HEIDI DOSSIER

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    HEIDI, TI SORRIDONO I MONTI - DOSSIER

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    TRAMA

    Siamo alla fine dell'800: a Maienfield, un villaggio situato sulle Alpi svizzere, una ragazza, Dete, porta con sè una bambina di cinque anni: sua nipote Heidi, figlia di sua sorella Adelaide, morta da poco, dopo la morte del marito di lei, Tobias. Dete porta Heidi alla baita del padre di Tobias, e quindi nonno di Heidi: il Vecchio dell'Alpe, un tipo burbero e solitario, temuto da tutti in paese per il suo carattere. Dete aveva appena trovato lavoro a Francoforte e non può badare ad Heidi: quindi vuole consegnarla al Vecchio dell'Alpe, anche se non sono in buoni rapporti. Dopo che Dete se ne va, Heidi e il nonno iniziano a vivere insieme. Per la bambina tutto è meraviglioso: il letto di fieno sul soffitto, il cane Nebbia, il suo nuovo amico Peter che lei accompagna sempre ai pascoli. Ma, tempo dopo, Dete ritorna per portare via Heidi: ha trovato un posto per lei a Francoforte come dama di compagnia per Clara Sesemann, una bambina un pò più grande di lei, paralizzata alle gambe. Heidi e Clara entrano subito in simpatia, ma la tutrice di Clara, la severa signora Rottenmeier, fa sentire in prigione le due bambine. E questo avviene in modo particolare su Heidi, che deperisce sempre di più, rimpiangendo le sue montagne: nè la nonna di Clara, nè il signor Sesemann, padre di Clara, pur aiutandola, comprendono appieno la gravità del suo stato, che raggiunge persino situazioni di sonnambulismo. Ma il dottore di Clara si accorge dello stato di salute di Heidi e capisce che bisogna riportarla immediatamente nella sua baita delle Alpi: rischia letteralmente di morire di nostalgia. A Clara dispiace che Heidi se ne vada, ma le promette che la raggiungerà. Una volta ritornata, il nonno ne è contento, ma capisce che Heidi sta crescendo e quindi deve cominciare a frequentare la scuola. Per questo scende in paese, mettendo a posto la sua vecchia casa che aveva lì tempo fa: così Heidi potrà andare a scuola in inverno, perchè è troppo difficile raggiungerla dalla baita quando fa freddo. A primavera/estate, arriva Clara, nonostante le perplessità della Rottenmeier e, inizialmente, dello stesso dottore. Clara osserva con sorpresa il mondo di Heidi, del quale la sua amica le aveva sempre parlato. Il nonno comincia a pensare che Clara potrebbe camminare, e, quando arriva la nonna di Clara per salutarla, ad un certo punto la bambina si alza, appoggiata ad un albero, perchè una mucca l'aveva spaventata. La nonna di Clara capisce che il vecchio dell'Alpe aveva ragione e gli affida la nipote. Dopo diversi tentativi, grazie ad Heidi e al nonno, Clara riesce a camminare, sorprendendo sia la nonna che il padre. Sta arrivando però l'inverno, e Clara deve ritornare a Francoforte, perchè non può reggere il rigore dell'inverno sui monti. Ma Clara promette che tornerà a primavera e la raggiungerà con le gambe. Heidi e Peter passano l'inverno attendono l'arrivo di Clara, che accadrà, anche se non sarà raccontato nella storia.

    HEIDI IN ITALIA

    L'impatto di Heidi sugli italiani fu impressionante. Anche se quello di Atlas Ufo Robot, venuto poco dopo, fu ancora più popolare di Heidi, tuttora la pastorella delle Alpi è replicata da quarant'anni nei canali televisivi, a differenza di Goldrake, che, nonostante il suo enorme successo, ebbe molti problemi sociali (le proteste dei genitori) e di natura legale (il fatto di non essere stato trasmesso in accordo con la TOEI). Heidi, invece, ebbe una trasmissione tranquilla e continua, regolare e costante, con le sue repliche, libri, fumetti, figurine.

    LA TRASMISSIONE

    Heidi fu trasmessa in Italia per la prima volta dal 7 Febbraio al 6 Giugno 1978, dal Lunedì al Giovedì, tutti i giorni alle 17,30 su Rai 1 (allora Rete1). Inoltre, dopo due mesi di trasmissioni, il 4 Aprile, arrivò su Rai 2 (Rete 2), la rete rivale, il suo avversario più tosto: Atlas Ufo Robot col suo successo strepitoso a livello persino di cultura e di costume. Quando Atlas Ufo Robot finì il suo primo ciclo di trasmissioni, il 6 Maggio 1978, Heidi era ancora in onda: quindi i problemi di share scomparvero. Inoltre, non erano dei problemi molto rilevanti riguardo agli orari: Heidi veniva trasmesso al pomeriggio e Goldrake alla sera. Senza contare che a quei tempi non esisteva ancora Rai 3 (sarebbe venuta nel 1979, un anno dopo); quindi Rai 1 e Rai 2 erano i soli canali televisivi presenti, a parte quelli minori come Telemontecarlo.

    JOHANNA SPYRI, L'AUTRICE

    Johanna-spyri


    Johanna Louise Heusser, maritata Spyri, la futura autrice di Heidi, nacque a Hirzel, in Svizzera, il 12 Giugno 1827, da famiglia protestante. Era la quarta di sei figli. Suo padre, Johann Jacob, era un medico, che diede alla figlia il suo stesso nome: ed è da ricordare la figura del medico dei Sesemann, che permette di sbloccare la situazione e di riportare Heidi a casa da Francoforte: probabilmente un omaggio al padre. Sua madre, Meta Heusser-Schweizer, era una poetessa che scrisse poesie religiose e inni sacri: era infatti figlia di pastori protestanti. Le sue poesie parlavano del legame tra le Sacre Scritture e le montagne: una cosa che probabilmente influenzò la figlia. Il fratello maggiore della Spyri, Jacob Christian, fu un cristallografo e geologo. Il paese di Hirzel si trova nel Cantone Zurigo, a nord della Svizzera e al confine con la Germania. A Hirzel si trova ancora oggi la sua casa della famiglia Heusser, tramutata in museo. Come si può vedere, era una villa: le condizioni di famiglia dell'autrice erano molto agiate.

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    La casa di famglia di Johanna Spyri.


    Spesso Johanna andava dai nonni a Maienfield, il paese dove ambienterà le storie di Heidi: ne conserverà sempre un caro ricordo. Nel 1852 Johanna si sposò con Johann Bernhard Spyri, un avvocato e giornalista che veniva dalla capitale, Zurigo, e che faceva parte della ristretta cerchia di amici di Wagner, il famoso compositore tedesco. Johanna lasciò la campagna dove viveva e andò a vivere con lui a Zurigo: ma il diverso modo di vivere dalla campagna alla città le causò una crisi depressiva. Trasferendosi davanti al lago di Zurigo, la salute di Johanna migliorò e iniziò a scrivere un romanzo in cui mise la sua esperienza personale, appunto Heidi. La Spyri morì a Zurigo il 7 Luglio 1901: sulla sua tomba, sempre a Zurigo, c'è, in tedesco, un passo dei Salmi: "Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza" (Salmi 39, 8).

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    La tomba di Johanna Spyri.



    HEIDI: IL ROMANZO ORIGINALE

    Il romanzo di Heidi è diviso in due libri: "Gli anni di formazione e peregrinazione di Heidi" (1880) e "Heidi può servirsi di ciò che ha imparato" (1881), riunite poi nell'unico romanzo "Heidi", ambientato nei tempi allora contemporanei, cioè alla fine dell'800. Il romanzo fu tradotto in 50 lingue e fu un grande successo nel campo della letteratura mondiale dell'infanzia e, negli ultimi decenni, anche grazie all'anime.

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    Tuttavia, Heidi non fu l'unica opera della Spyri, ma solo la più famosa: nel suo attivo ci sono ben 31 libri, 27 volumi narrativi e 4 brochure. Tutte le sue opere criticano il periodo della rivoluzione industriale nel suo tempo, che tendeva già allora a disumanizzare il lavoro, in particolare la famiglia, le giovani donne e i bambini. Anzi, per i bambini in particolare la Spyri sentiva di provare una vera apprensione: infatti, molti suoi libri hanno come sottotitolo "Una storia per bambini ed anche per coloro che amano i bambini". Le difficoltà di Heidi a Francoforte si possono vedere anche sotto questa luce.
    Recentemente, si è sostenuto che la Spyri prese spunto per la storia di Heidi dal romanzo di Hermann Adam Von Kamp, un insegnante tedesco: "Adelaide, la ragazza delle Alpi". Ma le attribuzioni sono incerte, perchè si sono rilevate molte differenze tra le due opere. L'argomento è ancora dibattuto tra gli studiosi. Il romanzo di Heidi ha anche un seguito apocrifo: "Heidi cresce" (1938) e "I bambini di Heidi" (1939) di Charles Tritten, il traduttore della versione tedesca di Heidi.

    QUALCHE CONFRONTO TRA IL LIBRO E L'ANIME

    Nell'anime non si sa nulla del nonno, nemmeno il nome. E in effetti non contava davvero saperlo: tutta la storia dell'anime è vista attraverso gli occhi di Heidi, quindi per lei - e per noi - era "il nonno" basta. Proprio come farebbe un bambino. Nel romanzo originale, invece, si parla del passato del nonno, in cui perse tutto al gioco e si arruolò nell'esercito, uccidendo un uomo in una rissa. A causa del suo passato turbolento, si isolò da suoi compaesani. Suo figlio - il padre di Heidi - si chiamava Tobia, o Tobias. Inoltre, l'elemento religioso, presente nel romanzo, è assente nell'anime: Il vecchio dell'Alpe, se nell'anime non va mai in chiesa, alla fine, invece, nel romanzo, si converte e ci va. L'anime di Heidi è orizzontale, non ha tendenze religiose verso l'alto, almeno non apertamente. Infatti, queste tendenze sono presenti in ogni momento attraverso lo stupore della bambina, che si ripete per ogni evento; attraverso la vicinanza dei monti al cielo; attraverso il rimpianto dei monti, che equivalgono ad un paradiso perduto; attraverso la croce sopra il mucchio di pietre del pascolo di Peter in cima ai monti; attraverso il quadro devozionale della Madonna nella casa della nonna di Peter; attraverso la quotidianità serena della gente; attraverso la presenza, nascosta, ma visibile, della chiesa in mezzo al paese e delle varie croci sui numerosi tetti a punta. E' una religiosità implicita, più che mostrata.
     
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    I VARI FILM DAL VERO DI HEIDI

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    "Così tanti?" "Eh, si!"


    IL PRIMO FILM DI HEIDI FU AMERICANO

    Per essere precisi, il primo film in assoluto di Heidi fu un cortometraggio americano del 1920 interpretato da Madge Evans, ai tempi del muto. Successivamente, sempre in America, nel 1937, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, fu prodotto dalla Twientieth Century Fox il primo film sonoro (che era un musical) su Heidi, che in Italia fu intitolato "Zoccoletti olandesi" (e mi chiedo che cavolo c'entrino l'Olanda e i suoi zoccoli con la Svizzera), mentre nell'originale era semplicemente “Heidi”.
    Il film è molto breve, qualcosa come 80-90 minuti. La parte di Heidi fu interpretata da Shirley Temple. Era un film manierato e piuttosto melenso, ma adatto ai tempi. Ci sono state delle variazioni della storia originale: per esempio, Clara (Klara nel film: anche nel romanzo originale, comunque, è chiamata così) perde l'uso delle gambe per un incidente e non per la poliomielite, come nel romanzo. E il padre di Clara, Sesemann, non ha nessuna intenzione di riportare Heidi dal nonno, visto che Clara sta bene con lei (anche questa scena non compare nel romanzo). Inoltre, tra le scene inventate dal regista e assenti nel libro, spicca vistosamente quella della Rottenmeier che cercava di vendere Heidi agli zingari, :huh: perchè la mocciosa aveva guarito Clara già quando era a Francoforte (e non sulle Alpi come nel libro). Quindi la Rottenmeier, rimasta senza lavoro, voleva vendicarsi: il personaggio è messo in una luce talmente negativa che qui ci fa la figura della nazista. :lol: Ovviamente il nonno, giunto a Francoforte da solo (!) libera Heidi e la storia finisce con una bella tavolata in montagna stile villaggio di Asterix. Non si sa esattamente quando il film è stato trasmesso in Italia, ma si presume sia lo stesso anno del film in America, il 1937.

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    Il Vecchio dell'Alpe con Heidi/Shirley Temple.


    E' da notare che l'anime di Heidi non fu mai trasmesso in America: solo nel 1985 fu prodotto un lungometraggio in VHS nato dal taglio delle scene principali di tutti gli episodi dell'anime. Quindi, per gli americani, Heidi è soprattutto la Shirley Temple di questo film.

    LA PRIMA HEIDI DI UN REGISTA ITALIANO (IN UN FILM SVIZZERO, PERO')

    Successivamente, Luigi Comencini, il regista famoso per Pane, amore e fantasia e il telefilm di Pinocchio in TV con Nino Manfredi, fece nel 1952 un altro film, in bianco e nero, su Heidi: "Heidi - Sono tornata per te". Questo è il titolo italiano, ma il titolo originale era "Heidi" e basta, come il primo film. Anche questo film è piuttosto breve: un'ora e mezza scarsa (97 minuti, leggermente più del precedente). Comencini fece questo lavoro grazie alla proposta di un produttore svizzero, che aveva visto il suo film Proibito rubare, una storia in cui un prete si prende cura degli scugnizzi napoletani, i ragazzini che vivono di espedienti e ruberie. Vedendo come Comencini sapeva gestire gli attori bambini, questo produttore svizzero gli chiese allora di occuparsi del personaggio più popolare del suo paese, appunto Heidi.
    A Comencini, comunque, non piaceva lo spirito montanaro-patriottico di cui era pieno il romanzo, e cercò di concentrarsi sulla protagonista. Prese come attori dei bambini presi dalle scuole elementari svizzere. La parte di Heidi fu interpretata dalla sconosciuta Elsbeth Sigmund. Il film ebbe molto successo all'estero: non solo in Svizzera, ma anche in Germania e persino in America, dove avevano già visto la versione con la Shirley Temple. In Italia, invece, ebbe assai meno successo e lo spacciarono per una storia d'amore, cambiando appunto il titolo e trasformandolo in uno tipico da collezione Harmony (e a Comencini la cosa non piacque). Il successo del film all'estero, comunque, fu tale che in Svizzera gireranno un seguito a colori, però non diretto da Comencini: "Heidi torna a casa", (Heidi und Peter nell'originale, 1955) dello sconosciuto regista Franz Schnyder, con gli stessi attori protagonisti. Qui Clara, guarita, va a incontrare Heidi sui monti (una scena che purtroppo nell'anime non accade).

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    Nell'ordine, da sinistra a destra: Peter, il Vecchio dell'Alpe, Clara (quella alta), Heidi (quella bassa)e la Rottenmeier.


    Anche in questa versione di Comencini, Clara guarisce a Francoforte senza andare sulle montagne con Heidi: si vede che era una scena difficile da fare in montagna? Boh. Curiosità: pure qui Clara è chiamata in modo tedesco Klara e la Rottenmeier è chiamata Rottenmeyer con la "y", che suona quasi come il nome di un dobermann (il mastino Rottweiller, appunto. Orpo. :blink: ). Inoltre, non si capisce il senso del titolo italiano del film: chi è che "è tornata per te?" Heidi che torna alla baita del nonno, per via di Peter forse? Boh.
    Riguardo all'anime di Heidi, che era sul punto di essere trasmesso per la prima volta in Italia, Comencini disse:

    "Non sapevo che ne avessero tratto anche dei fumetti (nota: in verità sarebbe un cartone animato, ma vabbè), ma voglio proprio vedere come hanno fatto a tirar fuori tante ore di trasmissione da una storia piuttosto corta e senza tanti colpi di scena. Per me non è stato facile neppure arrivare ad un'ora e mezzo di film. E poi alcune scene le ho proprio inventate."1

    GLI ALTRI FILM DI HEIDI (elenco non esaustivo)

    Seguendo l'onda del successo del cartone animato, nel 1978 fu trasmesso un film francese di Heidi con attori veri, "Heidi à la montagne" con una certa Katia Polletin che interpretò una Heidi riccioluta. Un ricordo di Shirley Temple "riccioli d'oro"?

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    Anni dopo, nel 1993, la Walt Disney fece un film che ebbe un discreto successo, sempre col titolo "Heidi". June Seymour è una Heidi molto tirolese, poco "pastorella". E' da notare che con questo film sono passati quasi vent'anni dalla trasmissione dell'anime prima di decidersi a fare un film su Heidi. Si temeva il confronto con l'anime?

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    Nel 2005, è la volta di un ennesimo film intitolato "Heidi": stavolta inglese, con Max Von Sidow (il cavaliere del Settimo Sigillo e il prete coprotagonista dell'Esorcista) che fa la parte del nonno, mentre Heidi è una tal Emma Bolger, una Heidi un pò moderna con tanto di capelli lunghi e fermaglio nei capelli. Una Heidi un pò troppo "cittadina" che "pastorella".

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    Inoltre, è indimenticabile - nel senso che è così orrenda che non la si può dimenticare :sick: - la versione animata in 3D di Heidi, realizzata nel 2014 dalla società francese Studio 100. 39 episodi, al posto dei 52 della seria anime classica, con un aspetto grafico indegno e con una Heidi talmente fatta male da essere la caricatura della versione originale di Yoichi Kotabe. Come se non bastasse, la storia in certi punti è stata cambiata: per esempio, Dete va a vivere con Heidi in casa Sesemann e poi si fidanza col maggiordomo Sebastiano.

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    Infine, ricordiamo il film svizzero-tedesco (dopo tanti film esteri, si ritorna in patria) "Heidi" del 2015 con una certa Anuk Steffen che fa una Heidi un pò maschiaccio.

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    1 estratto dall'intervista a Comencini dal titolo Quando e come ci pensò Comencini di Fiammetta Rossi, Radiocorriere TV n.6, Febbraio 1978. L'anime di "Heidi" sarebbe stato trasmesso poco dopo l'intervista, a partire dal 7 Febbraio, quindi stavano parlando di una serie che non conoscevano ancora.
     
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    LA ZUIYO ENTERPRISES, LO STUDIO DI ANIMAZIONE DI HEIDI - ASCESA E CADUTA

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    I personaggi della Zuiyo Enterprises: oltre ad Heidi, tra gli altri si nota Vickie (o Vicky) il vichingo.


    Heidi fu realizzata dallo studio di animazione Zuiyo Enterprise, o Zuiyo Eizo. La Zuiyo divenne famosa, oltre per il personaggio di Heidi, anche per la realizzazione di Vicky il vichingo (una coproduzione nippo-tedesca) e l'Ape Maia (una coproduzione nippo-austriaca-tedesca). Per avere un'idea cronologica della sua produzione a grandi linee, ecco qui una tabella:
    1974: Heidi (in coproduzione con la tedesca Taurus Film)
    1974-1975: Vicky il vichingo (in coproduzione con la tedesca Taurus Film)
    1975-1980: L'Ape Maia (in coproduzione con la austro-tedesca Apollo Film)
    Però nel 1975 la Zuiyo dovette dichiarare fallimento, a causa dell'eccessivo costo delle sue produzioni (Heidi in particolare), nonostante l'enorme successo avuto. Per far fronte ai debiti accumulati, la Zuiyo Enterprise dovette scindersi in due parti: la prima divenne un'azienda chiamata semplicemente Zuiyo, che deteneva i diritti di Heidi e depositava i debiti contratti fino ad allora. La seconda divenne un altro studio di animazione, la famosa Nippon Animation, che diventerà famoso per i meisaku (anime tratte da opere occidentali) che produrrà: Anna dai capelli rossi, Peline Story, Papà Gambalunga, Lovely Sara, eccetera. Senza il successo di Heidi, queste serie non sarebbero mai nate. L'Ape Maia in particolare, diventò così sia il prodotto della Zuiyo Eizo che della Nippon Animation, visto che la sua trasmissione è continuata oltre il 1975.

    GLI AUTORI DI HEIDI: PRESENTAZIONE

    L'idea di una versione anime di Heidi a episodi risale al 1967, per opera del produttore Shigehito Takahashi, il direttore (presumo) della Zuiyo Enterprises, che lesse il libro più volte. Bisogna però attendere il 1971 per l'inizio dei preparativi della produzione di Heidi, per la quale, nel 1973 vengono assunti gli stessi autori de "La grande avventura del piccolo principe Valiant", film del 1968, tribolato ma realizzato da grandi autori desiderosi di sperimentare: Isao Takahata, Yoichi Kotabe e Hayao Miyazaki. Oltre a questi autori, c'è stato anche Masahiro Ioka, il direttore artistico della serie e celebre artista per i suoi disegni della natura: fu decisivo per la qualità e il successo di Heidi. Secondo Takahata, se Ioka non ci fosse stato, Heidi sarebbe stata molto diversa. Ioka è stato molto importante nel processo di produzione, perchè ha capito come un ambiente possa influenzare i sentimenti del pubblico. Infatti lui riusciva a dare una vera vita ai disegni che gli sottoponevano, grazie ai suoi pennelli, dando una vera e propria sensazione di "reale" dell'ambiente montano e cittadino di Heidi. Il desiderio di perfezione che Takahata voleva non era facile da ottenere da un punto di vista artistico, visto che si sta parlando di un anime con migliaia di disegni, non di un quadro. Ma Ioka questo lo sapeva bene e aveva fatto molte ricerche personali per rispondere alla richiesta di Takahata. Durante la produzione di Heidi, Ioka è stato circondato da un team di collaboratori, ha preso ogni disegno fatto da loro ed è stato sotto i suoi pennelli che l'anime ha potuto avere una vera vita nell'ambiente circostante. Per qualche motivo mai spiegato, purtroppo oggi non ci sono molti disegni originali del lavoro di Ioka su Heidi. Inoltre, Takeo Watanabe, il musicista, introdusse delle colonne sonore impeccabili, da film. Fu anche lo stesso musicista dei motivi di Candy Candy e Gundam. Ascoltando i motivi di Watanabe che accompagnano le immagini di Heidi, sembra di sentire il sapore dei sentieri di montagna, di camminarci, di respirare quell'aria. Tra gli altri autori, ricordiamo Yoshiyuki Tomino, il futuro autore di Gundam: per Heidi si occupò degli storyboard di alcune puntate. Il fatto stesso di distribuire questi incarichi (character designer, ecc.) era già una novità a quei tempi. Si trattava di un'esigenza di divisione delle parti di lavoro venuta fuori durante la preparazione del film di Valiant.

    ISAO TAKAHATA, IL REGISTA DI HEIDI: BIOGRAFIA IN BREVE

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    1935: Isao Takahata nacque il 29 Ottobre 1935 a Ujiyamada, nella prefettura di Mie, a sud del Giappone. Si laurea in letteratura francese.
    1959: Lavora alla Toei Doga e debutta dirigendo alcun episodi di Ken il ragazzo lupo ("Okami shonen Ken")
    1968-69: Lavora come regista al lungometraggio La grande avventura del piccolo principe Valiant - La spada del sole ("Taijo no oji - Horusu no daboken") e inizia il suo sodalizio con Hayao Miyazaki. Yasuo Otsuka, esperto dell'animazione, scopre il talento di entrambi.
    1971: Lavora con Miyazaki sul lungometraggio Gli allegri pirati dell'Isola del Tesoro ("Dobutsu Takarajima"). E' il suo ultimo lavoro alla Toei.
    1972: Lavora con Miyazaki sul cortometraggio Panda piccolo panda ("Panda Kopanda") per conto della A Productio di Yasuo Otsuka.
    1973: Collabora con Miyazaki nella prima serie di Lupin III ("Rupan sansei")
    1974: E' il regista di Heidi per la Zuiyo: è il suo primo lavoro di autore completo.
    1976: E' il regista e il parziale sceneggiatore di Marco-dagli Appennini alle Ande ("Haha wo tazunete sanzenri") per la Nippon Animation.
    1979: E' il regista di Anna dai capelli rossi ("Akage no Anne"), sempre per la Nippon. Anche qui Miyazaki realizzerà solo i fondali.
    1982: Realizza Goshu il violoncelista per la Oh! Producton.
    1982: Realizza Chie la monella ("Jarinko Chie")
    1984: Diventa produttore di Nausicaa della Valle del vento ("Kaze no tani no Nausicaa"): la regia è di Miyazaki.
    1985: Fonda lo studio Ghibli con Miyazaki.
    1987: E' il produttore di Laputa, il castello del cielo; anche qui Miyazaki sarà il regista.
    1988: Sceneggia e dirige Una tomba per le lucciole per la Ghibli.
    1991: Sceneggia e dirige Pioggia di ricordi ("Omohide Poroporo") per la Ghibli.
    1994: Sceneggia e dirige Pompoko per la Ghibli.
    1999: Sceneggia e dirige I miei vicini Yamada per la Ghibli. E' anche un richiamo al suo paese natale, Ujiyamada.
    2013: Sceneggia e dirige La storia della Principessa splendente per la Ghibli.
    2018: Muore il 5 Aprile 2018 a Tokyo per malattia.

    MIYAZAKI E I LAYOUT

    L'autore più famoso tra tutti, al quale per diverso tempo - e in certi ambienti ancora adesso - è stata attribuita erroneamente la paternità di Heidi, è Hayao Miyazaki. Ma in questa serie, come ho detto, lui fu solo l'autore degli sfondi, layout nel linguaggio tecnico. Per essere precisi, sono dei disegni da usare come punto di riferimento per la realizzazione della scena con tutto ciò che è incluso in ogni singola inquadratura: i personaggi, gli sfondi, gli oggetti in movimento, e così via, mostrando anche la prospettiva da adottare (ad esempio indicando cosa si trova in primo piano e cosa sullo sfondo), rispettando le indicazioni registiche di Takahata. Sono quindi dei lavori di scomposizione e organizzazione dei piani.

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    Esempio di layout dal Castello errante di Howl: è da ricordare che questi sono layout con disegni più precisi, essendo lavori interamente guidati da Miyazaki. I layout originali di Heidi sono praticamente introvabili e costano cifre da capogiro presso i collezionisti.


    Layout comunque con sfondi magnifici, tra l'altro, che contribuirono al successo dell'opera: ma non basta questo per considerare "Heidi" un'opera di Miyazaki. Tra l'altro, Miyazaki, in diverse interviste, aveva sempre detto che detestava le cosiddette "storie di orfanelle" e non ha mai considerato Heidi una sua opera (stesso discorso per "Anna dai capelli rossi").

    LA DIFFERENZA TRA TAKAHATA E MIYAZAKI

    Hayao Miyazaki vuole realizzare degli anime in cui mettere qualcosa che nessuno ha mai visto. Da qui i suoi film spettacolari: Nausicaa della valle del vento, Laputa, Totoro e così via.
    Isao Takahata, invece, ha voluto sempre rappresentare degli anime in cui sono presenti le cose quotidiane che tutti conoscono, per dare ad essi un nuovo punto di vista. Realizzando Heidi, con la sua eccezionale cura nei dettagli, Takahata gettò le basi del filone dei meisaku, gli anime che si basano su opere occidentali. Takahata aveva una preferenza per il realismo, grazie anche ai suoi studi universitari, durante i quali studiò in particolare il poeta francese Jacques Prévert, che fu anche il simbolo del periodo del "realismo poetico" del cinema francese, il cui elemento caratteristico era la manipolazione soggettiva delle inquadrature: cioè il mostrare, con la soggettiva, non solo quello che il personaggio - in quel momento - vede (e questa è chiamata "soggettiva contenutistica"), ma anche il sentimento che sta provando, lo stato d'animo (e questa è chiamata "soggettiva stilistica"). Così nasce una visione più psicologica e sentimentale, che coinvolge maggiormente lo spettatore. Per esempio: la visione di un ubriaco diventa traballante e sfuocata; quella di chi corre in automobile sarà veloce e sfuggente; quella di un personaggio triste vedrà le cose amate lontane e irraggiungibili, e così via. E scommetto che a leggere questi esempi vi saranno venute in mente certe scene caratteristiche degli anime. Senza Takahata, queste scene probabilmente non ci sarebbero mai state.

    IL FILM "LA PASTORELLA E LO SPAZZACAMINO": I PROTOTIPI DI HEIDI E PETER?

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    "La pastorella e lo spazzacamino", 1953


    Il poeta Jacques Prévert (1900-1977) fu anche il collaboratore di un cartone animato francese: "La pastorella e lo spazzacamino" (La bergere et la ramoneur), del 1953, preso da un racconto di Andersen. Prévert fece la sceneggiatura e Paul Grimault fu il regista. Ma questo film subì delle traversie infinite e fu distribuito nel 1953 senza l'approvazione dei due autori. Comunque, fu il primo lungometraggio in bianco e nero di animazione francese (il primo a colori fu "Asterix il gallico" del 1967). Solo nel 1980, dopo la morte di Prévert, Grimault ebbe i diritti del film e lo cambiò, distribuendolo col nuovo titolo "Il re e l'uccello" (Le roi et l'oiseau). In ogni caso, "La pastorella e lo spazzacamino" era stata un'opera fuori dai canoni disneyani, che, fino ad allora, erano sempre stati seguiti in Giappone: per questo Takahata ne fu colpito, perchè si rese conto della possibilità di altri modi di esprimere il racconto animato. Lo stesso si può dire della Regina delle nevi (1957) di Lev Atamanov, anch'esso seguito da Takahata e da molti altri autori dell'animazione, insieme alla Pastorella.

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    YOICHI KOTABE, IL DISEGNATORE DI HEIDI

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    Yoichi Kotabe


    Yoichi Kotabe, di origini taiwanesi, è stato il disegnatore base di Heidi e di tutti i personaggi della serie. Oltre ad Heidi, è stato anche il character designer di La grande avventura del piccolo principe Valiant e di Marco-dagli Appennini alle Ande. Ha lavorato molto nella serie dei Pokemon. Il Character Designer è il creatore dell'aspetto dei personaggi e delle loro espressioni, oltre alla direzione generale delle loro animazioni. Ma a quei tempi non era una persona ben definita: solo con Heidi la figura del Character Designer, che poteva dare una completa omogeneità nella storia, fu pienamente realizzata. Nella sua ricerca della resa il più possibile realistica di Heidi, Takahata aveva capito che le immagini dovevano essere costanti e precise, soprattutto quelle dei personaggi. Quindi, era necessaria una persona che non solo li realizzasse, ma ne mantenesse la qualità per tutta la serie. Per questo, si potrebbe dire che Yoichi Kotabe fu il primo vero e proprio Character Designer delle serie giapponesi. Kotabe prese come spunto per realizzare Heidi un altro personaggio animato da lui nel film Valiant: la bambina Mauni, ideata a sua volta dall'animatrice Reiko Okuyama, con la quale Kotabe si sposò nel 1963.

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    Heidi e il suo prototipo: Mauni di Valiant


    Oltre ad avere un costume semplice, Mauni ha anche le guanciotte arrossate come Heidi. Il suo carattere è semplice e solare come quello della bambina delle Alpi.

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    La prima versione della Heidi di Kotabe aveva le treccine, poi scomparse: non sarebbero state adatte ad una bambina che vive in mezzo alle montagne. E poi, chi gliele avrebbe messe tutte le mattine, con tanto di fiocchino all'estremità? Il nonno? Lasciamo perdere. Le trecce di Anna dai capelli rossi sarebbero venute anni dopo, e in un contesto più adatto.

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    Heidi con le treccine? Lasciamo perdere... :huh:


    In ogni caso, è stata un'idea accarezzata a lungo, come si vede dal sito Imagorecensio, dove si può vedere quest'immagine di una Heidi prima maniera con le treccine che corre insieme a Peter. E si nota anche che questo Peter è un pò diverso dalla versione definitiva.

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    Heidi e Peter prima maniera


    Takahata, riguardo al lavoro svolto da Kotabe su Heidi e su altre opere da lui dirette (come Valiant, Panda! Go, Panda! e Marco), ha dichiarato che "il suo stile di disegno così semplice nasconde in realtà una grande energia, una forza che mi sembra importante e interessante nell'ambito del cinema d'animazione. Non solo apporta qualcosa di potente sul piano della definizione dei personaggi, ma anche del contenuto di un'opera" (Mario Rumor, The Art of Emotion - Il cinema d'animazione di Isao Takahata, 2007, p.376). In seguito, Kotabe intraprende una collaborazione ventennale con la Nintendo (dal 1986 al 2007), per la quale si occupa di definire e/o di ridefinire il design di molti dei personaggi delle saghe di Super Mario Bros e Legend of Zelda, realizzando molte delle illustrazioni presenti nei libretti di istruzione dei videogiochi di quelle saghe. Kotabe, inoltre, ha supervisionato le animazioni di molte delle opere animate della saga dei Pokèmon, restando però sempre molto legato al personaggio di Heidi, al punto da inserirla nella copertina del suo artbook (edito in Giappone nel 2008), che raccoglie una selezione dei disegni dei personaggi più importanti della sua intera carriera, al quale ha fatto seguito, nel 2013, la pubblicazione di un artbook dedicato interamente ai disegni realizzati da Kotabe per Heidi.

    Kotabe-lavori Kotabe-Heidi
    Gli artbook giapponesi di Yoichi Kotabe: Heidi, il suo personaggio più famoso, è ovviamente in copertina! ^_^

     
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    IL MAKING OF

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    Foto di gruppo. La Heidi in mezzo è troppo piccola, però: di norma è poco più bassa di Peter.


    IL TITOLO: QUALCHE INCONGRUENZA?

    Il titolo originale dell'anime è Alps no shojo Heidi, che significa letteralmente: "Heidi, la bambina (shojo) delle (no) Alpi". Ma, per essere precisi, "shojo" significa ragazza dai dieci ai diciotto-vent'anni. Questa però non è l'età di Heidi. All'inizio della serie, la bambina ha sei anni e alla fine ne ha dieci (Peter e Clara ne hanno 12 all'inizio, per questo sono più grandi di Heidi: se ci fate caso, Clara, quando è in piedi, è più alta di Heidi). Quindi, al posto di "shojo" si sarebbe dovuto dire "onna no ko", "bambina" in giapponese: ma "shojo" è più diretto e semplifica il contesto. Inoltre, nel titolo sono citate le Alpi, un ambiente estero e quindi insolito per i giapponesi. Prima di Heidi, non c'era mai stato molto interesse per l'estero, se non in modo spettacolare e superficiale. Ne parliamo meglio qui sotto.

    VORREI DANZAR CON TE

    Heidi-mejor-anime
    Gif presa qui.


    Il momento della sigla in cui Heidi e il suo amico Peter ballano e fanno il girotondo con il famoso jodel (il canto tipico di montagna), in sottofondo, è un classico, e dobbiamo questo all'opera di Yasuji Mori (o Toshio Mori), l'animatore, che ha studiato con attenzione il realismo di Heidi, tanto da ripetere nel modo migliore una scena per lui trovata insoddisfacente al tempo in cui la fece. Si tratta infatti della scena del film Il gatto con gli stivali (1969) di Kimio Yabuki, in cui il protagonista, Pierre, danzava col gatto Pero. Dopo aver chiesto e ottenuto la possibilità di inserire una scena simile nella sigla di testa di Heidi con il famoso ballo tra lei e Peter, Toshio Mori filma con una cinepresa 8mm la danza di due persone vere (si tratta di Hayao Miyazaki e Yoichi Kotabe, che avevano danzato il girotondo nello studio di animazione davanti a Mori!) in modo da usarla come modello di riferimento e di studio per l'animazione delle gambe durante la danza tra i due personaggi.

    IL VIAGGIO ALL'ESTERO

    L'idea di una trasposizione animata seriale di Heidi risale al 1967 per opera del produttore Shigehito Takahashi, il direttore (presumo) della Zuiyo Enterprises. Bisognerà però attendere il 1971 per l'inizio dei preparativi della produzione di Heidi, per la quale, nel 1973, vengono assunti Isao Takahata, Yoichi Kotabe e Hayao Miyazaki. I tre avevano già lavorato insieme al film La grande avventura del piccolo principe Valiant (prima o poi ne parleremo).

    Valiant-Hilda-2


    Per donare alla serie il maggior realismo possibile, Takahata, Kotabe e Miyazaki compirono dei sopralluoghi in Svizzera e a Francoforte in Germania, tra il 16 e il 25 luglio 1973, per documentarsi direttamente sugli ambienti, sulla natura e sullo stile di vita delle persone che vivono in quelle zone. La visione della casa del nonno di Heidi e dei monti, realizzate da Miyazaki, è uno dei tanti risultati ottenuti in queste documentazioni. Oggi i viaggi documentativi sono una cosa comune, ma allora era stato un caso unico. Sicuramente fu la prima volta che si dovette andare al'estero per fare un cartone animato! La ricerca del realismo di Takahata era molto marcata. Nel documentario "Heidi Island" (2001) della regista Laurence Stajic, ha così ricordato quel viaggio: "Quando ho visitato la Svizzera, mi sono ricordato di Peter Bruegel il Vecchio, il pittore belga del ‘500. Lui era originario di Anversa. Non l'ho mai visitata di persona, ma credo che sia una città senza montagne. Bruegel ha viaggiato attraverso le Alpi in direzione dell'Italia, dipingendo molti panorami dei paesaggi alpini, che poi sono divenuti molto famosi. Credo che quel panorama così vasto l'abbia profondamente ispirato. E ritengo che vederlo deve essere stato uno shock per qualcuno nativo di Anversa, che è una zona pianeggiante! Poter vedere le montagne, i fiumi e i prati, tutti nello stesso posto! Ciò è davvero un sogno universale, non solo giapponese. Che stupefacente attrazione!" Nelle scene di Francoforte è memorabile anche il momento in cui Heidi incontra, infastidita dal suo rumore, un motore a vapore che sembrava uscito da un (futuro) episodio di Conan o di Sherlock Holmes (ep22). La cura dei dettagli in Heidi è incredibile se si notano questi particolari, che richiedevano molto impegno e documentazione. Non è certo esagerato chiamare questo anime un capolavoro.

    e7


    Questo spostamento nei paesi europei non era stato un capriccio di diva, ma mostrava la preoccupazione di Takahata per la credibilità e il realismo. Heidi è stato il primo adattamento in forma di anime di un romanzo con radici in Europa. Takahata ne fu ben consapevole, e sapeva che, a causa del suo status di giapponese, il suo sguardo sull'Europa avrebbe potuto trasformarsi in immagini da cartolina. Nel realizzare Heidi, la preoccupazione principale del regista era stata quella di mostrare una vera rappresentazione della vita reale nelle Alpi: una vita non certo facile, in cui gli abitanti hanno una storia piena di costumi e tradizioni difficili da comprendere per i giapponesi e che Takahata si era sforzato di rispettare. Ad esempio, Takahata raccontò di aver visto troppe scene di film stranieri ambientati in Giappone in cui i giapponesi camminano all'interno di una casa su un tatami (pavimento) con le scarpe, cosa impensabile in Giappone, dove si entra in una casa solo dopo essersi tolte le scarpe e infilati delle ciabatte o delle scarpe da casa. Takahata non volle simili superficialità per la serie di Heidi. Il suo lavoro fu ottimo: l'unico suo difetto è - secondo me - la tendenza tutta giapponese di mettere sempre un letto attaccato alla parete per il suo lato lungo, una cosa che in Occidente è fatta di rado, al massimo in alcune camere degli alberghi: non certo in una casa ricca come quella dei Sesemann a Francoforte.

    g5


    In ogni caso, a causa di questo desiderio di rispettare uno stile di vita estraneo al loro, Takahata e il suo gruppo incontrarono molte difficoltà. L'ostacolo principale fu la descrizione della vita del vecchio dell'Alpe. Nel romanzo e nell'anime, il nonno di Heidi è al di fuori dei costumi e della religione degli abitanti delle Alpi, perché conduce una vita isolata. Si potrebbe pensare che la produzione potrebbe prendersi più libertà con questo personaggio: ma la squadra di Takahata, preoccupata del realismo, si era chiesta come fosse stato possibile per lui vivere da solo, nelle Alpi, nel bel mezzo delle capre di una natura difficile. In modo che il suo stile di vita fosse realistico, gli autori si inventarono la vita quotidiana del vecchio dell'Alpe, mostrando che si guadagnava da vivere vendendo i suoi lavori col legno o i suoi formaggi. Ma non bastavano di certo per sopravvivere. Per porre fine a tutti gli altri problemi di sussistenza, gli autori giunsero alla conclusione che il vecchio dell'Alpe, oltre a barattare con gli abitanti, doveva aver investito del denaro a parte quando era all'estero...

    LA QUOTIDIANITA' DI HEIDI: UN LAVORO IMPRESSIONANTE DI RIFINITURA

    foto-2


    La rappresentazione realistica della vita quotidiana sulle montagne svizzere e a Francoforte fu, per l'epoca, qualcosa di assolutamente inedito all'interno della produzione animata giapponese, tanto da rappresentare una delle caratteristiche più innovative di Heidi. Questo contribuì fortemente al suo successo in Giappone, dove sconfisse la concorrenza della prima serie tv de "La Corazzata Spaziale Yamato/Star Blazers". “Prima di Heidi, non c'era stato nessun cartone animato che fosse riuscito a dare un'idea così particolareggiata della vita quotidiana. Forse Heidi non si può definire un anime normale. Nessun cartone prima di allora aveva mai fatto attenzione a come si mangia, a come si tiene una penna, a come si mungono le capre, a cosa c'è sopra un tavolo, eccetera. Anche per questo, Heidi ha avuto successo. Quei personaggi si muovono in una realtà quotidiana, comune, tanto che ci si dimentica di essere davanti a un cartone animato. (Junzo Nakajima, produttore di Conan - Il ragazzo del futuro). Per esempio, prima di Heidi era molto raro rappresentare in un anime una casa nella sua quasi totalità in modo che fosse credibile per lo spettatore. Lo chalet del nonno fu costruito meticolosamente, come pure gli altri ambienti: non c'era mai stata prima una simile precisione ai dettagli, che sfiorava il maniacale. Ma il risultato fu impressionante ed influenzò tutte le produzioni future degli anime. Non solo: la produzione di Heidi esigeva il triplo dei rodovetri normalmente necessari per una produzione animata, perchè si potesse dare il giusto movimento richiesto per i personaggi e l'ambiente. Senza contare che il riutilizzo di altre immagini, cosa comune negli anime, fu ridotto al minimo in Heidi. Fu necessario anche economizzare sulle animazioni: non era possibile ottenere un'animazione fluida alla Disney (che forse sarebbe risultata stucchevole). Inoltre, pochi colori sono attribuiti ai personaggi: le ombre sono molto rare, probabilmente per facilitare il lavoro. Anche i costumi dei personaggi non sono mai rinnovati: Heidi avrà solo quattro vestiti per tutta la serie; Clara, anche in montagna, non lascerà mai il suo vestito blu, una cosa che non solo la sua condizione sociale, ma anche e soprattutto l'aspetto pratico della cosa (dalla città alla montagna!), dovrebbe autorizzarla... Ma queste economie non sono mai state notate dallo spettatore: la qualità e la moltiplicazione delle pose, associate alle relazioni e alla narrazione della storia, vengono alla ribalta e catturano il nostro interesse come spettatore, che alla fine non si cura per nulla del numero dei vestiti. Sembra addirittura che, durante la pre-produzione della serie, le difficoltà di rendere plausibile l'universo di Heidi fossero tali che Takahata, ad un certo punto, avesse accarezzato l'idea di creare una versione giapponesizzata di Heidi, cioè trasferire la storia di Heidi in Giappone con una Heidi giapponese che vive in campagna. Per fortuna, Takahata abbandonò l'idea.

    LA TRASMISSIONE IN GIAPPONE

    La serie di Heidi è composta da 52 episodi, equivalenti al numero di settimane di un anno. Infatti, Heidi è stato trasmesso a cadenza settimanale in Giappone per tutto il 1974, dal 6 Gennaio al 29 Dicembre, ogni domenica, dalle 19:30 alle 20:00, sulla Fuji TV (emittente privata famosa per aver trasmesso molte serie classiche, tra cui il nostro Goldrake: evidentemente, era destino che Heidi e Goldrake fossero trasmessi dallo stesso canale in Giappone e in Italia). E' da notare, però, che, vista la qualità dell'anime, era impossibile realizzare episodi del genere ogni 7 giorni. Infatti, la vera lavorazione di Heidi iniziò ben tre anni prima, nel 1971.

    NESSUNO CI CREDEVA

    La trasmissione di Heidi sulla TV giapponese iniziò il 6 gennaio 1974. A quel tempo, la FujiTV non credeva nel successo della serie. Infatti, si pensava che fosse difficile ottenere un successo di pubblico con una serie realistica e drammatica come Heidi. Nessuno poteva pensare che la storia di una bambina sulle Alpi avrebbe avuto così tanto successo. Eppure, quello di Heidi fu immediato e impressionante, e non solo in Giappone, come si sa. A quei tempi, in Giappone, le serie di animazioni erano di fantascienza come Kyashan o Getter Robot, o delle serie per i più giovani come L'Ape Magà. Tuttavia, con grande sorpresa della Fuji TV, lo share di Heidi aumentò in modo costante dal primo all'ultimo episodio della serie, che era vista sia dai bambini che dagli adulti. La trasmissione della famosa serie Star Blazers (Yamato) in Giappone, che era iniziata nella stessa fascia oraria, dovette aspettare la conclusione di Heidi per avere davvero successo! Per avere solo un'idea del successo di Heidi, basti dire che gli indici di ascolto arrivarono al 26,9% per cento, equivalente a più di un quarto di audience, una cosa inaudita! il formaggio svizzero emmenthal in Giappone fu subito chiamato "Heidi cheese"; le agenzie matrimoniali organizzano ancora oggi delle cerimonie in trasferta in Svizzera, i cosiddetti "Heidi kekkonshiki" i matrimoni in stile Heidi*. Quel trionfo consentì la creazione della Nippon Animation e di quelli che saranno presto definiti i cicli annuali del World Masterpiece Theatre, i Meisaku tipo Anna dai capelli Rossi e Remì.

    ---------------------------------
    * Francesco Prandoni, Anime al cinema, Yamato Video, 1999, p. 67
     
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    HEIDI IN ITALIA: IL DOPPIAGGIO

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    Come sarebbe a dire che non so fischiare come Peter?


    L'impatto di Heidi sugli italiani fu impressionante. Anche se quello di Atlas Ufo Robot, venuto poco dopo, fu ancora più popolare di Heidi, tuttora la pastorella delle Alpi è replicata da quarant'anni nei canali televisivi, a differenza di Goldrake, che, nonostante il suo enorme successo, ebbe molti problemi sociali (le proteste dei genitori) e di natura legale (il fatto di non essere stato trasmesso in accordo con la TOEI). Heidi, invece, ebbe una trasmissione tranquilla e continua, regolare e costante, con le sue repliche, libri, fumetti, figurine.

    Heidi fu trasmessa in Italia per la prima volta dal 7 Febbraio al 6 Giugno 1978, dal Lunedì al Giovedì, tutti i giorni alle 17,30 su Rai 1 (allora Rete1). Inoltre, dopo due mesi di trasmissioni, il 4 Aprile, arrivò su Rai 2 (Rete 2), la rete rivale, il suo avversario più tosto: Atlas Ufo Robot col suo successo strepitoso a livello persino di cultura e di costume. Quando Atlas Ufo Robot finì il suo primo ciclo di trasmissioni, il 6 Maggio 1978, Heidi era ancora in onda: quindi i problemi di share scomparvero. Inoltre, non erano dei problemi molto rilevanti riguardo agli orari: Heidi veniva trasmesso al pomeriggio e Goldrake alla sera. Senza contare che a quei tempi non esisteva ancora Rai 3 (sarebbe venuta nel 1979, un anno dopo); quindi Rai 1 e Rai 2 erano i soli canali televisivi presenti, a parte quelli minori come Telemontecarlo.

    Il doppiaggio italiano è ottimo, anche se non fedelissimo: a volte si sono aggiunte delle parti ai dialoghi o si sono fatti parlare i personaggi anche quando in originale restano zitti, cosa evidente se lo si confronta con la versione giapponese. L'interpretazione comunque è perfetta e il senso del testo originale non è stato snaturato. La voce narrante di Heidi è la stessa di Remì: Giorgio Piazza.

    HEIDI: FRANCESCA GUADAGNO

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    Francesca Guadagno è la sorella del doppiatore e direttore di doppiaggio Marco Guadagno. Quando doppiò Heidi, aveva allora dieci-undici anni. Non era nuova al mondo della recitazione, e la sua interpretazione fu straordinaria. Alla sua giovane età, riuscì a regalarci una protagonista indimenticabile coi sentimenti veri di una bambina semplice e allegra, spontanea e sempre pronta a stupirsi. Grazie a lei, Heidi commosse tutta l'Italia, trasformando un cartone animato in un simbolo, quello della vita sana all'aria aperta e dal carattere solare e spontaneo di una bambina: grazie ad Heidi, e alla voce della Guadagno, si può vedere tutta la storia con gli occhi semplici e puliti di un bambino. Francesca Guadagno è nota anche per aver doppiato Shiro in Mazinga Z e Mayumi in Jeeg Robot. Se con Mayumi aveva creato un personaggio dolce e semplice alla Heidi, con Shiro, invece - dandogli una voce così stridula e in falsetto - la Guadagno rese il personaggio ancora più antipatico di quanto non lo fosse già. Un bambino dalla vocina stridula che strillava sempre: parecchi avrebbero voluto ammazzarlo, l'insopportabile Shiro.

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    La Guadagno ha doppiato anche la figlia di Fantozzi nei suoi film. Ha pure inciso delle canzoni: le più note sono: "Piange...il telefono" con Enrico Modugno; le filastrocche/ballate "Oh, mio papà!", "Otto per otto...asino cotto!".

    IL CASO STRANO DI HEIDI CHE DIVENTA PRINCIPESSA

    In particolare, Francesca Guadagno ha fatto anche due canzoni per il film "Heidi diventa principessa" ("Heidi principessa"e "I fratelli cigni"). Inoltre, ha doppiato anche la protagonista del film, la cosiddetta "Heidi": ma il film era solo la versione giapponese della fiaba di Andersen "I cigni selvatici", dove la protagonista, che si chiamava Elisa e non Heidi, aveva solo l'aspetto fisico simile a quello di Heidi, ma non c'entrava per nulla con lei. In Italia, per avere maggior pubblicità, diedero però quel titolo fittizio al film e chiamarono la stessa doppiatrice della vera Heidi per dare la voce alla protagonista. Come si vede qui sotto, nella prima immagine c'è la protagonista, Elisa, la "Heidi" del film: una certa somiglianza c'è, ma non è lei. Tuttavia, sul manifesto italiano, la sua faccia fu ritoccata per diventare uguale a quella di Heidi! :huh:

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    IL VECCHIO DELL'ALPE: SERGIO FIORENTINI

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    Sergio Fiorentini è stato il famoso Brigadiere Cacciapuoti del Maresciallo Rocca. Ha doppiato anche il patrigno cattivo Jerome in Remì (primo doppiaggio); ha dato la voce a malvagio Imperatore Dobrai di Tekkaman; ha pure dato la voce al malvagio Conte di Cagliostro di Lupin (primo doppiaggio). A parte il vecchio dell'Alpe, ha doppiato solo dei cattivi, sembrerebbe... :huh:

    PETER: RICCARDO ROSSI

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    L'immagine del doppiatore è stata presa qui.


    Riccardo Rossi aveva 15 anni quando doppiò Peter. Ha doppiato anche altri ragazzi di quei tempi delle serie animate: l'avventuroso Toppi di Daitarn 3, l'antipatico Neal di Candy Candy, l'esaltato Ryoga di Ranma 1/2, l'imbecille per eccellenza Ataru Moroboshi di Lamù, l'anonimo Shorty di Jeeg Robot...

    CLARA SESEMANN: SILVIA TOGNOLONI

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    Foto presa dal sito di Antonio Genna.


    Sivia Tognoloni ha doppiato altre protagoniste famose degli anime: Luna di Kyashan, Reika Sanjo, la bruna di Daitan 3, Sayaka Yumi di Mazinga Z.

    LA SIGNORA ROTTENMEIER: ROSETTA CALAVETTA

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    Foto presa da Wikipedia.


    E' stata una famosissima doppiatrice: aveva 64 anni quando doppiò la Rottenmeier. Ha doppiato diversi personaggi disneyani, soprattutto Biancaneve nel primo doppiaggio italiano del 1938 e Crudelia De Mon della Carica dei 101.

    IL SIGNOR SESEMANN: LUCIANO DE AMBROSIS

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    Foto presa dal sito di Antonio Genna.


    Ha dato la voce anche al maggiordomo Garrison di Daitarn 3. Ha interpretato Remì: non nella serie, ma nel film del 1946 Senza Famiglia, con attori veri.

    ZIA DETE: GERMANA DOMINICI

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    Foto presa dal sito di Antonio Genna.


    Ha doppiato anche la Marchesa Yanus e la Fujiko/Rosaria del primo doppiaggio del Castello di Cagliostro. Si vede che le cattive le venivano benissimo.
     
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    HEIDI: LA SIGLA ITALIANA DI ELISABETTA VIVIANI

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    La sigla italiana di Heidi, prodotta dalla Fonit Cetra, è di Elisabetta Viviani. Il testo è di Franco Migliacci, la musica è del compositore tedesco Christian Bruhn. Il coro era chiamato "Baba Yaga" e la voce, ovviamente, era quella di Elisabetta Viviani. Prima della famosa sigla di Heidi, Elisabetta Viviani aveva fatto molta attività televisiva con Gianni Morandi e Macario; ha interpretato diversi caroselli e personaggi di telefilm (es: "Valentina, una ragazza che ha fretta"). Dopo il successo della sigla, incise altre canzoni e continuò il suo lavoro di attrice ("Asso") e conduttrice televisiva (es: "Tenera è la notte").

    La sigla di Heidi fu praticamente realizzata per conto della Rai, e divenne famosa anche fuori dai confini nazionali. Infatti, è una sigla che non è mai tramontata: il 45 giri ebbe un successo impressionante all'epoca. Si parla di un milione e mezzo di dischi venduti a quei tempi: Heidi era diventata un fenomeno di costume, di proporzioni enormi. Anche gli adulti si fermavano spesso a seguire in TV le imprese della bambina delle Alpi (ho avuto diverse testimonianze personali a riguardo, per dire). Dalla Top Ten del 20 maggio 1978 (tratta da: HitParadeItalia - Top Settimanali Singoli), si vede che Heidi ebbe il terzo posto, una cosa mai successa prima ad un cartone animato! Da notare anche l'entrata di "Ufo Robot" di Actarus (Albertelli-Tempera), al 9° posto.

    1. Stayin' alive - Bee Gees
    2. Pensiero stupendo - Patty Pravo
    3. Heidi - Elisabetta Viviani
    4. Figli delle stelle - Alan Sorrenti
    5. Sotto il segno dei pesci - Antonello Venditti
    6. Gianna - Rino Gaetano
    7. La pulce d'acqua - Angelo Branduardi
    8. A mano a mano - Riccardo Cocciante
    9. Ufo Robot – Actarus
    10. Un'emozione da poco - Anna Oxa

    A quei tempi imperversava la discomusic dei Bee Gees e Patty Pravo era al top della sua fama: ma ci sono voluti loro per battere una sigla di un cartone animato!

    FRANCO MIGLIACCI, IL PAROLIERE

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    Franco Migliacci è stato l'autore di testi di canzoni famose come "Nel Blu Dipinto di Blu", "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte", "La Bambola", "Pissi pissi bao bao", "Come te non c'è nessuno", "Una rotonda sul mare", "Di riffe e di raffe", "Che sarà". Ma, nel campo degli anime, è famoso per aver realizzato i testi della sigla del Grande Mazinga (anzi, è lo stesso Migliacci a esclamare nella sigla i vari "Maaazinga! Maaazinga!", e non Piero Pelù, come si pensa) e di Lupin III (la famosa sigla detta "Fisarmonica", coi passaggi: "chi lo sa che faccia ha? Chissà chi è, tutti sanno che si chiama Lupin...se gioielli e denari e tesori non ho, a Lupin il mio cuore daròòòòòò"). Ma ha fatto anche i testi delle sigle di altri anime: Blue Noah, Grand Prix, Daltanious, Carletto principe dei mostri ("che paura mi fa").

    LE CORISTE "BABA YAGA"

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    Si tratta di un terzetto di cantanti: Isabella Sodani (voce, chitarre, tastiere), Rita Mariano (voce, basso) e Patrizia Neri (voce, batteria). Hanno lavorato con autori come Lucio Dalla, Fracesco De Gregori, Mia Martini, Renato Zero. Per gli Oliver Onions hanno fatto il coro della colonna sonora "Dune Buggy" di "Altrimenti ci arrabbiamo".

    QUI (finchè dura il link) potete trovare il testo della sigla. Nel 2018 si sono festeggiati i 40 anni italiani della serie (realizzata e trasmessa in Giappone nel 1974, poi trasmessa in Italia nel 1978): qui sotto (finchè non lo cancelleranno) c'è un'intervista fatta in quell'anno a Elisabetta Viviani su di lei e sulla sua sigla a "Bel tempo si spera". ^_^



    Edited by joe 7 - 12/11/2020, 16:11
     
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    CURIOSITA' SULL'ANIME

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    IL NOME, I LUOGHI

    Heidi è il diminutivo di Adelaide, Adelheid nell’originale: è un nome tedesco che significa "di nobile stirpe". Curiosamente, è anche lo stesso nome della vera madre di Heidi. All'inizio della serie, Heidi ha 5 anni: ha perso i genitori quando aveva un anno ed è stata adottata dalla zia Dete, la sorella di sua madre, per quattro anni. Alla fine della serie, che copre la durata di quattro anni, Heidi dovrebbe avere 9 anni.

    Heidi è ambientato in Svizzera: lei e sua zia Dete vivono a Maienfield, nell'estrema parte settentrionale del Cantone dei Grigioni, vicino al confine con l'Austria e il Liechtenstein. Nel primo episodio vanno a Dorfli, un villaggio alla periferia di Maienfeld, dove, in mezzo ai monti, vive il vecchio dell'Alpe. Johanna Spyri, l’autrice, da piccola passava le vacanze dai nonni proprio a Maienfield: vi era così affezionata che poi da grande li fece diventare lo sfondo del suo celebre romanzo di Heidi. La casa di vacanza dei nonni - una baita, guarda caso - è al centro del parco a tema di Heidi, chiamato Heididorf, "Il paese di Heidi". E il paese di Maienfield è anche chiamato Heidiland.

    LA SCOMPARSA DEI RODOVETRI DI HEIDI

    I rodovetri originali di Heidi sono molto rari ed estremamente ricercati dai fan dell'animazione e dai collezionisti. La loro rarità è dovuta al fatto che quasi tutti i disegni sono andati persi dalla Zuiyô Enterprises alla fine della produzione della serie, mentre avrebbero dovuto essere archiviati. :(

    LA NASCITA DELLA NIPPON ANIMATION DOPO HEIDI

    Malgrado il successo ottenuto con Heidi, la Zuiyo Enterprises è costretta a scindersi in due diverse società per fare fronte ai debiti accumulati con le sue attività produttive, dando così origine ad una nuova azienda chiamata semplicemente Zuiyo (titolare dei diritti di Heidi e dei debiti contratti fino a quel momento) e allo studio di produzione Nippon Animation, il quale si occupa di proseguire la creazione di nuove serie tv basate su romanzi classici occidentali, trasformando Heidi nella capostipite del filone chiamato Meisaku o World Masterpiece Theater, composto da opere ben note al pubblico italiano come Rascal il mio amico orsetto, Peline Story, Sui monti con Annette, Lovely Sara, Papà Gambalunga, Marco, Anna dai capelli rossi, ecc.

    ISAO TAKAHATA, HEIDI E LA SUA VISIONE ORIENTALE

    Isao Takahata era ancora molto legato alla serie della pastorella svizzera, al punto da inserire ne "La storia della principessa splendente" diversi riferimenti ad Heidi:
    - il personaggio dell'educatrice Sagami, epigona della signorina Rottenmeier;
    - l'attrazione della protagonista Kaguya per la natura
    - la coppia formata da Kaguya e dall'ancella Me no Warawa, un binomio che rimanda sia al duo Clara/Heidi, sia a quello Hilda/Mauni presente in Valiant.
    - la rielaborazione della corsa di Heidi presente nella prima puntata della serie tv, in cui la bambina si toglie tutti i pesanti vestiti che indossa per poter correre più liberamente. Anche Kaguya compie una corsa simile, togliendosi di dosso i vestiti che era costretta a indossare.

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    Sul tema centrale dell'opera della Spyri, cioè il contatto con la natura, Takahata si è così espresso nel documentario svizzero “Heidi Island” (2001) della regista Laurence Stajic: “In effetti è una storia sul legame tra esseri umani e natura. Durante la mia carriera ho diretto molti cortometraggi, episodi di serie animate e documentari su questo argomento. Heidi era la mia prima importante serie animata, ma mentre la stavo dirigendo, non ero realmente consapevole di trattare il tema della natura. È stato solo molto tempo dopo che ho compreso il messaggio di Johanna Spyri. La lezione che Heidi ci impartisce è che gli esseri umani si sentono realizzati solo quando sono a contatto con la natura.” A dire il vero, la visione della Spyri (che era quella cristiana) riguardava il contemplare la natura come dono di Dio, e quindi come una realtà da ammirare; la visione di Takahata (che era quella panteistica) riguardava invece la natura come una divinità nella quale immergersi.

    HEIDI ALL'ESTERO

    In Francia "Heidi" fu trasmesso per la prima volta su TF1 nel gennaio 1981, ma fu trasmesso meno spesso che negli altri paesi europei. La sigla francese, interpretata da Danielle Licari, è la stessa delle versioni tedesca e italiana. "Heidi" fu trasmessa e replicata regolarmente in Germania, Austria e Spagna.

    IL VECCHIO DELL'ALPE

    Qual’è il nome di battesimo del nonno di Heidi? Nel cartone animato lo sentiamo semplicemente chiamare nonno dalla nipotina, oppure "Vecchio dell’Alpe" dai suoi odiati compaesani. Mai una volta si sente pronunciare il suo vero nome. Nel libro originale è chiamato Alm–Ohi ed è lo "Zio dell'Alpe", non "il Vecchio". Inoltre, sempre nel libro, è il nonno paterno; è stato un soldato e ha perso il figlio Tobias - il padre di Heidi - in un incidente di lavoro e la madre di Heidi, Adelaide, è morta di crepacuore. Heidi è la sola parente stretta che gli è rimasta, oltre a Dete, la sorella di Adelaide (e quindi parente acquisita).

    CLARA

    Clara ha perso la mamma in tenera età ed il papà è sempre via per lavoro: è un uomo d'affari, ma non si capisce bene di cosa si occupa. All’inizio della storia, Clara ha 12 anni (quindi è più grande di Heidi) e non può camminare perché da piccola ha avuto la poliomielite e di conseguenza è rimasta paralizzata dal busto in giù.

    QUANTI ANNI HA HEIDI?

    Basandosi sul suo aspetto nel cartone animato, la bambina sembra molto piccola: infatti, in tanti si chiedono come poteva svolgere tante faccende alla baita, come mungere le capre, portarle al pascolo, pulire ecc, quasi come se fosse un'adulta (in ogni caso, ai primi anni dell'800 in cui è ambientata Heidi, i bambini lavoravano presto). Heidi, all’inizio della storia, ha 6 anni. Certo, è pur sempre piccola, ma per l’epoca era già considerata grandicella. Solo che, dal modo in cui viene disegnata (nanerottola, paffutella e dalle guanciotte rosse), tutti le danno sempre almeno 2 anni di meno!

    IL FAMOSO MEME IDIOTA

    HEIDI1


    Chi non ha mai visto il meme di Heidi che getta Clara dalla sedia a rotelle giù per un burrone? Spesso sbuca fuori da qualche pagina social in mille varianti. Ma per la verità si tratta di un fotomontaggio preso da una scena dell'ep45.

    LINKS

    Ringrazio Sempredirebanzai per il loro lavoro da cui ho preso queste immagini e articoli.
    http://alemontosi.blogspot.it/2014/11/heid...ella-serie.html
    www.buta-connection.net/pre-ghibli/heidi_creation.php
     
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    EP 1- IL VECCHIO DELLE ALPI

    Siamo a Maienfield, un paesino fuori dai centri abitati, nella Svizzera, ai piedi delle Alpi, ai primi dell'Ottocento. Una donna del paese, Dete, ha trovato lavoro a Francoforte, ma non può portare con sé Heidi, sua nipote: è una bimba di cinque anni e non può affidarla a nessuno, perchè i genitori della bambina sono morti. Alla fine, decide di affidarla all'unico parente che vive vicino: il Vecchio dell'Alpe, il nonno di Heidi da parte del padre. Dete e il nonno non sono in buoni rapporti: anzi, il vecchio dell'Alpe è un solitario che vive isolato nella sua baita sulle Alpi e scende nel paese solo una volta all'anno. Tutti hanno una pessima opinione su di lui, e, quando vengono a sapere che Dete vuole affidare Heidi al vecchio dell'Alpe, sono perplessi e suggeriscono a Dete di cambiare idea: ma lei ha deciso. Heidi accompagna la zia, ricoperta di tanti vestiti da sembrare una bimba grassottella, e fa fatica a seguirla perchè i vestiti la fanno sudare.

    a4


    Dopo aver accettato il passaggio di un carrettiere, Dete e Heidi raggiungono il paese vicino, Dorfli, dove Heidi è nata, e proseguono il cammino. La bimba osserva incuriosita le capre che si riuniscono nella piazza, accanto ad una fontana, e, in particolare, ne vede una, piccola, che fa fatica ad abbeverarsi alla fontana, perchè è troppo alta per l'animale. Heidi la aiuta, anche se finisce bagnata. Lei e la zia iniziano la salita per raggiungere la casa del nonno, e all'improvviso un bambino corre verso di loro, inseguendo una capretta: è Peter, il pastorello, e fa cadere Heidi nella sua foga. Però non se ne accorge e prosegue la sua corsa. Dete fa rialzare Heidi, mentre un'amica della zia, Barbie, la accompagna, cercando di dissuaderla dal suo proposito. Heidi, intanto, rivede la capretta che aveva aiutato e incontra di nuovo Peter, che deve riportare l'animaletto nel gregge. Heidi gli chiede il nome, ma Peter è troppo occupato per dirglielo, e conduce il gregge lungo la salita. Dete si accorge che Heidi è sparita, ma poi vede che segue Peter e continua la discussione con Barbie: dopo, le due si separano e Dete continua il suo cammino. Heidi, stufa dei vestiti che la impacciano, se li toglie tutti, rimanendo con solo una maglietta bianca addosso, e insegue Peter, raggiungendolo e superandolo. Dice a Peter che lei si chiama Heidi e il ragazzo è sorpreso dalla vitalità della bimba.

    b1


    Heidi raggiunge Dete, che è sorpresa per il fatto che sia senza vestiti, e chiede a Peter di riportarglieli. Il ragazzo risponde che non ha tempo, ma Dete gli offre una moneta e il ragazzo esaudisce subito la richiesta. Alla fine raggiungono la baita del nonno: Heidi è la prima che la raggiunge, e vede un uomo con la barba e la pipa seduto su una panchina fuori dalla casa. Insieme a lui c'è un grosso cane che ad Heidi fa un pò impressione. Ma alla fine raggiunge il vecchio e gli dice: "Ciao, nonno!" "E tu chi sei?" "Sono io" risponde la bimba: in quel momento arrivano Dete e Peter. Subito il nonno rimprovera il pastorello per il ritardo e gli dice di sbrigarsi a prendere le sue capre e mandarle al pascolo. Intimorito, il ragazzo obbedisce rapidamente. Intanto, Dete spiega al vecchio dell'Alpe la situazione. Lui le fa presente che è assurdo far vivere una bambina da sola con lui, ma Dete non vuole sentire ragioni: lui deve prendersi le sue responsabilità. Il vecchio dell'Alpe è seccato: accetta la situazione, ma intima a Dete di andarsene e di non farsi mai più vedere. Lei trattene le lacrime, saluta Heidi e se ne va. Dopo aver salutato Dete, Heidi osserva il nonno, seduto sulla panchina: c'è un silenzio imbarazzato. Heidi cammina attorno alla baita, osservando incuriosita la stalla e l'albero dietro la casa. Poi ritorna dal nonno, che alla fine prende la parola e le dice: "Credo che dovrò abituarmi a te, piccola".

    b4


    COMMENTO

    CONFRONTI COL ROMANZO

    L'episodio ricalca quasi il primo capitolo del romanzo "Heidi" di Johanna Spyri. La scena di Heidi che si toglie i vestiti, del suo incontro con Peter, di Dete che offre una moneta a Peter, ci sono tutte. Anche i tre alberi che stanno dietro la baita del nonno sono descritti nel romanzo, mentre, invece, non c'è Nebbia, il cane sanbernardo del nonno. Nel romanzo ci sono anche la madre di Peter, Brigida (Brigitte nell'originale) e la nonna cieca di Peter. Il padre di Peter era stato anche lui un pastore ed era morto in un incidente. Nel romanzo Peter ha i piedi nudi e porta solo dei pantaloni corti, senza alcun cappello.

    IL PASSATO DI HEIDI

    Sempre nel romanzo originale, la gente chiama il nonno "lo zio dell'Alpe", non "il vecchio dell'Alpe", e il suo passato (assente nell'anime) è stato turbolento: da giovane era stato il proprietario di un fattoria a Domleschg, che però perdette col gioco dell'azzardo; poi andò a Napoli per fare il soldato. Sembra che abbia ammazzato un uomo in una rissa. Sposò una donna, che morì dopo il parto, e tornò a Domleschg col bambino, suo figlio Tobias. A Domleschg, però, nessuno lo volle accogliere per via del suo passato: allora si trasferì a Dorfli con Tobias, che da grande divenne carpentiere. Tobias, poi, sposò Adelaide, la sorella di Dete: la famiglia di Dete era legata alla lontana con quella del vecchio dell'Alpe, perchè la bisnonna di Dete era la sorella della nonna del vecchio dell'Alpe. Da qui la tendenza a chiamare "zio" il vecchio. Tobias e Adelaide ebbero una figlia, appunto Heidi, che porta lo stesso nome della madre. Un giorno, Tobias morì in un incidente e la moglie Adelaide morì di dolore. Dete, la sorella di Adelaide, si prese cura della figlia orfana. Tutti dicevano che queste disgrazie erano accadute a causa della vita senza Dio del vecchio dell'Alpe, e i villeggianti glielo dissero in faccia (è una soddisfazione meschina e maligna, quella di sentirsi superiori moralmente a qualcuno e rinfacciarglielo). Da allora, il vecchio dell'Alpe si ritirò nella sua baita e non rivolse più la parola a nessuno. Quando era morta la madre di Heidi, la bambina aveva solo un anno, e di lei si occuparono Dete e sua madre, fino a quando Heidi compì cinque anni e morì anche la madre di Dete. Lei, lavorando alle terme, un giorno ricevette un'offerta di un lavoro a Francoforte e per questo affidò Heidi al vecchio dell'Alpe.
     
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    2 - IN CASA DEL NONNO

    Dete si allontana in tutta fretta, ancora seccata per il trattamento che il nonno le ha fatto. La sua amica Barbie le va incontro e le dice che avrebbe potuto portare Heidi con sè a Francoforte. Ma Dete risponde che non avrebbe potuto occuparsi della bambina col lavoro da fare:
    "Ormai ho 26 anni, mi sono occupata della figlia di mia sorella, Heidi, per tutto questo tempo: ora tocca a lui. E' la prima volta che trovo un lavoro a Francoforte e non voglio rischiare di perderlo!" Intanto, Heidi, per vincere l'imbarazzo, chiede al nonno di mostrarle l'interno della casa. Il nonno replica che è una buona idea e le dice di raccogliere i vestiti e andare dentro (infatti adesso Heidi ha solo la maglietta bianca). La bimba risponde che così si sente più libera di muoversi.
    "Va bene", replica il nonno "comunque prendi i vestiti lo stesso e andiamo dentro."
    Heidi li raccoglie e il nonno le indica un armadio dove metterli. La bimba vede una grossa pentola vuota e sente l'odore del formaggio: quindi il nonno lo sa preparare. Salta sul letto del nonno, chiedendogli dove potrebbe dormire.
    "Non so" risponde lui "vedi tu se trovi un buon posto."
    Heidi sale sulla scala e raggiunge il solaio dove il nonno raccoglie il fieno, e lì, da una finestrella rotonda, Heidi può vedere tutto il paesaggio dei monti. Il posto le piace subito e prova a fare un letto col fieno: il nonno la aiuta e mettono sul fieno un lenzuolo e una coperta presa da un sacco di tela.

    a5


    "Sentirai il rumore del vento da qui, ma non devi spaventarti, il vento porta tante storie, lo devi ascoltare." dice il nonno
    Heidi non capisce se parla sul serio o no, e il nonno si mette a ridere. Scendono giù per mangiare e il nonno dà a Heidi una fetta di pane col formaggio fuso sopra, insieme a del latte: Heidi sale su uno sgabello, ma è troppo basso per lei. Allora il nonno le mette il cibo su una sedia e Heidi, seduta sullo sgabello, ha il suo tavolo. Il nonno, senza la sua sedia, si siede sul tavolo.

    a8


    Il cagnone che Heidi aveva visto prima entra in casa e lei è un pò spaventata. Il nonno le spiega che è un cane San Bernardo e si chiama Nebbia. Dopo, Heidi corre sul prato rincorrendo una farfalla e si scontra con Nebbia, che dormiva. Il cane si sveglia, la guarda e poi torna a dormire. Poi il nonno dice a Heidi che deve mettersi i vestiti: alla sera in montagna fa freddo. Lei dice che non lo sente, comunque si veste. Il nonno, intanto, lavora il legno e Heidi capisce che le ha fatto una seggiola per lei: così potrà sedersi al tavolo.

    b2


    Heidi è felicissima del regalo e lo mostra a Nebbia: poi lo porta in casa e lo prova in più modi, soddisfatta. Poi Nebbia si sveglia di soprassalto e inizia ad abbaiare, correndo verso le capre che Peter sta portando giù dai monti. Il nonno attira le sue capre col sale che ha in mano: Heidi è incuriosita. Dopo aver salutato la capretta che aveva incontrato prima, va dalle due capre che il nonno sta portando alla stalla: quella bianca si chiama Bianchina e quella nera Diana. Sono le capre del nonno.

    b9


    Peter saluta Heidi e la bimba gli dice che domattina lei lo accompagnerà. Ma Peter dice che lui si sveglia molto presto. Il nonno dice seccato a Peter, che lui chiama "Generale delle capre", che deve portare giù le altre capre, adesso. Peter, intimorito, annuisce e va. Il nonno munge il latte dalle capre e lo dà ad Heidi su una ciotola, insieme ad un'altra fetta di pane. Il sole sta per tramontare: Heidi sente le campane del paese di sotto e all'improvviso si alza il vento, che fa volare il pane ad Heidi, che lo rincorre e lo riprende. Dopo mangiato, vanno a letto: Heidi si addormenta subito, mentre il vento fuori ulula. Heidi fa un sogno strano, in cui incontra una donna anziana alla quale dice che va in montagna con Dete, e la vecchia dice ad Heidi che va bene, ma deve stare attenta perchè se le succede qualcosa le toglieranno la possibilità di tenere Heidi. Heidi nel sogno ripete quello che ha detto prima, ma la vecchia dice che non capisce.

    d1


    Il nonno non riesce a dormire perchè forse Heidi, che ha cambiato posto dove abitare, non ha sonno. Ma, quando sale su e la vede dormire, si tranquillizza: si accorge che si sta affezionando alla bambina.

    COMMENTO

    Il cane Nebbia è una creazione degli autori, nel romanzo originale non c'è. Le scene seguono le indicazioni del romanzo, ma sono più dettagliate rispetto alle descrizioni un pò scarne della Spyri. L'incubo di Heidi è stato realizzato dagli autori dell'anime, che inseriscono così una nota inquietante nel mondo fatato di Heidi, preannunciando così il suo futuro trasferimento a Francoforte.
     
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    3 - UNA MERAVIGLIOSA AVVENTURA

    Heidi si sveglia presto ed è sorpresa, perchè non sa dov'è. Poi si ricorda tutto: è a casa del nonno. Sente un fischio e capisce che è arrivato Peter. Scende subito giù dal letto e raggiunge Peter e il nonno, che sta per dargli le sue capre da pascolare. Il nonno propone a Heidi di andare con Peter e lei ne è contenta. Mentre Heidi si lava la faccia, il nonno dà a Peter del pane e del formaggio da mangiare per loro. Heidi accompagna Peter ed è sorpresa di tutto quello che vede, scambiando un'aquila per un corvo, tra l'altro: una cosa che offende un pò Peter, perchè non si può scambiare l'aquila, l'orgoglio delle montagne, per un corvo. Quando arrivano, Heidi raccoglie dei fiori da mettere poi sul suo letto, e per fare questo si allontana: ma Peter la chiama e la cerca.

    a4


    Alla fine la trova. Raggiungono il posto più alto della montagna, dove c'è il pascolo, e Peter si fa una pennichella. Heidi si guarda in giro e si arrampica su un albero che sporge da un precipizio. Inoltre, un'aquila le si avvicina e Heidi la scambia ancora per un corvo: però si spaventa e cade nel crepaccio poco sotto: non si fa niente, però rischia di cadere e chiama Peter. Il ragazzo si sveglia e la tira su, raccomandandole di essere sempre vicina a lui. Successivamente mangiano e Heidi si accorge che Peter ha già finito di mangiare, ma ha ancora fame. Lei gli dà il resto del suo cibo, visto che non ha più fame. Peter mangia con gusto. Osservano le capre e Heidi dà loro dei nomi: Macchiato, Vecchio, Fiocco di neve. Macchiato, tra l'altro, va per conto suo, rischiando di cadere in un burrone: Peter, con l'aiuto di Heidi, lo salva. Quando però Peter sta per picchiarlo per punirlo, Heidi si mette di mezzo. Poi inizia a tramontare e vedono i monti splendere per la luce del sole. Scendono fino alla baita del nonno e Heidi saluta Peter.

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    Però dopo si accorge che i fiori che aveva raccolto sono tutti appassiti e li getta via, triste. Però poi si riprende e racconta tutto al nonno. Quando fa cenno all'aquila, il nonno dice che lui è proprio come l'aquila, libero da ogni legame. E Heidi si spaventa un pò perchè vede il nonno proprio come quell'aquila. Ma gli tira su il morale dicendo che da grande vuole diventare come lui, però senza barba, e vuole sempre vivere lì. Il nonno si rilassa, e Heidi va a dormire.

    c5


    COMMENTO

    Ogni esperienza di Heidi, anche la più piccola, è stata aumentata a dismisura da Takahata, che così dà a chi segue l'episodio la sensazione di tornare bambino e di tornare a stupirsi di ogni cosa: un effetto magico che rende Heidi immortale. Il vecchio dell'Alpe, per la prima e unica volta, qui spaventa un pò Heidi. Con la sua osservazione sull'aquila, la bambina avverte la durezza del montanaro e il motivo per cui tutti gli stanno lontano. Ma è solo un momento, che passa subito. E' però molto efficace sul piano psicologico, che in questa serie raggiunge livelli altissimi, superiori a quelli del romanzo.
     
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    4 - LA FAMIGLIA CRESCE

    Heidi e Peter ormai salgono sui monti a pascolare le capre da tre giorni, e la bambina osserva tutto con curiosità. Mentre si riposano sul prato, arriva un temporale e Heidi si spaventa: è la prima volta che vede una cosa simile e capisce che anche le montagne hanno un loro lato oscuro. E tra poco vedrà che anche Peter ha un lato oscuro.

    a4


    Dopo il temporale, Heidi sente il pigolio di un uccellino e lo trova sotto un albero: ha l'ala spezzata e lei lo vuole curare. Peter le dice che non è il caso, si riprenderà da solo. Ma Heidi non lo ascolta e lo porta dal nonno: Peter è offeso perchè si sente trascurato. Quando Heidi ritorna dal nonno, mentre Peter è ancora a pascolare, gli chiede se può aiutare l'uccellino. Il nonno è perplesso: non sa bene cosa fare. Heidi prende un'insalatiera, la riempie di fieno e lo usa come nido per l'uccellino, che lei chiama Cip.

    c4


    Lo fa vedere a Peter, quando lui torna giù, ma il ragazzo non è interessato e Heidi ne è dispiaciuta. Il nonno spiega a Heidi che Peter è solo un pò geloso. Quando il ragazzo torna al paese e mette a posto le capre, alcuni abitanti si rivolgono a lui, chiedendogli come sta la bambina che vive col vecchio dell'Alpe: hanno paura che lei sia trattata male. Peter, che è ancora offeso, è evasivo e gli altri si preoccupano. Intanto, Heidi dorme con Cip accanto e, quando si sveglia, va a caccia di vermi e insetti per dargli da mangiare: in una scena cattura una lucertola, che però scappa lasciandole la coda, che Heidi raccoglie con ribrezzo. Quando sta per prendere una lumaca, vede che Nebbia, il San Bernardo del nonno, se la mangia, ed ha paura che il cane possa mangiare Cip. Allora copre l'uccellino con un cappello: ma Cip cade sul pavimento della casa e Nebbia se ne accorge ed entra. Heidi cerca di fermare il cane, preoccupata, ma l'uccellino vola dappertutto, spaventato, e rischia di finire nel pentolone. Nebbia lo prende subito, inghiottendolo, e Heidi ha paura che Nebbia lo abbia mangiato. Ma il cane apre la bocca e le fa vedere l'uccellino: poi lo tira fuori. Nebbia voleva solo proteggerlo. Heidi lo capisce e da allora diventa amica di Nebbia.

    c5



    COMMENTO

    La natura è vista oggi da tanti come una cosa idilliaca, idealizzandola e ignorando l'esistenza di cose come terremoti, vulcani, maremoti, eccetera. E quando queste cose accadono ci sembra che sia impossibile: la Natura è così bella e buona! Siamo noi che siamo cattivi e la offendiamo. Ma queste cose c'erano sempre state, sin dal tempi dei Dinosauri, e prima ancora.
    La natura (senza la "N" maiuscola che vogliono sempre mettere) tante volte è bella, ma non è una "presenza amica": è anche inquietante e minacciosa. E Heidi lo capisce bene quando vede l'esistenza di temporali in montagna. Pure il mondo degli animali non è idilliaco: nella realtà, Nebbia avrebbe mangiato Cip come ha mangiato la lumaca. Gli animali si mangiano tra di loro, non discutono di Kant. Ma questo è il mondo della natura visto con gli occhi innocenti di una bambina: quindi Nebbia protegge Cip e diventa amico di Heidi. Questa scena è assente nel romanzo originale: Takahata si rivela un poeta degno di Pascoli, sviluppando all'estremo esperienze comunissime. E i disegni di Yoichi Kotabe sono straordinari.
     
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    5 - LA LETTERA

    Peter inizia ad incamminarsi ai pascoli con le capre: è ancora arrabbiato con Heidi per via dell'uccellino Cip. Lei pensa solo all'animale e non a lui. Ad un tratto, un uomo gli corre dietro, consegnandogli una lettera: è per il vecchio dell'Alpe. Peter la mette nella bisaccia e riprende il cammino.

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    Intanto, Heidi cerca di far volare Cip, mentre il nonno le dice di essere paziente con l'uccellino. Quando arriva Peter, Heidi le fa vedere l'uccellino, che ora sa volare. Ma Peter è seccato e se ne va, dimenticando di dare la lettera al nonno. Heidi è sorpresa e decide di seguirlo. Chiede al nonno di darle da mangiare e così andrà lei ai pascoli a raggiungere Peter: Cip la accompagnerà. Il nonno è perplesso: Heidi che va da sola fin lassù? Però alla fine acconsente. Peter è sorpreso di vedere Heidi, che gli fa vedere ancora l'uccellino, che gli salta sopra. Peter alla fine prova simpatia per l'uccellino e aiuta Heidi a farlo volare. Ma all'improvviso arriva un falco che sta per ghermire Cip: prima Peter lo allontana con delle pietre, ma poi deve mettersi letteralmente di mezzo per mandare via il falco. Heidi, spaventata, abbraccia Peter e lo ringrazia.

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    Poi tornano ai pascoli: ma la nebbia si alza. Anche il nonno, alla baita, se ne accorge ed è preoccupato. Peter si accorge che Fiocco di Neve, una delle caprette, è scomparsa, e anche Bianchina e Diana, le capre del nonno. Le cercano dappertutto, mentre scende la nebbia. Devono attraversare un burrone salendo sopra un tronco: alla fine le trovano. Ma, a causa della nebbia, non possono più tornare indietro e decidono di aspettare che passi. Peter è anche preoccupato per le altre capre. Heidi capisce che il tempo in montagna cambia alla svelta. All'improvviso, sentono abbaiare: è Nebbia, il cane del nonno, che lui aveva mandato alla ricerca dei ragazzi. Seguendo il sanbernardo, tornano al pascolo, dove il nonno li aspetta.

    b5


    Lui rimprovera Peter, ma poi capisce la situazione e dà loro da mangiare. Peter si ricorda della lettera e gliela passa. Alla sera, quando tutti tornano a casa, il nonno legge la lettera: è di Dete, che ha trovato lavoro a Francoforte e pensa di portare lì Heidi, così potrà andare a scuola. Ma ormai il nonno si è affezionato alla bambina, che lì è felice (gli aveva anche detto che è il nonno migliore del mondo, perchè li aveva salvati dalla nebbia). Il nonno butta la lettera nel fuoco; ma il problema di Dete tornerà.

    b8


    COMMENTO

    La storia di Cip non c'è nel romanzo originale; ma la preoccupazione di Heidi di far volare l'uccellino e il nonno che le dice di essere paziente sono già un'anticipazione di quello che accadrà con Clara, quando sarà con loro tra i monti.
     
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    6 - LA PASTORELLA

    Peter si sta preparando a radunare le capre al villaggio per portarle al pascolo e le chiama fischiando: i proprietari gliele portano. Gli fanno anche delle domande sulla bambina che vive dal vecchio dell'Alpe, che pensano sia maltrattata da lui, nonostante le rassicurazioni di Peter. Gli altri bambini chiamano Heidi "quella buffa bambina" e Peter si offende. Gli chiedono come mai non porta qui in paese la bambina qualche volta, ma Peter dice loro che a Heidi piace stare lì. Gli altri sono perplessi. Heidi si sveglia: ormai l'uccellino Cip sa volare tranquillamente e ogni tanto vola via per poi ritornare. Heidi, appena sveglia, vuole provare a mungere le caprette Bianchina e Diana, perchè vuole essere una pastorella. Il nonno la lascia fare, ma i risultati sono scarsi. Però Heidi non demorde e accompagna Peter al pascolo: vuole provare anche a fischiare come fa Peter, ma non ci riesce. Mentre Heidi è via, il nonno raccoglie le scodelle, i cucchiai e i formaggi che ha fatto: una volta all'anno, scende in paese per scambiare il materiale fatto da lui col cibo.

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    Intanto, Heidi prova a chiamare le capre col fischio, ma non ci riesce: allora prova a contarle, ma non sa contare. Mentre Heidi fa dei tentativi e prova anche a mungere, aiutata da Peter (che lei ha ricattato perchè se lui non la aiuta non gli dà da mangiare), il vecchio scende in paese guardato con sospetto dalla gente, che lo chiama "l'orribile vecchio". Uno di loro era anche stato amico del figlio del vecchio (è l'unica volta che se ne fa cenno), ma non vuole lo stesso avere a che fare con lui. Il vecchio dell'Alpe passa davanti alla chiesa, dove il prete parla con un parrocchiano e lui lo saluta. Il prete ricambia: il parrocchiano fa notare al prete che sono anni che i vecchio non va in chiesa. Alla fine, il vecchio dell'Alpe raggiunge la panetteria, e, evitando le domande che i negozianti del forno gli fanno, tira fuori i formaggi per lo scambio. Ma il panettiere gli dà meno pane del solito, perchè i prezzi sono aumentati. Il vecchio gli dà praticamente del ladro e se ne va coi suoi formaggi. Si dirige a piedi al paese principale, Maienfield, per fare gli scambi. Laggiù nota dei lecca lecca in un negozio e ne prende uno per Heidi. Peter ha mal di pancia per aver mangiato troppo e deve scappare a fare i bisogni: Heidi vede Bianchina e Diana che si danno delle cornate proprio su un dirupo e non sa cosa fare per fermarle. Alla fine prova a fischiare: finalmente ci riesce e scoppia a piangere. Bianchina e Diana le si avvicinano perchè hanno riconosciuto il fischio, Ora Heidi è contenta perchè sa fischiare. Ora è una pastorella.

    d7


    Quando torna alla baita, vede che il nonno non c'è e si preoccupa. Ma Peter la tranquillizza: sarà andato in paese per fare scambi. Dopo che Peter è andato, Heidi prova a mungere e finalmente ci riesce, perchè Peter le aveva insegnato come fare. Quando il nonno torna, Heidi gli fa vedere il latte che ha munto e gli fa vedere che sa fischiare. Anche il nonno sa fischiare e lo fa vedere ad Heidi. Per la bambina è il la più bella musica del mondo. Il nonno le dà il lecca lecca che ha comperato e alla sera mangiano la cena.

    e2ok



    COMMENTO

    Heidi si sta abituando sempre di più alla vita di montagna, e vuole diventare una pastorella come Peter e il nonno: ormai non solo si è integrata completamente nell'ambiente, ma ne vuole fare anche parte. A Francoforte, invece, Heidi sarà catapultata in un mondo che non solo non capisce, ma col quale non vuole neanche integrarsi: anche se cercherà di adattarsi, nel suo intimo rifiuterà sempre quel mondo. E' da notare che a volte Heidi è disegnata con quattro dita per mano, per risparmiare il lavoro degli animatori.
     
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    7 - DISCORSI CON L'ALBERO

    Ormai sono tre mesi che Heidi è col nonno e va con Peter a pascolare le capre. Un giorno si mette a mungere una capretta al pascolo, quando si alza un forte vento.
    "Sta arrivando l'autunno" spiega Peter.
    Heidi si lascia trasportare dal vento, tanto da lasciarsi coprire da una nuvola e correre lì dentro. Ma Peter la ferma in tempo: stava per cadere in un burrone!

    1b


    Quando alla sera lei racconta tutto al nonno, questi, preoccupato, le dice:
    "Da adesso non vai più in montagna con Peter. E' troppo pericoloso, con l'arrivo dell'autunno."
    Heidi ne è contrariata, ma accetta quello che le dice il nonno. Il giorno dopo, la bimba vede che è una bella giornata.
    "Nonno, oggi è bel tempo. Potrei andare sui pascoli, cosa ne dici?"
    "In montagna il tempo cambia facilmente, Heidi: è meglio se resti qui."
    Quando arriva Peter, Heidi gli spiega la situazione.
    "Allora non puoi più venire? E' un peccato" dice lui.
    "Sì, ma il nonno dice che a primavera posso tornare su"
    Le caprette e Fiocco di Neve si mettono attorno ad Heidi e le tirano la gonna perchè venga con loro: Heidi non riesce a liberarsi.
    "Lasciatela stare! Andiamo!" minaccia Peter agitando il bastone, ma le caprette non si muovono.
    "Cosa facciamo?" chiede Heidi.
    Nebbia, il cane del nonno, che dormiva lì vicino, si sveglia. Si alza con movimenti stanchi, si avvicina a Heidi e alle caprette e abbaia. Le caprette, spaventate, scappano via e seguono Peter. Poi Nebbia torna a dormire.
    Per consolare Heidi, il nonno le dice:
    "Oggi prepariamo il formaggio. Ti farò vedere come si fa."
    "Fantastico, nonno, ti aiuto io!"
    Heidi aiuta il nonno e mescolare il formaggio col mestolo, lasciandolo sul fuoco.

    2g


    Ad un certo punto, la bimba sente il rumore del vento che scuote gli abeti. Heidi va dagli alberi e si accorge che il suono dell'abete non è più sereno come sentiva prima, ma è pieno di tristezza, di paura.
    "Si avvicina l'inverno" spiega il nonno "gli alberi se ne accorgono."
    Tornano a mescolare il formaggio: il nonno, vedendo che Heidi se la cava bene, va a mettere a posto il fieno per l'inverno. Peter si riposa annoiato sul pascolo, ma non si è accorto che manca una capretta. E Heidi, mentre sta mescolando il formaggio alla baita, sente bussare alla porta: credendo che sia il nonno, apre e trova Fiocco di Neve. La capretta aveva abbandonato il pascolo per andare da Heidi.
    "Ma cosa fai qui? Dovevi stare da Peter!" dice lei, preoccupata.
    Preoccupata, Heidi riporta su Fiocco di Neve a Peter, che la stava cercando. Quando la vede, Peter la picchia col bastone per punizione, nonostante le proteste di Heidi.
    "Se non lo faccio, lei lo farà ancora. E può rischiare di finire in un burrone" spiega Peter "Quando ci vuole, ci vuole"
    Heidi torna triste alla baita e si accorge che il formaggio si è bruciato: infatti si era dimenticata di averlo lasciato sul fuoco. In quel momento, il nonno sta raschiando la pentola, dopo aver buttato via il formaggio, ormai rovinato. Heidi piange davanti all'albero, cercando parole di conforto.

    C2


    "Di solito sei attenta, Heidi. Come mai avevi lasciato bruciare il formaggio?" chiede il nonno.
    "Ecco..." lei non vuole parlare di Fiocco di Neve, se no potrebbe punirla anche lui "era arrivata una capretta e l'avevo riportata da Peter" risponde lei in modo generico.
    "Capisco. Hai fatto bene a riportarla al pascolo, ma non dovevi trascurare il formaggio."
    "Lo so, nonno. Mi dispiace, scusami. Starò più attenta la prossima volta."
    "Non c'è problema, lo rifaremo domani."
    Ora Heidi capisce che Fiocco di Neve e gli altri devono andare sempre al pascolo. Il giorno dopo, la scena si ripete: le caprette stanno ancora addosso ad Heidi perchè venga con loro al pascolo. Anche se tirano la gonna ad Heidi, stavolta la bambina è inflessibile:
    "Andate con Peter al pascolo, muovetevi!"
    Le caprette si allontanano, tranne Fiocco di Neve, che è a metà strada tra Heidi e Peter. La bimba batte le mani, Fiocco di Neve fa un balzo e va da Peter. Heidi è soddisfatta.
    Durante la giornata, Heidi rifà il formaggio insieme al nonno e, nei giorni successivi, preparano una buona dispensa di formaggio.

    COMMENTO

    Il passaggio delle stagioni ha grande importanza nella serie di Heidi: ora si avvicina l'autunno e il ritmo della vita di Heidi e Peter cambia per forza. Sono tutte piccole lezioni di vita, ma molto preziose per capire che il tempo passa ed è giusto che sia così. Se no, non si cresce. Infatti, con questa esperienza del formaggio bruciato, Heidi inizia a capire il concetto di responsabilità personale. Sta cominciando a crescere, non è più la stessa bambina di prima.
     
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