ASTERIX DOSSIER

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    1968 (Ottobre) ASTERIX E IL PAIOLO

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    TRAMA

    Moralelastix, un capo gallico, incontra Abraracourcix al villaggio di Asterix, insieme con la sua scorta, per affidargli un paiolo pieno di sesterzi, perchè li possa custodire e così Moralelastix potrà evitare di pagare le tasse ai romani. Abraracourcix affida il paiolo ad Asterix, ma, una notte, il paiolo viene vuotato dei sesterzi da ignoti ladri. Per riparare al danno, Asterix e Obelix vagano fuori dal villaggio per cercare di guadagnare abbastanza soldi da riempire il paiolo e restituirlo a Moralelastix. Dopo decine di tentativi andati a vuoto, Asterix scopre che è stato Moralelastix stesso a rubare l'oro custodito da lui: con esso, infatti, ha potuto pagare le tasse ai romani e avrebbe obbligato Asterix e gli uomini del villaggio a dargli indietro i soldi che lui aveva fatto "custodire" loro. Dopo un duello con Asterix, Moralelastix perde l'oro, che finisce in mani ai pirati di Asterix. Alla fine i due galli possono tornare al villaggio.

    COMMENTI

    "Auri sacra fames": "Esecranda fame dell'oro" (Virgilio, dall'Eneide).
    Tutta questa storia è incentrata sull'avidità della ricchezza e dei problemi che comporta. Lo si vede soprattutto nel personaggio di Moralelastix, simbolo di avarizia e inganno, ma anche nella ricerca affannosa di guadagno, in una lunga storia "on the road", di Asterix e Obelix, che cercano di riavere l'oro per Moralelastix con mezzi leciti o illeciti, tipo la rapina alla banca oppure l'aggressione agli esattori delle tasse. E' come dire che l'oro, o meglio l'avidità dell'oro, corrompe e porta alla corruzione anche le persone attorno a sè. Lo stesso capo gallico, Abraracourcix, è coinvolto dall'avidità di Moralelastix, aiutandolo a nascondere dell'oro che avrebbe dovuto essere usato per pagare le tasse ai Romani, di cui Moralelastix aveva ufficialmente accettato il dominio. In questo modo, Abraracourcix non solo partecipa alla doppiezza di Moralelastix, ma coinvolge in questo affare sordido anche Asterix, che, in pratica, ha avuto dal capo l'incarico di custodire del denaro tenuto in modo illecito. Senza contare che non ha senso che sia una persona sola a fare da garante per l'intero onore del villaggio: l'oro avrebbe dovuto essere custodito da più guerrieri insieme, che facevano i turni a gruppi. Non ad un guerriero solo.

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    Come tutti gli avari, Moralelastix è un ottimo commediante: riesce a trasformare una truffa in un merito. Forse non è un caso che in questa storia compaiano degli attori che recitano.


    Sembra che questa storia sia stata realizzata da Goscinny in risposta alle accuse che gli hanno fatto riguardo al suo "facile" guadagno grazie alla realizzazione delle storie di Asterix, cioè scrivendo "fumettini". A quei tempi, e un pò anche oggi, il lavoro di "sceneggiatore di fumetti" equivaleva, dal punto di vista sociale, come l'attività di un perdigiorno. Non c'era molta stima per chi faceva un lavoro simile e le invidie, davanti a chi guadagnava attraverso un lavoro considerato assurdo dai più, erano inevitabili. Ma non si trattava solo di quello: siamo nel 1968, lo sciagurato anno della contestazione, in cui diventare ricchi era considerata una colpa. Soprattutto, c'è il Maggio francese, un enorme movimento di rivolta sociale e politica, con scioperi che paralizzarono la Francia per settimane. La contestazione contro le autorità e il sospetto verso chiunque guadagni dei soldi era - ed anche oggi spesso lo è - totale. Avere dei soldi infatti fu visto da allora come una colpa sociale, di cui si deve essere - secondo loro - giustamente puniti. Il ricco o la persona che può vivere coi suoi soldi è sempre colpevole. Non avere soldi invece è visto come una forma di santità, intoccabilità e vittimismo. Il povero da allora è visto sempre come una vittima della società, mai come una persona che non vuole lavorare. Da qui la situazione divenne incandescente: Goscinny e Uderzo, visti dalla sinistra come degli "arricchiti" e quindi colpevoli di avere dei soldi - non conta se guadagnati onestamente - sono costretti a giustificarsi. Il fatto di raccontare con "Asterix e il paiolo" le storie di Asterix che fa fatica a guadagnare soldi va visto anche sotto questa ottica.

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    Asterix in mezzo a casse di oro...vuote. Tra i vari lavori che i due galli pensano di fare per guadagnare, Obelix propone anche di raccontare le loro avventure a pagamento... ^_^


    Curiosamente, Goscinny e Uderzo presentano il teatro romano dell'antichità, che sembra il tipico teatro d'avanguardia postmoderno di contestazione nato attorno al '68, teso a scandalizzare il più possibile il pubblico con insulti, assurdità e nonsense. Il capo dei teatranti si chiama Eleonoradus e il suo aiutante Juleraimus. Il primo ovviamente è un richiamo a Eleonora Duse: una famosa attrice di teatro del periodo '800-'900, con una capacità di recitazione innovativa. La cosa curiosa è che i teatranti prima di lei si truccavano pesantemente, proprio come fa l'Eleonoradus di Asterix, mente la vera Duse aveva sempre rifiutato queste truccature per recitare nel modo più naturale possibile. Juleraimus è invece un richiamo a Jules Raimu, grande attore e teatrante francese, poco conosciuto in Italia.

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    Juleraimus (sugli spalti che impreca) e Eleonoradus che guida gli attori. Come si vede, si cerca non solo di provocare e far discutere, ma anche di forzare la discussione attraverso voci controllate. Un trucco vecchio come il mondo.


    Da segnalare poi un cameo di Goscinny e Uderzo nei panni di due spettatori sugli spalti del teatro romano.

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    Oltre a Moralelastix, ci sono altri personaggi che girano intorno ai soldi nel modo sbagliato: con le scommesse, per esempio, come il viscido Distribuzionedeprezzix, che propone ad Asterix e Obelix di puntare sui cavalli sbagliati. Un personaggio infido e coi vestiti rattoppati, molto simile alla Volpe di Pinocchio.

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    Ditemi voi se non ci somiglia alla Volpe, con quel colore dei capelli, il naso lungo, i vestiti rattoppati, l'atteggiamento losco e confidenziale.


    Oppure l'Esattore delle Tasse romano, senza un suo vero nome, simbolo dell'avidità da succhiasangue di uno stato degenerato che tartassa i cittadini, invece di dare delle imposte giuste e proporzionate. Un personaggio talmente privo di umanità da parlare solo per via burocratica.

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    Il tipico Esattore delle tasse immaginato da tutti.


    C'è anche una citazione spartana: Abraracourcix dice ad Asterix di tornare al villaggio "col tuo paiolo o dentro il tuo paiolo". A Sparta, si augurava al guerriero spartano di tornare "col tuo scudo (cioè vivo) o sopra il tuo scudo (cioè morto)". Cioè di vincere, sia da vivo che da morto. Inoltre, c'è il curioso particolare dei sesterzi di Moralelastix che puzzano di cipolla, un dettaglio che permette ad Asterix di scoprire l'intrigo. E' anche la risposta al famoso proverbio: "Il denaro non ha odore", per dire che non conta come lo si è guadagnato. E invece conta parecchio...anzi, è più importante del denaro stesso. Probabilmente è questa la morale di fondo della storia. ^_^
     
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    1968: FILM CARTONI - ASTERIX E CLEOPATRA

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    Il manifesto italiano del film


    Dopo un anno dall’uscita di Asterix il Gallico, esce Asterix e Cleopatra, preso dal fumetto omonimo, stavolta però con la supervisione di Goscinny e Uderzo, a differenza del precedente. Tra l'altro, Goscinny aveva sempre desiderato diventare un nuovo Walt Disney, mentre Uderzo aveva iniziato la sua carriera come intercalatore in uno studio di animazione. Questo film è più curato e mantiene lo spirito del fumetto, con molte aggiunte. Il film ha un successo maggiore di Asterix il Gallico e, 25 anni dopo, sarà replicato con attori veri. Tuttavia, Goscinny e Uderzo, anche se furono complessivamente soddisfatti del film, dissero che avrebbero dovuto seguire gli animatori 24 ore su 24 per avere risultati migliori. La storia segue fedelmente il fumetto, con aggiunte e qualche modifica. Per esempio, il capo dei pirati ha un aspetto diverso da quello del fumetto: è più grosso e più massiccio. Forse per rendere più divertente la sua sconfitta per mano dei Galli. Oppure, più probabilmente, per motivi di copyright: si tratta dopotutto di una parodia di un altro personaggio dei fumetti, Barbarossa (Barbe Rouge), di Charlier e Hubinon.

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    Tra le aggiunte più famose c'è quella del bagno di Cleopatra, accompagnata dalle musiche di Gerard Calvi. Fu una scena al limite della censura a quei tempi, con Cleopatra che fa il bagno nella piscina di latte. Indimenticabili anche lo schiavo che assaggia il sapone per verificare che non sia avvelenato e le mosse del leone di Cleopatra. :D

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    BALLERINE


    Un'altra aggiunta famosa è quella del sogno di Obelix, con la musichetta "Quando l'appetito c'è" (sempre di Gerard Calvi). E' una visione onirica pazzesca in cui Obelix, oltre ad essere circondato da cinghiali cotti e cosciotti danzanti, ha anche Cleopatra come sua ancella che serve i cibi ad un Obelix Faraone e gli fa anche vento col ventaglio. :o:

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    Degna di nota anche la scena musicata Il budino all'arsenico di Stocafis e Parabris, che preparano la torta avvelenata per Cleopatra, ballando e danzando attorno alla torta mentre inseriscono gli ingredienti. :lol:

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    L'animazione e il disegno sono migliorati parecchio da Asterix il Gallico, e i personaggi sono più vicini ai disegni di Uderzo e alla caratterizzazione di Goscinny.

    VERSIONE ITALIANA

    Il film uscì nelle sale in Italia l'11 Settembre 1969: il manifesto è quello all'apertura dell'articolo (ovviamente è ricercato dai collezionisti). L’adattamento italiano è uno spasso: Idefix viene chiamato Ercolino, Parabris, il miserabile servo di Stocafis, diventa Turnebis. Per non parlare della spia di Cesare, che nel fumetto non compare e nel film in Italia l'hanno chiamato 00-Settete, vista la sua capacità camaleontica di nascondersi!

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    Inoltre, l'architetto Numerobis è chiamato Numeronix: ha una parlata sicula e, in una battuta inventata, disse di essere un muratore siculo emigrato in Egitto (memorabile il suo "cornuti" ai Romani!). Il capo dei pirati parla in veneto. Il malvagio Stocafis viene chiamato Von Klappen e ha una spassosa parlata tedesca: viene addirittura chiamato dal servo “mein Führer” e Panoramix lo chiama “figlio di una SS”. :lol: Persino Giulio Cesare ha una parlata romanesca! Il doppiatore di Asterix è sempre Oreste Lionello.

    Edited by joe 7 - 13/2/2023, 17:42
     
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    1969: ASTERIX IN IBERIA

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    TRAMA

    Durante la conquista della Spagna (Iberia nell'antichità), Giulio Cesare cattura Pepe, il figlio di Salsadipeperon y Monton, il capo di un piccolo villaggio iberico che resiste ancora ai romani. In questo modo potrà usare il bambino come ostaggio. Per precauzione, lo fa portare all'accampamento romano di Babaorum, vicino al villaggio gallico, sotto la guida del centurione Nonpossumus. Ma Pepe riesce a scappare e incontra Asterix e Obelix, che lo portano al villaggio. Il bambino si affeziona a Idefix, il cane di Obelix, e provoca degli sconquassi coi suoi capricci. Nonostante questo, Asterix e Obelix si affezionano al piccolo e partono per l'Iberia per riportarlo a casa. Il centurione Nonpossumus, travestito da iberico, riesce ad accompagnarli senza farsi riconoscere, per potersi riprendere Pepe. Ma non solo il suo piano fallisce, anzi lui e Asterix sono portati all'arena dove devono affrontare un toro a mani nude. Asterix effettua una corrida e riesce ad abbattere il toro, ricevendo la libertà per lui e Nonpossumus. Alla fine, il bambino Pepe è riportato sano e salvo al suo villaggio e i Galli devono ritornare a casa, anche se sono dispiaciuti di doverlo lasciare. Promettono comunque a Pepe che torneranno.

    COMMENTI E APPROFONDIMENTI

    Con questa storia, pubblicata su Pilote nel 1969, si festeggiano anche i 10 anni della rivista, che è diventata, come dice il sottotitolo del settimanale, "Il giornale di Asterix e Obelix". E' da notare la grande fama del portatore di menhir, tanto da avere sempre il suo nome, accanto a quello di Asterix, pubblicato sulla copertina della rivista ad ogni uscita! ^_^

    IL PROBLEMA DELLA "DITTATURA DI FRANCO" SPESSO CITATA NEI COMMENTI

    Erroneamente, nel commentare questa storia, molti articoli dicono che "nel 1969 la Spagna si era liberata dalla dittatura di Franco, o stava per liberarsene. Questa dittatura aveva soffocato il paese e, per risollevarsi economicamente, la Spagna aprì le porte al turismo". Ebbene, "Asterix in Iberia" effettivamente descrive in chiave ironica il turismo dei francesi, che vanno in Spagna già da diversi anni: ma i commentatori dimenticano che, negli anni in cui esce il fumetto, il regime di Franco è ancora in vigore e si concluderà solo anni dopo, nel 1975, con la morte di Franco e il passaggio - senza violenza - alla monarchia parlamentare di re Juan Carlos. Senza contare che non fu solo il turismo, ma furono anche gli aiuti americani alla Spagna che la aiutarono ad uscire dalla crisi del dopoguerra: un problema che riguardava tutte le nazioni, Italia compresa, non solo la Spagna. Inoltre, per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale, la Spagna di Franco fu neutrale e, anzi, fu anche un rifugio per gli ebrei che fuggivano dall'Asse. Un richiamo a questo fatto storico lo si vede nella storia, dove un passatore vaccino aiuta i protagonisti a passare i Pirenei: infatti Goscinny, di origini ebraiche, doveva ben sapere quanto la Spagna di Franco (anche il dittatore, tra l'altro, era di probabili origini ebraiche) fu un rifugio per i suoi connazionali. In sostanza, nel tanto vituperato "regime di Franco" i turisti francesi potevano andare e tornare senza problemi in quel "paese soffocato dalla dittatura".

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    La battuta ha il doppio senso di "vaccinazione" obbligatoria per chi va in certi paesi all'estero.


    In ogni caso, nella storia sono presenti alcuni riferimenti al regime franchista: i legionari di stanza in Iberia portano delle uniformi diverse da quelle degli altri (una toga celeste con una sciarpa rossa attorno al collo, che richiamano quelle dei membri della Falange Franchista). Inoltre, il governatore romano di Hispalis è un anziano e dispotico Generale il cui nome non viene mai menzionato.

    I ROMANI

    All'inizio della storia, Cesare è così tranquillo da dormire letteralmente sugli allori, dopo la battaglia di Munda vinta contro Pompeo: un evento che ha permesso la conquista di tutta la Spagna sotto Roma. Tra l'altro, è citata la X Legione, una delle più antiche e gloriose delle legioni romane sotto Cesare. La scena in cui Giulio Cesare pizzica l'orecchio di uno dei suoi legionari in segno di apprezzamento richiama lo stesso gesto di Napoleone sui suoi soldati: un gesto però interpretato dagli iberici come...la consegna al matador di un orecchio del toro ucciso, un gesto di profondo apprezzamento per la sua impresa. I legionari romani, pasticcioni e inconcludenti, che si aggirano attorno al villaggio gallico, nascondendosi tra le fronde degli alberi e cadendo giù da lì, con tante metafore sulla raccolta della frutta dagli alberi, confermano quello che disse una volta Goscinny su di loro: "Mi piacciono i soldati in ritirata, in sbandamento. Quelli che avanzano mi annoiano".

    IL PESTIFERO PEPE

    La comparsa di Pepe nella storia è spettacolare, visto che lancia i sassi con la fionda a Cesare stesso, richiamando la famosa scena di Davide contro Golia o il personaggio francese Thierry La Fronde. Inoltre, quando incontra Cesare, Pepe dice loro: "Voi non passerete!", una frase che ricorda il celebre motto "No pasarán", utilizzato dagli antifranchisti durante la Guerra Civile Spagnola. Pepe è un ragazzino viziato, ma non molle: anzi è piuttosto fiero e combattivo, diventando un comprimario della storia, inseme ad Asterix e Obelix. Una curiosità: l'anno precedente l'uscita di questa storia era nata la figlia di Goscinny, Anna, che ora gestisce l'eredità del padre. Che Pepe sia stato un omaggio nascosto alla figlia?

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    La fierezza di Pepe in due tratti.



    ORDINALFABETIX

    In questa storia, il pestifero bambino provoca indirettamente quello che sarà il primo dei litigi di massa tra gli abitanti del villaggio, cosa che sarà una costante della serie. Inoltre, compare per la prima volta il pescivendolo Ordinalfabetix, che fornirà la sua barca per il primo tratto del viaggio di Asterix, Obelix e Pepe. Tra l'altro, spesso saranno proprio i pesci di Ordinalfabetix il casus belli dei continui litigi del villaggio. Oltre a lui, compare anche per la prima volta la moglie Ielosubmarine (anche se qui non è ancora chiamata col suo nome). Ovviamente, è un richiamo alla canzone "Yellow Submarine" dei Beatles, uscito nel 1966, tre anni prima di questa storia.

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    La prima apparizione di Ordinalfabetix.


    Quando Ordinalfabetix accetta di affittare il suo peschereccio ad Asterix, chiede di essere pagato in menhir, perché gli servono per confinare un terreno di sua proprietà: e questo terreno dovrebbe essere il complesso megalitico di Carnac. La canzone di Assurancetourix, che lui canta per far dormire Pepe, è un omaggio alla canzone "Bonbons" di Jacques Brel, il celebre cantante belga.

    "NON POSSUMUS"

    l personaggio di Nonpossumus ha un nome latino che richiama il martirio (visto poi quello che passa il poveraccio, è un nome azzeccato): viene dagli Atti degli Apostoli (capitolo 4, versetto 19), in cui Pietro e Giovanni, davanti al Sinedrio che impone loro di non parlare di Gesù, replicano: "Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato". Inoltre, richiama anche diversi eventi storici in cui alcuni Papi furono martirizzati: Papa Pio VII rispose "non possumus" a Napoleone, che voleva per sè il Territorio Pontificio, e quindi tenere il Papa come suo vassallo, in modo da avere una fede cristiana modificata e al suo servizio. Questa risposta costò a Papa Pio VII cinque anni di dura prigionia in Francia, fino alla sconfitta di Napoleone a Lipsia. Un altro "Non possumus", più famoso, fu pronunciato da Papa Pio IX quando il governo italiano gli chiese di scendere in guerra con loro contro l'Austria, mandando l'esercito pontificio come sostegno. Ma Pio IX non poteva attaccare un'altra nazione, cattolica per di più, e rimanere coinvolto negli intrallazzi e guerre nazionali. Questo suo rifiuto gli costò carissimo: da allora fu insultato e avversato in modo feroce, e non solo a parole, sia dal governo italiano che da tutti i governanti legati all'Italia per interesse, rendendo la vita successiva di Pio IX un vero e proprio calvario.

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    Lo iellato Nonpossumus



    DON CHISCIOTTE E LA CORRIDA

    In Spagna non poteva mancare l'incontro con Don Chisciotte e Sancio Panza, che fanno un cameo indimenticabile, realizzando così un crossover letterario con tanto di mulini a vento sullo sfondo... ^_^

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    Oltre a questo, ci sono le famose processioni religiose spagnole, coi druidi al posto dei cattolici, ripetute però sempre allo stesso modo, per ironizzarci sopra, mentre invece, nella realtà, sono diverse da città in città. La corrida, vero cuore dello spirito spagnolo, non poteva mancare, e Asterix, raccogliendo la mantellina (rossa!) della matrona e allontanandola dal toro, diventa il primo torero dell'antichità (a quei tempi, non esistevano le corride). ^_^ Tra l'altro, Asterix ha a che fare con un uro, non con un toro: si tratta di una specie estinta di toro, ben più grossa del toro attuale. La sua altezza sul garrese* era di due metri, mentre il toro comune è alto al massimo 1 metro e 30 circa. Ed è già pericoloso così, figurati un uro! Quindi Asterix ha affrontato un vero e proprio mostro, e, vista la bassa statura del guerriero gallico, e il fatto che lui l'aveva affrontato senza bevanda magica, direi che qui ha mostrato un coraggio impressionante e, forse, addirittura incosciente. E' da notare la critica di Goscinny al termine "toreador" (misto di "torero" e "matador": il torero che combatte e uccide il toro, dallo spagnolo "matar", ammazzare), entrato nel linguaggio comune al posto di "torero" a causa della "Carmen" di Bizet, col famoso verso "Toreador, in gua-a-a-ardia!".

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    Il bambino Pepe ritornerà ancora, temporaneamente, nella storia "Asterix in Corsica". Fino ad adesso (Settembre 2020) non è più riapparso. "Asterix in Iberia", complessivamente, è una storia tra le migliori della serie: qui le scene divertenti dei protagonisti che devono fare da baby sitter a Pepe si sprecano. Inoltre, caso raro, il racconto si divide a metà, in una prima parte, dedicata alla vita del villaggio gallico, e in una seconda parte dedicata al viaggio in Iberia. E la scena finale nel banchetto, in cui Obelix fa il verso alle danze e ai canti dei gitani iberici, davanti agli occhi stupefatti di tutti, è da antologia. ^_^

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    * il garrese è il punto più alto di un quadrupede, esclusa la testa. Corrisponde alle prime vertebre del dorso, che sono la zona d'incontro tra il collo e il dorso.
     
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    1970 (Gennaio): ASTERIX E LA ZIZZANIA

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    TRAMA

    Giulio Cesare manda Tullius Detritus, un abile seminatore di discordia, per gettare confusione, divisioni e zizzania nel villaggio gallico. I suoi tentativi sono abilissimi: consegnando un vaso prezioso ad Asterix anziché al capo del villaggio Abraracourcix, al quale il vaso avrebbe dovuto spettare, fa sollevare invidie, rancori e meschinità come mai era successo nel villaggio. Inoltre, fa credere agli abitanti del villaggio che Asterix e il druido Panoramix abbiano venduto ai romani la formula della pozione magica. Per la prima volta tutte le guarnigioni dei quattro accampamenti romani di Babaorum, Laudanum, Petibonum e Aquarium, disposti attorno al villaggio, marciano insieme agli ordini del centurione alleato di Detritus, Caius Aerobus. Asterix usa la sua furbizia per cambiare le carte in tavola e far cadere Detritus nella sua stessa trappola, facendolo accusare falsamente davanti ai Romani, e mettendo insieme l'intero villaggio contro il nemico. Detritus finisce in catene per alto tradimento davanti a Cesare e nel villaggio ritorna la pace.

    COMMENTO

    Asterix e la zizzania è di certo una delle migliori storie di Asterix, che mostra una sottile e profonda conoscenza psicologica dell'uomo: ma è anche una delle più disincantate. I personaggi, sia quelli del villaggio gallico che tutti gli altri, mostrano la loro complessità e anche i loro lati negativi, con un realistico impasto di bene e di male che c'è in ogni uomo. Il pacifico villaggio, per la prima volta, è profondamente disgregato. A riguardo, l scena del banchetto in onore del compleanno di Abraracourcix, in cui quasi nessuno parla, e che avviene a metà della storia, è molto significativa. In questa storia si mostrano le inquietudini e le divisioni di quell'anno fatale, il 1968, che divennero ben visibili nel 1970, due anni dopo: l'anno in cui uscì questa storia.

    UNA STORIA TORMENTATA

    Due anni prima dell'uscita di questa storia, nel fatidico 1968, l'anno a partire dal quale le ideologie di sinistra si svilupperanno in modo virulento e feroce, un evento segna profondamente Goscinny: la rivista Pilote, di cui lui è direttore, lo accusa pesantemente. Infatti, i vari autori che ci lavorano - come Mandryka e Giraud - lo sottopongono ad una sorta di "tribunale stalinista del popolo", che lo accusa di essere "un servo dei padroni". Le persone che accusano Goscinny avevano avuto successo proprio grazie alla sua stessa rivista, e questa ingratitudine segnerà profondamente l'autore. Non solo gli darà lo spunto per la storia di "Asterix e la zizzania", l'unica di Asterix in cui si ha una riconciliazione alla fine della storia, ma che ha un sapore di fragilità: lo si vede bene nella scena del litigio nel villaggio che avviene dopo la vittoria del villaggio e la sconfitta di Detritus. Da quel momento in avanti, i rapporti di Goscinny con la redazione non saranno più gli stessi. Infatti, da allora, dopo il "processo", si dimise quasi del tutto dalla direzione di Pilote e rifiutò ogni contatto coi disegnatori, ad eccezione, ovviamente, di Uderzo. Due anni dopo, nel 1972, Bretecher, Gotlib e Mandryka, tre autori che erano stati molto vicini a Goscinny, lasciarono Pilote per fondare una nuova rivista, l'Echo des Savanes. E infine ci sarà l'abbandono dello stesso Goscinny e del suo collega Uderzo da Pilote nel 1974, con la storia conclusiva "Asterix in Corsica", che fu l'ultima pubblicata direttamente su Pilote. La storia successiva, "Asterix e il regalo di Cesare", sarà la prima che verrà pubblicata direttamente in volume, come le altre che seguiranno.

    VIAGGIO NEI LATI NEGATIVI DELL'UOMO

    In questa storia, Goscinny e Uderzo hanno fatto un capolavoro psicologico, mostrando l'umanità e la debolezza di tutti i personaggi di Asterix, da Cesare agli stessi pirati. Hanno anche avuto l'idea geniale di colorare di verde i dialoghi pieni di zizzania e di rosa quelli pieni di pace. Ma questo è il meno: qui gli autori mostrano la fallibilità dell'uomo, facile a credere alla calunnia e alle maldicenze, all'invidia e alla discussione litigiosa. Detritus, un personaggio quasi diabolico (il suo nome in latino significa "rifiuto": come dire, qualcosa di inquinante), conosce queste manchevolezze e le sfrutta abilmente: usa Asterix come strumento inconsapevole di discordia, facendo capire agli abitanti del villaggio che potrebbe essere lui il vero capo del villaggio, e che, per diventarlo, ha venduto il segreto della bevanda magica ai Romani.

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    Tullius Detritus: difficile trovare su Asterix un personaggio più malvagio e inquietante di questo.


    Questa calunnia, come "un venticel sottile", non viene mai detta chiaramente, ma insinuata, mormorata, con molte allusioni dagli uomini del villaggio, ma soprattutto dalle donne. Che, in quanto a seminare discordia, sono abilissime: infatti, ciascuna si chiede perchè mai l'eroe dovrebbe essere Asterix, invece di essere il proprio rispettivo marito? Per non parlare della stessa Beniamina, la moglie di Abraracourcix, il capo, che in uno scoppio d'ira, dice al marito che "se qualche imbecille in futuro farà delle storie sul villaggio, non le intitolerà certo "le avventure di Abraracourcix il gallico!". Un riferimento metanarrativo e un picco estremo di esplosione di zizzania e veleno: infatti, qui la risata liberatoria non arriva e diventa una risata amara.

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    Un autoriferimento agli autori - chiamati "imbecilli" - e uno scoppio di zizzania al massimo.


    Quando qualcuno cerca di difendere Asterix, come fa Ordinalfabetix, viene aggredito a livello personale, nel suo caso facendo allusione ai suoi pesci marci. Non si cerca insomma di trovare la verità, si sta attaccati alla calunnia e si aggredisce chi cerca di vederci chiaro. E' un comportamento meschino, ma molto umano e tutti noi siamo capaci di comportarci così. In questa storia, nessuno è innocente: e non si può concludere che, se tutti sono colpevoli, allora nessuno lo è. Il banchetto finale viene raggiunto solo quando tutti gli uomini del villaggio capiscono che hanno sbagliato a credere alle calunnie. Ammettere di aver sbagliato è il primo passo da fare: insieme al fatto che si deve dare anche ragione a chi davvero aveva ragione, cioè Asterix e Panoramix. Infatti, quello che Detritus non aveva previsto nell'usare Asterix come grimaldello per scardinare l'unità del villaggio è proprio Asterix stesso: il piccolo gallo non ha ambizioni, non vuole prendere il posto del capo e vuole solo difendere il villaggio e tenerlo unito. La fermezza e la mancanza di malizia di Asterix provoca il crollo dei piani di Detritus. Anzi, lo stesso Asterix usa il trucco di Detritus contro di lui: consegnandogli il vaso - lo stesso ricevuto da lui - in segno di ringraziamento, fa credere ai Romani che Detritus li abbia traditi. Diventando così lui stesso seminatore di zizzania: ma tra i Romani, stavolta.

    PAZZI, MA UNITI

    La resistenza del "villaggio dei pazzi" come lo chiamano i Romani, non è dovuta tanto alla bevanda magica - per quanto sia importante, ovviamente - ma all'unione, amicizia e fiducia degli abitanti tra di loro. Questo fa capire la storia di "Asterix e la zizzania": ed è riassunto in quello che dice il druido Panoramix quando lui e Asterix smascherano i piani di Detritus davanti agli uomini del villaggio. Il druido infatti, in quel momento, quando li vede determinati ad agire insieme nonostante gli inganni di Detritus, dice: "Finalmente ora vi riconosco. Pazzi sì, ma uniti!". Non è un caso se Goscinny e Uderzo sono stati insieme per anni nel loro lavoro, fino alla fine, coltivando una grande amicizia, proprio come Asterix e Obelix, il loro specchio, e come pure tutti gli uomini del villaggio.

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    Siamo tutti una banda di pazzi. Ma l'importante è che stiamo uniti.



    LA GUERRA PSICOLOGICA

    A quei tempi, i giornali e i mass media parlavano in continuazione della "guerra psicologica", e Goscinny ne ridicolizza il termine con questa storia. Infatti, ai tempi degli anni '70 la Guerra Fredda era chiamata anche "guerra psicologica", e sarà quella che usata da Detritus per ingannare i Galli, seminando abilmente la zizzania. Ma questa "guerra psicologica" sarà fraintesa dai legionari romani - che non sono delle cime - come il dare semplicemente una randellata in testa all'avversario. E questo vale in particolare per l'ottuso legionario Sapienscosenus, un richiamo a Cosinus, un protofumetto dell'800 di Christophe in cui il protagonista era appunto lo scienziato Cosinus.

    LA MALIZIA FEMMINILE

    In questa storia sono soprattutto le chiacchiere delle donne del villaggio che sviluppano i semi di zizzania lanciati da Detritus. Beniamina cerca di difendere il prestigio del marito Abraracourcix, il capo del villaggio, come pure fanno tutte le altre, che vogliono mettere in risalto il proprio marito, azzuffandosi tra di loro e facendo azzuffare gli altri. Tra queste, spicca per la prima volta la moglie di Matusalemix, che è priva di un nome (non lo avrà mai). Dopo Falbalà, di certo è la donna più avvenente del villaggio, sposata con l’uomo più anziano: si tratta di un omaggio alla moglie di Goscinny.

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    In mezzo ai pettegolezzi femminili, abbiamo la prima apparizione della moglie di Matusalemix.

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    Da notare il verde del balloon. La zizzania comincia a circolare.


    ASSURANCETOURIX IL POETA

    La scena in cui Assurancetourix è l'unico a notare il cupo silenzio del banchetto per la festa di compleanno del capo, e in cui immagina di vederli tutti legati e imbavagliati in silenzio, fa capire come il bardo, per quanto stonato e messo sempre a tacere, sia comunque l'anima del villaggio e il poeta del luogo. La sua sensibilità infatti gli fa capire per primo la gravità della discordia e divisione dentro il villaggio. Il poeta vero è sempre colui che vede lontano.

    AEROBUS, IL CENTURIONE COLTO

    Il centurione Caius Aerobus ha le fattezze dell'attore Lino Ventura, che a quei tempi era all'apice della sua fama come caratterista del cinema francese, specializzandosi in ruoli di duro dal cuore tenero. L'attore non è molto noto in Italia. Inoltre, il nome "Aerobus" richiama l'Airbus, l'aereo europeo allora in fase di progettazione. Le sue citazioni sono coltissime: il "sangue chiaro sulla sabbia calda" di cui lui parla esaltando il valore dei suoi legionari è stato preso dallo slogan francese dei tempi della conquista del Marocco, preso dalla canzone Mon Legionnaire di Edith Piaf. Oppure quando si lamenta di "essere giunto troppo tardi in un mondo troppo vecchio", preso dai versi di "Rolla" del poeta Alfred de Musset.

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    Forse era meglio se faceva il filosofo invece del centurione.



    GIOCHI DI RUOLO

    Uderzo fa vedere qui addirittura un'intera tavola illustrativa in cui spiega con frecce e descrizioni come avviene il combattimento finale del villaggio contro le quattro legioni degli accampamenti. Un richiamo ai futuri giochi di ruolo che si faranno vent'anni più tardi?

    IL SIMPOSIO DI CESARE

    All'inizio della storia, Cesare fa una riunione coi suoi uomini per trovare una soluzione contro il villaggio gallico, uno smacco che gli è stato rinfacciato dal senatore Stradivarius dall' ''armoniosissima voce" (il riferimento a Stradivari e ai suoi violini è ovvio). Cesare usa la definizione, poco usata oggi, di "simposio": si trattava allora di un banchetto in cui si discutevano argomenti importanti, un pò come le cene degli affaristi attuali. Di fatto si fa un brainstorming, in cui ciascuno suggerisce la sua idea. E' da notare la finezza di Goscinny, in cui chi presenta la sua idea la denigra subito, dicendo per esempio: "Forse dico una bestialità, ma...", così da presentarla sotto una buona luce agli altri, che altrimenti l'avrebbero contraddetto subito. Si tratta di un trucco psicologico. Un'altra sottigliezza è l'uso delle iniziali di Giulio Cesare, "G.C.", usato in senso onorifico, come era nella moda di quegli anni: per esempio, JFK che stava per John Fitzgerald Kennedy. Lo si vede anche nel Robin Hood della Disney (che è del 1973, quindi di quegli stessi anni di Asterix e la Zizzania), dove si adula il cattivo, il Principe Giovanni, chiamandolo P.G. ^_^
     
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    1970 (Luglio): ASTERIX E GLI ELVEZI

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    TRAMA

    Gracchus Garovirus, il governatore romano di Condate (Rennes) raccoglie i soldi delle tasse per poi spenderli tutti in orge, mandando solo il minimo a Roma. Nel bel mezzo di una delle tante orge, arriva all'improvviso il questore Claudius Malosinus, per controllare i conti di Garovirus. Per cautelarsi, il governatore lo avvelena e Malosinus, avendo saputo in passato da Cesare del villaggio gallico, manda un suo uomo fidato a prendere con sé il druido Panoramix. Questi arriva con Asterix e Obelix, che si fanno largo tra i soldati di Garovirus. Panoramix capisce che Malosinus è stato avvelenato e lo porta al villaggio gallico per curarlo, mandando poi Asterix e Obelix in Elvezia (Svizzera) per prendere la stella alpina, un componente essenziale per preparare la bevanda per guarire Malosinus. Garovirus contatta il suo compagno Diplodocus, il governatore di Genava (Ginevra), perchè catturi e uccida i Galli. Per sfuggire all'accerchiamento, Asterix e Obelix si rifugiano prima in una locanda gestita da Formagginix, che li vuole aiutare. Li porta quindi dal suo amico Zurix, il banchiere, che nasconde Asterix e Obelix in una cassetta di sicurezza. Successivamente raggiungono un gruppo di alpinisti e con loro trovano la stella alpina. Malosinus viene guarito e Garovirus e Diplodocus vengono mandati al circo; per la prima volta, inoltre, un romano, Malosinus, viene invitato al banchetto finale del villaggio.

    COMMENTO

    Questa storia nasce da un suggerimento di Georges Pompidou, allora Primo Ministro della Francia e successivamente Presidente della Repubblica, al quale Goscinny e Uderzo avevano mandato in omaggio alcuni fumetti di Asterix: "Perchè non ambientate una storia in Svizzera?". Quel paese finora non era stato ancora toccato nelle storie di Asterix: infatti, essendo di norma un paese tranquillo e defilato, non attirava l'attenzione. Ma gli spunti erano tantissimi: le banche con la loro gelosa segretezza, il formaggio, gli yodel, Guglielmo Tell, la mania della precisione con l'orologio a cucù (memorabili le scene in cui il proprietario dell'hotel, Formagginix, dice "Cucù" ad ogni ora, anche di notte, ricordando a tutti i clienti di girare le clessidre per riprendere la misura del tempo. E lo si deve fare 24 volte al giorno per tutti i giorni: roba da impazzire...), la mania dell'ordine e della pulizia, la croce rossa (l'elvezio che pesta il romano e subito dopo lo cura...). Manca solo il famoso cioccolato, che però gli autori non potevano mettere, visto che sarebbe comparso solo dopo la scoperta dell'America.

    La scena dell'orgia di Garovirus, rappresentato come un pancione viscido e subdolo, è stata presa da "Fellini Satyricon", il film di Federico Fellini uscito nel 1969, l’anno precedente alla pubblicazione di questa storia: Garovirus infatti parla di Fellinus, un rosticciere romano che gli organizza le orge. Si tratta di un film preso dall'omonimo "Satyricon" di Petronio Arbitro, arbiter elegantiarum (letteralmente "maestro di eleganza": come dire, maestro e insegnante delle arti) dell'imperatore romano Nerone. In questa opera, giunta a noi incompleta, Petronio descrisse le orge di un uomo ricco, che culminano con la famosa "cena di Trimalcione" entrata nei modi di dire per descrivere un fasto grandemente esagerato e pacchiano. Il film di Fellini non ebbe un gran successo e fu criticato per la sua licenziosità: furono rivolte delle critiche anche a Goscinny e Uderzo per aver mostrato scene, dopotutto, insolite in un fumetto come Asterix, di norma più solare. Goscinny rispose alle critiche dicendo che "il pubblico dei fumetti è cresciuto, non è più quello di una volta; senza contare che queste scene sono mostrate sempre con un certo umorismo". Questo è vero, ma rimangono comunque delle scene non certo frequenti nelle pagine delle avventure del guerriero gallico. In ogni caso, Garovirus è tutt'altro che un "cattivo imbecille" come quelli che comparivano in questa serie, tipo i Normanni di Asterix: è una specie di orco affamato, trasandato, ripugnante. Grottesco nel suo modo di fare, ha un sorriso infido ed è pronto ad eliminare di nascosto chiunque lo possa intralciare. E fa il paio col suo collega corrotto, il governatore Diplodocus, grasso e avido quanto Garovirus, con un nome che è tutto un programma: il diplodoco infatti era il dinosauro più grosso conosciuto allora. Gli autori seguono la regola aurea di Hitchcock: più riuscito è il cattivo, migliore sarà la storia. E con Garovirus hanno fatto centro. Anche col nome: "Garovirus" sta per "gare au virus", che in francese significa "attenzione al virus": essendo lui un avvelenatore, ha un nome che è tutto un programma.

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    Claudius Malosinus, il questore romano, magro, asciutto, onesto fino alla rigidezza, è invece l'esatto opposto di Garovirus: anzi, probabilmente è il personaggio romano più positivo di tutta la serie, addirittura simpatizzante nei confronti dei Galli. Ovviamente Malosinus, un "incorruttibile" alla Robespierre, o, se vogliamo, un "intoccabile" alla Elliot Ness, non accetta l'invito di Garovirus di partecipare alla sua orgia: le ostilità tra loro due, non dichiarate, iniziano subito. Tra l'altro, in questa storia - caso raro - non compare il tormentone dei pirati con cui Asterix e Obelix fanno a botte in ogni storia. Ma Malosinus fa cenno ad una nave di pirati che lui aveva incontrato nel viaggio per mare verso l'Elvezia: pirati che ad un certo punto avevano litigato tra di loro ed erano andati a fondo da soli. E non è difficile immaginare chi fossero. Riguardo al nome, Malosinus ha un doppio significato: in francese sta per "mal aux sinus" cioè dolore sinusale o sinusite, dove spesso si ha la congestione nasale, e Malosinus ha un lunghissimo naso a punta. E la sua presenza è anche un "dolore" per Garovirus. Ma c'è anche un altro significato: in latino sta per "sine malus", cioè "privo di male", non malvagio. Quindi integerrimo, come in effetti è Malosinus.

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    Inoltre, caso più unico che raro, a Malosinus sarà concesso l'onore di partecipare al banchetto finale del villaggio gallico, dopo essere guarito e dopo aver passato tutto il periodo di malattia nella capanna di Panoramix. Non solo: avrà anche la possibilità di ricevere liberamente dal druido la bevanda magica, con cui salderà i conti con Garovirus con un cazzotto ben piazzato. Da notare la battuta di Obelix, che dice che l'Elvezia è tutta pianura: infatti, Obelix, durante la salita in cordata sui monti, dormiva a causa della pentola di formaggio fuso, o fonduta, che aveva mangiato e del barile di idromele che aveva bevuto tutto d'un fiato in una mini-orgia, per accelerare i tempi così da trovare la stella alpina. Quindi, in tutto il suo viaggio in Elvezia, Obelix non ha visto neanche una montagna...E' da notare che, in questa storia, lo scopo di Asterix e Obelix è più grave di quello delle altre volte (fare il giro di Gallia, trovare un falcetto d'oro, eccetera): qui si tratta di salvare una vita umana. E quella di un nemico, tra l'altro. Ma questo sottolinea il motivo per cui i Galli combattono: non tanto contro i Romani di per sé, ma contro chi ha il potere e lo usa con arroganza, come Garovirus e tanti altri. Per questo i Galli sentono Malosinus - onesto e non portato alla violenza come imposizione della legge del più forte - come affine a loro e quindi degno di partecipare al banchetto finale. Quella di Asterix e compagni non è tanto una battaglia contro i Romani, quanto contro chi esercita la prepotenza, sicuro del suo potere e di conseguenza della sua impunità. In questa storia, Goscinny e Uderzo hanno approfondito il motivo per cui i Galli combattono e vogliono restare indipendenti.

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    Per dirigersi in Svizzera, Asterix e Obelix percorrono sulla biga un'immensa "carrostrada", l'equivalente delle attuali autostrade, che in quel periodo erano diventate attive e funzionanti, favorendo ulteriormente il traffico e le vie di comunicazione. Per non parlare dei carrogrill dove si fermano, l'equivalente degli attuali autogrill dell'autostrada. Goscinny e Uderzo mostrano così i cambiamenti delle vie di comunicazione di allora, col conseguente impatto non solo economico, ma anche culturale che hanno provocato. Un'altra caratteristica della Svizzera è la sua neutralità, anche se gli Elvezi dell'antichità erano un popolo guerriero: la neutralità svizzera iniziò ai tempi della seconda guerra mondiale, anzi, prima ancora, al tempo della fondazione dell'edificio della Società delle Nazioni a Ginevra, nel 1918, alla fine della prima guerra mondiale, per opera dall'allora presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson. Ebbene, Asterix, Obelix e Formagginix, per rifugiarsi dai romani, in una scena entrano in un edificio dove si parla ininterrottamente della pace tra le nazioni in mezzo ad un pubblico dormiente. Una pungente e divertente critica alla neutralità svizzera e all'edificio della Società delle Nazioni (oggi sostituita, in pratica, dal'ONU: ma i risultati non cambiano di molto...).

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    Qui c'è un particolare inquietante: Garovirus dice che Malosinus, un malato in mezzo a più medici, è praticamente un malato morto, e questa è una cosa vera, anche nella realtà. I medici attorno a Malosinus infatti sono tanto incompetenti quanto arroganti, ansiosi solo di affermare il loro prestigio, piuttosto che preoccuparsi della salute del loro paziente (tutto il contrario di Panoramix, che, anzi, capisce subito che Malosinus è stato avvelenato). Senza contare che così Goscinny mostrava la sua scarsa fiducia nei medici. Ma Goscinny non poteva sapere che in futuro lui sarebbe morto proprio per opera di un medico, un cardiologo, che l'avrebbe sottoposto a degli sforzi eccessivi per vedere lo stato del suo cuore.

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    Il passaggio di Asterix e Obelix porta scompiglio e disordine nell'ordinatissima e tranquilla Elvezia, come due elefanti in un negozio di cristalli: Formagginix è stato costretto ad INSUDICIARE il suo prezioso albergo con le sporchissime scarpe piene di fango dei Galli per far vedere ai Romani che loro non sono nell'albergo e che quelle scarpe sono le sue. Orrore ed obbrobrio. Ma c'è di peggio.

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    Infatti, abbiamo UNA CASSETTA DI SICUREZZA SCASSINATA. L'abominazione suprema per un banchiere come Zurix, che resta senza fiato nel vedere la spaventosa scena. Asterix e Obelix infatti erano usciti da lì perchè avevano fame e avevano preso un formaggio coi buchi, il gruviera svizzero elvetico. Ma, siccome erano nascosti dentro la cassetta di sicurezza, hanno dovuto scardinarla dall'interno. Una scena da film horror per il povero Zurix. E per ogni banchiere svizzero. Senza contare che Zurix, per nascondere la presenza dei Galli, è stato costretto a dire ai Romani che dei ladri avevano derubato la sua cassetta di sicurezza. Mostrando così che la sua banca NON E' SICURA. Un banchiere svizzero avrebbe preferito tagliarsi la lingua, piuttosto che dire una cosa simile. Tanto che Zurix alla fine è talmente sollevato nel vedersi togliere dai piedi i due Galli, che ci beve sopra.

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    In ogni caso, con Asterix e gli Elvezi, gli autori introducono argomenti più complessi di quelli dei normali fumetti per ragazzi, mostrando così una tendenza narrativa costante in cui affrontano temi impegnativi. Infatti, se nelle storie precedenti come Asterix e il paiolo hanno parlato dei problemi del denaro, del guadagno e dell'avidità, e in Asterix e la zizzania hanno parlato dell'invidia e del sospetto che possono esserci in ogni uomo, in Asterix e gli Elvezi parlano di corruzione, assassinio, degradazione morale. Argomenti tutt'altro che facili da inserire in un fumetto umoristico per ragazzi...
     
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    1971 (Marzo) ASTERIX E IL REGNO DEGLI DEI

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    TRAMA

    Giulio Cesare vuole sconfiggere i Galli attraverso l'urbanizzazione della foresta circostante il loro villaggio, costringendoli quindi, quasi inconsapevolmente, ad accettare la civiltà romana senza colpo ferire. A questo scopo, ingaggia l'architetto Angolacutus a progettare e costruire il primo insediamento: il Regno degli Dei, un albergo per turisti ricco di ogni comfort. Aiutato dal centurione di Aquarium, Plusquamursus, e con gli schiavi capeggiati da Duplicata, il numida, Angolacutus inizia l'abbattimento degli alberi: ma i primi ostacoli si fanno sentire. Infatti, i Galli fanno ricrescere gli alberi grazie a delle ghiande speciali realizzate da Panoramix: tuttavia, l'abbattimento e la ricrescita degli alberi rischia di andare avanti all'infinito, con conseguente sfruttamento degli schiavi. Di conseguenza, Panoramix cambia stratagemma: consegna la bevanda magica agli schiavi, che possono concludere il lavoro in fretta e anche essere pagati e essere liberi dopo il loro lavoro (tra di essi, ironia della sorte, ci sono anche i famosi pirati). Il regno degli Dei viene costruito e i primi romani iniziano ad abitarci, incontrando i Galli e facendo delle compere nel villaggio gallico. Gli abitanti del villaggio se ne approfittano, mettendo su negozi per turisti e iniziando ad accettare certi costumi romani. Asterix e Panoramix riescono a mandar via un cliente dell'albergo (visto che era pieno) e al suo posto ci mandano il bardo Assurancetourix. Come previsto, i canti del bardo fanno svuotare tutto l'albergo: i cittadini romani tornano tutti a casa. Angolacutus, per rimediare, fa mettere i soldati romani nell'albergo e manda via il bardo. Questo fatto provoca una sollevazione degli abitanti del villaggio, che, guidati da Asterix, raggiungono il Regno degli Dei e lo riducono in rovina. Angolacutus, sconfitto, se ne va e Panoramix fa rispuntare gli alberi in mezzo alle rovine dell'albergo. E la storia si conclude col solito banchetto.

    COMMENTO

    Questa è la seconda storia di Asterix dove compaiono degli architetti: dopo il malvagio Stocafis e il pasticcione Numerobis di Asterix e Cleopatra, abbiamo lo scrupoloso e astuto Angolacutus, simbolo della crescita selvaggia delle abitazioni in quel periodo degli anni 60 in Francia e altrove. Chiaramente la stima per gli architetti da parte di Goscinny doveva essere minima...In ogni caso, la storia mostra anche un aspetto degli antichi Romani spesso dimenticato: loro non si consideravano padroni di un Impero, ma di una città, anzi la Città per eccellenza, Roma, l'Urbs in latino: la loro stessa cronologia partiva sempre dal numero di anni dalla fondazione di Roma (secondo il nostro calendario, 753 anni prima della nascita di Cristo). Indicavano sempre il tempo prima o dopo la fondazione di Roma: per esempio "30 o 300 ab urbe condita" in latino significava 30 o 300 anni dalla fondazione di Roma. Solo un Romano infatti poteva dire che "tutte le strade portano a Roma". Essendo padroni di una Città che rappresentava tutto l'Impero, per i Romani l'urbanizzazione era una necessità fondamentale. Da qui, il desiderio dei Romani di fondare sempre delle città nei territori conquistati (per esempio, Burdigala, l'attuale Bordeaux, fu fondata ex novo dai Romani); e non solo, ma anche degli acquedotti per il trasporto dell'acqua, delle strade, delle dighe e così via. Quindi, il piano di Cesare per "urbanizzare" il villaggio gallico aveva una sua logica.

    Asterix-1
    La cura di Uderzo per i dettagli era straordinaria, come si può vedere qui: la casa di Cesare e il modellino sono riprodotti con cura certosina. Per non parlare del resto: i personaggi, i vestiti...


    Quando Giulio Cesare parla ai suoi sottoposti parlando di se stesso in terza persona (tipo: "il grande condottiero fece"..."egli disse" parlando sempre di sè), c'è la battuta esilarante di uno dei sottoposti che dice a Cesare:
    "Lui è davvero formidabile!"
    "Chi?" chiede Cesare.
    "Beh...voi!"
    "Ah! Lui!".
    Infatti, nel De Bello Gallico e nel De Bello Civili, Cesare parlava di sè presentandosi proprio in terza persona, per mostrare ai suoi accusatori al Senato tutte le imprese che aveva fatto. Da allora, però, l'"io in terza persona" è diventato famoso e usato dalle persone importanti.

    Angolacutus aveva proposto di chiamare il Regno degli Dei Roma II, ma Cesare dice ovviamente che di Roma ce n'è una sola. Questa battuta richiama i giganteschi centri commerciali costruiti a ridosso delle città principali: Velizy 2, Rosny 2, Parly 2, senza contare il nostro quartiere residenziale Milano 2. Anzi, la Parly 2, il grande centro commerciale vicino a Parigi, avrebbe dovuto chiamarsi originariamente Parigi 2. Ma De Gaulle si oppose all'idea, dicendo, come Cesare, che di Parigi ce n'è una sola. Come grandeur francese non è male...

    Uderzo si concede una doppia splash page con lo straordinario non-pieghevole di marmo distribuito agli spettatori del circo come campagna pubblicitaria del Regno degli Dei! Una presa in giro dei pieghevoli della pubblicità distribuiti gratis. Nella presentazione si descrive la vita quotidiana degli antichi romani con disegni d'epoca e le trovate di Goscinny per presentare nel mondo antico le novità moderne, che portano a risultati davvero esilaranti: per esempio, il circo-parcheggio al posto del drive-in e i bazar-tabernae al posto dei supermercati, oppure le "anphorville" al posto di "bidonville" (le anfore a quei tempi erano usate come bidoni della spazzatura, almeno nelle intenzioni degli autori). Il Circo Massimo è anche una parodia degli spettacoli in TV con concorsi a premi che non interessavano a nessuno, presentati da Guy Lux, qui latinizzato in Guilus, un presentatore francese famoso di quei tempi.

    Asterix-4
    Il villaggio gallico davanti alle offerte di compravendita


    Ai tempi degli anni '60-70, l'urbanizzazione di massa stava facendo passi da gigante, sia nella Francia di De Gaulle e Pompidou, che altrove. Spesso è stata forsennata e sregolata, e il bosco di Bondy, dove Uderzo aveva vissuto da vicino da piccolo, fu quasi completamente disboscato, sostituito da edifici a perdita d'occhio e da un parco naturale. Da qui le scene di disboscamento del bosco dei Galli.

    Inoltre, gli autori prendono in giro anche chi è ignorante ma fa delle citazioni senza conoscerne il senso. Il centurione Plusquamursus cita "Gnozi seauton", cioè "Conosci te stesso" di Socrate. Ma Plusquamursus non sa cosa vuol dire, perchè è greco, una lingua che lui non conosce. E lo dice davanti a una catasta di alberi sradicati, dove la frase citata non ha alcun senso.

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    Come citare Socrate mentre ti gratti alla mattina davanti a una catasta di legno. E senza nemmeno sapere cosa cavolo stai dicendo. Però puoi dire di aver fatto una citazione...


    Un'altra caratteristica della storia sono le proteste, le rivendicazioni e gli scioperi prima degli schiavi, poi degli stessi soldati che pensano di essere trattati peggio degli schiavi: Goscinny parodizza così tutte le rivendicazioni dei sindacalisti, che in quegli anni facevano dei negoziati estenuanti col governo francese in cui, se si dava troppo a una categoria, un'altra scalpitava volendo anch'essa di più.

    Quando Obelix, su consiglio di Asterix, fa il pazzo furioso per spaventare un cliente dell'albergo del Regno degli Dei, recita proprio la parte del barbaro pericoloso e sanguinario, che Asterix sottolinea coi suoi consigli: "Se lo rivedete, dategli un pò di carne cruda, questo servirà a calmarlo". Insomma, come una belva, in pratica.

    I Galli, abituati a combattere direttamente contro i soldati romani, non sanno come comportarsi davanti ai comuni cittadini romani che vengono nel loro villaggio a far compere. Anzi c'è ci se ne approfitta vendendo soprattutto le cose più gradite ai clienti romani: il pesce e le antichità (che è un controsenso, visto che Asterix è ambientato in un tempo antico!). La critica sociale di Goscinny è evidente e fa riferimento ai paesi che hanno sviluppato la propria economia esclusivamente attraverso il turismo, trascurando la propria identità culturale ed economica producendo tutti le stesse cose che interessano ai turisti, snaturandosi e facendo concorrenza. E non solo: vengono adottati anche gli usi e i costumi di chi viene, dimenticando completamente la propria identità. La moglie di Matusalemix che si veste alla romana ne è un esempio calzante. La stessa critica la fece Goscinny anche su Lucky Luke "Il cacciatore di taglie", dove gli indiani della riserva, per sopravvivere, vendevano ai bianchi i ricordini pseudostorici: per esempio, tutti avevano da vendere "l'esclusiva sottosella del Generale Custer". ^_^

    Asterix-3
    Siamo tutti Romani!


    Il sistema per far sollevare il villaggio contro il Regno degli Dei elaborato da Asterix e Panoramix è molto abile: dopo aver fatto entrare nell'albergo Assurancetourix, e dopo che è stato scacciato via a causa dei suoi canti, Asterix solleva l'orgoglio nazionale: scacciare uno di loro, fosse anche il bardo, per i Galli è inaccettabile.

    "Non bisogna mai dare ordini secchi a un numida" è una celebre battuta della storia, in cui si sono inseriti gli aggettivi "secco" e "umido", valido sia in francese che in italiano. I numidi erano dei berberi della Numidia: i berberi erano abitanti del nordafrica con una loro lingua e con la pelle chiara (per esempio San Vittore I, Papa, era berbero). La Numidia equivaleva più o meno all'Algeria e in parte alla Tunisia. Quindi non erano certo di pelle nera come Duplicata, lo schiavo numida della storia. In ogni caso, il personaggio è stato un omaggio alla Blaxploitation (film con attori neri, in voga a quei tempi) e alla rivolta dalla schiavitù, anch'essa trattata come una rivendicazione sociale, alla pari delle rivendicazioni dei soldati romani. Infatti gli schiavi, dopo, riprendono il loro lavoro, ma con uno stipendio e degli orari: nessuna rivolta alla Spartaco.

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    Trattative alla Bud Spencer.


    Il banchetto finale è uno dei rari casi in cui viene concesso di partecipare anche ad Assurancetourix, considerando il suo contributo fondamentale nel far fuggire i Romani dal Regno degli Dei.

    Asterix-6
    Se non fate attenzione ai dialoghi, si travasa il senso di quello che dicono i personaggi!


    Questa scena conclusiva (presa dall'edizione di Asterix allegato al Corriere della Sera/Gazzetta dello sport) ha un errore di battitura che rende poco comprensibile il dialogo. Alla domanda di Asterix, Panoramix risponde "Ovviamente no" e non "Ovviamente"! Goscinny voleva far capire in questa scena che non è possibile riuscire sempre a mantenere tutto uguale come si vorrebbe. L'importante è comunque restare se stessi.
     
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    1971 (Settembre) ASTERIX E GLI ALLORI DI CESARE

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    TRAMA

    Mentre Asterix e Obelix accompagnano Abraracourcix e Beniamina a Lutezia, ad un certo punto vanno a casa di Omeopatix, il fratello di Beniamina e cognato poco amato di Abraracourcix. Infatti, Omeopatix è una persona che si è arricchita coi suoi commerci, ha una famiglia. Beniamina mette spesso a confronto suo marito Abraracourcix, un capo, che però non è ricco, col suo fratello arricchito e quindi arrivato, e questo gli ha sempre dato sui nervi. Ad un certo punto, mentre sono a cena, Abraracourcix si ubriaca e dice che, per dimostrare la sua superiorità, offrirà a Omeopatix un ragù aromatizzato con gli allori della corona di Giulio Cesare. E manda in missione a Roma lo sconcertato Asterix insieme a Obelix. Per cercare di entrare nel palazzo di Cesare, cercano di farsi vendere come schiavi presso Tifus, il fornitore personale di Giulio Cesare. Dopo aver fatto del caos, vengono venduti, però non a Cesare, ma alla famiglia Chiunquefus, piuttosto ricca e col figlio ubriacone. Per cercare di farsi rivendere, Asterix prepara una bevanda orrenda che però ha successo. Staziondefrejus, lo schiavo personale della famiglia Chiunquefus, geloso del loro successo, riesce a farli arrestare con l'accusa di essere andati al palazzo di Cesare per ucciderlo. Però Asterix pensa che sia un'occasione d'oro: una volta che saranno all'arena per essere sbranati, pesteranno i leoni e Cesare, come ricompensa, per tradizione, dovrebbe gettare nell'arena la sua corona d'alloro. Il problema è che Giulio Cesare in quel momento non è a Roma, e Asterix e Obelix si rifiutano di scendere nell'arena. Dopo aver fatto un parapiglia, escono dall'arena e incontrano una banda di criminali guidati da Habeascorpus. Si rifugiano presso di loro, ma, quando si mettono ad attaccare Gracchus, il figlio di Chiunquefus, Asterix e Obelix sgominano Habeascorpus e la sua banda. Poi Gracchus dice loro che era stato Staziondefrejus a tradirli e ora ha avuto come premio quello di essere lo schiavo personale di Giulio Cesare, che dovrà portargli sopra la corona d'alloro. Asterix approfitta dell'occasione per costringere Staziondefrejus a dargli la corona d'alloro, mentre lui porterà sopra la testa di Cesare una corona di finocchio. Alla fine, al villaggio, Omeopatix può assaggiare il ragù alla corona d'alloro di Cesare. Però dice che è di scarsa qualità, e Abraracourcix lo stende con un cazzotto, mentre il banchetto continua.

    COMMENTO

    Questa storia comincia a metà del suo sviluppo, con Asterix e Obelix che sono a Roma alla ricerca della corona d'alloro senza nessuna spiegazione, che verrà poco dopo con un flashback. Una narrazione insolita in Asterix, che mostra il desiderio di sperimentare di Goscinny e, forse, la sua risposta alle critiche di ripetitività narrativa che alcuni gli avevano fatto. In ogni caso, è una storia che parla di argomenti piuttosto adulti, seguendo la tendenza degli ultimi numeri, come Asterix e gli Elvezi. Infatti i Galli entrano nel mondo della schiavitù romana, che era comunque diffusa allora in tutto il mondo: anche i Galli, infatti, avevano i loro schiavi. Il termine "gingilli", cioè cose, usato da Staziondefrejus, lo schiavo di Chiunquefus invidioso dei Galli, spiega chiaramente che cos'era la schiavitù: persone trattate come cose. Come oggi è per noi, coi lockdown, le mascherine e i vaccini imposti con la forza e senza il minimo rispetto umano. Inoltre, ci sono molte scene di vita quotidiana: nelle famiglie, all'osteria. Tutte queste scene della vita romana furono prese dai lavori di Jerome Carcopino, autore e storico che fece "La vita quotidiana a Roma". Se in Asterix gladiatore Asterix e Obelix erano andati a Roma come turisti, qui, invece, entrano proprio nel tessuto sociale della città.

    Il personaggio di Omeopatix simboleggia la generazione arricchita in poco tempo e un pò buzzurra: si tratta di una satira sociale sugli anni del boom economico (ma personaggi come loro ci sono in ogni epoca). Omeopatix è un ricco tracotante, prospero, volgare: il fatto che sia cognato di Abraracourcix ha un doppio significato, visto che in francese "zotico" e "cognato" si indicano con la stessa parola (si vede che ai francesi non piacciono i cognati).

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    Omeopatix esprime la grandeur francese: infatti, anche oggi, per i parigini, tutto ciò che è fuori da Parigi (allora Lutezia) è roba da campagnoli. L'insulto ad Abraracourcix qui è sottinteso, ma presente.


    Inoltre, Omeopatix disprezza tutti quelli che non hanno la sua ricchezza, canzonando Abraracourcix in continuazione. Tra l'altro, è talmente arrivista da fare a patti anche coi Romani, come mostra lo sfoggio di busti romani come quello di Giulio Cesare. Omeopatix è "il personaggio che ce l'ha fatta", mentre Beniamina è la donna frustrata e mai soddisfatta che rinfaccia sempre questo al marito, sottintendendo che Abraracourcix è un fallito. Questi confronti crudeli, basati essenzialmente sull'invidia sociale, erano acuiti in quei tempi di boom economico e di arrivismo. Sono cose che ci sono sempre state, comunque.

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    Il tormentato Abraracourcix e la moglie spocchiosa Beniamina


    La famiglia Chiunquefus (un nome piuttosto azzeccato per indicare una famiglia anonima) ha un padre posato e tranquillo, sereno per il suo stato sociale ed economico. Ma il figlio, Gracchus, è un gaudente ubriacone, senza un proprio sostegno economico nè il desiderio di impegnarsi o di realizzare qualcosa. Avendo avuto tutte le comodità possibili, è scivolato facilmente nella pigrizia e nel lassismo, che porteranno facilmente alle proteste che verranno dal '68 in poi (infatti, il pigro per sua natura non è mai soddisfatto). Gracchus, come Menabotte di Asterix e i Normanni, è un altro esempio del conflitto generazionale che si stava sviluppando in quegli anni. Con la differenza, però, che, se Menabotte era un tipo viziato e snob, ma comunque "sano", Gracchus, invece, è un ubriacone e dedito agli ozi e ai festini, mostrando un livello di morale ancora più basso.

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    Il padre e il figlio: quando il figlio fa quello che gli pare, sono dolori per tutti. "Domus" significa casa in latino


    A proposito di questo, un altro tema ricorrente qui è il problema dell'alcool e dell'ubriachezza: tutta la storia, in sostanza, è dovuta alla scommessa di un Abraracourcix ubriaco che dice che aromatizzerà un ragù con gli allori di Giulio Cesare. Una scommessa idiota che provoca la critica anche di Asterix, di solito fedele al capo. E l'impresa (che, in sostanza, è una rapina) è praticamente impossibile da realizzare.

    I disegni di Uderzo sulla città di Roma sono straordinari: ormai l'autore - appassionato di architettura - è al pieno della sua maturità artistica, con la realizzazione di sfondi e visuali dall'alto spettacolari. Per non parlare dei suoi interni e delle ville di Cesare e Chiunquefus, dei sobborghi, delle catacombe, del Circo Massimo, addirittura delle prigioni, realizzando una Roma antica che sarebbe impossibile immaginare meglio. Non solo: anche i personaggi secondari, che sono numerosi in questa storia, sono tutti finemente tratteggiati nelle loro caratteristiche fisiche, che rispecchiano quelle psicologiche: la paciosa bonomia di Chiunquefus, l'orgoglio untuoso del venditore di schiavi Tifus, il rancoroso schiavo Staziondefrejus, e così via...fino ad arrivare a due capolavori: il cambio di colore e le azioni dei poveracci che bevono l'orrenda bevanda antisbronza di Asterix, e lo schiavo greco di Tifus. Questi simula la posizione delle più famose statue greche dell'antichità: il "Pensatore" di Rodin (che non è antico, ma si richiama agli stilemi classici), il "Discobolo" di Mirone, il "Laocoonte" di Agesandro, l'"Atenodoro" di Rodi, fino a quando uno sberlone ben assestato di Asterix gli dà l'aspetto del greco pestato per bene. :lol:

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    Come maltrattare le opere artistiche.


    Di notte Roma era pericolosa, tanto che bisognava fare testamento se si voleva andare fuori. Per questo l'incontro di Asterix e Obelix coi briganti di Habeascorpus è stata un'occasione per gli autori di mostrare il volto nascosto di Roma. Inoltre, il domatore di leoni all’interno del Circo Massimo è una caricatura di Jean Richard, un attore francese conosciuto anche per aver aperto un proprio circo. I processi a Roma erano uno spettacolo da seguire, e quello di Asterix e Obelix era una presa in giro dei film ambientati in tribunale, che erano in voga allora. Asterix fa un'abilissima ed elaborata arringa, ma non di difesa, bensì di autoaccusa, pur di finire al circo in pasto alle fiere (solo in quel modo, infatti, lui e Obelix potranno ottenere la corona di Cesare, che di solito la gettava ai vincitori del torneo). E la sua arringa è tale da far piangere tutti!

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    Scena dalla tavola originale. Asterix si autoaccusa in modo solennissimo, roba che neanche Perry Mason.


    La scena è anche una citazione della famosa arringa di Cicerone contro Catilina, un classico della letteratura romana. Inoltre, l'avvocato difensore di Asterix (Residus, cioè "residuo": un nome che è tutto un programma) si mette a fare l'istrione citando sempre "Delenda Carthago" ("Cartagine deve essere distrutta") di Catone; e l'accusatore fa la stessa citazione. :lol: Goscinny, così, sottolinea la tendenza degli avvocati di parlarsi addosso e di fare bella figura, più che di difendere l'accusato. Senza contare l'assurdità della situazione: Asterix e Obelix sono accusati di tentato omicidio contro Cesare e vengono processati senza prove, basandosi solo sulle accuse di Staziondrefrejus, uno schiavo! Che non è neanche in tribunale a testimoniare. Roba da invalidare qualunque processo, anche nell'antichità (anche il processo più famoso del mondo, quello contro Gesù Cristo, non era valido, visto che non c'erano testimoni veri ed era stato fatto a notte fonda. I processi si fanno di giorno, in pubblico, e non di sera e di nascosto).

    Per concludere questa analisi: durante il finale della storia, Cesare porta, senza saperlo, una corona di finocchio portata dallo schiavo Staziondefrejus. E Goscinny chiama Cesare "lupo, figlio della lupa romana": ebbene, il lupo è anche il nome di un pesce, che viene cucinato col finocchio. Da qui il pensiero di Cesare: "E' strano...ho voglia di mangiare un pesce ai ferri..." :lol:

    Solo una settimana dopo la fine della pubblicazione di Asterix e gli allori di Cesare a puntate sulla rivista Pilote, il volume omonimo è già in libreria, con una tiratura di più di un milione di copie. Se Asterix il Gallico, la prima storia, aveva atteso due anni prima di essere pubblicata in volume, adesso la pubblicazione in volume è quasi istantanea. E anche allora le vendite furono alte.
     
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    1972: ASTERIX E L'INDOVINO

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    TRAMA

    In una notte di tempesta, al villaggio gallico arriva un indovino di nome Prolix e tutti sono attratti dal suo carisma, chiedendogli previsioni sul futuro. Asterix è scettico e Panoramix, in quel momento, è assente perchè era andato al raduno annuale dei druidi. Gli uomini e le donne del villaggio vanno di nascosto dall'indovino, che ha trovato un rifugio nel bosco, e gli chiedono delle previsioni sul futuro, in cambio di doni. Prolix in realtà è un imbroglione che sfrutta la credulità popolare. Ma un giorno viene catturato dai Romani e portato all'accampamento, dove il centurione Fapallidaugustus decide di mandarlo nelle miniere di sale, secondo il decreto di Cesare. Allora Prolix getta la maschera e dice di essere un ciarlatano. Ma, siccome ha una grande influenza sui Galli, il centurione lo manda da loro per avvertirli di abbandonare il villaggio se no accadranno delle disgrazie. Il piano funziona e i Galli se ne vanno, nonostante le proteste di Asterix. Con l'arrivo di Panoramix, i Galli, riuniti in un luogo lontano dal villaggio, capiscono il loro errore e tornano al villaggio. Ma le donne continuano a pensare che lui sia un indovino vero: allora Asterix propone a loro e agli uomini del villaggio di attaccare l'accampamento dove si trova l'indovino. Se lui sarà colto di sorpresa, allora non sarà un indovino vero. Mentre l'indovino profetizza al centurione, che si è lasciato ingannare anche lui, arrivano all'improvviso i Galli e le Galle e succede il macello. Prolix viene riconosciuto da tutti come un ciarlatano e fugge via dall'accampamento, mentre il centurione viene degradato. La storia si conclude col classico banchetto.

    COMMENTO

    Dopo aver parlato della tendenza dei Galli (che rappresentano tutti noi, coi nostri pregi e debolezze) alla zizzania, alla gelosia, all'invidia, Goscinny e Uderzo descrivono un'altra debolezza dei personaggi: la facilità a credere ai ciarlatani. Ma non solo loro: anche il centurione romano e lo stesso Giulio Cesare seguono gli aruspici degli indovini. E questa è una cosa attualissima, visto l'enorme seguito che riscuotono non solo i maghi e i fattucchieri, ma anche le centinaia di medici e virologi intervistati nel periodo del coronavirus/covid, che non facevano (e non fanno) altro che spaventare, terrorizzare, ammonire, contraddirsi a vicenda, scrivere libri, proporre pozioni miracolose tipo "il vaccino che risolve tutto", degno degli imbonitori del West. Non c'è nessuna differenza tra loro e il ciarlatano Prolix. E il mondo d'oggi, simile al villaggio gallico, segue le parole dei ciarlatani come se fossero la Verità Rivelata. Se gli abitanti di Asterix abbandonano il villaggio per le ammonizioni dell'indovino, tutta la popolazione - italiana e mondiale - sta in casa per anni per non contraddire le ammonizioni dei ciarlatani. Nulla è cambiato dai tempi di Asterix: l'uomo è sempre lo stesso.

    Contro la credulità e i ciarlatani, la scienza non può nulla, perchè non ha argomenti: pretende solo una fiducia cieca nelle sue analisi, diventando così una religione gestita da fanatici, non più una scienza vera (che invece sa di non essere infallibile e che va per tentativi): diventa così oggetto degli stessi ciarlatani descritti prima, che lo usano come corpo contundente contro chi obietta.

    Nemmeno lo scetticismo illuminista di Asterix può nulla, perchè anch'esso non ha argomenti: ha solo la sua ironia e indignazione. Ma non ha delle basi con cui controbattere.

    Nemmeno la religione pagana ha argomenti contro gli indovini, perchè erano persone comunemente accettate. Per quanto i Galli siano religiosi qui (è forse l'unica storia in cui parlano dei loro dei in modo più dettagliato), essendo pagani non ricusano gli indovini. E lo stesso discorso si può fare per Giulio Cesare e la religione romana.

    L'unica risposta ai ciarlatani, maghi, indovini (e medici, virologi e simili) è la religione cattolica, perchè condanna chiaramente la credulità col Primo Comandamento: "Non avrai altro Dio al di fuori di me". Solo Dio sa il futuro. Gli altri - indovini, medici e virologi - non sono degli dei, ma degli uomini e quindi non possono essere trattati da dei. Ovviamente, lo stesso discorso vale per gli Ebrei, che seguono anch'essi il Primo Comandamento. Per questo i Cristiani e gli Ebrei non hanno mai voluto gli indovini e li hanno sempre scacciati.

    Il personaggio di Prolix è un capolavoro: magro, spigoloso, con uno sguardo da faina che simula saggezza, con una pelle di lupo addosso che simula la povertà, è una persona intelligente e subdola. Ma, in realtà, come tutti i subdoli, è solo un pavido. Usa tutti i metodi tipici dei ciarlatani, che sono dotati di grande psicologia (sanno quando spaventare e quando rassicurare), sanno dire quello che la gente vuole, sanno stare sul vago affermando e negando, dicendo senza dire (come i tremendi DPCM che hanno fatto stragi attraverso affermazioni e negazioni). In questo modo, può dire di tutto senza temere di essere contraddetto. Quando Prolix dice a Beniamina che lei vivrà a Lutezia, la capitale (ha capito subito che Beniamina è una donna ambiziosa), non dice mai quando, perciò non può essere contraddetto. Oppure, quando dice a Obelix che incontrerà l'amore, aveva capito subito che lui era un tipo solitario e che aveva bisogno di un'anima gemella (basta ricordarsi di Falbalà di Asterix Legionario). Ma non dice mai quando accadrà: rimane sempre sul vago, mantenendo così la sua aura di autorità e nascondendo la sua mediocrità (proprio come i DPCM).

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    Le donne del villaggio sono messe in mostra anche in questo numero, mostrando la loro grande capacità di influenzare gli uomini: in questo caso, però, in negativo, come in Asterix e la zizzania: se in quella storia le donne hanno accentuato la zizzania nel villaggio con le loro chiacchiere, in questa storia accentuano la credulità degli uomini. Infatti, se prima sono le donne ad andare di nascosto dall'indovino, poi ci vanno anche gli uomini, compreso Abraracourcix, il capo del villaggio. Sia Prolix che Detritus, il personaggio negativo di Asterix e la zizzania, capiscono l'enorme capacità femminile di influenzare gli uomini e approfittano di questo. Detritus dà il vaso, che provocherà discordia, ad Abraracourcix in presenza della moglie di lui, Beniamina. Prolix incanta prima le donne, poi gli uomini vengono a valanga. E' una cosa che sanno anche i venditori: se riescono a convincere la donna che accompagna l'uomo a fare un acquisto, l'acquisto sarà assicurato. E' stata la stessa tattica del serpente che ingannò Eva nell'Eden.

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    Beniamina, la moglie del capo, è sempre meglio tratteggiata in questa storia: è una Madame Bovary insoddisfatta, in ricerca di qualcosa di più grandioso e più adatto a lei. Ma nello stesso tempo vuole bene comunque al marito e alla fine comprende la lezione di Asterix. E' un personaggio dalle diverse sfaccettature.

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    La moglie di Matusalemix qui si rivela scaltra e attenta ai movimenti di Beniamina: è la prima, dopo di lei, ad accorgersi del fatto che l'indovino si è insediato nel bosco vicino al villaggio. E anzi Obelix ne è attratto grazie alle chiacchiere dell'indovino, anche se si tratterà solo di un momento. L'inizio della storia è insolitamente drammatico, con tanto di pioggia e tuoni, con la comparsa di un essere mezzo uomo e mezzo bestia, a giudicare dall'ombra, dando un tono horror alla scena (Uderzo ha anche detto che forse la copertina non ha favorito le vendite, che in questo caso furono leggermente inferiori del solito). L'indovino, comunque, non poteva scegliere un momento migliore per comparire: gli è capitata un'occasione fortunata. E "spesso la fortuna sta dalle parte delle canaglie", come dice il proverbio.

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    E la gente del villaggio, con le sue paure e incertezze, non è lontana da noi: Goscinny e Uderzo mostrano le loro debolezze, ma senza mai impalcarsi a giudici, sia loro che i lettori: al contrario, c'è complicità, perchè certi sentimenti, sensazioni, paure, desideri, sono universali. I Galli sono umani, e gli autori non li trattano mai da imbecilli o da persone perfette: ma come uomini, con le loro grandezze e le loro debolezze. L'ironia di Goscinny è beffarda, ma mai cattiva: è sempre benevola verso i personaggi. Essere cattivi coi personaggi significa snaturarli: questa è una lezione importante per gli sceneggiatori. Infatti, fare personaggi antipatici e odiosi, e quindi trattarli male, danneggia sempre la storia.

    Asterix e Panoramix, essendo i personaggi positivi, possono apparire troppo perfetti: ma è giusto che siano così, perchè questi due personaggi sono l'argine che impedisce alla follia di comandare e di far crollare la diga. Sono necessari perchè la storia si sviluppi bene. Per fare un paragone, in un giallo è necessario l'investigatore: e deve essere moralmente migliore degli altri, perchè è appunto l'argine che impedisce alla follia e al male di avanzare. E' un espediente narrativo efficace: in sostanza, perchè una storia funzioni bene, ci deve essere sempre un Salvatore. Le storie senza un "salvatore" sono storie di disperazione.

    Tornando ad Asterix e Panoramix, gli autori hanno fatto un notevole ritratto psicologico dei personaggi, differenziando i loro sorrisi. Quello di Asterix è beffardo e ironico: è il sorriso dei philosophes, tipico degli intellettuali illuministi, che non credono in niente e sbeffeggiano chi crede. Il contesto di Asterix è diverso, ma il suo sorriso è lo stesso dei filosofi. Ha una punta di amarezza e di cattiveria. Il sorriso di Panoramix, invece, è benevolo, comprensivo, di un anziano che ha visto il mondo e gli uomini e sa comprenderli bene. E' un sorriso da padre: più "caldo", che contraddice quello "freddo", da "fratello maggiore" di Asterix. Loro sono d'accordo e agiscono insieme, ma hanno un atteggiamento di fondo diverso.

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    Una curiosità: nella scena in cui gli autori spiegano chi siano gli indovini, compaiono la casa di campagna di Uderzo e alcuni palazzi del quartiere parigino de La Défense. Inoltre, la scena in cui l'indovino taglia un pesce di Ordinalfabetix è un rifacimento del famoso dipinto di Rembrandt "Lezione di anatomia del dottor Tulp". Ai francesi piacciono gli omaggi culturali elevati... ^_^

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    Tulip


    Complessivamente, si tratta di una storia ben costruita e ottimamente disegnata, come tutte le altre di Asterix, e scava nel profondo dell'animo umano. E il personaggio dell'indovino Prolix è indimenticabile.

    Edited by joe 7 - 1/6/2021, 15:07
     
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    1973: ASTERIX IN CORSICA

    ok


    TRAMA

    Nel villaggio gallico si festeggia l'anniversario della vittoria di Gergovia1 e vengono invitati anche tutti gli amici che Asterix e Obelix hanno incontrato durante tutte le loro precedenti avventure. Oltre al banchetto, per completare la festa attaccano il vicino accampamento romano di Babaorum, dove tengono prigioniero un combattente corso, Ocatarinetabelasciscix, trasportato laggiù dopo il suo arresto in Corsica. Dopo averlo liberato, Asterix e Obelix lo accompagnano in Corsica, dove scoprono le caratteristiche particolari degli abitanti: la pigrizia, la permalosità, la divisione nei vari clan. Il pretore romano della Corsica, Suelburnus, è preoccupato per il ritorno di Ocatarinetabelasciscix: infatti, l'ex-prigioniero organizza un assalto dei Corsi ad Aleria, la capitale. Il pretore Suelburnus alla fine viene catturato e Ocatarinetabelasciscix lo rimanda a Roma, perchè dica a Cesare che la Corsica non si piegherà a Roma. Asterix fa anche rappacificare Ocatarinetabelasciscix con Figatellix, un capoclan: erano in conflitto tra loro da generazioni. Alla fine tornano al villaggio e festeggiano col classico banchetto.

    COMMENTO

    Ai tempi della pubblicazione di questa storia, all'inizio del 1973, gli indipendentisti corsi avevano compiuto diverse azioni di lotta armata, tipo attentati dinamitardi. E ormai Asterix non era più solo un fumetto, ma anche un evento mediatico e sociale: anche se Goscinny e Uderzo hanno sempre dichiarato la loro neutralità, è però impossibile non rivedere nel tormentone dell’urna elettorale gettata in mare una visione umoristica di un’accusa che era stata fatta al popolo corso2; così come il formaggio in grado di far esplodere una nave, che è una divertente e leggera riscrittura degli attentati terroristici (e anche una critica alla qualità del formaggio corso, tra l'altro... :lol: )

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    Inoltre, all’epoca in cui è ambientata la vicenda, l’isola non appartiene ai territori gallici, ma gli autori tengono conto della situazione geopolitica attuale utilizzando anche per i nomi dei personaggi Corsi il suffisso “ix”. Questo anche per parare le accuse di considerare la Corsica come un "paese straniero", visto che nei viaggi di Asterix lui va sempre in un altro Paese! Inoltre, all'apertura dell’albo è presente un’introduzione degli autori che sembra voler chiedere scusa alla popolazione Corsa per l’estremizzazione con cui sono state messe in scena alcune loro caratteristiche. Una curiosità: Asterix, di norma, tra le altre lingue, è pubblicato anche in corso (sì, esiste una lingua corsa): ma "Asterix in Corsica" fu pubblicato in quella lingua solo vent'anni dopo, nel 1993.

    Tutto questo fa capire quanto questa storia sia stata particolare rispetto alle altre. Infatti, "Asterix in Corsica" è l’ultima avventura ad essere stata pubblicata a puntate su "Pilote", prima di essere raccolta in volume. E' la fine di un'epoca. Uderzo, infatti, non riusciva più a reggere la periodicità della rivista e aveva chiesto a Goscinny di rallentare la produzione, proponendo di realizzare da ora in poi il fumetto direttamente per le librerie. Per congedarsi da Pilote, in questa storia, che si divide in due momenti (il primo nel villaggio e il secondo in Corsica, una cosa insolita), viene organizzata una rimpatriata di molti personaggi incontrati nelle precedenti storie . Questi infatti si ritrovano al villaggio degli irriducibili Galli in occasione dell’anniversario della battaglia di Gergovia1. È l’occasione per rivedere volti amici incontrati da Asterix e Obelix durante i loro viaggi, qui riuniti tra un banchetto e una scazzottata coi romani, mentre le donne chiacchierano lontano dai mariti. Così si fece il bilancio di un'avventura durata 14 anni, dal 1959 al 1973. Nella rimpatriata gli autori si divertono a caricaturare le riunioni di vecchi commilitoni, con le loro tipiche spacconate tra maschi, insieme alle tipiche riunioni tra donne (le mogli dei commilitoni) che parlano di stoffa, moda e bambini.

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    Un altro primato di questa storia è il fatto che, per la prima volta, i due autori compiono una trasferta nel luogo che ospiterà la loro prossima storia per documentarsi, rimanendo conquistati dalla Corsica, al punto di concederle l’onore di occupare la cartina iniziale dell’albo in sostituzione dell’abituale mappa della Francia, una cosa mai fatta prima nè dopo. Per non parlare della grandissima cura che Uderzo ha dedicato al paesaggio corso: le foglie, gli alberi, i fiumi, sono tutti documentatissimi. Andando avanti coi primati: è la prima volta che negli albi di Asterix compaiono i bambini del villaggio. A parte Pepe di Asterix in Iberia (che però è iberico, appunto) e alcune brevi storie che saranno poi riunite nel 2003 nell'albo "Asterix tra banchi e...banchetti", in cui compaiono alcuni bambini del villaggio, è a partire da qui che i bambini galli compaiono nella serie regolare. I bambini sono anche la versione ridotta dei loro genitori, tant'è vero che si mettono a litigare appena si parla di pesci marci.

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    L'aspetto di Ocatarinetabelasciscix è costruito sulle fattezze del giornalista corso Paul Gianolli della redazione di Pilote, mentre il nome è un riferimento alla canzone Tchi-tchi del cantante corso Tino Rossi.

    Paul-Gianolli tino-rossi
    Paul Gianolli/Ocatarinetabelasciscix e Tino Rossi.


    In un passaggio, la canzone omaggia la bella Catarineta (Catalinetta nell'originale), dicendo: "O Catalinetta bella! Tchi-tchi" che in pratica è il nome del personaggio. Inoltre, Asterix lo chiama per sbaglio "Omarinella": infatti, Tino Rossi aveva composto un'altra canzone d'amore chiamata appunto "Marinella". Per non parlare del momento in cui, parlando allo sconfitto pretore Suelburnus, Ocatarinetabelasciscix assume gli atteggiamenti tipici del corso più famoso del mondo: Napoleone Bonaparte! Il suo stesso discorso lo conferma: "Dì a Cesare che lui non sarà mai imperatore. Perchè i Corsi possano accettare un imperatore, bisogna che sia corso lui stesso!"

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    Le caratteristiche principali dei corsi nel fumetto sono tipiche degli ambienti isolani e piuttosto chiusi: la pigrizia (il druido che aspetta che cada il vischio per raccoglierlo!), l’indole permalosa dei suoi abitanti e la facilità con cui estraggono il pugnale a serramanico, gli anziani che guardano scorrere la vita, le silenziose donne sempre vestite di nero e controllate da severi fratelli e mariti. Per dire: alla fine della storia, alcuni corsi si avvicinano a Figatellix perchè vogliono sapere dove si trova suo cugino, e lui non glielo dice. E questi cugini, discendenti compresi, si erano nascosti fino ai giorni nostri! 2000 anni circa di nascondimento, per sfuggire alla vendetta corsa per qualche sconosciuto sgarro! E' un luogo comune che fa parte dell'immaginario collettivo. Forse questo è dovuto anche a causa del successo del racconto "Colomba"3 (1840) dello scrittore romantico Prosper Mèrimeè.

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    -----------------------------------------
    1 vittoria di Gergovia: si tratta della vittoria del Galli sulle armate di Cesare nel 52 a. C. Ma trascurano volutamente la vittoria successiva e finale di Cesare ad Alesia, con cui conquistò tutta la Gallia e catturò il capo dei Galli Vercingetorige, che divenne, a partire dal '700-'800, un simbolo del nazionalismo francese.

    2 si fa riferimento ad un avvenimento che a quei tempi fece scalpore: durante le elezioni locali svolte in Corsica negli anni '60, furono trovate in mare, spinte dalla marea sulla spiaggia, delle urne piene di voti.

    3 "Colomba" è la storia di una vendetta corsa, in cui è protagonista appunto la ragazza Colomba, che, nonostante il nome, è una donna gonfia di odio per i responsabili della morte di suo padre e pretende che il fratello, di ritorno dalla Francia, faccia giustizia sommaria. Merimeè è famoso soprattutto per la novella Carmen, un'altra storia di sangue e vendetta, stavolta ambientata in Spagna.
     
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    1974: ASTERIX E IL REGALO DI CESARE

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    TRAMA

    A Roma, una sera, in un'osteria di malaffare, il legionario Romeomontecchius, perennemente ubriaco, insulta Giulio Cesare e viene arrestato alla vigilia della giornata conclusiva dei suoi vent'anni di servizio all'esercito, dopo i quali avrebbe dovuto avere, come tutti gli altri, un possedimento terriero da coltivare. Per punirlo, Giulio Cesare gli dà il possedimento del villaggio gallico, una cosa impossibile da concedere, perchè è un paese non ancora conquistato. In questo modo, Cesare si augura che l'ubriacone finisca nei pasticci, e così accade. Infatti, Romeomontecchius vende il possedimento del villaggio a un oste, Ortopedix, in cambio di vino: l'oste, insieme a sua moglie Angina e sua figlia Coriza, detta Zazà, va al villaggio per prenderne possesso, ma scopre di essere stato buggerato. Impietositosi, Abraracourcix, il capo, dà a Ortopedix una casa da trasformare in osteria. Ma l'arrivismo della moglie Angina porta Ortopedix a sfidare Abraracourcix per diventare lui il nuovo capo del villaggio. Il conflitto costringe Panoramix, il druido, a non concedere più la bevanda magica, che porterebbe a uno scontro fratricida nel villaggio. Inoltre, Romeomontecchius si rivolge al centurione di Laudanum per riavere il villaggio (e, tra l'altro, l'aiutante del centurione è Distillatorinproprius, un suo vecchio compagno). I Romani, accortosi che i Galli non usano più la bevanda magica, fanno un assalto in massa con catapulte e arieti. Asterix e Obelix intervengono, mentre il druido prepara la bevanda e il villaggio contrattacca, portando i Romani a una nuova disfatta. Ortopedix si rappacifica con Abraracourcix e torna a Lutezia, dove aprirà una nuova osteria. Prima di partire, lui e la sua famiglia partecipano al classico banchetto finale.

    COMMENTO

    Asterix e il regalo di Cesare è la prima avventura di Asterix a non essere stata pubblicata ad episodi sulla rivista Pilote, ma viene presentata al pubblico direttamente in volume, cosa che, da ora in poi, avverrà regolarmente. Un'altra particolarità di questa storia è che il suo inizio accade a Roma, in una suburra, di notte, non nel villaggio gallico: una cosa che avviene di rado.

    UNA FALSA PROPRIETA'

    Negli anni '70, in cui l'ideologia di sinistra aggrediva ferocemente il concetto di "proprietà privata", Goscinny realizza una storia in cui Giulio Cesare dona a un soldato ubriacone, come "ricompensa" per i suoi servigi, qualcosa di privato di cui lui non ha la proprietà: il villaggio di Asterix. Quindi è un titolo di proprietà di nessun valore, che Cesare dona a Romeomontecchius per diversi motivi: per punire l'ubriacone e la sua indisciplina; per "annettere", almeno formalmente, il villaggio gallico e così esercitare un certo predominio formale. Ma la storia non poteva certo svilupparsi solo così: se Romeomontecchius fosse andato al villaggio gallico con quell'attestato di proprietà, l'avrebbero mandato via a pedate e la storia sarebbe finita così, secondo le intenzioni di Cesare. Invece, Goscinny, astutamente, fa complicare la storia con un passaggio di proprietà, in cui il "possesso" del villaggio gallico passa dal soldato all'oste Ortopedix e la sua famiglia. Una famiglia di bravi Galli medi, un pò ingenui, che, indirettamente, diventano le vere vittime dell'inganno di Cesare. In questo caso, però, Abraracourcix e gli altri non possono certo mandarli via a sberle, quindi la faccenda si complica, soprattutto con la rivalità delle due mogli: quella di Abraracourcix e quella di Ortopedix. Con questo colpo di scena, cioè il passaggio di proprietà del finto regalo di Cesare, la situazione si inasprisce fino a condurre il villaggio sull'orlo della rovina, senza che Giulio Cesare abbia fatto nulla per ottenere intenzionalmente questo risultato. E' una situazione che si avvicina un pò alla storia di "Asterix e la zizzania", in cui un evento scatena i sentimenti peggiori delle persone. Solo che in quel caso l'evento era voluto, qui è stato casuale.

    Asterix-Coriza-9
    Il famoso regalo di Cesare, che porterà a tutte le conseguenze della storia. Per essere precisi, non è un "regalo", ma è il pagamento che si dà ai veterani dopo vent'anni di servizio militare. Ma nello stesso tempo è anche un regalo, perchè è assurdo dare un villaggio intero :blink: a un soldato in congedo: di norma si davano degli appezzamenti di terreno da coltivare.


    LADY MACBETH

    Sembra che in questa storia si voglia mostrare il vecchio adagio: "dietro a un grande uomo c'è una grande donna", anche se, stavolta, in chiave negativa. Dietro Abraracourcix, infatti, c'è Beniamina, una specie di Lady Macbeth alla pari di Angina, la moglie del nuovo arrivato Ortopedix. Le loro manovre portano, in modo consequenziale, come le increspature che si formano quando si butta un sasso nell'acqua, divisione e discordia nel villaggio. La situazione si rappacifica solo quando Ortopedix decide di tornare a Lutezia: ogni contrasto viene cancellato come per magia. E' errato considerare le donne prive di ambizione e di aggressività: anche loro le hanno, al pari degli uomini. E agiscono dietro le quinte, come appunto fanno Beniamina e Angina. E' in sostanza una lotta per il potere tra due donne, non tra Abraracourcix e Ortopedix, che, anzi, scoprono di avere molti punti in comune (tipo i parenti ricchi che le rispettive mogli rinfacciano a loro). Spalleggiato e incitato dalla moglie, Ortopedix punta al ruolo di Abraracourcix, perciò il capovillaggio si trova a dover difendere un’altra volta il suo posto, in una situazione simile a quella di Asterix e il duello dei capi. Inoltre, siamo nel 1974 e in Francia ci sono le elezioni presidenziali anticipate, a causa della morte improvvisa di Pompidou, il presidente in carica. Il confronto è tra Mitterrand, il candidato di sinistra, e Giscard d'Estaing, il candidato di destra: entrambi usano per la prima volta il dibattito televisivo, al quale si richiama la scena tra Abraracourcix e Ortopedix.

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    Cordialità femminile.


    I ROMANI DELL'EPISODIO

    IN una scena, un soldato romano parla a Romeomontecchius del festeggiamento dei 6500 (MMMMMMD), cioè al fatto che si festeggiano i 6500 giorni (18 anni) prima del congedo e quindi del ritorno alla vita civile (quel soldato infatti aveva fatto finora solo due anni di servizio). E' un richiamo umoristico all'usanza del servizio militare francese di festeggiare i 100 giorni che li separano dal congedo. Romeomontecchius, il legionario ubriacone che sarà il motore principale della vicenda, ha un nome che si prende beffe dell'originale eroe romantico Romeo Montecchi del dramma di "Romeo e Giulietta". Distillatorinproprius, il compagno di Romeomontecchius, ha a sua volta un nome che fa riferimento alla caduta del governo francese avvenuta nel 1954, dovuta, tra le altre cose, anche alle abolizioni dei diritti dei distillatori privati.
    E' da notare che, stavolta, l'attacco dei romani al villaggio è più elaborato del classico assalto con le lance e spade. Infatti, usano arieti, catapulte e altri oggetti da guerra più complessi, che il legionario Romeomontecchius chiama "le nuove armi": un riferimento alle armi di distruzione di massa scoperte in quegli anni. Infatti, oltre alla bomba atomica, negli anni'70 si parlava anche della bomba a neutroni, che intenzionalmente doveva uccidere le persone ma non il territorio da conquistare. E' da notare che lo stesso Obelix, qui, lancia dei menhir in aria, spaventando Ortopedix e gli altri al loro arrivo: un'altra simbologia sulle nuove armi di distruzione di massa? Fatto sta che Obelix non farà più in futuro simili azioni. E per fortuna, direbbero gli altri protagonisti. Aggiungiamo un piccolo cenno ai pirati di Asterix: in questo episodio non compaiono, ma sono citati da Romeomontecchius, che racconta di "essere stato ingaggiato in un equipaggio pirata, ma disgraziatamente la nave è colata a picco." Quindi la tradizione è stata rispettata. ^_^

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    Nuove armi di distruzione di massa.


    L'ARRIVO DI ESTRANEI NEL VILLAGGIO

    Le facce nuove portano sempre curiosità o rigetto, a seconda dei casi: avviene nella vita di tutti. L'arrivo della famiglia di Ortopedix porta a contrasti inevitabili: infatti, loro sono normali persone di città, non possono capire bene la mentalità di un villaggio gallico dove la rissa avviene in continuazione come "mezzo di comunicazione". Inoltre, se c'è chi accetterebbe i nuovi arrivati, c'è chi li rifiuta, come Matusalemix, che diffida di loro dicendo che: “Non ho niente contro gli stranieri, ma quelli non sono dei nostri”. Infatti non hanno il loro stesso passato, non sono persone che si conoscono, quindi è normale stare sulle proprie. Matusalemix si proporrà anche come capo contro gli stranieri: una cosa che nel villaggio non avrà molto successo, visto che Ortopedix e e gli altri membri della sua famiglia non hanno comportamenti "strani" o "violenti che impediscano la convivenza". Se non fosse stato per le azioni di Angina, Ortopedix e gli altri avrebbero potuto inserirsi, giorno dopo giorno, nel tessuto sociale del villaggio. Riguardo ai nomi dei nuovi arrivati, Ortopedix, cioè "ortopedico", ha un nome che richiama la medicina, mentre la moglie, Angina, e la figlia, Coriza, hanno invece dei nomi che richiamano le malattie. Infatti, "Angina" è il nome di una malattia al cuore, e lei è appunto una megera che fa esasperare il marito con le sue pretese. Riguardo a Coriza, il discorso è un pò più complesso.

    CORIZA, O ZAZA'

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    "Coriza" è l'antico nome francese del raffreddore, e questo nome esprime la superficialità e i capricci della ragazza, tipici degli alti e bassi del raffreddore. E' chiamata anche con la forma breve "Zazà". Sarà un caso, ma questo è lo stesso nome della protagonista del film omonimo, che era una donna seducente: e Coriza "seduce" Obelix per conto della madre. Capricciosa e sempre desiderosa di tornare a Lutezia, Coriza sembra essere una versione al femminile di Menabotte. Si tratta anche del personaggio cha subìto più di tutti un'evoluzione grafica: se i primi schizzi di Ortopedix e Angina erano in pratica simili alle versioni definitive, la prima versione di Coriza era ben diversa dall'attuale, come si può vedere qua sotto. In questa prima versione, con tanto di lentiggini e capelli allacciati, mostra una sua superficialità più evidente: manca però del fascino che avrà invece la Zazà definitiva. Infatti, Goscinny aveva descritto Zazà a Uderzo dicendo che lei dev'essere "non male, ma nemmeno tanto bella": ma qui era troppo sgraziata per apparire anche bella. Era necessario un restyling, e così si ebbe la Coriza definitiva.

    Asterix-Coriza-1
    La prima versione di Coriza, decisamente poco affascinante. Praticamente, di lei è rimasto solo il vestito nella versione definitiva. :ph34r:


    La ragazza sarà vista con diffidenza dalle donne del villaggio, essendo bella e più giovane di loro: da notare che si mette quasi le stesse vesti della moglie di Matusalemix, solo più corte e con più fronzoli. In questa storia, Obelix si innamorerà di Zazà, senza essere ricambiato, richiamando un pò la situazione tra lui e Falbalà in Asterix legionario. Il portatore di menhir si conferma essere il romanticone del villaggio, molto timido e attratto dalle bellezze femminili.

    Asterix-Coriza-7


    Successivamente, Zazà si innamorerà di Asterix, dopo che lui aveva duellato contro il soldato romano Romeomontecchius davanti a lei. In questa storia, tra l'altro, c'è l'unico momento in cui Asterix estrae la sua spada, azione abbastanza rara, nonostante tenga l’arma sempre al suo fianco. Il duello all’arma bianca contiene citazioni dal Cirano di Bergerac (il famoso "naso"), mentre la “Z” disegnata sul vestito del suo avversario è un riferimento al simbolo di Zorro, mentre Zazà lo vede come l'iniziale del suo nome. Inoltre, Asterix mostra di non aver bisogno della bevanda magica per essere un avversario di tutto rispetto. Resta il fatto che Asterix nemmeno si accorge della cotta di Zazà per lui. Mostra, in sostanza, una certa indifferenza verso l'altro sesso, con la sola eccezione di Falbalà, anche se lo è stato solo per un momento, alla fine di Asterix legionario. In futuro, mostrerà solo un altro breve turbamento verso una ragazza nel periodo in cui lo sceneggiatore era Uderzo, in "Asterix e Latraviata". Essendo un personaggio positivo e interessato soprattutto al bene del villaggio, Asterix ha una sua innocenza che non solo non gli permette di avere relazioni con persone dell'altro sesso, ma non gli permette nemmeno di capire la gelosia di Obelix, quando Zazà si mostra interessata solo ad Asterix e non più a lui.

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    Tuttavia, nel banchetto finale, si può vedere Zazà mentre brinda con Assurancetourix, in uno dei rari momenti in cui il bardo non è legato ad un albero durante la festa. Potrebbe essere l'inizio di una coppia, ma la cosa non sarà mai sviluppata, visto che Zazà tornerà a Lutezia coi suoi.

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    La ragazza tornerà solo per poco nella storia celebrativa "Il compleanno di Asterix e Obelix - L'albo d'oro" realizzato da Uderzo nel 2009: a differenza di Goscinny, l'autore sembra voler mettere Coriza con Menabotte...

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    Vedremo se i nuovi autori di Asterix (lo sceneggiatore Ferri e il disegnatore Conrad) faranno ritornare Coriza sulle pagine di Asterix. Personalmente, ne dubito: questi sono personaggi one-shot, che tornano solo nei numeri celebrativi.
     
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    1975: ASTERIX IN AMERICA

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    TRAMA

    Per catturare un pò di pesci per la bevanda magica, Asterix e Obelix prendono in prestito la barca di Matusalemix e vengono presi all'improvviso da una tempesta che li porta fino in America. I due Galli, comunque, non si rendono conto di aver scoperto un continente e credono di essersi solo allontanati un pò dal villaggio. Scambiano gli indiani per dei romani un pò particolari e i tacchini per degli sconosciuti e commestibili "gluglu". Fuggono dal villaggio indiano per evitare che Obelix finisca sposato con la figlia del capo indiano e incontrano dei Vichinghi, guidati dal capitano Kerosene, che volevano scoprire un Nuovo Mondo. Portano su i Galli come prova della loro scoperta e li portano al loro villaggio nel Nordeuropa. Li presentano al loro capo Obsen, che però alla fine scopre che sono dei Galli. Dopo un enorme tafferuglio, Asterix e Obelix scappano e raggiungono alla fine il villaggio sulla loro barca. Raccontano le loro avventure, ma non sanno spiegare fin dove sono arrivati. Al banchetto finale, nessuno si è accorto che è stato raggiunto per la prima volta il continente americano.

    COMMENTO

    La storia inizia con una pagina interamente bianca, contenente solo i dialoghi: più avanti comparirà una pagina interamente nera con solo i dialoghi. Si tratta di trovate sperimentali che hanno fatto scuola, come il famoso episodio di Alpha Flight di John Byrne, quasi interamente bianco con solo i dialoghi. Byrne ha detto di essersi ispirato proprio a questa storia di Asterix per realizzare questo episodio.

    Alpha-Flight-006-Cover
    Alpa Flight 6: una storia tutta incentrata su Snowbird e con quasi dieci pagine tutte bianche, con solo i dialoghi. Non ho ancora capito se è stato un fumetto sperimentale o una furbata... :huh:


    Asterix in America (l'unica storia finora in cui i Romani sono quasi del tutto assenti) è un viaggio inaspettato e incredibile: infatti, a differenza di tutti gli altri, non è un viaggio programmato. Infatti, come si poteva programmare un viaggio verso un paese che non esiste sulla carta? Doveva essere per forza un viaggio casuale. Il motivo scatenante è stata la pesca da fare per rimediare alla mancanza di pescheria alla bancarella di Ordinalfabetix, che aspettava il pesce fresco da Lutezia (Parigi). E Asterix gli fa notare, giustamente, che c'è il mare a due passi dal villaggio. Ma Ordinalfabetix prende solo materiale DOC, quindi di Lutezia: se vogliono il pesce, che se lo peschino loro.
    Questa era una frecciata di Goscinny contro la grande distribuzione commerciale, che allora si stava ingigantendo: oggi ha raggiunto livelli di stupidità uguali a quelli del ragionamento di Ordinalfabetix. Per fare un solo esempio tra mille: oggi si prendono al supermercato aranci e mandarini del Brasile, ma non ci sono mai quelli italiani. Oppure al supermercato ci sono solo prodotti Conad o Padis, per esempio (se il supermercato è Conad o Padis), ma non esistono quasi prodotti di altre case di produzione, ostacolando così il commercio. E si potrebbe andare avanti per settimane con gli esempi.

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    E' vero. Che c'entra il mare coi pesci?


    L'incontro coi classici pirati è inevitabile, con tanto di compleanno del capitano; inoltre, nel viaggio compare anche una grande onda, caratteristica dei quadri del pittore giapponese Hokusai. Dopo un lungo viaggio, in cui finiscono stremati e ridotti alla fame, raggiungono la costa americana. Laggiù le scene che omaggiano i futuri Stati Uniti d'America si sprecano: la più famosa è quella di Asterix che, per segnalare la propria posizione ai Vichinghi, accende una fiaccola e si mette nella stessa posizione della Statua della Libertà. Inoltre, le stelline disegnate sopra la testa dell'indiano dopo che si è beccato un colpo in testa corrispondono alle stelle della bandiera americana o ai gagliardetti della USAir Force, che richiamano anche lo stemma delle fusoliere di Tanguy e Laverdure, due personaggi di Charlier disegnati proprio da Uderzo. Per non parlare dei tacchini, che sono il tipico piatto americano del Giorno del Ringraziamento.

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    La fiamma della libertà non si spegnerà mai. Nè oggi nè mai! ^_^


    Gli indiani che compaiono sono un richiamo al personaggio di Umpa-Pah di Goscinny e Uderzo. In una scena particolare, mentre i Galli mangiano con gli indiani attorno al fuoco, Obelix scopre che gli è stata offerta della carne di cane, che Idefix mangia tranquillamente facendo il cannibale. E quello che Idefix mangia è un "hot-dog": la tradizione letterale infatti è cane caldo...

    4a
    Quello che gli animalisti e i vegetariani non capiranno mai è questo: che gli animali mangiano gli animali.


    Un'altra citazione di Obelix ricorda i cowboy e, in senso lato, Lucky Luke, un altro personaggio di Goscinny e Morris: "Andando nelle praterie ho imparato una o due cose", dice il portatore di menhir, simulando il suono del tacchino.
    Nella seconda parte della storia, la coppia di Galli incontra i Vichinghi, o Danesi, coi quali hanno problemi di comprensione linguistica, come pure hanno avuto anche con gli indiani. Infatti, questa è anche l'unica storia di Asterix e Obelix in cui loro non riescono a parlare coi personaggi degli altri paesi! L'unica eccezione può essere la storia di Asterix e i Goti, in cui Asterix e Obelix non capivano il tedesco/gotico, ma almeno lì c'era Panoramix che faceva da interprete...Con questi Vichinghi, Goscinny si appoggia sulla teoria secondo cui l’America sarebbe stata scoperta dai Vichinghi. In ogni caso, chiunque sia stato in America prima di Cristoforo Colombo, non ha mai portato questa conoscenza all'umanità al di là dell'Oceano. Quindi, quelle dei Vichinghi, o Egiziani, o Romani, o di chiunque sia stato prima, non furono mai delle vere e proprie scoperte, ma solo dei viaggi e delle esplorazioni, un pò come quella di Asterix e Obelix in questa storia, che alla fine non sono stati capaci di dire agli altri dove sono stati. Questi vichinghi sono Danesi, quindi non sono da confondersi coi Normanni di Asterix, che erano norvegesi. E' una sorta di breve viaggio tipo “Asterix in Danimarca”. Infatti questa storia ha anche un'altra caratteristica unica: Asterix e Obelix infatti qui viaggiano in due paesi, anzichè in uno solo.

    5-Copia
    I Vichinghi qui hanno una caratterizzazione più feroce di quella dei Normanni delle storie precedenti.


    Le citazioni dei Vichinghi danesi sono parecchie: per esempio, Kerosene, il capo esploratore, quando atterra sul suolo americano, pronuncia le stesse parole dell'astronauta (americano) Neil Armstrong quando, atterrando sulla Luna per la prima volta, disse: "Un piccolo passo per l'uomo, un grande salto per l'umanità". Oppure, quando Kerosene, al ritorno, riceve gli insulti del terribile capo Obsen, dice che non somigliano certo ai canti di una gentile sirena. Il richiamo alla Sirenetta del danese Andersen è palese. ^_^ Senza contare che il nome Obsen richiama quello del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen. Inoltre, Obsen, tenendo in mano un teschio, dice che "c'è del marcio nel suo regno": ovviamente il richiamo è all'opera scespiriana di Amleto, che era principe, appunto, di Danimarca. Un'altra citazione amletica è stata detta da Kerosene, che dice "Essere o non essere, è questo il problema": una delle frasi più famose della letteratura mondiale.

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    Shakespeare, prendi nota.


    Un altro momento famoso di questa storia è la pantomima di Asterix e Obelix sui Galli: "Noi siamo coraggiosi, abbiamo paura solo d una cosa: che il cielo ci cada sulla testa; ci piace mangiare e bere bene; siamo indisciplinati e rissosi; siamo attaccabrighe; ci piace ridere e scherzare. In breve, siamo Galli". La perfetta definizione del personaggio di Asterix e dei suoi compagni.

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    Siamo Galli!


    Concludendo, Asterix in America è una storia divisa in due parti: anche se è ben realizzata, ha in sè qualcosa di inconcludente. Non c'è un obiettivo da raggiungere e si passa casualmente da una avventura a un'altra senza soluzione di continuità. Si sarebbe potuto andare avanti per un numero indefinito di pagine, perchè non ci sono scudi arverni da trovare, druidi da salvare, stelle alpine da ricercare, architetti da aiutare. Come storia di Asterix è atipica in molti modi: si va in America come se si fosse andati in un vicino villaggio gallico; si incontrano dei vichinghi come e fossero dei traghettatori. Il senso di straniamento è forte qui: per tutta la durata della storia i Galli non sanno dove sono finiti, nè se ne preoccupano. Questo smarrimento un pò lo si nota nella lettura delle famose pagine bianche, che danno un senso di smarrimento sin dall'inizio nel lettore. E' in sostanza uno strano viaggio nell'Isola che non c'è.
     
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    2021: ASTERIX E IL GRIFONE (solo presentazione)
    Sceneggiatore: Jean-Yves Ferri; Disegnatore: Didier Conrad

    39fr


    Asterix e il grifone è stato diffuso in Francia il 21 Ottobre 2021 (arriverà in Italia a breve). Questa è la 39° avventura di Asterix ed è la quinta storia realizzata dallo sceneggiatore Jean-Yves Ferri e dal disegnatore Didier Conrad. Inoltre, questo volume arriva un anno dopo la scomparsa di Albert Uderzo, il co-creatore di Asterix. A tale proposito, i due autori hanno dichiarato: "Uderzo si è affidato a noi per rispettare i valori dei personaggi che egli stesso ha creato insieme a Goscinny, permettendo loro di vivere nuove avventure. È con grande emozione che proseguiamo, in sua assenza, la missione che ci ha affidato con questo nuovo libro, che speriamo entusiasmerà i lettori."

    Durante una conferenza stampa tenuta l'11 Ottobre 2021 a Parigi, Ferri e Conrad hanno svelato la copertina della storia, rappresentata qui in apertura. Nella copertina si vede un totem che rappresenta un Grifone (creatura mitologica composta da un corpo di leone, con una testa e ali d'aquila), piantato in un paesaggio innevato, selvaggio e apparentemente desertico. Asterix è di vedetta sul suo cavallo e ha uno sguardo preoccupato. Idefix è richiamato da un inquieto Obelix… Per Toutatis, dove sono i nostri eroi?! Sembra la premessa di un' avventura ai confini del mondo conosciuto, questa illustrazione di copertina, che fa presagire un western ambientato nel freddo delle montagne. Ma si tratta di un western...orientale!

    UNA SPEDIZIONE IN TERRA SARMATA

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    Infatti, ai tempi di Asterix, nell'Europa Occidentale dominava l'Impero Romano con la sua civiltà (anche se, ovviamente, un piccolo villaggio gallico resisteva sempre all'invasore!). Ma a est c'era il "Barbaricum", un vasto territorio sconosciuto, selvaggio e inesplorato, occupato dai barbari. Tra questi c'erano i Sarmati: un popolo nomade che visse a nord del Mar Nero. Occuparono la Pianura Ungherese e dominarono tutte le steppe comprese tra i monti Urali e il lungo fiume Danubio. Furono gli antenati degli slavi, la popolazione tipica dell'Est Orientale, con tutte le sue diramazioni (Polonia, Ungheria, Serbia, Bosnia, Russia, eccetera).

    INTERVISTA A JEAN-YVES FERRI, LO SCENEGGIATORE

    Jean-Yves-Ferri


    Perché ha scelto il grifone come motore di ricerca e come titolo?

    Per me, tutto è cominciato dalla rappresentazione scolpita della Tarasque, un mostro delle leggende celtiche1. Mi sono chiesto se i nostri antenati credessero davvero nell’esistenza di questi strani mostri. In realtà, la cosa è meno sorprendente di quanto potrebbe sembrare: nell’antichità romana, infatti, gli esploratori erano rari e la Terra restava in gran parte sconosciuta. D’altronde, a Roma si erano visti animali straordinari come elefanti e rinoceronti e, dunque, non c’era motivo di dubitare dell’esistenza di creature altrettanto improbabili, alcune delle quali (come meduse, centauri, gorgoni) erano già state descritte con dovizia di particolari dai Greci. Non mi restava che scegliere l’animale da porre al centro della storia dal ricchissimo repertorio della mitologia antica. E la mia scelta è caduta sul Grifone, per metà aquila, per metà leone e con orecchie equine: insomma, quel che si dice una creatura enigmatica! I Romani se la sarebbero bevuta, questo è certo. Ma i Galli? In che modo Asterix, Obelix e Idefix, accompagnati dal druido Panoramix, si sarebbero lasciati coinvolgere nella ricerca epica e disseminata di trabocchetti di questo animale fantastico? Lo scoprirete leggendo l’albo.

    Perché avete scelto questa area geografica per il 39° album?

    Volevo suggerire un territorio lontano, una sorta di "regno sarmatico" immaginario: da qui la scelta di un'area tra Russia, Mongolia e Kazakistan. In passato, alcune tracce di tombe di guerrieri nomadi furono trovate in queste regioni dell'Estremo Oriente europeo. Inoltre, Aristea di Proconneso (un antico poeta greco nato intorno al 600 a.C), aveva localizzato in quell'area i suoi strani resoconti di viaggio. Mi ha dato l'idea di seguire le sue orme e di collocare lì il mio piccolo popolo Sarmata e il loro folklore di iurte (abitazioni mongole) e sciamani.

    Cosa ti ha affascinato di queste persone? Come hai trovato le tue informazioni?

    Ci sono alcuni libri sui Sarmati: quelli di Iaroslav Lebedynsky per esempio (uno storico francese di origini ucraine). Ma l'idea non era quella di fare un'opera storica. Proprio come una Syldavia immaginaria (paese russo inventato nei fumetti di Tintin), è stato divertente inventare una terra col suo folklore e le sue credenze. Rompe un pò con la tradizione di Asterix di visitare paesi reali e consente di avere un'atmosfera narrativa che si adatta bene alla presunta presenza di un animale fantastico.

    La storia spiega perché questo grifone si trova così a est?

    Lo capirete leggendola. Per documentarci, siamo partiti, Didier (il disegnatore) ed io, dall'atmosfera invernale dell'Altai (catena montuosa della Russia), fatta di steppe, piccole montagne innevate, ricoperte da boschi di larici e scavate da torrenti e laghetti. Anche i film A Bigger World2 o Mongol3 mi hanno aiutato a definire l'atmosfera generale della storia.

    E... il nostro Grifone in tutto questo?

    Il Grifone nell'album è il totem animale dello sciamano. Cristallizza un po' l'ignoranza dei romani e il modo fantasioso con cui immaginano la fauna in un mondo, per loro, ancora in gran parte inesplorato. Anche con il corpo di un leone e la testa di un'aquila, il Grifone inizialmente sembrava loro non più improbabile della giraffa o del rinoceronte. Ma, mentre avanzano verso i confini estremi del Barbaricum, il dubbio si insinuerà. E se fosse davvero un potente dio della natura? La loro mentalità di conquistatori comincerà allora a indebolirsi... Tanto più che Asterix e Obelix (per non parlare di Idefix) che sono venuti per rinforzare i Sarmati, non renderanno il loro viaggio più facile!

    genoa
    Il Grifone simbolo del Genoa: c'è anche lui...^_^


    INTERVISTA A DIDIER CONRAD, IL DISEGNATORE

    Didier-Conrad


    Quindi sei diventato, per il tempo di un album, un designer orientale?

    Esattamente! Troviamo qui tutti i classici codici occidentali: ampi spazi aperti, eroi venuti da lontano per aiutare degli innocenti, "selvaggi" che subiscono l'arrivo conquistatore di un esercito...ma in Oriente!

    Come si disegna un ambiente orientale?

    La ricetta è semplice: bei paesaggi, avventura, azione a cavallo e natura ostile! Qui Asterix si è chiaramente schierato coi "selvaggi" per galoppare coi suoi nuovi amici e per proteggere il loro mascotte, il Grifone. Nella vignetta presentata qui sotto, è tutta una questione di movimento. E un pizzico di umorismo, con Obelix che sembra pensare che andrà più veloce se i ruoli cavallo/cavaliere saranno invertiti!

    A39-Case-Ast-C-rix-et-Ob-C-lix-O-cheval



    Cosa ti ha interessato nel realizzare questa nuova avventura?

    Quando si parla di western, si pensa subito a immensi spazi vergini. E' subito evidente, guardando i vecchi film di John Ford e Howard Hawks. Restiamo sempre colpiti da queste immagini di natura idilliaca. Una vera sfida per un disegnatore: come celebrare questi film, che ho divorato fin dalla mia infanzia? Come rendere omaggio a queste immagini iconiche del cowboy che insegue gli indiani in un'ambientazione da Gran Canyon...senza il Gran Canyon? Spero di essere riuscito a trascrivere su carta queste grandi sensazioni che tutti possiamo provare davanti a un western tradizionale.

    LA COPERTINA PROVVISORIA

    Questa era la copertina provvisoria della storia, poi scartata. Non era male, dopotutto.

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    LA PAROLA CENSURATA

    In passato gli autori avevano postato una pagina-trailer della storia, censurando una parola detta da Panoramix. Curiosamente, i dialoghi sono in inglese, non in francese.

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    Successivamente, il mistero è stato svelato: si trattava del nome dell'amico di Panoramix, probabilmente lo sciamano slavo/sarmata accennato dagli autori.

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    Una vignetta ingrandita della pagina. Come si vede, i disegni di Conrad sono minuziosi e rispettano molto lo stile di Uderzo.

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    Alcuni disegni di Conrad che celebrano la storia.

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    ---------------------------
    1 La Tarasque, o Tarasca, non fa parte delle leggende celtiche. Si trattava di un mostro dal corpo di tartaruga e dalla testa di leone, che mandava fiamme e viveva nel sud della Francia. Santa Marta, la stessa che aveva ospitato Gesù nei Vangeli, era arrivata in Francia, scappando via da Israele a causa delle persecuzioni degli ebrei contro i cristiani, e affrontò la Tarasque, sconfiggendola con una croce in mano. Da allora quel posto fu chiamato Tarascona, un comune francese esistente ancora oggi che ha nello stemma proprio la Tarasque.

    2 A bigger world/Un monde plus grand. Film francese del 2019, in cui una giornalista, Corinne, in un servizio fatto in Mongolia, assiste a una cerimonia sciamanica, dalla quale emerge trasformata: ha ricevuto un dono sciamanico che ora deve imparare a padroneggiare.

    3 Mongol (2019) Cortometraggio cinese ambientato in Mongolia, dove un uomo cerca redenzione dopo aver abbandonato sua madre da bambino.
     
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    1976: ASTERIX E LA OBELIX SPA

    s-l1600


    TRAMA

    Dopo che gli uomini del villaggio gallico hanno festeggiato il compleanno di Obelix1, facendogli pestare un'intera legione romana che aveva appena preso possesso del campo militare di Babaorum, Giulio Cesare dichiara che stavolta questi Galli hanno davvero passato il segno e fa una riunione dei suoi generali per prendere delle contromisure. Tra di essi, il consulente Caius Assurdus, appena uscito dalla scuola di Liberti, sostiene che l'unico modo per vincere i Galli è corromperli con l'oro. O meglio, farli arricchire, in modo che diventino dei decadenti. Assurdus inizia il suo piano acquistando dei menhir da Obelix, aumentando ogni volta il prezzo. In poco tempo, Obelix diventa ricco e anche gli altri uomini del villaggio, vedendo il suo successo, diventano venditori di menhir e si arricchiscono. Asterix è perplesso davanti a un simile sviluppo, e chiede consiglio a Panoramix: alla fine i due decidono di non agire, anzi di favorire il piano di Assurdus, fino a che si incartoccerà da solo. E infatti così accade: dopo aver comperato uno stock enorme di menhir che Assurdus porta a Roma, per guadagnarci sopra cerca di venderli. All'inizio l'idea funziona, ma Assurdus non ha tenuto da conto della concorrenza del commercio: infatti, visto il successo dei menhir, praticamente tuti i mercanti li vendono, facendo così crollare il prezzo dei menhir, perchè non li vuole più nessuno, essendo diventati comunissimi. Cesare si trova così con meno soldi e con una montagna di menhir di cui non sa cosa farsene. E nel villaggio gallico i menhir continuano ad essere acquistati coi soldi di Cesare. Di conseguenza, Cesare ordina ad Assurdus di tornare lì e sospendere gli acquisti: il piano ormai è fallito. Assurdus esegue, ma questa decisione fa tornare i Galli all'attività di prima, che in poco tempo attaccano il campo militare di Babaorum, ripristinando lo status quo originario.

    COMMENTO

    "L'attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali" (Prima lettera di San Paolo a Timoteo, cap 6, vers. 10): questa frase sintetizza tutta la storia, che è anche l'ultima che Goscinny sceneggerà completamente (prima della sua morte realizzerà, solo parzialmente, Asterix e i Belgi). E' curioso che l'ultimo episodio completo di Asterix sceneggiato da Goscinny abbia praticamente come protagonista assoluto Obelix. Anche se, ufficialmente, il protagonista è Asterix, in pratica tutta la storia è concentrata sul portatore di menhir: la festa di compleanno, i menhir venduti ad Assurdus che lo rendono ricco, persino il fatto che le donne comincino ad interessarsi di lui. Infatti, anche la moglie di Matusalemix, che in pratica è la donna più bella del villaggio, si mette a sedurlo.

    L'ambizione di Obelix, un personaggio che si riteneva un semplice e non un ambizioso, è inaspettata e sembrerebbe un tradimento del personaggio. Ma Goscinny mostra di conoscerlo bene: Obelix in fondo è e resta un semplice. Infatti, è lui stesso che, ad un certo punto, al culmine della sua ricchezza, chiede ad Asterix, che finora lui aveva snobbato, se poteva tornare a fare la caccia ai cinghiali con lui come prima. Insomma, si era stufato di essere ricco. Si era accorto, infatti, che tutti erano diventati ricchi, tutti erano diventati importanti...cioè tutti erano diventati stravolti, ridicoli, non erano più se stessi. E Obelix è il primo ad averlo capito Dopo Asterix e Panoramix, naturalmente, ma loro non hanno influenzato la decisone di Obelix. Ci è arrivato da solo. Questa è anche una storia di caduta e di riscatto, in cui Obelix sbaglia, ma alla fine capisce che ha sbagliato.

    L'oro diventa qui un elemento corruttore nella denuncia di Uderzo: i sentimenti migliori, infatti, vengono degradati per colpa della brama dell'oro. Obelix non considera più la sua amicizia con Asterix e nemmeno quella con Idefix; la moglie di Matusalemix fa gli occhi dolci a Obelix; i soldati di Babaorum si impigriscono e diventano via via sempre più trascurati e trasandati; la città di Roma è sull'orlo della guerra civile e un mare di gente possiede un mucchio di menhir inutili, che ha pagato e di cui non sa che farsene; gli stessi pirati affondano perchè hanno caricato troppi menhir! I Galli del villaggio si comportano da arricchiti da strapazzo, vestiti come oligarchi russi, rapper o addirittura come dei papponi. Basta vedere Matusalemix con un mantello d'ermellino, un bastone incastonato di pietre preziose, anelli d'oro enormi. E' una storia molto umana, con cui Goscinny ci dà un ultimo messaggio e ci saluta per sempre.

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    Vestiti pacchiani a gogò.


    A metà degli anni ’70 inizia una crisi economica mondiale e da quel momento in avanti i discorsi dei politici hanno come argomento solo l'economia (e l'organizzazione statale ad essa connessa), considerata (stupidamente) la soluzione di tutti i mali, anche morali, dell'uomo: una specie di Messia che risolve tutto. Questa impostazione disumana, che mette le cose al centro dell'attenzione e non l'uomo, ha portato anche, tra le altre cose, all'attuale follia messianica del "Sacro Vaccino Salvatore dell'Umanità" (dopo due anni senza risultati, devono arrampicarsi davvero sugli specchi per giustificare il loro fallimento, imponendo restrizioni tanto più severe quanto inutili). Da quel momento, balzano sulla scena mediatica gli intellettuali (allora, negli anni '70 di Asterix, erano economisti e tecnocrati: oggi sono virologi e biologi) che legittimano le misure drastiche dei governi o usando un gergo complesso oppure terrorizzando con parole semplici. Ma, in entrambi i casi, mentendo. In questo contesto, Goscinny crea il personaggio di Caius Assurdus (Saugrenus nell'originale, cioè "assurdo", appunto).

    Asterix-4
    Cesare e Assurdus.


    Goscinny non era un uomo d'affari: anzi, detestava l'economia e i suoi derivati. Spesso, nelle sue storie, accusa la cupidigia: per esempio, in Asterix e il Paiolo. Il personaggio di Assurdus simboleggia la caricatura di Goscinny su quei giovani diplomati che davano lezioni a tutti con aria di supponenza. A quei tempi, alla Dargaud (la loro casa editrice) erano arrivati appunto dei giovani diplomati che spiegavano loro, in modo serio e compunto, utilizzando grafici, schemi e coordinate disegnate sulla lavagna, come si dovesse fare un buon fumetto e come farlo in maniera che piacesse al pubblico. "Una cosa assurda" disse Goscinny "Senza averli mai ascoltati e senza mai averne seguito i suggerimenti, io e Uderzo vendevamo già ogni anno milioni di copie di Asterix. E loro, che non avevano mai fatto un fumetto, venivano da noi a darci lezioni di fumetto e di vendita con grafici e percentuali!"

    Insomma, Goscinny voleva prendere in giro gli intellettuali che, forti unicamente della loro formazione teorica, pretendono di insegnare a vivere a tutti gli altri. Allora come adesso, con virologi, uomini di governo, medici, giornalisti, vescovi e talari che non sanno nulla della vita, ma che pretendono di insegnare agli altri come si fa a vivere, trasformando tutto il mondo, appena ne hanno la possibilità, in una dittatura tanto spietata e crudele quanto stupida e senza senso.

    Caius Assurdus ha un'aria da giovane romano ambizioso, tipo un enarca2 o un tecnocrate3 (parole di Goscinny). Proviene dalla Scuola dei Liberti di Cesare (fatto che richiama la Scuola Nazionale Francese, creata nel 1945, subito dopo la guerra, per la formazione degli alti funzionari dello Stato) e i suoi tratti somatici sono stati ispirati dal giovane Jacques Chirac (presidente francese), che a quei tempi rappresentava il modello dell'"apprendista re del mercato".

    L'atteggiamento "da puzza sotto il naso" di Assurdus, in cui, senza farlo vedere, mostra disprezzo per l'interlocutore che non ha capito il suo linguaggio incomprensibile, lo si vede quando si rivolge ad Obelix, o ad altri, esprimendosi coi verbi all'infinito, come si fa per i bambini scemi: "Se tu dare a me meno menhir, io dare a te meno sesterzi, capito?". In questo modo, gli autori mettono in ridicolo non solo l'aspetto fisico, ma anche i modi dell'intellettuale che sa tutto, ma solo nella sua mente.

    Goscinny e Uderzo mostrano anche Assurdus che spiega a Cesare i suoi progetti, usando grafici e schemi su pannelli con fogli grandi, lavagne, immagini e altro: è il materiale tipico degli intellettuali, con cui spiegano le proprie teorie e convincono il proprio uditorio. Oppure lo terrorizzano, a seconda dei casi. L'unica differenza che hanno coi ciarlatani è che, a differenza di loro, credono veramente nelle loro teorie campate per aria.

    Asterix-2
    Presentazioni Powerpoint nell'Antica Roma. :lol:


    E questo li rende molto più pericolosi dei ciarlatani: infatti, se ascoltati dai potenti, come niente possono mandare in malora un paese intero, o il mondo intero, a seconda della loro influenza. Come avviene oggi nella realtà e come avviene in questa storia, in cui alla fine la città di Roma è praticamente rovinata e sull'orlo della guerra civile. Inoltre, Assurdus ha anche la follia tipica dell'uomo d'oggi, cioè quella di accumulare l'oro per l'oro, senza usarlo per uno scopo. L'oro è quindi il fine, non il mezzo, diventando un idolo o una divinità. Anche il mondo dei sindacalisti, con le loro proteste esasperanti (niente a che vedere però con le proteste in cui dei cittadini chiedono dei diritti a loro negati col green pass) viene preso in giro da Goscinny e Uderzo, che mostrano i padroni che chiedono lavoro per i loro schiavi.

    Il menhir, che non serve a niente (tremendo come simbolismo!) diventa un oggetto di moda che ciascuno deve possedere. Abilmente, Goscinny, col personaggio di Assurdus, presenta una delle caratteristiche del mondo moderno (che c'è sempre stata comunque, ma mai come adesso): la creazione dal nulla di necessità e bisogni che prima non esistevano, grazie alla pubblicità. E' una cosa simile all'idolatria condannata dalla Bibbia: infatti, "idola" in latino significa "immagini, figure", cioè niente, qualcosa di non vero, che non esiste. "Adorare gli idoli" significa adorare il niente: creare dei bisogni che prima non c'erano significa creare un "nulla" attorno al quale girare come persone attratte da questo niente. Un menhir infatti non serve a nulla, ma tutta Roma è andata in rovina per questo suo girare attorno al nulla. Abilmente, Assurdus usa come leve la vanità, l'invidia sociale, il desiderio di possedere e di ostentare i simboli del proprio successo. E' la stessa cosa che accade oggi col "vaccino", considerato come un idolo che serve a qualcosa, mentre invece non serve a nulla e fa solo danni.

    Uderzo in questa storia arricchisce il suo tratto stilizzato e, in alcune situazioni, si concede di mostrare volti più dettagliati, utilizzando primissimi piani nei quali la fisionomia dei personaggi diventa quasi realistica, pur mantenendo la coerenza con l’estetica-cartoon del fumetto. Tra l'altro, si vedono due riconoscibilissimi soldati romani con le fattezze di Stanlio e Ollio, impegnati a trasportare un menhir con esiti simili a quelli di una loro celebre scena con un pianoforte.

    Asterix-3


    Asterix e la Obelix SpA è una storia molto intelligente che riesce a spiegare dei concetti economici (e non solo economici) complessi in modo semplice e divertente, così da essere compresi anche dai giovani lettori.

    ------------------
    1 Successivamente Uderzo dirà che Asterix e Obelix sono nati nello stesso giorno, cosa che contraddice questa storia, visto che non si parla del compleanno di Asterix.

    2 enarca: funzionario statale francese di alto livello, che ha frequentato una scuola superiore di pubblica amministrazione ottenendo una elevata preparazione professionale.

    3 tecnocrate: uomo politico, o alto funzionario, la cui autorità risiede prevalentemente su una competenza tecnica.
     
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    1976: FILM "LE DODICI FATICHE DI ASTERIX"

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    Ultima edizione italiana dell'albo illustrato del film (2018).


    TRAMA

    A causa dell'invincibilità dei Galli del villaggio di Asterix, i Romani pensano che forse stanno affrontando degli dei (una cosa mai pensata comunque dai Romani del fumetto). Allora Giulio Cesare li mette alla prova e propone ai Galli di affrontare 12 fatiche, come quelle del semidio Ercole: se i loro rappresentanti vinceranno le fatiche, allora sono degli dei e potranno governare l'Impero Romano; se no, dovranno sottomettersi a Roma. Abraracourcix accetta e manda come rappresentanti Asterix e Obelix, che, sotto la guida del rigido e flemmatico ispettore Caius Pupus, affrontano le 12 prove. Dopo il successo, Cesare riconosce la sconfitta e si ritira a vita privata, affidando l'Impero ai Galli. Le prove a cui i Galli si sottopongono sono le seguenti:

    1) GARA DI CORSA: Asterix affronta il campione olimpico della corsa Merinos/Melinos di Maratona (Attalo nella versione italiana dei libretti, vedere più sotto).

    2) LANCIO DELL'ASTA: Obelix compete con il leggendario Kermes il Persiano al lancio del giavellotto. Nello scontro avviene un breve crossover con Um-Pa-Pah, l'indiano protagonista delle prime storie fatte da Goscinny e Uderzo.

    3) LOTTA GRECO ROMANA: Lottano contro Cylindric il Germano, un piccolo ometto in grado di padroneggiare le tecniche di judo, che "lui afere imparato topo un lungo, lungo, luuungo fiaggio in eine terra lontana, lontana, ja!" Asterix però riesce a ritorcere le abilità dell'atleta contro di lui.


    4) L'ISOLA DEL PIACERE: Vanno all’Isola del Piacere, dove un gruppo di seducenti sacerdotesse esercita il proprio fascino sui due protagonisti. Ma la fame di Obelix è più forte dell’attrazione verso le donne, e, quando scopre che lì non ci sono cinghiali, se ne va portando con sè Asterix (questo contesto fa vedere, in chiave comica, una realtà storica: le sacerdotesse antiche erano tutte addette alla prostituzione sacra).

    A3ok


    5) IL GRANDE PASTO: Obelix mangia le pietanze del "Cuoco dei Giganti", il belga Mannekenpix. Ma la fame del corpulento Gallo gli consente di finire senza problemi l’abbondantissimo pranzo: anzi, scambiandolo per un antipasto. :huh: Il nome del cuoco è tutto un programma: infatti equivale al "Manneken Pis" ("ragazzino che fa la pipì"), il simbolo del Belgio. Si tratta della statua di un bambino che fa appunto la pipì: la tradizione dice che un bambino l'avesse fatto per spegnere una bomba; oppure che l'ha fatto sotto un albero, mentre poco lontano stavano facendo la guerra. In entrambi i casi, la statua è vista dai Belgi come simbolo di coraggio.

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    Mannekenpix, alias il Manneken Pis.


    6) IL MAGO: Asterix riesce a sconfiggere il mago egizio, che aveva tentato di ipnotizzarlo col suo insostenibile sguardo, rivolgendo contro di lui le sue stesse ipnosi.

    7) L'ANTRO DELLA BESTIA: Asterix e Obelix si introducono nell’Antro della Bestia, un misterioso portale attraverso il quale incontrano una creatura simile a una moderna metropolitana. Poi incontrano la Bestia. Che, secondo loro, era niente male come piatto. =_=

    8) LA CASA CHE RENDE FOLLI: La prova più famosa e faticosa in assoluto. E' ambientata in un palazzo dell’amministrazione pubblica, dove Asterix e Obelix si scontrano con la burocrazia nel disperato tentativo di ottenere il lasciapassare A38. Una spassosa satira degli uffici contemporanei e degli iter che spesso ci si ritrova a dover sopportare per ottenere ciò che si desidera. I lettori italiani dicono che queste cose avvengono solo in Italia. I lettori francesi dicono che queste cose avvengono solo in Francia. I lettori inglesi dicono che queste cose avvengono solo in Inghilterra. I lettori tedeschi dicono che queste cose avvengono solo in Germania. Devo continuare? Tutto il mondo è paese. :rolleyes:

    12-fatiche
    La prova più terribile di tutte, ricordata con orrore e raccapriccio. Con gli sportelli numerati alla come viene viene e impiegati laureati in menefreghismo.


    9) I COCCODRILLI: Attraversano un fiume popolato da coccodrilli grazie alla pozione magica.

    10) IL SAGGIO DELLA MONTAGNA: Scalano la montagna sopra la quale un saggio pone loro un quesito arcano. E pubblicitario.

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    11) LA LEGIONE FANTASMA: Devono affrontare i fantasmi di legionari della Pianura dei Trapassati. Asterix dice loro semplicemente di lasciarli dormire, invece di rompere.

    12) IL CIRCO MASSIMO: Combattono contro gladiatori e belve feroci all’interno del Colosseo,

    Alla fine gli irriducibili Galli possono finalmente tornare al loro villaggio, mentre Cesare si ritira a vivere in pace assieme a Cleopatra, occupandosi del suo orticello. Il consueto banchetto finale conclude quest’avventura inedita, con Obelix che, però, TORNA NEL'ISOLA DEL PIACERE CON IN MANO UN CINGHIALE!! Mica scemo il panzone! :lol: E ci va anche l'impassibile Caius Pupus!

    COMMENTI INIZIALI

    "Le 12 fatiche di Asterix" è praticamente l'unico film fatto direttamente da Goscinny e Uderzo. Asterix il Gallico (1967) fu realizzato all'insaputa degli autori, per opera di Georges Dargaud, il proprietario delle Edizioni Dargaud, sotto le quali Asterix veniva pubblicato. Infatti, a quei tempi i diritti degli autori non erano ancora pienamente considerati. Quel film fu realizzato dalla società belga Belvision. Successivamente, fu prodotto Asterix e Cleopatra (1968), sempre realizzato dalla Belvision, però con la sovrintendenza di Goscinny e Uderzo, che tuttavia non furono completamente soddisfatti del risultato.

    LO STUDIO IDEFIX

    Alla fine, sei anni dopo, nel 1974, Goscinny e Uderzo, insieme a Dargaud, fondarono lo Studio Idefix per fare i propri film animati, imitando la Disney. Stavolta gli autori avrebbero realizzato interamente un loro cartone animato di Asterix, creando anche una storia apposta (soltanto nel 2019 uscirà un altro cartone animato di Asterix con la sceneggiatura originale: "Asterix e il segreto della pozione magica"). Uderzo creò come logo dello Studio Idefix una imitazione del leone della Metro Goldwyn Mayer, con Idefix al posto del leone e, curiosamente, come motto, al posto dell'originale "Ars Gratia Artis" ("L'arte per l'arte") della MGM, si mise la versione latina della frase italiana di Obelix sui Romani (realizzata da Marcello Marchesi, vedi qui): "Delirant isti Romani!", cioè "Sono Pazzi Questi Romani!".

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    Dopo la realizzazione delle "12 fatiche di Asterix", lo Studio Idefix realizzò anche Lucky Luke e la ballata dei Dalton, conclusa poco prima delle morte di Goscinny. Era in programma anche un cartone animato di Iznogoud, un altro personaggio di Goscinny, ma i lavori furono interrotti. Il progetto "Studio Idefix" era troppo ambizioso per il mercato europeo e, soprattutto a causa della morte di Goscinny (5 Novembre 1977), dovette chiudere nel 1978.

    L'ADDIO DI GOSCINNY AD ASTERIX

    Prima di morire, Goscinny riuscì a completare tutta la sceneggiatura di Asterix e i Belgi, praticamente realizzato in contemporanea con questo film, anche se non vedrà mai quella storia pubblicata. Ma, se Asterix e i Belgi fu un ritorno alle origini (infatti, senza l'editore Belga Yvan Cheron e le sue agenzie Word Press/International Press a Bruxelles, Goscinny e Uderzo non si sarebbero mai incontrati: il loro primo incontro infatti avvenne in Belgio), il film è un addio di Goscinny ad Asterix come personaggio. Infatti - ed è strano che nessuno lo abbia mai notato - Le 12 fatiche di Asterix è una storia conclusiva. Se si tenesse da conto di questa storia, infatti, sarebbe impossibile continuare la serie di Asterix, visto che i Romani ne sono usciti completamente sconfitti e i Galli non hanno più nessun nemico da combattere. Quindi Goscinny - che lo volesse o meno - ha voluto concludere la saga di Asterix creando, con questo suo film, la sua fine. Obelix va all'Isola del Piacere, Asterix resta al villaggio, Cesare si ritira, Abraracourcix in pratica è il Re di Roma e del mondo: per quanto strampalato sia il finale e sia stato anche messo lì per ridere, resta di fatto che è un finale. Il fumetto di Asterix, anche se non ufficialmente, finisce qui.

    LA LAVORAZIONE

    Il lavoro fu impegnativo; i temi musicali furono composti sempre da Gérard Calvi, che però, a differenza di Asterix e Cleopatra, non inserì sequenze cantate. Calvi compose un nuovo tema di Asterix, influenzato dal linguaggio del jazz, e un samba per le scene dell'Isola del Piacere. A proposito di questo, Calvi disse: "Ho registrato un modello di questa samba prima di convocare i ballerini brasiliani che abbiamo filmato in live action, per poi riprodurre i movimenti dei loro corpi in animazione su Obelix. Potete immaginare la situazione: come nella cabina dei fratelli Marx, ci siamo trovati in un ufficio di venti metri quadrati alla Dargaud, pieno di brasiliani che si muovevano sulla mia musica, urtando contro i tavoli."
    Nello staff partecipò anche l'importante animazione inglese Halas e Batchelor, di John Halas e sua moglie Joy Batchelor. Questo studio di animazione, presente sin dagli anni '40, era famoso per aver realizzato i cartoni animati della Fattoria degli animali (1954), Ruddigore (1966), Viva D'Artagnan (1977). Anche se questo spesso non lo si è fatto notare, Goscinny e Uderzo si erano appoggiati molto sull'esperienza e sulla solida animazione di Halas, aprendo la strada a una possibile rinascita dell’animazione europea, che però non ci fu. Ma le premesse erano promettenti.


    L'indimenticabile Margaret Mad di "Ruddigore" di Halas e Batchelor: un giorno ne parlerò.



    PIERRE TCHERNIA, IL TERZO UOMO

    Oltre a Goscinny e Uderzo, non bisogna dimenticare che in questo film c'è stato anche un terzo sceneggiatore, che ha collaborato con loro anche nella stesura di Asterix e Cleopatra, l'altro cartone animato: Pierre Tchernia. Attore, sceneggiatore, regista e presentatore televisivo francese, era stato un grande amico di Goscinny e Uderzo. Oltre a contribuire alla sceneggiatura del film Le 12 fatiche, è stato anche la voce narrante. Ma ha fatto la voce narrante anche nei film Asterix contro Cesare e Asterix e i vichinghi. Ha persino recitato in Asterix e Obelix - Missione Cleopatra del 2002, nel ruolo di Caius Gazpachoandalus, oltre a fare pure la voce narrante. Ha partecipato anche alla sceneggiatura di Asterix contro Cesare, Asterix e la pozione magica e Asterix conquista l'America. Era così familiare con Goscinny e Uderzo da comparire spesso sotto forma di caricatura in diversi albi di Asterix: in particolare nel personaggio del Centurione Gazpachoandalus di Asterix in Corsica, lo stesso personaggio che ha interpretato nel film live Asterix e Obelix Missione Cleopatra.

    Tchernia
    Alcune delle varie apparizioni di Tchernia. Nella seconda vignetta è con Goscinny (il piccoletto) e Uderzo (lo spilungone).


    EDIZIONE ITALIANA DEL FILM

    In Francia il film fu distribuito nelle sale cinematografiche; in Italia, invece, stranamente, no. Fu trasmesso per la prima volta solo in TV, nel pomeriggio del 26 Dicembre 1983, su Italia 1, nel programma contenitore Bim Bum Bam, nel corso delle feste natalizie. Infatti questo è l'unico film di Asterix a non essere mai stato distribuito nei cinema italiani, non chiedetemi il perchè. Il doppiaggio fu eseguito dalla S.A.S. ("Società Attori Sincronizzatori", oggi non più esistente) con un cast completamente rinnovato rispetto ai film precedenti (per esempio, invece del solito Oreste Lionello, Asterix fu doppiato da Gianni Giuliano). Il film fu distribuito in VHS nel 1988 dalla Domovideo e nel 1995 dalla Fox Video. Il 3 ottobre 2001 invece fu pubblicato in DVD dalla Eagle Pictures. Il DVD, che presenta il film in formato 4:3, non include l'audio originale francese, e i titoli di testa e di coda sono quelli dell'edizione in inglese.

    DVD
    L'orribile copertina raffazzonata del DVD della Eagle Pictures, con tanto di bollino SIAE piantato esattamente in mezzo. =_=


    GLI ALBI ILLUSTRATI

    In Francia, insieme all'uscita del film, fu pubblicato anche un albo illustrato di 60 pagine con copertina rigida, cambiata molte volte nel corso degli anni, che conteneva tutta la storia.

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    La prima edizione del libro illustrato francese. Nelle successive edizioni, la copertina fu cambiata (per forza, CHE SENSO AVEVA TAGLIARE LA TESTA A OBELIX?) :huh:


    L'albo fu poi pubblicato in Italia dalla Mondadori, ma quasi 20 anni dopo, nel settembre 1993, con l'immagine del Vecchio della Montagna. Per commemorare il quarantesimo anniversario dell'uscita del film, la Hachette pubblicò il 19 ottobre 2016 una versione interamente rivisitata dell'albo originale, che include quaranta immagini realizzate per la produzione del cartone animato, presentate a pagina intera, inchiostrate a penna e colorate ad acquerelli. Uderzo firmò un nuovo disegno per la copertina. L'edizione italiana fu pubblicata quasi contemporaneamente dalla Panini Comics.

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    La prima edizione italiana del 1993 e il remake del 2018.


    La Hachette pubblicò anche una versione deluxe francese di 96 pagine, di cui 16 di taccuino grafico. Essa include anche dodici ex libris in formato 295 × 375 mm, stampati su carta da 250 g. E costa una cifra. =_=

    Ediz-De-Luxe
    Versione extralusso per ultra appassionati.


    GLI AUDIOLIBRI

    In Francia, sempre insieme all'uscita del film, fu commercializzata anche una serie di audiolibri a 33 giri della Pathé/EMI, divisa in 12 mini-libri di 16 pagine: uno per "fatica". In Italia la Mondadori li pubblicò due anni dopo, nel 1978, ma solo sotto forma di libretti, senza disco allegato.

    Libretti


    Alla fine di ogni libretto c'erano delle istruzioni complicate per costruire dei giochi per bambini, ispirati alla storia raccontata: per esempio, il primo libretto, che trattava della corsa, proponeva la costruzione di una specie di tavola ad ostacoli. Vorrei vedere quel bambino che è stato abbastanza fesso (o intelligente, fate voi) da costruire una roba simile e persino giocarci sopra, tirando cordoncini a volontà. :XD: :XD: :XD: :XD: :XD:

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    Ovviamente c'era sia la versione francese che l'italiana.



    LA (RARA) VERSIONE A FUMETTI

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    Una vignetta del famigerato fumetto tarocco. Si noti il lettering ballerino e il disegno incerto, simile a quello di Uderzo.


    Nel 1976, lo stesso anno del film, fu pubblicato l'adattamento a fumetti del film sul quotidiano regionale francese Sud Ouest, che ottenne l'esclusiva. Questo adattamento divenne estremamente raro. Su "Sud Ouest" dall'8 Ottobre (n. 9965) al 13 Novembre (n. 9995) 1976 furono pubblicate 31 tavole (quattro delle quali a colori), al ritmo di una tavola al giorno. Uderzo supervisionò questo adattamento, realizzato sulla base di un migliaio dei suoi schizzi e model sheet da lui realizzati per il film. Questo lavoro fu disegnato dal fratello, Marcel Uderzo, ed era abbastanza fedele al film. Il fumetto poi fu ristampato, stavolta a colori in un opuscolo pubblicitario di 32 pagine (invece delle canoniche 44, perchè è una storia piuttosto breve), offerto nelle stazioni di servizio belghe come copia regalo per l'acquisto di 50 litri di benzina. Cioè, è stato trattato proprio come una frattaglia. =_= Ufficiosamente, questo disgraziato fumetto sarebbe il 23° volume di Asterix, ma non è considerato "canonico", visto che la sua ammissione alla storia ufficiale porterebbe in pratica alla fine della serie. Questo fumetto "clandestino", quindi, è sempre stato pubblicato in edizioni "seminascoste": in Francia, infatti, non è mai stato pubblicato in volume, per volontà dello stesso Uderzo. Questo fumetto è stato pubblicato in Italia al di fuori delle classiche edizioni di Asterix, appunto in edizioni "nascoste": per esempio, nel volume Mondadori "Il super-super Gulp" del 1978, insieme ad alcune storie dei più disparati personaggi di Supergulp.

    super-super-supergulp
    Il Super Super Gulp della Mondadori: forse contiene l'edizione italiana migliore di questa disgraziata storia a fumetti.


    Fu anche pubblicato a puntate sul "Giornalino" nn. 50, 51, 52 (1978) e 1, 2 (1979). Inoltre, in questa edizione mancano 4 strisce, tra cui l'ultima, che faceva notare che la vittoria dei Galli sui Romani e il ritiro a vita privata di Cesare erano un falso storico. Grazie per la precisazione, ragazzi, non l'avevamo capito bene. Il fumetto "clandestino" continuò il suo percorso carsico su "La Grande Avventura dei Fumetti" n. 14 della De Agostini (1990). Probabilmente le pagine erano state fotografate tipograficamente dal volume della Mondadori, visto che la resa dei colori è oscena.

    LE (RARISSIME) FIGURINE

    In Francia fecero anche l'album di figurine della storia, mai arrivato in Italia.

    Album-figu
    Sì, la copertina era anonima e orrenda. =_=



    COMMENTI FINALI

    Qui Goscinny e Uderzo si sfogano senza freni passando ai contesti più disparati, dall'horror (l'Antro della Bestia, la Legione Fantasma), al visionario (il Mago, la Casa che rende folli), e così via, tutto visto con un taglio comico e ironico al massimo. Il tratto del cartone è più "schizzato" dei precedenti, con segni meno definiti ma più espressivi. Le mille trovate comiche aiutano a soprassedere a certi difetti dell'animazione che possono comparire ad occhi più attenti. Questo film è un trionfo di comicità e di continue prese in giro della società moderna tipiche del fumetto di Asterix: il Grande Saggio sulla Montagna che fa la pubblicità al prezioso detersivo per lavaggi, oppure la Burocrazia che rende folli. Infatti è uno dei film preferiti anche da chi non è appassionato di Asterix, ed è stato visto più volte, praticamente da tutti. Anzi, è assai probabile che anche chi sta leggendo questo articolo avrebbe da raccontare le sue impressioni sul cartone. ^_^

    Edited by joe 7 - 13/2/2023, 17:47
     
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    1979: ASTERIX E I BELGI

    1979-Asterix-e-i-Belgi-ok
    L'ultima storia di Goscinny non poteva non avere come copertina un BANCHETTO! ^_^


    TRAMA

    A Laudanum, uno dei quattro accampamenti romani trincerati attorno al villaggio gallico, avviene un cambio di guarnigione: i nuovi soldati romani sono venuti qui per riposare, dopo essere stati dai terribili Belgi, che Cesare considera i più valorosi nel suo libro De Bello Gallico. E questo al capo del villaggio, Abraracourcix, non va giù: quindi decide di andare in Belgio a fare una gara coi Belgi per vedere chi è il più valoroso, abbattendo più accampamenti romani possibile. Asterix e Obelix lo accompagnano, un pò perplessi per questa iniziativa del capo. Incontrano un gruppo di belgi comandati da Vanderscappapipix e Birranostranix, che accettano la sfida di Abraracourcix. Cesare interviene col suo esercito per rimediare ai numerosi accampamenti romani distrutti in Belgio: ma subisce una disfatta, e, prima di ritirarsi, viene consultato da Abraracourcix e dai due capi belgi perchè decida chi sia il più valoroso. Cesare li manda al diavolo tutti e due e torna a Roma. Visto il sostanziale pareggio, i Belgi e i Galli fanno la pace e Abraracourcix e compagni tornano al loro villaggio.

    COMMENTO

    Abraracourcix è il protagonista, o meglio il motore, che fa sviluppare la storia: non solo Asterix, ma tutto il villaggio non è interessato alla priorità dei Belgi come popolo più valoroso. Anzi, Asterix e Obelix lo accompagnano controvoglia nella sua avventura. Più che vanità di potere, quello di Abraracourcix sembra essere orgoglio ferito. In questa storia si avverte una certa malinconia, caratteristica della cultura belga, con cieli plumbei e orizzonti sterminati. E si intona perfettamente, purtroppo, con la morte improvvisa di Goscinny durante la gestione della storia, a causa di un test medico finito male. Sembra però che, prima di morire, avesse consegnato la sceneggiatura completa. Uderzo, al momento della morte di Goscinny, doveva ancora completare le ultime tavole e fu costretto a completare in tempo il suo lavoro, nonostante la morte di Goscinny, per non pagare le pesanti penali del contratto. Il suo stato d’animo traspare però durante il combattimento finale, sovrastato da un cielo nuvoloso, e anche dalla presenza di un coniglietto sconsolato, nell’ultima vignetta del banchetto finale, che si allontana osservando il nome di Goscinny in basso. Perchè proprio un coniglio? Non si sa. A quel tempo, Uderzo non sapeva ancora se continuare o no la serie di Asterix.

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    Asterix fa riferimento al quadro del "Banchetto Nuziale" di Bruegel, a cui si era ispirato Goscinny per la tavolata finale coi Belgi.


    VALLONI E FIAMMINGHI

    Prima di addentrarsi nell'analisi, è meglio parlare un attimo del Belgio, se no non si capisce quasi nulla delle battute della storia. Il popolo belga è diviso sostanzialmente in Valloni e Fiamminghi: i Valloni parlano in vallone, che è una lingua simile al francese, e vivono soprattutto nel Belgio meridionale (oltre al vallone, ci sono anche i dialetti valloni: per esempio, il piccardo e il lorenese). I Fiamminghi, invece, parlano in fiammingo, che è una lingua di ceppo tedesco, simile all'olandese, e vivono soprattutto nel Belgio settentrionale, detto anche Fiandre. Oltre a loro due, c'è un terzo ceppo linguistico nel Belgio, che è quello tedesco propriamente detto, anche se è in minoranza ed è presente solo nelle regioni del Belgio più a est (per questo non sono stati considerati nel fumetto). Il Belgio, quindi, è diviso in tre territori, quasi indipendenti, ciascuno con la sua lingua e col francese come lingua unitaria. Il Belgio come nazione indipendente nacque solo dopo la rivoluzione belga, nel 1830, che lo rese indipendente dall'Olanda, anche per motivi religiosi: il Belgio infatti era cattolico e l'Olanda era protestante. Però il Belgio è una nazione fortemente divisa in queste tre comunità con tre lingue diverse: tanto che il Belgio quasi esiste solo come istituzione. I Valloni nel fumetto di Asterix sono detti Menapi, il loro ceppo originario, e sono rappresentati dal capo belga Vanderscappapipix1 (sul serio, è il suo nome, almeno in Italia), quello alto. I Fiamminghi invece sono detti Nervi nel fumetto: anche questi erano la popolazione originaria. Sono rappresentati dal capo Birranostranix2, quello basso. E' simbolico il momento in cui i due litigano per la lingua di bue, che è un piatto da mangiare e simboleggia le loro differenze linguistiche. Nel fumetto, tuttavia, tutti parlano la stessa lingua celtica (una cosa abbastanza inverosimile, ma necessaria in un fumetto).

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    Riassumendo: a sud i Valloni, a nord i Fiamminghi e nell'estremo est i Tedeschi. La zona sud è in azzurro ed è indicata con "french" per indicare il Vallone, simile al Francese. La zona nord è in rosa ed è indicata con "Dutch", cioè olandese, per indicare la lingua Fiamminga, affine all'Olandese. Il Vallone antico, detto Menape, è rappresentato dal capo Vanderscappapipix (quello alto) e il Fiammingo antico, detto Nervio, è rappresentato dal capo Birranostranix (quello basso).



    BATTUTE E RIFERIMENTI DIFFICILI DA CAPIRE

    Questa storia di Asterix è piena di riferimenti ai Belgi che non possono essere capiti bene all'estero: solo in Francia (e in Belgio, ovviamente) queste battute possono essere capite. Per esempio, i Belgi sono noti per la loro cucina abbondante: e Asterix rimane sorpreso nel vedere una "frugale cenetta" diventare un abbondantissimo banchetto. Un francese e un belga possono sorridere di questa battuta: ma al di fuori di loro, è difficile che la battuta sia subito compresa dagli altri come lo erano, per esempio, quelle sull'imperturbabilità inglese o sulle corride spagnole. Sono caratteristiche, quelle dei Belgi, che sono poco note al di là della zona francofona: quindi le battute in questa storia sono meno efficaci delle solite. I belgi sono noti anche - almeno in Francia - per la loro malafede: non cattiva, ma bonacciona, da scettico blu. Lo si vede nella discussione tra Abraracourcix e i due capi belgi, che cercano di diminuire il valore delle imprese dei Galli. Oppure: l'indipendenza del Belgio è citata nell'espressione "settimane di schiavitù" citata dai protagonisti, che fa riferimento ai "secoli di schiavitù" dell'inno nazionale Belga, ricordando le battaglie contro gli olandesi e i vicini francesi e tedeschi. Nella storia, appaiono inoltre due guerrieri belgi ispirati a Dupont e Dupond, personaggi del Tintin di Hergé, e un veloce corriere che ricorda il ciclista belga Eddy Merckx. L’albo contiene anche diverse citazioni artistiche, come il quadro "La campagna di Francia" di Meissonier, che rappresenta Napoleone, qui sostituito da Giulio Cesare; o il "Banchetto Nuziale" di Bruegel, un autore olandese, che però si trasferì in Belgio e realizzò proprio lì questa opera.

    NICOTINA E LE PATATINE FRITTE

    Nicotina, la moglie del capo Birranostranix, è chiamata così in riferimento al tabacco belga ed è stata raffigurata con le sembianze della cantante e attrice belga Anne Cordy. Quando il marito le chiede di friggere le patate ovviamente è un anacronismo, perchè le patate arriveranno in Europa solo dopo la scoperta dell'America. Però i Belgi conobbero le patate prima dei francesi, perchè a quei tempi il Belgio era sotto la dominazione spagnola, e fu la Spagna la prima a importare le patate dall'America centrale. E questo i francesi possono accettarlo: tuttavia, sia i Belgi che i Francesi rivendicano entrambi la paternità delle patatine fritte, una questione aperta ancor oggi.

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    Nicotina, alias la cantante belga Annie Cordy.



    MANNEKEN PIS

    Nel loro viaggio, i Galli arrivano in una fattoria, dove incontrano un bimbetto biondo che lascia trasparire l’urgenza di fare pipì: si tratta del riferimento alla statua del Manneken Pis, uno dei simboli di Bruxelles.Il "Manneken Pis" significa "il ragazzino che fa la pipì", ed è il simbolo del Belgio. Si tratta della statua di un bambino che fa appunto la pipì: la tradizione dice che un bambino l'avesse fatto per spegnere una bomba; oppure che l'ha fatto sotto un albero, mentre poco lontano stavano facendo la guerra, mostrando di non essere influenzato da ciò che succedeva. In entrambi i casi, la statua è vista dai Belgi come simbolo di coraggio. C'è stata un'altra citazione simile nelle Dodici fatiche di Asterix, quando Obelix mangia le pietanze del "Cuoco dei Giganti", il belga Mannekenpix.

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    IL PAESE PIATTO

    La monotonia dei paesaggi pianeggianti (il Belgio praticamente è tutta pianura) è descritta dal cantante belga Jacques Brel nella canzone "Le Plat Pays", "Il paese piatto", con le parole: "Con le cattedrali come montagne ... il paese piatto che è il mio". E Goscinny e Uderzo non potevano certo lasciarsi sfuggire questa citazione.

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    VICTOR HUGO E NAPOLEONE

    Nello scontro finale tra i Romani e i Belgi, le didascalie che presentano un'accurata descrizione dei reparti dell’esercito romano fanno la parodia dello stile prolisso di Victor Hugo (famoso per i romanzi "I Miserabili" e "Notre Dame de Paris"), in riferimento alla sua opera "Castighi". Si trattava di una raccolta di poesie satiriche contro Napoleone III. Inoltre, il Belgio è stato anche il posto della sconfitta finale di Napoleone, a Waterloo. E Hugo descrive nei "Castighi" questo fatto con le parole: "Waterloo, Waterloo, triste pianura". E, quando Nicotina dà al marito Birranostranix un piatto di Waterzooie (stufato a base di pesce, un piatto tipico delle Fiandre), lui non ne è contento e fa la parodia alla frase di Hugo: "Waterzooie, Waterzooie, che piatto insulso!".

    NEUTRALITA' VIOLATA

    Quando i pirati vengono abbattuti durante gli scontri tra Galli, Belgi e Romani, chiedono un indennizzo perchè loro erano neutrali. Questo richiama la storia del Belgio, due volte invaso durante le due guerre mondiali, nonostante la sua dichiarazione di neutralità.

    CONCLUSIONE

    Per quanto ben realizzata, e nonostante i numerosi - e notevoli - riferimenti culturali, la storia non appare memorabile e sembra che si trascini stancamente. Asterix e Obelix sono praticamente dei comprimari: se non ci fossero stati, la storia non sarebbe cambiata di molto. L'ambiente belga è di difficile comprensione, e tutti i Belgi sembrano delle brutte copie dei personaggi di Asterix, risultando poco carismatici. Inoltre, compare per la prima volta un accenno volgare, che finora era stato assente in Asterix: quando un senatore chiede a Cesare: "E la brassica?" (riferendosi al discorso sulla coltivazione della brassica che stava facendo), Cesare lo rimbecca in modo poco imperiale, urlando: "SAI CHE TE NE PUOI FARE DELLA TUA BRASSICA?" Questi riferimenti volgari saranno più frequenti nel periodo dell'Asterix realizzato solo da Uderzo. In sostanza, Goscinny se ne va con quest'ultima storia, ma non col botto: le storie memorabili che ha fatto erano altre.

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    POSTILLA: IL BELGIO, TERRA DEL FUMETTO

    Il Belgio è stato la culla del fumetto europeo: senza il Belgio, Asterix non sarebbe mai nato, perchè fu tramite un editore belga che Goscinny e Uderzo si conobbero. La cosiddetta "Scuola Belga" nacque a Bruxelles negli anni '20-30, quando la produzione di fumetti a quei tempi era destinata solo ai bambini. Fu nell'ambiente cattolico che si sviluppò la grande tradizione dei primi fumetti belgi, che furono considerati come cultura vera e propria: daranno origine al filone franco-belga, o Scuola Belga (Asterix, Blueberry, Valerian, Thorgal, Yoko Tsuno, i Puffi, eccetera) che influenzerà la maggior parte degli artisti di fumetti di tutta Europa. L'inizio, come ho detto, avvenne nella Vallonia cattolica, in cui i giornali cristiani decisero di entrare nel settore del fumetto, sfruttando la loro organizzazione di distribuzione delle riviste. Eravamo nel 1919, alla fine della Prima Guerra Mondiale, e la gente sentiva il bisogno di un pò di letture leggere. Una delle riviste cattoliche, "Il Ventesimo Secolo", guidato da Padre Wallez, aveva un supplemento settimanale, "Il Piccolo Ventesimo", su cui comparve per la prima volta Tintin di Hergè (soprannome di Georges Prosper Remì).

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    Siccome "Il Ventesimo Secolo" aveva molti reporter che viaggiavano, anche Tintin era un reporter (in una storia andò anche in Congo, che a quei tempi era una colonia belga). In particolare, Tintin, nel 10 gennaio 1929, fece una missione di reporter in Unione Sovietica, dove criticò il comunismo ("Le avventure di Tintin nel paese dei Soviet"). In particolare, in questa storia, Hergè, influenzato dai fumetti americani, usò delle nuvolette di dialoghi, invece delle didascalie (fu il primo fumetto belga a farlo). Inoltre, nella storia "Il Loto Blu" (1936), Hergè rimase fedelissimo alla Cina di allora: per esempio, tutti i caratteri cinesi furono riprodotti in modo esatto, grazie a don Wallez, che fece contattare Hergè con lo scultore cattolico cinese Chang Chong-Jen, che diventò un personaggio della storia. La Scuola Belga si divide in due tronconi:
    - la Scuola di Bruxelles, che presentava un disegno molto chiaro e con le linee semplificate: il disegno è stilizzato attraverso l’utilizzo di colori netti e con le linee di contorno dei personaggi ben definite. Si trattava, in sostanza, della "lignè claire", "linea chiara", rappresentata da Tintin. E' la corrente più "raffinata", quasi snob, della scuola Belga. In questo filone possiamo trovare, oltre a Hergè, anche Edgar Pierre Jacobs, che creò Blake e Mortimer, e molti altri.
    - la Scuola di Marcinelle, che presentava un disegno con le linee spezzettate, rappresentata da Blueberry, Comanche, ecc.
    Successivamente, queste scuole si fusero tra di loro.

    LA SCUOLA DI MARCINELLE E LA SUA BANDIERA, "SPIROU"

    Marcinelle, purtroppo, ha un passato tetro. Città della regione vallone, è nota per il terribile "disastro di Marcinelle", in cui, nel 1956 centinaia di minatori, tra cui immigrati italiani, persero la vita in una miniera di carbone. Inoltre, negli anni '90 si scoperse una rete di pedofilia che fece scandalo. Eppure fu proprio qui che nacque la Scuola di Marcinelle, alternativa alla lignè claire di Hergè: Jijè (Joseph Gillain), un grande autore di fumetti, ne fu il fondatore. Caratteristica della Scuola di Marcinelle, come detto prima, è una linea chiara che non è netta: il tratto è frastagliato e i movimenti dei personaggi spesso sono più esagerati. Nella realizzazione di questo nuovo tratto, Jijè dovette molto all’abbazia benedettina di Maredsous e al suo abate, il beato irlandese Columba Marmion, famoso scrittore: laggiù Jijè imparò la tecnica delle arti visive. Inoltre, si interessò anche alle popolazioni straniere, grazie allo scoutismo cattolico, e alla riscoperta del Medioevo cristiano e delle vite dei santi. Anzi, il Don Bosco , di Jijé (1943) tradotto in numerose lingue, è probabilmente il fumetto religioso più venduto al mondo ancor oggi.

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    Don Bosco di Jijè.


    Gli autori della Scuola di Marcinelle furono pubblicati dal settimanale "Le Journal de Spirou" delle edizioni Dupuis, dell'editore omonimo. Il nome "Spirou" derivò dal vignettista Robert Velter (noto come Rob-Vel), che creò il personaggio simbolo di Spirou, utilizzando un personaggio che aveva usato nei manifesti pubblicitari: un giovane fattorino dal cappellino rosso che lavora al Moustic Hotel. Il nome "Spirou", in dialetto vallone, significa sia “scoiattolo” (l’animale che Spirou si porta appresso) sia “comportarsi in modo vivace e malizioso”: infatti, all’inizio, le storie raccontano le burle di Spirou ai danni del personale dell’hotel.

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    Spirou


    La scuola di Marcinelle ebbe degli autori formati nell’associazionismo cattolico e nelle scuole cattoliche: Peyo (Pierre Culliford), il creatore dei Puffi, era uno di loro. Un altro autore importante fu André Franquin (1924-1997), autore di Spirou e Fantasio, serie in cui apparve nel 1952 il Marsupilamix, animale immaginario alto circa un metro, giallo con macchie nere, dotato di forza erculea e coda pensile esagerata. Franquin è anche il creatore del personaggio di Gaston Lagaffe. Il settimanale belga a fumetti Spirou, negli anni del dopoguerra, acquisì grande fama grazie a un impressionante numero di autori esperti: oltre a Jijé, ricordiamo Morris (Lucky Luke) e François Walthéry (creatore della hostess Natacha). Successivamente, il cattolicesimo nel fumetto fu via via messo da parte: soprattutto il trasferimento dei talenti del fumetto belga in Francia, con la fondazione del giornale Pilote nel 1959, insieme alla generale scristianizzazione, che raggiunse il culmine nel '68, segnò la fine della presenza cattolica nel fumetto, che continuerà in Italia su altre riviste come "Il Giornalino": ma sarà sempre un cattolicesimo "sociale" e di sinistra. I talenti presenti nel "Giornalino" (Gianni De Luca, Massimo Mattioli, Alfredo Brasioli, ecc.), mano a mano si allontaneranno dalla rivista fino alla condizione attuale (2022) con un "Giornalino" praticamente morto, sia dal punto di vista dei fumetti presentati che da quello dell'impostazione, e che va avanti solo grazie al sostegno parrocchiale, che però non copre il crollo delle vendite.

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    1 Vanderscappapipix, il nome italiano del capo belga dei Menapi (quello alto), fa riferimento alla statua del Manneken Pis, la statua del ragazzino che fa la pipì. Il nome originale è Vanendfaillevesix, che, nel forte accento franco-belga significa "uno e cinque sei", e ha diversi significati:
    - fa riferimento alla città di Vannes, nella Bretagna francese (nordovest della Francia), più precisamente nel dipartimento (che è più o meno come le nostre regioni) di Morbihan. E' l'unico dipartimento che non ha un nome francese: infatti, "Morbihan" è bretone e significa "piccolo mare", perchè il dipartimento è affacciato sul mare. Ora, Morbihan è il dipartimento numero 56, che in francese si dice "Vannes en fiv-six", abbastanza simile a "Vanendfaillevesix".
    - oppure il nome fa riferimento a un furgone ("van"), che è un veicolo comune in Belgio, targato 56, quindi: “Van en five-six”, anche questo simile a "Vanendfaillevesix".

    2 Birranostranix, il nome italiano del capo belga dei Nervi (quello basso) ovviamente significa birra nostrana. Anche il suo nome originale fa riferimento alla birra: infatti è Gueuselambix, che richiama appunto una birra Belga, la Gueuze Lambic.

    Edited by joe 7 - 25/11/2022, 17:02
     
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