le strade portano a Roma, pure tutti i discorsi idioti si incontrano sulla televisione e nei mass media.

     
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    LA DIFFERENZA TRA DARK KNIGHT E WATCHMEN (attenzione spoiler!)

    DK2
    Due storie antitetiche: sono l'una il contrario dell'altra.


    Il 1986 è l'anno di uscita di "Dark Knight Returns" e, nello stesso tempo, è anche l'anno di uscita Watchmen di Alan Moore. Autore britannico autoproclamatosi occultista e mago, il giorno che compì 40 anni creò appunto Watchmen, la celeberrima miniserie, assieme al disegnatore Dave Gibbons. Fu una "sessantotto del fumetto" in cui, per la prima volta, i "buoni" presero a non distinguersi più dai "cattivi" e il bene e il male si avvinghiarono in un nastro di Moebius senza capo nè coda.

    Watchmen è considerato da tutti un capolavoro di decostruzione del supereroe: una parola complicata che significa "analisi nelle sue parti": il supereroe viene quindi sezionato e analizzato. Ma, per la verità, questa storia distrugge il supereroe: non cerca nè di analizzarlo nè di capirlo.

    Con Watchmen, infatti, per la prima volta si introducono le filosofie nichiliste e relativiste nel mondo dei supereroi. Ma questo mondo, per sua natura - visto che l'eroe combatte contro il male - è proprio l'opposto del nichilismo e del relativismo. Infatti, i supereroi hanno sempre la funzione di base di difendere il bene e distruggere il male. Ma "bene" e "male" sono concetti alieni al nichilismo e al relativismo, perchè questi due modi di pensare si rifiutano di chiamare "bene" o "male" alcunché, col solo risultato di ottenere un caos senza più ordine nè senso. Che è un altro modo di dire "male", tra l'altro: tra male e caos non c'è molta differenza.

    Un supereroe (o meglio, un normale "eroe") è un modello di base da seguire, perchè mostra l'esistenza del male e la necessità di sconfiggerlo perchè ci sia la vera pace e la vera felicità nel mondo e tra gli uomini. Ma un "supereroe nichilista" è una contraddizione in termini, perchè, in ultima analisi, rinnega se stesso e la sua funzione, non avendo più un bene da difendere nè un male da attaccare. E questa è appunto la conclusione di Watchmen, che termina in un fallimento totale dei personaggi nel loro ruolo.

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    Gli stessi colori, grigi e smorti, mostrano già la loro disfatta. Per non parlare dei termini detti qui: "immondezzaio", "fango" "gufo notturno", che non sono certo termini allegri. Tristezza, rassegnazione, sporcizia, disprezzo e odio per l'uomo sono le costanti di questo fumetto.


    Dark Knight è una storia che mostra il peso di dubbi, ansie e insicurezze del supereroe (simile alla lettura di Stan Lee dei "supereroi con superproblemi"). Ma soprattutto - a differenza di Watchmen - dice che l'eroismo sta proprio nel guardare in faccia le proprie debolezze umane facendone occasione e strumento, mai usandole come scusa per giustificare il proprio fallimento.

    Nonostante i due autori, Moore e Miller, siano spesso affiancati, l'uno è l'antitesi dell'altro. Se Moore disfa, Miller restaura; quando il relativismo di Moore impera, è ora che il "Cavaliere Oscuro" di Miller - cioè l'eroe vero, non quello falso - ritorni.

    Invece di essere schiavo delle proprie miserie, come lo sono tutti i personaggi di Watchmen, Batman è sì consapevole delle sue miserie, ma le usa per il suo scopo di base, cioè affrontare e sconfiggere il male. E soprattutto chiamando il "male" così com'è, senza tanti giri di parole moebiusane come fa Alan Moore in "Watchmen". Batman sa di non essere perfetto, ma sa anche che questa non deve essere una scusa per non agire.

    Invece, i personaggi di Watchmen, in particolare l'onnipotente e abulico Dr Manhattan, in sostanza non agiscono: restano inerti e rassegnati, come se fossero dei morti che camminano. L'unica eccezione è Rorschach, che è anche - guarda caso - l'unica persona che viene ammazzata dagli stessi eroi per aver voluto combattere il male che loro stessi hanno commesso e accettato. I personaggi di Watchmen non hanno nulla da combattere, perchè si sentono già dei vinti sin dalla prima vignetta. Tutto il contrario del Batman di Miller.

    W
    Rorschach: "Aiuto, Batman, questi qua mi vogliono ammazzare!"


    Riassumendo: la differenza di base tra Dark Knight e Watchmen è che il primo dice che esiste il bene e il male, e quindi esiste la verità: essa non dipende dall'uomo nè dalle sue voglie, ma è fuori dall'uomo, è sopra l'uomo, guida l'uomo, fa star bene l'uomo, che è fatto appunto per la verità. "Verità" è un altro modo di dire "Dio".

    Watchmen, invece, dice che non esiste la verità, e la verità è solo quella che ci creiamo noi. Essendo questa una menzogna, questa definizione è un altro modo per dire "satana" o "diavolo".

    Quindi sono esattamente agli antipodi. E la visione giusta, corretta, è quella eroica di Dark Knight, mentre quella sbagliata, errata è quella nichilista di Watchmen.
     
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    NEIL GAIMAN E "DARK KNIGHT"

    Il sito Fumettologica ha postato un commento di Neil Gaiman su Dark Knight: il commento fu pubblicato a metà degli anni '80 ed è citato ancora oggi. Ma prima di parlarne è meglio se presento un pò l'autore, che è conosciuto soprattutto tra i suoi fan, ma non ha una sua base popolare.

    B


    Neil Gaiman è uno scrittore britannico, famoso per opere come Sandman, Black Orchid, American Gods, Miracleman, gli Eterni (disegnati da John Romita Jr). E' un autore irrequieto e intimista. Spesso le sue storie, più che trame, sono pensieri, riflessioni consolatorie o inquietanti, ma di rado storie vere e proprie. Sostiene l'ecologismo, il femminismo, il pacifismo; è contro la famiglia e in particolare contro la religione, vista come mito (è il concetto base di Sandman e American Gods).

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    Sandman, forse il personaggio più noto di Gaiman.


    Gaiman preferisce una religione fai-da-te, tipo quella che si costruiscono i giapponesi: "Se non fossi uno scrittore, vorrei essere un designer di religioni. Avrei un negozietto in cui la gente entrerebbe a chiedermi una religione fatta su misura per loro." ha dichiarato una volta. Non ce n'è bisogno, Neil, grazie: fanno già tutto da soli.

    E' visto come uno scrittore controcorrente, ma per la verità è conforme al pensiero del mondo moderno, riassumibile in "non esiste la verità, se non quella che ci creiamo noi". E se non c'è verità, l'unica alternativa è il caos. Infatti, i fumetti di Gaiman sono "caotici" per eccellenza perchè rifiutano la realtà in quanto tale. Esperto del marketing di se stesso, Gaiman ha saputo costruirsi la fama di autore dei fumetti "una spanna sopra gli altri", tipo Alan Moore (molto simile a Gaiman in quanto a tematiche).

    Come ho detto, nel 1986 Gaiman ha fatto una recensione su Dark Knight: trascrivo in grassetto le sue osservazioni, poi metto i miei commenti. Parlando di Batman, Gaiman dice:

    "Le fantasie a cui siamo esposti da piccoli sono quelle che ci manipolano per tutta la vita: che si tratti di Paperino, Mad Magazine o le vecchie bottiglie di vetro della Coca Cola."

    Le considerazioni sui sogni, visti come la fuga dalla realtà, sono il marchio distintivo di Gaiman. Con la sua osservazione sulle fantasie infantili e sulla loro capacità di manipolare l'uomo, Gaiman descrive l'uomo come se fosse un idiota istintivo e non una persona dotata di ragione, pensiero, riflessione. L'uomo non è solo istinto.

    "Si nota l'evoluzione del personaggio di Batman, dal vigilante delle origini all’eroe degli anni '60 a Dark Knight, che è il primo graphic novel supereroistico americano. I "mass-media" di Dark Knight sono utilizzati come coro greco.

    A dir la verità, il coro greco sottolineava le azioni dell'eroe: non interrompevano la narrazione ad ogni momento, come fanno invece i mass-media in Dark Knight. Possono essere tante cose, ma un coro greco no.

    Batman-1


    "La società in Dark Knight é la metafora dell’America dell’epoca: le gang di ragazzi sono gli yuppie di oggi, solo con un miglior senso del vestire e un linguaggio peggiore"

    C'è anche la piccola differenza che queste "gang di ragazzi" ammazzavano donne innocenti in metropolitana facendo una strage, solo per riderci sopra. Non mi ricordo se gli yuppie degli anni '80 facessero la stessa cosa, ma non credo.

    "Critico molto i meccanismi narrativi di Dark Knight. Per esempio, la sottotrama che coinvolge il Joker sembra appartenere a una versione preliminare della storia. È ininfluente ai fini della trama"

    Non capisco come possa essere ininfluente: che senso ha fare una storia conclusiva del Batman senza Joker? Senza contare che il Joker è presente sin dall'inizio, per poi agire più avanti. Inoltre, è proprio con la storia del Joker che inizia il finale della saga di Dark Knight. E' persino una storia divisa in due parti, mentre le prime due storie di Dark Knight erano autoconclusive. E' un passaggio molto importante, non ininfluente.

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    "Critico pure la condotta morale di Miller, che non riesce a prendere sul serio la vicenda, restando nel mondo delle convenzioni fumettistiche. Non riesce ad avere la botte piena e la moglie ubriaca. Il suo interesse per gli effetti che Batman avrebbe avuto in quel mondo sono subordinati alla trama. Il suo tentativo di creare ambiguità morali sfocia in una nebbia morale, come nel caso della gang di mutanti che, nel finale, diventa l’esercito di Batman."

    Non capisco quali siano queste "convenzioni fumettistiche": è un termine troppo generico, può significare qualunque cosa. Comunque, visto che parliamo di "morale", se Batman è un eroe, che bisogno ha Gaiman di volere delle "ambiguità morali"? Un Batman depravato o pervertito non può essere un "ritorno del Cavaliere Oscuro": al massimo è un "ritorno del Cavaliere che si fa le pere".

    "Il Batman di Miller è un prodotto degli anni Ottanta."

    E allora perchè lo stampano ancora adesso nel 2021? E ne discutono ancora adesso?

    "Batman è una creatura oscura tanto quanto il mondo che sta combattendo."

    E' sbagliato. Se Batman fosse oscuro come quel mondo, non lo combatterebbe. Mi sembra logico.

    E' da notare che, nella prima pagina della storia, Bruce Wayne sfreccia su un’auto da corsa rischiando la vita, dicendo "sarebbe una bella morte, ma non abbastanza" dicono le didascalie (in Dark Knight i balloon di pensiero scompaiono per la prima volta). Bruce Wayne è guidato dal suo senso di giustizia, ma si rende conto di non essere abbastanza forte da mantenerla: quindi nella prima pagina si lascia andare alla disperazione; ma nella storia si rialza, e l'ultima frase di Bruce Wayne di Dark Knight fa riferimento proprio alla frase della prima pagina, concludendo tutto il percorso che ha fatto il personaggio. Un percorso di risalita, non di caduta. Batman non è "oscuro" come il mondo che sta combattendo, anzi cerca di dargli una luce.

    "Miller ha condensato con efficacia tutte le incarnazioni di Batman: quella di Bob Kane, di Bill Finger e Dick Sprang, quella di Infantino, Adams e Rogers, perfino quella di Adam West."

    Queste influenze io non le ho viste per nulla: se ci sono, saranno invisibili. Il Batman di Miller è essenzialmente un caso a sè, non è una macedonia di stili.

    "Batman è come l'Ispettore Callaghan e di chiunque ponga se stesso al di sopra della legge: qualcosa che funziona, come comprende bene Miller, solo se la legge è ritratta come inerme e intenta a condonare il crimine."

    Questa osservazione mi sembra troppo semplicistica. Quando la legge è debole, o sta dalla parte dei criminali (che in pratica è la stessa cosa), rinnega se stessa. Batman indica il bisogno di giustizia che ha ogni uomo, davanti non solo all'ingiustizia, ma anche davanti al tradimento di chi dovrebbe combattere l'ingiustizia, ma non lo fa.

    W


    "Nella teologia del Nuovo Testamento, ricordo che ci insegnarono di "Kerigma" e "Didaché". "Kerigma" sono gli insegnamenti che vanno agli iniziati – potrei sbagliarmi – e "Didaché" sono gli insegnamenti che vanno al mondo, di tipo evangelico. La trama di Dark Knight era probabilmente un testo di 250 parole di "Didaché". Era molto “Guarda, sto cercando di scrivere qualcosa affinché le persone che nemmeno sanno che i fumetti meritano di essere presi sul serio prendano sul serio un fumetto di Batman”. Riguardandolo ora, penso che avrei dovuto fare "Kerigma". Avevo l’opportunità di scrivere qualcosa di ragionato per le persone che conoscevano quel mondo e volevano superarlo."

    Qui Gaiman non è molto chiaro, comunque sembra di capire che il "Dark Knight" Miller ha fatto un Batman iniziatico per gli esperti e un Batman comune per la gente comune. A dire il vero, entrambi i Batman coincidono. Poi è normale che chi conosce Batman comprende meglio i riferimenti fumettistici: ma non ci sono "percorsi iniziatici" in Dark Knight.

    Inoltre, Gaiman sula Chiesa Cattolica sbaglia: la Chiesa ha un solo insegnamento. Non ne ha due, uno per gli iniziati e uno per le persone comuni. "Non c'è nulla di nascosto che non venga svelato" dice Gesù. Quello che dice la Chiesa è tutto detto apertamente a tutti: non esistono "parole iniziatiche segrete". La Chiesa non è la Massoneria, che di "parole iniziatiche segrete" invece ne ha a tonnellate. Anzi, la Massoneria è una realtà che la Chiesa combatte da sempre.

    Riguardo alla terminologia, il "Kerigma" è solo l'annuncio in sintesi della Chiesa, cioè: "Gesù Cristo è risorto". La "Didaché" è solo l'insegnamento della Chiesa che spiega a tutti il Kerigma, cioè l'annuncio che Gesù Cristo è risorto. Tutto qui. Niente di iniziatico, nè di segreto, nè di riservato: basta leggere un Vangelo cattolico che puoi prendere in ogni libreria.
     
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8 replies since 2/3/2021, 14:24   129 views
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