ASTERIX DOSSIER

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    1959: ASTERIX IL GALLICO

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    La copertina a sinistra è quella classica; quella a destra è stata rifatta da Uderzo per le ultime riedizioni



    LA NASCITA DI ASTERIX

    Sessant'anni fa uscì Asterix il gallico, la prima avventura di Asterix, che sarebbe diventato il fumetto europeo più venduto al mondo. Fu pubblicata a puntate nel 1959 sin dal primo numero del settimanale a fumetti Pilote, una rivista fondata con lo scopo di fare fumetti per ragazzi. "Pilote" significa in sostanza "pilota, guida per i lettori": il suo enorme successo fu dovuto al fatto che era stata la prima rivista di fumetti per lettori adolescenti. Prima erano pubblicati solo fumetti espressamente per bambini. In questo modo si raggiunse una vendita altissima, rispondendo così ad una richiesta di mercato che era presente da tempo: già al primo giorno Pilote vende 300.000 copie. Da Pilote uscirono i primi fumetti francesi per ragazzi, e non solo, diventati poi molto famosi: oltre ad Asterix, Pilote diede i natali a Lucky Luke, Blueberry, Valerian, eccetera.

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    La fama di Asterix divenne così elevata che Pilote ebbe come sottotitolo: "Il giornale di Asterix e Obelix"


    Renè Goscinny, lo sceneggiatore, e Albert Uderzo, il disegnatore, avevano già collaborato insieme nei fumetti del pirata Jehan Pistolet e dell'indiano Umpah-pah. Avevano intenzione di fare un fumetto basato sui racconti medievali chiamati "Romanzo di Renart" ("Roman de Renart" in francese) per il lancio della nuova rivista: si trattava di racconti satirici francesi del Medioevo in cui gli animali interpretavano gli esseri umani. Ma seppero che un altro fumettista stava lavorando allo stesso progetto: quindi abbandonarono l'idea e, rimanendo nel contesto della storia francese, scelsero il periodo in cui la Gallia era stata conquistata da Giulio Cesare. Nacque così Asterix. Ma perchè un nome simile? Per tanti motivi (alcuni li ho messi in fondo) ma anche per astuzia: in Francia le serie a fumetti sono in ordine alfabetico. Quindi un personaggio col nome che inizia con "A" è facile da trovare e da notare subito. ^_^

    E' da notare che Uderzo avrebbe preferito un personaggio di grossa taglia, tipo Obelix (allo stile del grosso indiano Umpah-pah precedentemente realizzato da loro), come protagonista, mentre Goscinny invece preferì usare un personaggio di piccola taglia, "piuttosto bruttino" secondo le sue stesse parole. Asterix è coraggioso, intelligente, astuto, ma non appare dotato di grande forza. In questo modo, però, su di lui l'effetto della bevanda magica che fa aumentare la forza diventa più evidente e si ottiene la figura del piccoletto che sistema quelli più grossi di lui, stile Davide contro Golia. Un metodo che funziona sempre, anche nelle storie attuali di successo come One Piece, in cui un ragazzetto di gomma stende avversari incredibilmente potenti. Come disse Goscinny: "Nelle mie storie, l'astuzia vince regolarmente contro la forza. Prima di tutto perchè io non sono particolarmente robusto; poi perchè ho una grande ammirazione per l'intelligenza e, infine, perchè è molto più divertente. Lasciar fare ad Obelix sarebbe fin troppo facile!".

    Tra l'altro, sarà Uderzo a insistere per inserire Obelix come spalla: Goscinny già nel secondo numero accettterà l'idea e, mentre Asterix sarà l'eroe a tutto tondo, Obelix avrà i tipici difetti francesi (almeno per loro): suscettibile, irascibile, goloso, timido.

    All'inizio, nella bozza iniziale di Goscinny, Asterix e i Galli non andavano a caccia di cinghiali, ma di lepri! Uderzo alla fine ci mise un cinghiale al posto della lepre, perchè più adatto per il suo stile rotondeggiante e per esprimere meglio la forza dei Galli, e l'idea fu così buona che Goscinny l'approvò.

    La storia è risaputa: nel 50 a.C. tutta la Gallia è stata conquistata dall'Impero Romano. Tutta? No! Un piccolo villaggio gallico resiste ancora e sempre all'invasore grazie alla bevanda magica del druido Panoramix. La sua composizione è segreta: si sa solo che ci vuole del vischio (che il druido coglie in continuazione) e un'aragosta. Che non è necessaria, ma dà sapore alla bevanda. Il resto non si sa...

    Anche se Asterix è visto come il "fumetto francese sui francesi " per eccellenza, è da ricordare che gli autori non sono del tutto francesi: Goscinny era di origini ebraico-russo-polacche; Uderzo è di origini italiane. Asterix il gallico fu poi pubblicato in forma di albo nel 1961: le 6.000 copie pubblicate furono subito esaurite. Da questa avventura è stato tratto nel 1967 un film d'animazione con lo stesso titolo, Asterix il gallico, il primo lungometraggio a colori realizzato in Francia.

    Asterix-il-gallico-film
    Il primo cartone animato


    ASTERIX IN ITALIA

    Asterix il gallico è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1968 dalla Mondadori. Ma l'anno prima, nel 1967, il personaggio di Asterix fu pubblicato per la prima volta in assoluto in Italia sulla rivista Alterlinus (allegata a Linus), chiamata in quel contesto Asterlinus, come omaggio ad Asterix: però si trattava della storia Asterix e i Britanni (qui intitolato "Asterix in Britannia"), non di Asterix il Gallico.

    asterlinus


    Sempre nel 1968, al cinema in Italia uscì per la prima volta il film d'animazione Asterix il gallico. Inoltre, nel 1975 la Mondadori pubblicò Asterix il gallico in una (brutta) versione in bianco e nero nella collana Oscar Mondadori (insieme ad altri episodi come Asterix e Cleopatra e Asterix e i Goti).

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    Copertina Oscar Mondadori di Asterix il gallico


    "ASTERIX IL GALLICO": LA TRAMA

    Giulio Cesare non capisce perchè quel piccolo villaggio gallico in Armorica, circondato dai quattro accampamenti romani di Babaorum, Laudanum, Aquarium e Petibonum, non venga ancora conquistato. Gli abitanti, infatti, sono tutti dotati di una forza straordinaria. Come mai? Il centurione dell'accampamento romano di Petibonum, Caius Bonus, manda Caligola Minus, una spia, al villaggio per scoprire il segreto della loro forza e, venuto a sapere della bevanda magica del druido Panoramix, se ne vuole impossessare. Una volta catturati Panoramix e Asterix, riesce ad estorcere loro il segreto della bevanda, che viene preparata nell'accampamento romano: ma si tratta solo di un bevanda che fa crescere a dismisura i capelli della testa e della barba. Dopo aver masso a soqquadro l'accampamento romano con le loro trovate, Asterix e Panoramix sono circondati: ma l'arrivo improvviso di Giulio Cesare in persona fa capovolgere la situazione. Infatti, Cesare viene a sapere delle mire di potere del centurione Caisu Bonus, che voleva spodestare Cesare usando la bevanda magica. Caius Bonus vene punito e, in segno di riconoscenza, i due galli sono messi in libertà. Ma Cesare in persona promette ad Asterix che non è finita qui.

    "ASTERIX IL GALLICO": COMMENTO

    In questa prima storia, Asterix e Panoramix sono i protagonisti principali, mentre Obelix è solo una comparsa, anche se è già tratteggiato come portatore di menhir. Non ha ancora la sua rotondità caratteristica, ma sin dal secondo episodio diventerà molto simile a quello definitivo.

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    Le prime versioni di Asterix e Obelix. Da notare l'ascia di Obelix, un'idea subito abbandonata.


    Anche gli altri personaggi sono ancora abbozzati: il bardo Assurancetourix non è apprezzato solo per l'ignoranza musicale degli abitanti del villaggio, non perchè è terribilmente stonato. La faccenda di far crescere barba e baffi ai soldati romani li rende più simili ai galli, visto che di norma i soldati romani sono sempre glabri. I giochi di parole sono già presenti sin dall'inizio, coi nomi dei galli che finiscono sempre in -ix e quelli dei romani in -us. Sin dall'inizio, la storia è incentrata sul fatto dell'intelligenza che sconfigge la forza bruta: le prese in giro sui Romani, forti ma ottusi, da parte dei due prigionieri Asterix e Panoramix non si contano. Inoltre, i doppi sensi si sprecano: per esempio, la frase "Lasciare a Cesare ciò che è di Cesare" pronunciata da Giulio Cesare stesso, ma che proviene dai Vangeli.

    CURIOSITA' SU ASTERIX

    ARMORICA

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    La cosa strana è che non si sa il nome del villaggio di Asterix: è sempre chiamato "il villaggio gallico" o "il villaggio dei pazzi". Sappiamo solo che è in Armorica ed è davanti al mare. L'Armorica, detta oggi Bretagna o Normandia, è la regione a nordovest della Francia, e il nome significa "terre sul mare", in opposizione all'interno della regione, chiamata Argoat. In Armorica ci furono effettivamente delle insurrezioni contro i Romani,che però vennero sedate, nel periodo dopo Giulio Cesare. Inoltre, è curioso il fatto che gli abitanti dell'Armorica si unirono ai Romani per combattere contro gli Unni di Attila nella battaglia dei Campi Catalaunici (451) una delle poche vittorie contro gli Unni. Ma perchè proprio lì gli autori hanno messo il villaggio di Asterix? Perchè Uderzo conosceva bene la Normandia e i suoi paesaggi e questo semplificava il lavoro.

    7-Armorica



    SONO PAZZI QUESTI ROMANI!

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    Marcello Marchesi, l'autore della frase-tormentone di Obelix


    E' la frase tipica di Obelix, detta quando osserva le assurdità romane secondo il suo punto di vista. Ma nell'originale francese questa frase non esiste: si tratta di un'invenzione del geniale traduttore e autore poliedrico Marcello Marchesi. L'originale è "Ils sont fous ces Romains!" cioè, letteralmente: "Questi Romani sono tutti matti!". Ma la traduzione di Marchesi dà alla frase le stesse iniziali di S.P.Q.R., cioè Senatus PopulusQue Romanus, che significa "Nel nome del Senato e del Popolo Romano", l'annuncio che compariva nelle dichiarazioni solenni dell'antica Roma. Una presa in giro ancora più profonda della frase originaria. Inoltre, si deve a Marchesi l'utilizzo del dialetto romanesco nei dialoghi tra i romani. ^_^ Marcello Marchesi (1912–1978) è stato un intellettuale che ha fatto molti mestieri: giornalista (scrisse sul Bertoldo di Rizzoli insieme a Guareschi), scrittore ("Essere o benessere", "Il diario futile di un signore di mezza età", "Il sadico del villeggio"), poeta ("Aria de Roma"), sceneggiatore, regista cinematografico e teatrale, paroliere (autore dei testi delle canzoni), cantante, pubblicitario (suo è il famoso motto "Il signore sì che se ne intende". Con la nascita della TV, creò più di 4.000 caroselli), autore di programmi televisivi (per esempio "Ti conosco mascherina!"), attore, talent scout (lanciò Sandra Mondaini, Gino Bramieri, Paolo Villaggio, Walter Chiari e altri). Praticamente ha fatto di tutto.

    ALCUNI NOMI E IL LORO SIGNIFICATO

    Asterix viene da asterisco: la * che rimanda alla nota in calce.
    Obelix viene da obelisco, obele in francese, che indica anche il simbolo a croce (tipo +) che ha la stessa funzione dell'asterisco. Inoltre, il nonno materno di Goscinny gestiva un tipografia chiamata Asterisco e Obele, i due simboli topografici.
    Panoramix indica il panorama.
    Matusalemix (Agecanonix): ovviamente indica Matusalemme, mentre in Francia è chiamato "Età canonica". Ha novantatré anni, è sposato con la bella del villaggio ed è sempre dietro a qualche sottana. È una divertita auto-caricatura di Goscinny e consorte.
    Petibonum richiama il termine francese petit bonhomme, cioè piccolo ragazzo, ragazzino.
    Babaorum è un richiamo al babà al rum, detto in francese baba au rhum.
    Laudanum richiama il laudano, un narcotico: sostanza oppiacea/alcolica che mitiga il dolore.
    Aquarium richiama ovviamente l'acquario.

    FALBALA'

    La bella Falbalà, anche se è comparsa solo una volta in Asterix legionario, è famosa tra gli appassionati di Asterix, essendo la donna di cui Obelix si innamora perdutamente. Le sue forme sono state prese da Ada Milani, la moglie del disegnatore Albert Uderzo.

    Falbal



    Edited by joe 7 - 10/2/2019, 23:37
     
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    1960: ASTERIX E IL FALCETTO D'ORO

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    Copertina della prima versione e della seconda, ridisegnata da Uderzo.


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    Questa invece è la versione italiana in bianco e nero della Oscar Mondadori.



    TRAMA

    Il druido Panoramix ha rotto per errore il suo falcetto d'oro e ne ha bisogno di un altro: Asterix e Obelix si offrono volontari per andare a Lutezia (Parigi) per comperare un nuovo falcetto da Amerix, famoso fabbricante di falcetti che è anche un lontano cugino di Obelix. Una volta arrivati, Asterix e Obelix non trovano tracce di Amerix e si trovano coinvolti in traffici nascosti di falcetti d'oro gestiti dall'infido Avorangofix e dal suo socio Lentix. Dopo una serie di scazzottate varie e arresti ripetitivi da parte dell'autorità romana, gestita dall'abulico prefetto Gracchus Piendastus, alla fine il traffico di falcetti viene sgominato con la cattura di Lentix, Avorangofix e il capo segreto dell'organizzazione, che si rivela essere lo stesso Gracchus Piendastus. Al ritorno si organizza la classica tavolata finale.

    COMMENTO

    Sulla rivista Pilote, poco dopo il finale di Asterix il Gallico, visto il buon successo, Goscinny e Uderzo iniziano subito una seconda storia: Asterix e il falcetto d'oro (Pilote n. 42 dell'11 Agosto 1960. Sarà pubblicato su volume due anni dopo, nel 1962). Stavolta la storia ha un'impostazione diversa dalla prima, che da adesso rimarrà costante: infatti, da ora il druido Panoramix avrà solo una parte secondaria, mentre il comprimario sarà invece Obelix, visto solo di scorcio nella storia precedente. Inoltre, si ha il primo viaggio di trasferta, che sarà una costante. Obelix diventerà non solo una spalla comica, ma soprattutto un coprotagonista di tutto rispetto, tanto che il suo uso logico di "forzuto che interviene quando manca la bevanda magica" è praticamente inesistente, essendo una cosa fin troppo ovvia. Obelix non sarà mai il tappabuchi che risolve le cose, ma un vero e proprio protagonista alla pari di Asterix. Il paragone con Topolino e Pippo è azzeccato, essendo Asterix/Topolino il personaggio piccolo e intelligente e Obelix/Pippo il personaggio semplice e imprevedibile, con in più altre caratteristiche che si svilupperanno presto: la sua facilità ad innamorarsi, la sua emotività (qui piange per un cugino che non aveva mai visto), i suoi complessi per essere troppo grosso (leggi: ciccione). Il disegno sta diventando qui sempre più tondeggiante e meno spigoloso. Alla fine della storia, avviene il primo banchetto intorno al fuoco, in cui il bardo Assurancetourix non potrà partecipare, a differenza della volta scorsa. Non è ancora legato ad un albero, ma solo a casa sua (almeno penso: nella versione definitiva, Assurancetourix vive in una casa sopra un albero).

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    OMAGGI

    Ai tempi di Asterix e Obelix, Lutezia non esisteva ancora e non era il centro della Francia: ma la verità storica qui viene - giustamente - accantonata per poter raccontare una bella storia, che tra l'altro ironizza sulla situazione del mondo d'oggi, come il traffico e i lavori stradali, oltre alla congestione urbana lungo le strade della capitale. C'è anche Asterix che si lamenta dell'aria viziata, l'equivalente dello smog ai tempi dei Galli...E' citata anche la corsa ai carri coi buoi chiamata la "XXIV (24) Ore di Suindinium", un richiamo alle 24 ore di Le Mans. Tra i concorrenti si può vedere Jean Graton, il creatore del fumetto Michael Vaillant, il pilota automobilistico. Inizia qui la tradizione di Asterix di inserire dei personaggi famosi nella storia come caratteristi.

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    Jean Graton nel fumetto di Asterix

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    Jean Graton, l'autore completo (testi e disegni) di Michel Vaillant


    Un altro personaggio, nei panni del gestore del nuovo ristorante "Al sole di Marsiglia", è raffigurato come l'attore Raimu, soprannome di Jules Muraire, grande interprete di famosi film francesi degli anni '30-'40.

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    Omaggio all'attore Raimu


    L'annoiato e abulico prefetto Gracchus Piendastus ha lo stesso volto di Charles Laughton, che aveva interpretato solo due anni prima il tribuno romano Sempronio Gracco in Spartacus di Kubrick (1960).

    Charles-Laughton-fumetto Charles-Laughton
    Omaggio a Charles Laughton


    In questa storia, in cui Asterix e Obelix indagano sul traffico nascosto di falcetti d'oro, si nota l'omaggio al film francese di successo del 1954 La grande razzia con Jean Gabin, che indaga sul traffico di droga a Parigi.

    La-grande-razzia



    Edited by joe 7 - 7/2/2020, 18:44
     
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    1961: ASTERIX E I GOTI

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    La copertina classica - Uderzo non l'ha modificata - e la copertina dell'edizione in bianco e nero della Oscar Mondadori.


    TRAMA

    Il druido Panoramix va alla Foresta dei Carnuti dove c'è l'incontro coi druidi, ma viene rapito da una pattuglia di Goti interessata alla sua bevanda magica. Viene portato dal capo Teleferico, nel paese dei Goti. Asterix e Obelix si mettono sulle tracce del druido, prima travestendosi da romani, poi da Goti. Incontrano l'interprete Cloridrico e, grazie a lui, trovano Panoramix. Il druido ha un piano: usare la sua bevanda magica per mettere i Goti l'uno contro l'altro, così da non pensare più di conquistare le altre terre. Il piano funziona: prima Cloridrico lotta contro Teleferico e viceversa, poi la bevanda passa ad altri Goti, che formano a loro volta degli eserciti e il paese dei Goti è in continuo conflitto. Il tutto viene illustrato nella storia in una pagina di "Cronaca delle Guerre Gotiche", che è una presa in giro delle pagine educative per ragazzi, che erano dotate di immagini e testo. Asterix, Obelix e Panoramix tornano al villaggio, dove avviene il tradizionale banchetto.

    COMMENTO

    Siamo alla terza storia di Asterix, e ormai gli autori hanno una maggior familiarità coi personaggi. E' anche la seconda trasferta di Asterix, dopo quella di Lutezia in Asterix e il falcetto d'oro. Stavolta è la prima escursione all'estero, fuori dai confini francesi: e si tratta della Germania, dove gli abitanti sono definiti semplicemente "Goti", con un richiamo alle popolazioni barbare dei Visigoti e degli Ostrogoti. E' curiosa questa scelta, e, a quei tempi, un pò temeraria: nel 1961 sono passati solo 13 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con le ferite ancora aperte. Senza contare che è proprio nel 1961 che è stato costruito il Muro di Berlino, tra l'altro. Come gli appassionati di Asterix sanno, Renè Goscinny era un polacco di origini ebraiche, la cui famiglia si era trasferita a Parigi negli anni '20 dopo i pogrom da parte dei russi. Inoltre, alcuni parenti di Goscinny erano morti nei campi di concentramento. Nonostante questo, l'umorismo di Goscinny rimane inalterato come nelle precedenti storie. I Goti, però, non vengono presi in giro per caratteristiche locali tipo la birra o i wurstel, come accadrà per le altre popolazioni, ma per la loro organizzazione militare di stampo prussiano, quasi nazista. Una curiosa anticipazione delle Sturmtruppen di Bonvi, che saranno pubblicate nel 1968, sette anni più tardi, e che avranno un tono ancora più ironico e corrosivo. I Goti sono rappresentati spesso nelle storie di Asterix come degli avversari: nella storia di Asterix e i Goti non compaiono dei "goti buoni", a differenza dei romani di Lutezia, il cui procuratore arresta il vero colpevole del traffico di falcetti d'oro, che era un romano, e lascia in libertà Asterix e Obelix. Panoramix qui ha un aspetto più pacato e meno agitato, proprio da patriarca del villaggio e non solo un elemento caratteristico.

    CURIOSITA'

    Per la prima volta qui si vede Assurancetourix, il bardo, che vive sulla sua casa sopra l'albero. Qui sotto fa un pò di pulizie musicali.

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    Inoltre, per la prima volte viene aggredito perchè non si metta a cantare. A quel tempo non c'era ancora Automatix il fabbro (ha avuto una breve comparsa in Asterix il Gallico, ma aveva un aspetto diverso da quello attuale), quindi a pestarlo è un Gallo generico.

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    Inoltre, nella scena finale del banchetto, per la prima volta il bardo è legato e imbavagliato ad un albero, anche se è nella sua casa sopra l'albero. Il tormentone del gioco di parole “scatenato”, che fa ridere un continuazione Obelix, approfondisce il personaggio, mostrandone la sua semplicità di vita. Obelix sta diventando sempre più robusto e rotondo a mano a mano che le storie di Asterix vanno avanti: tra un pò avrà il suo aspetto definitivo, al quale ormai non manca molto.

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    Qui si può vedere la differenza tra la versione in bianco e nero di Asterix e i Goti e quella a colori. Da notare la geniale traduzione in italiano del capitano Coudetric in Mangarandello e di Pasdfric in Pasdipassero. E' probabile che anche questa sia stata opera di Marcello Marchesi, di cui abbiamo già parlato. Prima o poi dovrò fare un articolo sulle traduzioni in italiano dei fumetti stranieri: ci sono dei casi di autentico genio. Da notare anche, en passant, la parola italiana "bravo" nell'originale francese, trasformato, nella versione italiana, in un tedesco "brafo" degno delle Sturmtruppen. I Goti sono raffigurati con gli elmetti a punta tipici dei soldati prussiani della prima guerra mondiale; inoltre sono tutti rasati come i soldati di leva. Quando Asterix e Obelix raggiungono il paese dei Goti, in pratica è come se fossero un un'enorme caserma, con tanto di soldati in fila e comandanti che impartiscono ordini. Un'organizzazione militare tedesca in tutto e per tutto.

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    Goscinny fa parlare i Goti coi caratteri "gotici", appunto, e Asterix non li capisce (è uno dei pochi casi in cui Asterix e gli altri non capiscono la lingua estera): solo quando incontra Cloridrico, l'interprete, riesce a capire che lui sa il gallico.

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    In questa storia è anche la prima volta che Asterix e Obelix si vestono da soldati romani, una cosa che sarà ripetuta ancora in Asterix legionario.

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    L'umorismo di Goscinny diventa inquietante quando fa cenno alle camere a gas dei campi di concentramento, nella "pentola a pressione" suggerita dall'organizzatore degli spettacoli.

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    1962: ASTERIX GLADIATORE

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    La copertina dell'edizione classica e quella della Oscar Mondadori


    TRAMA

    Per favorire i desideri del prefetto Vacomevien, il centurione di Petibonum rapisce Assurancetourix, il bardo, perchè il prefetto possa farne dono a Giulio Cesare. Asterix e Obelix vanno fino a Roma, grazie al passaggio sulla nave del mercante fenicio Grandimais e dopo uno scontro coi pirati: laggiù raccolgono informazioni grazie all'aiuto di Querelcontrix, un compatriota gallo che gestisce un ristorante. Per liberare il bardo, accettano di diventare gladiatori sotto la guida del lanista (allenatore di gladiatori) Caius Obtus. Simpatizzando per i gladiatori, Asterix fa in modo di ottenere alla fine da Giulio Cesare la libertà non solo per loro e il bardo, ma anche per i gladiatori. Inoltre, Caius Obtus viene mandato a remare sulla nave di Grandimais per punizione da parte di Asterix, così da capire cosa significa vivere da schiavo come lui faceva coi gladiatori, almeno per un pò di tempo. La storia si conclude col classico festino, dove, tuttavia, il bardo viene legato e imbavagliato lo stesso.

    I PIRATI

    In Asterix Gladiatore, per la prima volta gli autori portano Asterix e Obelix a Roma. Inoltre, in questa storia compaiono molti dei futuri tormentoni di Asterix: il più popolare tra i fan è quello dei PIRATI. ^_^ I famosi pirati qui incontrano per la prima volta Asterix e Obelix, col conseguente affondamento della loro nave. Compaiono anche Treppiedi, il vecchio privo di una gamba che dice sempre delle citazioni in latino, e Babà, il negro in vedetta che parla sempre con la V al posto della R (anche se qui non è visibile e si vedono solo i suoi fumetti fuori campo). Quella dei pirati sarà una gag costante in quasi tutte le storie, con rare eccezioni (come Asterix e il duello dei capi). I pirati sono la parodia del fumetto Barbarossa (Barbe Rouge), che era pubblicato in quel periodo sulla stessa rivista Pilote di Asterix, trasformandosi poi uno dei tormentoni più riconosciuti della serie. Barbarossa era sceneggiato da Jean-Michael Charlier (lo stesso che diventerà famoso per il western Blueberry) e disegnato da Victor Hubinon, lo stesso disegnatore di Buck Danny.

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    Il primo, affettuoso, incontro tra Asterix, Obelix e i pirati.

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    Il fumetto originale parodiato in Asterix


    SONO PAZZI QUESTI ROMANI!

    Sempre sulle pagine di Asterix Gladiatore sentiamo per la prima volta la frase “Sono Pazzi Questi Romani!”: è la frase tipica di Obelix, detta quando osserva le assurdità romane secondo il suo punto di vista. Ma nell'originale francese questa frase non esiste: si tratta di un'invenzione del geniale traduttore e autore poliedrico Marcello Marchesi. L'originale è "Ils sont fous ces Romains!" cioè, letteralmente: "Questi Romani sono tutti matti!". Ma la traduzione di Marchesi dà alla frase le stesse iniziali di S.P.Q.R., cioè Senatus PopulusQue Romanus, che significa "Nel nome del Senato e del Popolo Romano", l'annuncio che compariva nelle dichiarazioni solenni dell'antica Roma. Una presa in giro ancora più profonda della frase originaria. Inoltre, si deve a Marchesi l'utilizzo del dialetto romanesco nei dialoghi tra i romani. ^_^

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    Marcello Marchesi, l'autore della frase-tormentone di Obelix


    Marcello Marchesi (1912–1978) è stato un intellettuale che ha fatto molti mestieri: giornalista (scrisse sul Bertoldo di Rizzoli insieme a Guareschi), scrittore ("Essere o benessere", "Il diario futile di un signore di mezza età", "Il sadico del villeggio"), poeta ("Aria de Roma"), sceneggiatore, regista cinematografico e teatrale, paroliere (autore dei testi delle canzoni), cantante, pubblicitario (suo è il famoso motto "Il signore sì che se ne intende". Con la nascita della TV, creò più di 4.000 caroselli), autore di programmi televisivi (per esempio "Ti conosco mascherina!"), attore, talent scout (lanciò Sandra Mondaini, Gino Bramieri, Paolo Villaggio, Walter Chiari e altri). Praticamente ha fatto di tutto.

    ANCHE TU, BRUTO, FIGLIO MIO!

    Inoltre, compare qui per la prima volta Bruto, il figlio adottivo di Cesare, che poi lo ucciderà nelle Idi di Marzo in un complotto. E compare per la prima volta la famosa frase "Anche tu, Bruto, figlio mio!", un tormentone che Cesare ripeterà spesso nelle storie di Asterix. La frase, che nell'originale latino è Tu quoque, Brute, fili mi!, o anche Et tu?, è quella che la tradizione attribuisce a Cesare prima di essere ucciso, quando riconosce Bruto tra gli assassini, e, sconfortato per il tradimento del figlio, si lascia uccidere senza opporre resistenza. E' diventata la frase tipica di chi subisce un tradimento da parte di chi gli è più caro.

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    ASSURANCETOURIX, IL BARDO

    Assurancetourix mostra qui per la prima volta le sue abilità di strimpellatore che fanno impazzire chi lo ascolta: prima sembrava che i Galli non lo volessero sentire perchè non erano interessati alla musica. La sua musica infatti è così terribile che non solo i romani, ma anche gli animali scappano via dalla foresta per non sentirlo. Il capolavoro però avviene nell'arena romana: il bardo, cantando "Arrivederci Roma" di Renato Rascel (almeno nella versione italiana: in basso c'è il testo intero) fa scappare via i leoni che dovevano sbranarlo!

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    Ma qui si sottolinea anche il legame di amicizia che hanno i Galli per il loro bardo: nonostante sia un terribile stonato, è pur sempre uno di loro, come dice il capo Abraracourcix, che attacca l'accampamento romano coi suoi per liberarlo: “Il nostro bardo canta tanto male quanto è un buon compagno”. Si vedrà quasi la stessa scena in Asterix e il regno degli dei. E'anche la prima volta che vediamo una rissa contro i romani che coinvolge l’intera popolazione del villaggio. Un'altra "prima volta" di questa storia è anche la mania di Obelix di collezionare gli elmi dei soldati romani abbattuti a cazzotti.

    GRANDIMAIS, L'ALLEATO AMBIGUO

    Inoltre, compare per la prima volta il mercante fenicio Grandimais, che porterà diverse volte Asterix e Obelix a spasso nei loro viaggi (da notare che qui i due galli hanno usato il "navistop" per chiedere un passaggio alla nave di Grandimais, una parodia dell'autostop attuale). Vero e proprio commerciante nato e anche piuttosto infido, all'inizio aveva anche la mezza idea di vendere Asterix e Obelix come schiavi, oppure aveva costretto i suoi soci a remare sulla nave per via delle scritte in piccolo sul contratto.

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    QUERELCONTRIX, L'INQUILINO

    Compare anche Querelcontrix, che comparirà ancora solo una volta in Asterix in Corsica: gallo emigrato a Roma e gestore di una trattoria, è sempre pronto ad aiutare i compatrioti e si rivela un aiuto prezioso per Asterix e Obelix. Tra l'altro, vive in un condominio che lui chiama CLP, Case Latine Popolari: un richiamo alle costruzioni condominiali che in quegli anni venivano realizzate alla periferia di Parigi, in cui la forzata convivenza degli inquilini portava spesso a dispute litigiose, descritte da Goscinny nelle accuse che si danno tra loro i vicini di Querelcontrix: "Suonate la lira tutta la notte!" "E voi, per Vulcano, che fate le orge a tutte le calende?" (i fine settimana).

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    CAIUS OBTUS, L'ALLENATORE INFIDO

    Compare soprattutto Caius Obtus, l'allenatore di gladiatori (lanista nel linguaggio latino) nella sua unica apparizione. Furbo e abile fornitore di gladiatori, vede in Asterix e Obelix due esemplari formidabili da avere al più presto nei suoi spettacoli al Circo. Riuscirà ad ottenere quello che vuole, e dopo desidererà di non averlo mai fatto, visto il disastro che i due Galli gli procureranno.

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    IL PRIMO MATUSALEMIX

    Nella storia c'è anche un primo abbozzo di Matusalemix, il vegliardo del villaggio, nel vecchietto al quale Obelix affida la gestione dei menhir in sua assenza. Di certo non è lui il vegliardo, ma è difficile non notare la sua somiglianza col personaggio definitivo, che comparirà per la prima volta in Asterix alle Olimpiadi.

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    PARODIA DEL PEPLUM

    Siamo nel 1962 e due anni fa era uscito Spartacus di Kubrick, che gli autori avevano già omaggiato col personaggio di Gracchus Piendastus/Charles Laughton in Asterix e il falcetto d'oro. Ma in quegli anni era di moda anche il genere Peplum, cioè i film avventurosi ambientati nel mondo antico: Ben Hur (1959) e Le fatiche di Ercole (1958). Questa sarà la prima storia-parodia del genere, alla quale succederà il famoso Asterix e Cleopatra (la regina egiziana per la prima volta sarà anche accennata di sfuggita in questa storia, tra l'altro, in una citazione dei giochi che fanno i gladiatori). Stavolta l'argomento in esame, quello del gladiatori, è particolarmente violento, ma Goscinny e Uderzo riescono a stemperare la situazione col loro umorismo paradossale: i gladiatori fanno i giochetti da bambini nel circo facendo saltare i nervi a Giulio Cesare. Asterix e Obelix osservano a Roma la pubblicità dilagante coi gadget venduti fuori dal Circo Massimo, i battibecchi tra i vicini di casa nei condomini e altre situazioni in cui si prendono in giro le situazioni attuali. Le scene di Asterix e Obelix che si aggirano per le terme ignorandone le regole sono uno spasso (si mettono a pestare il povero massaggiatore perchè pensavano che li volesse picchiare...). Pure la corsa coi carri, eccezionalmente disegnata, con tutti i disastri conseguenti, è una parodia del genere Peplum. Per non parlare del fatto che Uderzo abbia sempre amato le corse automobilistiche...

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    Ben Hur e la corsa delle bighe, un classico del Peplum


    CULTURA NASCOSTA

    Inoltre, le citazioni colte si sprecano: solo che possono essere capite bene solo da francesi, il più delle volte. Per esempio, la battuta: "Perchè non è sulla sua biga?" è presa da un verso della tragedia Fedra, del poeta francese Jean Racine.* O addirittura "Quelli saremo noi" (la traduzione esatta dell'originale, che qui è stato tradotto con "lo faremo noi") detto da Asterix, che è un richiamo a "Quello sarò io" de "I Castighi" di Victor Hugo. **

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    Il successo dell'albo è immediato e nella sola Francia batte ogni record, vedendo 150.000 copie: ma la vera esplosione sarà con Asterix e Cleopatra.

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    * "Appena usciremo dalle porte di Trezene - perchè non è non è sul suo carro? - attorno schierate, le sue guardie afflitte ne imitano il silenzio". Racine fu un esponente del teatro tragico francese del Seicento. Fedra è un personaggio mitologico: era la figlia del re Minosse (quello del Minotauro) e sposò il re di Atene, Teseo. Si innamorò del figliastro, che Teseo ebbe da Ippolita, ma Ippolito (il figliastro) rifiutò le sue avances. Fedra lo accusò ingiustamente e Ippolito fu ucciso da una maledizione del padre Teseo. Fedra poi si uccide, vittima del rimorso. Il riferimento a Racine poteva essere capito dai francesi, che lo studiavano a scuola, ma non dagli italiani.

    ** Victor Hugo, famoso romanziere francese, autore de "I miserabili" e "Notre-Dame de Paris", fu in conflitto col re Napoleone III e scelse l'esilio all'amnistia proposta dal re, con un famoso verso preso da I Castighi (una raccolta di poemi contro il re): "Dovesse rimanerne uno solo, sarò io quello!". Anche qui è più facile che sia un francese colto a capire l'antifona, più che un italiano.

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    ARRIVEDERCI ROMA

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    Renato Rascel

    ARRIVEDERCI ROMA
    Da questo sito

    T'invidio turista che arrivi,
    t'imbevi de fori e de scavi,
    poi tutto d'un tratto te trovi
    fontana de Trevi ch'e tutta pe' te!

    Ce sta 'na leggenda romana
    legata a 'sta vecchia fontana
    per cui se ce butti un soldino
    costringi er destino a fatte tornà.

    E mentre er soldo bacia er fontanone
    la tua canzone in fondo è questa qua:

    Arrivederci, Roma...
    Good bye... au revoir...
    Se ritrova a pranzo a Squarciarelli
    fettuccine e vino dei Castelli
    come ai tempi belli che Pinelli immortalò!

    Arrivederci, Roma...
    Good bye... au revoir...
    Se rivede a spasso in carozzella
    e ripenza a quella "ciumachella"
    ch'era tanto bella e che gli ha detto sempre "no!"

    Stasera la vecchia fontana
    racconta la solita luna
    la storia vicina e lontana
    di quella inglesina che un giorno partì.

    Io qui, proprio qui l'ho incontrata...
    Io qui... proprio qui l'ho baciata...
    Lei qui con la voce smarrita
    m'ha detto: "E' finita ritorno lassù!"

    Ma prima di partire l'inglesina
    buttò la monetina e sospirò:

    Arrivederci, Roma...
    Good bye... au revoir...
    Voglio ritornare a via Margutta
    voglio rivedere la soffitta
    dove m'hai tenuta stretta stretta in braccio a te!

    Arrivederci, Roma...
    Non so scordarti più...
    Porto in Inghilterra i tuoi tramonti
    porto a Londra Trinità dei monti,
    porto nel mio cuore i giuramenti e gli "I love you!"

    Mentre l'inglesina s'allontana
    un ragazzinetto s'avvicina
    va nella fontana pesca er soldo e se ne va!

    Arrivederci Roma!

    Edited by joe 7 - 21/9/2023, 16:05
     
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    1963 (Febbraio): ASTERIX E IL GIRO DI GALLIA

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    TRAMA

    Stavolta i Romani, guidati dal console Lucius Fiordilotus, fanno circondare il villaggio gallico con una palizzata in modo da isolarli. Asterix sfida il console: nonostante la palizzata, lui e Obelix la sfonderanno e, dimostrando che possono andare per tutta la Gallia senza problemi, faranno varie tappe nelle città principali, comperando le loro specialità culinarie, per dimostrare di essere passati per di là. E lo faranno nonostante gli ostacoli posti dai rimani. Fiordilotus accetta la sfida e i due galli fanno così il giro della Gallia: alla fine, Fiordilotus è costretto ad accettare la sconfitta, smantellare la palizzata e ritirarsi a Roma.

    UN VIAGGIO CULINARIO DA GUIDA MICHELIN

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    L'omaggio di questa storia al Tour de France (la gara annuale di ciclismo a tappe) è evidente: persino il percorso è quasi uguale, passando lungo la periferia del Paese.

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    A sinistra, il percorso di Asterix e Obelix; a destra, un percorso del Tour de France.



    In questo percorso-inseguimento, i due Galli raggiungeranno, nell'ordine:

    - Rouen (Rotomagus), dove non comperano nulla, ma si fa la conoscenza degli abitanti, tutti possibilisti: "Forse che sì, forse che no, ma potrebbe anche darsi" è la loro tipica risposta. E' uno degli stereotipi attribuiti agli abitanti francesi della Normandia, noti per le loro risposte piuttosto ambigue. Nota come "la città dai cento campanili", Rouen ha una rete di vie intricatissima che rende difficile ai Romani l'inseguimento dei Galli (mai quanto Lione, su cui ne parleremo tra poco). Inoltre, Rouen è la città dove fu arsa viva Giovanna d'Arco. Il fiume che bagna Rouen e su cui si tuffano Asterix e Obelix è la Senna. Da lì raggiungono Parigi (Lutezia).

    - Parigi (Lutezia): laggiù comperano il "prosciutto di Lutezia". Si tratta del Prosciutto di Parigi, un tipo particolare di prosciutto cotto: è un blocco rettangolare che, tagliato, appare rosa chiaro e striato di grasso. Può essere di varie qualità : tradizionale, superiore o al canovaccio. Per realizzare il prosciutto di Parigi, si utilizza una coscia di maiale a cui si tolgono l'osso e i nervi e si mette in salamoia per cuocere in una forma per molte ore. Per la cottura si usa un brodo composto di ginepro, coriandolo, chiodi di garofano e un mazzetto di odori. Il prosciutto di Parigi si utilizza in varie specialità gastronomiche, come il prosciutto al burro o il famoso toast chiamato croque-monsieur.

    prosciutto-parigi



    - Cambrai (Camaracum): comperano le "sciocchezze" (betise), o caramelle alla menta e mandorla, di Cambrai. Il termine "sciocchezza" o "marachella" è dovuto alla nascita di queste caramelle: un tempo, un giovane apprendista pasticcere, Emile Afchain, a Cambrai aveva lasciato cadere per errore della menta nell'impasto dei bonbon. Per riparare al fatto, li lavorò a lungo fino a ottenere un prodotto nuovo, criticato dai genitori di Emile come una betise, cioé "sciocchezza". Ebbe invece un enorme successo e divenne anche un patrimonio della produzione dolciaria francese. La "sciocchezza" ha una bella massa sostanziosa, elastica e brillante, con la rassicurante forma a cuscino; il profumo e le caratteristiche striature l’hanno resa un vero e proprio mito.

    caramelle-alla-menta-betisescambrai



    - Reims (Durocortorum): qui comperano lo Champagne Brut di Reims, città che è il capoluogo della stessa regione dello Champagne. Reims infatti è famosa soprattutto per la produzione del vino champagne, esportato in tutto il mondo: un vino che prende il nome dalla regione (Champagne sèche).

    Brut-Reims



    - Metz (Divodurum): qui Asterix e Obelix non prendono niente, perchè sono finiti in prigione: dopo l'evasione, riprendono il viaggio. A Metz non ci sono specialità gastronomiche, ma è una tappa obbligata del Tour de France, e Goscinny non la poteva saltare... ^_^

    - Lione (Lugdunum): Lione è la capitale gastronomica di tutta la Francia ed è anche una delle città francesi con più ristoranti stellati sulle guide Michelin, seconda solo a Parigi. Qui Asterix e Obelix prendono il salame e la chenelle o quenelle. Il salame, o salsiccia (saucisson) di Lione ha infinite varietà: in genere è preparato insaccando le parti più tenere del prosciutto in un involucro liscio, che viene poi legato attentamente da una corda per preservarne la forma ovale a palla da rugby. Le quenelles à la lyonnaise sono dei gnocchetti o polpette morbidi e spumose di pesce e di pollo a forma allungata, molto saporite e sfiziose: la pasta base (panade) si prepara con semolino, tuorli d'uovo, burro e latte intero. Poi vengono insaporite con sale, pepe bianco e noce moscata. Il latte viene incorporato al semolino, molto bollente e mescolato energicamente con una frusta da cucina: successivamente vengono incorporate le uova, una ad una, poi il tutto è rimesso sul fuoco fino a quando il composto si stacca dalle pareti della pentola. Le quenelles, dopo aver preso la loro tipica forma, vengono portate a cottura in acqua salata per pochi minuti, poi servite con i condimenti preferiti, oppure semplicemente con un filo d'olio.

    Lione-salame Lione-quenelle


    Inoltre, Lione è famosa anche per il suo labirinto segreto. Lungo le vie di Lione, i Romani di Asterix si perdono: si tratta infatti di ben 315 passaggi coperti, che collegano 230 vie. Sono i famosi traboules, corridoi che si snodano tra palazzi, cortili e vie, che consentono di spostarsi da un edificio all’altro nei quartieri di Lione. Venivano utilizzati dai tessitori di seta per legare tra loro i laboratori artigianali e agevolare il trasporto delle merci col maltempo.

    - Nizza (Nicae): qui Asterix prende l'insalata nizzarda. Qui siamo sulla Costa Azzurra e l'insalata nizzarda è un misto di diversi componenti mediterranei: patate bollite e cotte, con fagiolini tagliati e lessati, uova sode, cipolla a fettine sottili, pomodori a spicchi, foglie di lattuga, verdura (in genere peperoni a strisce), formaggio; il tutto condito con aceto di vino rosso, olio extravergine d'oliva, sale, pepe. Si aggiungono infine del tonno sminuzzato, capperi, olive e acciughe., con uova sode a spicchi. Si tratta di un cibo saporito e veloce, che veniva preparato per i pescatori al rientro da una faticosa giornata di lavoro. Oggi, questa pietanza gustosa è molto conosciuta anche a livello internazionale.

    insalata-nizzarda



    - Marsiglia (Massilia): stavolta è il turno della zuppa di pesce provenzale, o bouillabaisse. In genere è per quattro persone almeno: è composto da 2 kg di pesci e crostacei (scorfani, gallinelle, pesce prete, pescetti; tracine, barchette, cicale, canocchie). Tra questi pesci ci deve essere un pescione da almeno un chilo (San Pietro o rana pescatrice) tagliato in trance. Sono cotti in un pentolone e amalgamati con acqua, olio extravergine d'oliva, cipolla, aglio, pomodoro, prezzemolo, zafferano. Il tutto si serve coi croutons di pane abbrustolito e con la rouille, una salsa a base di aglio, peperoni, mollica di pane, olio e fumetto di pesce. La bouillabaisse è convivialità, anticipatela con almeno due o tre bicchieri di pastis (aperitivo alcolico profumato all'anice, con un contenuto di alcol di solito intorno al 40-45%. Il suo nome viene dall'occitano pastís, che significa "pasticcio" o "miscela" ) e brindate ad una città come Marsiglia che, nel suo delirio cosmico e architettonico, rappresenta appieno quello che Jean Claude Izzo (autore dei libri chiamti "la trilogia marsigliese) definiva "il Mediterraneo".

    boullabaisse



    -Tolosa (Tolosa): ora è il turno delle salsicce di Tolosa, chiamata "la città rosa" per il colore dei suoi mattoni. E' una grande specialità gastronomica della città, presente sin dal '700. Questa salsiccia deve rispettare una rigorosa disciplina nelle varie fasi di produzione. È composta da 75% di magro di maiale e da 25% di carne di petto, il tutto condito con sale e pepe e insaccato in budello naturale. L’aspetto caratteristico e che la rende riconoscibile è dato dal colore rosato e il diametro di 3 cm. Non cercatela al di fuori di Tolosa, perché non si trova!

    saucisse-toulouse



    - Agen (Aginum): il piatto famoso di Agen sono le prugne secche. Godono del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta): una volta raccolte (fra metà agosto e metà settembre), lavate, selezionate e calibrate, le prugne sono distese sulle griglie e messe ad essiccare in forno per 20-24 ore a 70-80°C. Per ottenere un chilo di prugne secche occorrono 3-3,5 chili di prugne fresche. Morbide, gustose e per di più salutari, le prugne secche d'Agen uniscono un ottimo gusto a importanti benefici nutrizionali. Deliziose al naturale o come aperitivo, avvolte da una sottile fetta di pancetta, le prugne secche d'Agen si utilizzano anche in numerose ricette di piatti dolci e salati.

    prugna-secca-agen



    - Bordeaux (Burdigala): siamo alla fine: ora tocca al vino bianco e alle ostriche di Bordeaux. Bordeaux è la città del vino per eccellenza: infatti, laggiù si è circondati da ettari ed ettari di vigne coltivati a vino bianco (sauvignon, ecc) e vino rosso (merlot, ecc). Les huitres, cioè le ostriche: sono caratteristiche: di formato vario, vanno dalle piccole alle grandi, dalle grigie a quelle avorio. Infatti, nei pressi di Bordeaux ci sono due importanti cittadine che affacciano sull’Oceano Atlantico: la prima è Marennes Olèron, il più importante centro di produzione delle ostriche in Francia dove, da secoli, gli ostricoltori allevano i preziosi molluschi nelle claires, piccoli bacini concavi scavati nell’argilla in cui l’ostrica porta a termine la sua crescita. La combinazione di acque dolci e salate e altri fattori conferiscono alle ostriche di questa zona un colore, un sapore e un aroma tipici. La seconda è Arcachon: è un po’ più vicina a Bordeaux ed è uno splendido bacino naturale in cui si produce una qualità di ostriche altrettanto eccellente. Non è un caso, quindi, che Bordeaux sia una delle città più consigliate in cui fare una bella scorpacciata di ostriche!

    B-vino-bianco-bourdeaux B-ostriche-bourdeaux



    - Le Conquet (Gesocribate): è l'ultima tappa: qui Asterix e Obelix non prendono nulla perchè la città è un porto di passaggio, che devono attraversare per arrivare al loro villaggio, dopo essere arrivati lì a bordo di una nave. Le Conquet è il comune più a ovest di Francia, quindi è "là dove finisce la terra".

    Furono scelte anche delle altre città, ma furono scartate per mancanza di spazio: Perigueux (Vesunna) e il suo famoso patè de foie gras; Tours (Caesarodunum) e le sue rillettes (carne di maiale e di pollame tritata, cotta nel grasso e spalmabile); Brest (Gesocribate) e la sua crepe bretone; Aix (Aquae Sextiae) e i suoi pasticcini di mandorle; Soissons (Suessio) e i suoi fagioli. La cosa strana è che gli autori abbiano considerato anche Besancon (Vesontio) nella lista, che non ha una specialità culinaria, ma è famosa per le sue meridiane e orologi... :huh:

    ARRIVA IDEFIX!

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    In questa storia compare anche un personaggio fondamentale che sarà sempre presente, d'ora in poi: il cagnolino bianco Idefix, qui ancora privo di nome, che comincia a seguire Asterix e Obelix per tutto il loro viaggio, a partire dal negozio di Lutezia dove Asterix compera il prosciutto.

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    La prima apparizione in assoluto di Idefix


    Il cagnolino compare quasi in ogni vignetta, rimanendo però fuori da edifici e locande in cui entrano Asterix e Obelix, dimostrando un atteggiamento decisamente educato. La cosa divertente è che i due galli non si rendono conto della presenza dell’animale, fino a quando, durante il banchetto finale, Obelix lo nota e lo accarezza… sarà l’inizio di una grande amicizia.

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    Edited by joe 7 - 19/3/2019, 16:02
     
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    IL MURO DI BERLINO

    Il muro eretto attorno al villaggio può essere un richiamo al Muro di Berlino, eretto nel 1961, due anni prima della pubblicazione di questa storia. Tra le tante cose, Asterix e il giro di Gallia è anche un inno alla libertà, che nessuna imposizione dall'alto riuscirà mai a soffocare per sempre.

    I VIAGGI DELLE VACANZE

    In questa storia, Goscinny e Uderzo prendono in giro le manie francesi - e non solo - sui viaggi e sulla tendenza a comperare le specialità culinarie del posto, da far assaggiare poi agli amici. E anche le difficoltà del viaggio: il traffico, la folla, le spiagge piene, i litigi. Anche i truffatori, come il venditore di carri usati che vende un carro apparentemente in buone condizioni ai galli: è ovviamente un richiamo ai venditori di auto usate. I vacanzieri in spiaggia e le belle ragazze in abiti discinti alla Brigitte Bardot coi cagnolini al guinzaglio sulle strade che si affacciano sul mare.

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    Oppure il pieno di fieno alle BF, Buon Fieno: è un richiamo ai distributori di benzina della British Petroleum, presenti nella Francia di allora. E' la prima volta che in Asterix questi riferimenti caricaturali sulla società moderna sono presenti in modo così massiccio: una vera esplosione, che è quasi impossibile da analizzare in toto. Tutti questi riferimenti all'attualità in un fumetto apparentemente storico, in un periodo in cui i fumetti non avevano questi rifermenti sociali, furono uno dei tanti motivi di successo di Asterix. Sono i tempi dei film commedia sulla società francese come La bella americana con Louis De Funes, o Il vitalizio, co-sceneggiato da Goscinny stesso.

    I COLLABORAZIONISTI E I RESISTENTI

    Gli autori mostrano una Francia occupata dai romani: un richiamo blando all'occupazione nazista della Seconda Guerra Mondiale, col problema dei collaborazionisti, cioè spie francesi che agivano come quinta colonna dei tedeschi, accusando e facendo delazioni agli altri francesi, favoreggiando così i nazisti per arricchirsi o ottenere delle vendette private. Un argomento molto cupo, trattato però dagli autori con la consueta leggerezza: da qui le figure di Centotredix, che denuncia i galli che aveva ospitato a casa sua, e di Odalix, che aveva offerto ai galli dei cinghiali drogati per consegnarli ai romani. E' da notare che nessuno dei due agiva per ordine dei romani o per timore di loro, ma per propria iniziativa.

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    Al contrario,nella storia appaiono anche gli equivalenti della resistenza francese, che avevano agito sabotando e osacoland le attività naziste. In questa storia infatti compare Figliastrix, che, insieme ai suoi compagni, aiuta Asterix e Obelix a sfuggire ai romani facendoli disperdere per le vie di Lione (Lugdunum). Non è un caso se questo avvenimento è stato ambientato proprio a Lione: infatti, la città è famosa anche per essere stata un importante centro della resistenza francese. Pur essendo nella repubblica di Vichy (uno stato francese fantoccio, satellite del Terzo Reich), Lione diede rifugio a molti fuggitivi. Emblematico è anche il Museo della Resistenza di Lione.

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    LA STORIA DEL CORRIERE DI LIONE

    In una scena, Asterix e Obelix attaccano il corriere di Lione (Lugdunum) per usare il suo carro. Il conducente romano, legato e imbavagliato, pensa: "Vi prometto che si parlerà ancora del corriere di Lugdunum!".

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    Stavolta il riferimento è quello di un fatto storico: il 27 Aprile 1796, a Vert-Saint-Denis, cinque criminali attaccarono il corriere postale Parigi-Lione, che trasportava dell'oro, uccidendo i due conducenti. Tra i sospetti fu arrestato un certo Joseph Lesurques, che rivendicò la sua innocenza fino alla fine. Ma fu ghigliottinato: il vero colpevole sarà fermato alcuni anni dopo e giustiziato, mentre il falso colpevole fu riconosciuto innocente dopo la sua esecuzione. Fu un caso famoso, perchè introdusse la necessità del beneficio del dubbio per l'imputato.

    LA RIVOLUZIONE DI MARSIGLIA

    A Marsiglia (Massilia), il locandiere Cesare Labelladecadix minaccia il centurione romano di rivoluzione e catastrofi: è un richiamo alla Rivoluzione Francese e alla Marsigliese, l'inno nazionale francese attuale, che fu composto dai rivoluzionari: fu chiamata Marsigliese perchè cantata per la prima volta dai patrioti rivoluzionari di Marsiglia.

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    E' la seconda volta che Goscinny e Uderzo usano come personaggio uno dalle sembianze dell'attore Raimu, soprannome di Jules Muraire, grande interprete di famosi film francesi degli anni '30-'40. La prima volta era stata in Asterix e il falcetto d'oro, qui sotto.

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    Omaggio all'attore Raimu



    L'UNICO CENTURIONE COMPARSO DUE VOLTE E IL CRITICO FIORDILOTUS

    Una curiosità: il centurione del Giro di Gallia è stato già visto in Asterix gladiatore, ed è l’unico caso in tutta la storia di Asterix in cui un ufficiale romano si vedrà per più di un episodio. Purtroppo, questa curiosità si perde nella versione italiana, visto che il personaggio - chiamato in lingua originale Nenjetépus - nei due albi nostrani viene tradotto prima come Nontelopus e poi come Nongettopius, facendoli sembrare due personaggi diversi. Inoltre, Goscinny era stato criticato dagli esperti del settore fumettistico che dicevano che Asterix non avrà successo: "Non funzionerà mai: i vostri Galli gireranno in tondo nel loro piccolo villaggio e i lettori si annoieranno". Asterix e il Giro di Gallia è la risposta a queste critiche, rappresentate probabilmente dal console Fiordilotus, che alla fine deve accettare la sconfitta e anche prendersi un papagno. ^_^

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    I PIRATI RITORNANO

    Qui i pirati sono alla loro seconda apparizione e viene introdotto anche il figlio del capitano, ma compare solo in questo episodio.

    CHI E' GROSSO?

    Per la prima volta, qui vediamo Obelix che si arrabbia per i commenti sul suo peso, mostrandosi permaloso, al contrario di Asterix, che non fa nemmeno caso al fatto che i Romani lo chiamino "il piccoletto".

    ASTERIX CREA IL FUMETTO FRANCESE

    E' risaputo: i fumetti francesi in genere sono cartonati, colorati e hanno 48 pagine. Ma fu Asterix il primo a fare questa impostazione. Infatti, prima di Asterix, i fumetti come Tintin o Blake e Mortimer avevano ben 64 pagine ed erano rilegate in percallino o in tela: erano insomma prodotti di lusso. non c'era un numero programmato di pagine; Lucky Luke poteva avere 12 o più di 60 pagine. Ma questa improvvisazione non era adatta ad un pubblico di appassionati: Goscinny, tra l'altro, aveva un nonno tipografo che era uno dei più importanti editori di giornali ebraici yiddish di Parigi. Quindi capiva le esigenze dell'editoria e della lettura commerciale, ponendo quindi il limite delle 48 pagine. Perchè 48? Perchè corrispondono a tre fogli del formato standard per la stampa: una volta piegati e tagliati, si ottiene un libro di 21x29,7 cm di 48 pagine, appunto il formato di Asterix. Escludendo il frontespizio e le pagine di contorno, fanno 44 pagine di fumetto. E il prezzo diventa così più accessibile, oltre alla facilità della stampa. Ora, la copertina doveva essere flessibile o cartonata? Siccome la versione cartonata era meno suscettibile agli urti per i trasporti, fu scelto questo formato. E il risultato finale fu così efficace che fu ben presto adottato da tutti i produttori di fumetti francesi. Quindi, ogni volta che leggete un fumetto standard francese, ricordate che questo è stato possibile grazie a Goscinny e ad Asterix...

    GRAN FINALE

    L'espediente del banchetto finale, sempre presente in Asterix, è stato un altro colpo di genio di Goscinny, che crea così un marchio di fabbrica, una gag finale, una scena conclusiva attesa da tutti i lettori, come pure nel suo Lucky Luke che nell'ultima vignetta canta "Sono un povero cowboy...". Un finale simile all'immancabile "E l'ultimo chiuda la porta" del Nick Carter di Bonvi e De Maria. Prima di Asterix, nessun fumetto aveva questa caratteristica finale.

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    1963 (Dicembre) ASTERIX E CLEOPATRA

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    La copertina originale del fumetto e la copertina dell'edizione economica italiana della Oscar Mondadori.



    TRAMA

    Durante un litigio, Giulio Cesare sfida Cleopatra a costruire un palazzo per dimostrare che gli Egiziani non sono diventati un popolo decadente. Cleopatra accetta la sfida e dichiara che il palazzo sarà pronto in tre mesi. A questo scopo, Cleopatra incarica della costruzione l'architetto più inetto e incapace dell'Egitto, Numerobis: se ci riesce lui a costruire un eccezionale palazzo in tre mesi, quanto più gli altri. Ovviamente l'architetto è disperato e va in Gallia a chiedere aiuto a Panoramix, il druido, che aveva conosciuto tempo fa. Il druido accetta di aiutarlo e Asterix e Obelix li accompagnano, insieme al cagnolino Idefix, che compare per la prima volta come personaggio con un nome (nella storia precedente, Asterix e il giro di Gallia, non aveva ancora un nome). Oltre ai romani, i Galli dovranno affrontare anche l'infido architetto egiziano Stocafis, che, insieme al suo miserabile servo Parabris, vuole togliere di mezzo Numerobis perchè invidioso di lui.

    COMMENTO

    Quando Goscinny e Uderzo vedono il film Cleopatra con Liz Taylor, assurdamente sontuoso e involontariamente comico - almeno per loro - prendono spunto dal film per introdurre finalmente il personaggio di Cleopatra nel mondo di Asterix e Obelix (il nome della regina era stato già accennato in Asterix Gladiatore). Gli spunti presi dal film sono numerosi: se il film "Cleopatra" è famoso anche per la sua frase pubblicitaria da kolossal ("Ben 44 milioni di dollari, più di cento costumi, 4 oscar, decine di scenografie, migliaia di attori sono stati usati per realizzare questo film!"), sulla copertina di Asterix e Cleopatra gli autori hanno specificato che per questo fumetto kolossal hanno realizzato "La più grande avventura mai disegnata. 14 litri d’inchiostro di china, 30 pennelli, 62 matite a mina grassa, 1 matita a mina dura, 27 gomme da cancellare, 38 chili di carta, 18 nastri per macchina da scrivere, 2 macchine da scrivere, 67 litri di birra sono stati necessari per la sua realizzazione!" A parte la faccenda della birra, che fa vedere gli autori come dei gran compagni di bevute, i 38 chili di carta fanno capire l'impegno profuso per la storia. Ma ci sono altri dettagli che richiamano il film, tra i quali il più vistoso è proprio quello della copertina, presa pari pari dalla locandina di "Cleopatra": Asterix è stato messo al posto di Richard Burton /Marco Antonio, Obelix invece al posto di Rex Harrison/Giulio Cesare. ^_^

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    La locandina del famigerato film.


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    Trovate le somiglianze e le differenze.


    Anche alcune scene del film sono presenti in Asterix e Cleopatra, come, per esempio, il il trono della regina con sopra la statua del dio Horus; oppure l'enorme sfinge stile Mazinga per gli spostamenti "in incognito" della regina. Per non parlare del continuo cambio di vestiti di Cleopatra (Liz Taylor/Cleopatra ne ha avuti circa 80 nel film): praticamente in ogni scena di Asterix e Cleopatra in cui lei compare, la regina ha un vestito diverso, con una diversa acconciatura di capelli. La Cleopatra di Goscinny-Uderzo, inoltre, ha un atteggiamento fiero e nervoso: spacca i vasi che vede, esplode in scatti d'ira, tratta rudemente i suoi servi, ha sempre un atteggiamento fiero e sdegnoso; tuttavia sa mostrarsi riconoscente quando è esaudita, proprio come una primadonna viziata, ma non malvagia, diciamo con delle qualità...Tra lei e Cesare ci sono spesso delle scene di battibecchi di coppia tipici dei giorni d'oggi, come in Love Bugs. Spesso Goscinny cita nella storia il tormentone del naso di Cleopatra, dalla famosa frase di Blaise Pascal (matematico e filosofo...per questo mi chiedo in quale contesto abbia detto quella frase O_o): "Se il suo naso fosse stato più corto, avrebbe cambiato la faccia del mondo". Oltre all'ambientazione egiziana, molto curata da Uderzo, che qui dà il massimo, nel fumetto si vedono anche le seducenti figure di Cleopatra e delle sue ancelle. Adesso non si nota più, ma allora era una cosa piuttosto azzardata, visto che a quei tempi la censura francese era molto stretta, tanto che nei fumetti di allora, per andare sul sicuro e non avere guai, non compariva praticamente nessun personaggio femminile, se non bambine, o donne anziane, o comunque poco avvenenti (delle scorfane o poco meno, insomma). Però con Cleopatra e le ancelle non fu sollevata nessuna protesta al riguardo, forse per via del contesto umoristico. L'abilità di Uderzo nel fare personaggi femminili sexy e accattivanti, qui messa in pratica, porterà poi alla creazione di ragazze seducenti come Falbalà, Zazà o la famosa moglie di Matusalemix.

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    In questa storia il cagnolino di Obelix per la prima volta ha un nome, Idefix, che fu scelto scelto dai lettori di Pilote (la rivista di Asterix) attraverso un sondaggio-concorso, visto che il cagnolino aveva avuto molto successo e il suo ritorno era richiesto dai lettori. I nomi proposti furono numerosissimi: dopo aver indugiato su Patracourcix (probabilmente da Patrash o Patrasche, da Il cane delle fiandre di Ouida) o Minimix, si scelse il nome Idefix, proposto da alcuni lettori. Fu scelto quel nome col motivo che il cagnolino ha come caratteristica sempre due idee fisse: gli ossi e accompagnare i suoi padroni. Comunque, anche se Idefix aiuta Obelix e gli altri ad uscire dalla piramide, Goscinny non vuole trasformarlo in un Lassie o Rintintin: infatti, quando Obelix lo manda da Cleopatra, il cagnolino non capisce nulla di quello che deve fare (come appunto fanno tutti i cani in questa circostanza). Questa critica ai cani "superintelligenti" si vede anche in un'altra creazione di Goscinny: Rantanplan, il cane scemo di Lucky Luke, che è una vera e propria parodia di Rintintin.

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    I due cani-personaggi di Goscinny: Idefix e Rantanplan


    Come ho detto, in questa storia Uderzo usa il suo talento grafico più che mai per realizzare le idee grandiose di Goscinny: disegna con una grande cura i palazzi, le scene di massa, i monumenti come la Sfinge, le piramidi, gli obelischi. In particolare, per quanto riguarda gli obelischi, il personaggio che ne porta il nome, Obelix, in una scena, propone ad Asterix l'idea di mettere un obelisco nella piazza del loro villaggio. Una cosa che Asterix troverà ridicola, ma che sarà realizzata invece alla piazza di Parigi, la Place of Concorde, in cui sarà messo un obelisco nel 1830: si tratta di un dono del vicerè d'Egitto Mehmet Alì. Inoltre, Obelix non molla e al ritorno fa i menhir a forma di obelisco, e viene redarguito dal capo. Si tratta inoltre di uno dei pochissimi casi in cui una storia di Asterix NON si conclude col banchetto nell'ultima vignetta, ma con questa postilla post-banchetto.

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    Il personaggio di Numerobis, un egiziano, che conosce Panoramix, un gallo, fa capire che il druido ha viaggiato molto in passato: una cosa che non viene mai raccontata in Asterix, ma solo accennata. Un altro esempio è la sorprendente conoscenza che ha il druido della lingua gotica, vista in Asterix e i Goti. La presentazione di Numerobis come "alessandrino", e quindi come abitante di Alessandria d'Egitto da parte di Panoramix, ha il doppio senso del verso alessandrino, cioè un verso composto da dodici sillabe, che, guarda caso, sono lo stesso numero di sillabe della frase di Numerobis quando incontra Panoramix (nella versione francese originale, naturalmente: nella versione italiana la frase di Numerobis, anche se di stile poetico, ha più di dodici sillabe: quindi la battuta qui perde un pò il suo significato).

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    Inoltre, Goscinny, con la battuta - assurda per un fumetto - delle labbra di Numerobis che, nel doppiaggio "non sono in sintonia con la traduzione dall'egiziano al francese", fa una critica da cinefilo accanito sulla scarsa qualità del doppiaggio francese, che, fino agli anni ottanta, era ristretto a pochi attori e attrici che si spartivano tutte le voci degli attori famosi, appiattendo così le varie recitazioni.

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    Un'altra critica di Goscinny è quella sui Francesi (in questo caso, quindi, sui Galli) che vanno all'estero, col loro comportamento chiassoso e irriverente, mostrandosi dei buzzurri. Nella scena in cui Asterix e Obelix si mettono a strillare davanti a Cleopatra, che è nientemeno che la regina d'Egitto e non la barista di un bar di Caracas, la critica di Uderzo è assai esplicita. Se poi si aggiunge il controsenso di Asterix che, urlando come un matto esattamente come Obelix, lo richiama all'educazione e al comportamento civile "davanti a una regina", col richiamo addirittura al "galateo", si è detto tutto...

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    L'ambientazione di Asterix e Cleopatra ha diversi riferimenti agli anni '60, con Parabris, il fido scagnozzo del subdolo Stocafis, che ha l’acconciatura di Sheila, una giovane cantante yè-yè che in quegli anni in Francia era in cima alla hit parade col 45 giri "La scuola è finita" ("L'ecole est finie", arrivata in Italia nel 1963 grazie alla versione italiana di Franca Alinti).

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    Inoltre, Stocafis legge il "Faraone Sera" che contiene il fumetto "Cheri-Bibis" (purtroppo nella vignetta la scritta "Cheri-Bibis" è stata cancellata dalla traduzione italiana). Si tratta di un richiamo al giornale "France-Soir" ("Francia Sera", appunto), che conteneva una striscia a fumetti molto popolare a quei tempi: Chéri-Bibi. Si tratta di un personaggio inventato da Gaston Leroux (autore de "Il fantasma dell'Opera"): in questo fumetto, un uomo massiccio chiamato Chéri-Bibi viene accusato ingiustamente e deve cercare il vero colpevole, affrontando diverse avventure. I disegni erano di un fumettista francese oggi dimenticato: Regino Bernad, che aveva un tratto naif.

    6b Cheri-Bibi-di-Bernad


    Inoltre, il disegnatore Uderzo qui ha rappresentato per la prima volta anche il suo compagno Goscinny, basandosi sul suo aspetto per dare forma allo scriba Biribis, che era al servizio di Numerobis. La faccenda del "corso di corrispondenza" citata qui sotto si riferisce alla carriera di Goscinny, che agli inizi aveva fatto l'apprendista disegnatore: non era ancora uno sceneggiatore. Inoltre, lo slogan del suo corso di disegno era: "Se sapete scrivere, sapete anche disegnare!". Visto che in Egitto scrivevano coi geroglifici, quindi coi disegni, la frase dello slogan qui si rovescia nell'esilarante: "Se sapete disegnare, sapete anche scrivere!" ^_^

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    Asterix risponde all'ingiunzione dei romani di andarsene con la frase: "Siamo qui per la volontà di Cleopatra e non ce ne andremo che a lavoro terminato!": è un richiamo alla frase (apocrifa) attribuita al Conte di Mirabeau al tempo della Rivoluzione Francese: nel 1789, a Henri-Évrard, gran maestro di cerimonie, che era venuto a consegnare loro l'ordine di scioglimento dell'Assemblea Costituente, Mirabeau gli avrebbe risposto: "Andate a dire a quelli che vi mandano che noi siamo qui per la volontà del popolo e che ci strapperà da qui solo la forza delle baionette!"

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    Ci sono altre citazioni famose nel fumetto: quando Panoramix dice ad Obelix che "dall'alto di queste piramidi, venti secoli ci guardano", è un richiamo alla frase di Napoleone, altri venti secoli dopo: "Dall'alto di queste piramidi contempliamo quaranta secoli di storia!". Inoltre, quando Asterix dice a Cleopatra che potranno ancora rivolgersi a loro in futuro per avere aiuto, stavolta il richiamo è storico: infatti, nel 1869, il francese Ferdinand De Lesseps fece il Canale di Suez (su progetto però dell'italiano Luigi Negrelli, se vogliamo proprio dirla tutta). In questa storia, il tratto di Uderzo si fa più tondo e meno spigoloso. Asterix e Cleopatra è stato il primo albo della serie a raggiungere il milione di copie vendute, confermando la crescente popolarità dei personaggi, ormai pronti a diventare delle vere e proprie icone in tutto il mondo. In futuro questa storia diventerà anche un cartone animato e un film: ma ne riparleremo quando arriveremo al 1968, l'anno del cartone animato, e al 2002, l'anno del film live.
     
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    1964: ASTERIX E IL DUELLO DEI CAPI

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    TRAMA

    IL centurione Langelus e il suo infido aiutante Paraliticus propongono al capo gallo Elpiubelgalix, che è schierato dalla parte dei romani, di sfidare il capo gallo Abraracourcix al duello dei capi: il vincitore prenderà possesso del villaggio del vinto. In questo modo, Langelus è scuro di avere il villaggio gallico degli irriducibili senza colpo ferire; inoltre, Paraliticus suggerisce di eliminare il druido Panoramix, in modo che non dia la bevanda magica ad Abraracourcix, garantendo così la vittoria del loro alleato Elpiubelgalix. Durante la spedizione dei romani per eliminare il druido, Asterix e Obelix intervengono per proteggerlo, ma il druido finisce sotto un menhir, diventando completamente rincitrullito. Si cerca in tutti i modi di far ritornare normale il druido, ma i due capi alla fine arrivano a scontrarsi sul ring: solo allora il druido torna in sè e prepara la bevanda magica, mentre Elpiubelgalix viene sconfitto. Lo scontro finale provoca la disfatta dei romani di Langelus.

    COMMENTO

    Questa è la seconda storia "casalinga" di Asterix, dopo il primo Asterix il gallico. E' la prima volta che succede, dopo i viaggi delle storie passate (i Goti, Lutezia, tutta la Gallia, a Roma, in Egitto): stavolta qui c'è il villaggio gallico sullo sfondo. E per la prima volta viene approfondito il personaggio di Abraracourcix (e compare anche la prima versione della moglie Beniamina). Anche Panoramix è al centro dell'attenzione, ma, essendo qui quasi sempre impazzito, l'approfondimento psicologico riguarda proprio il capo del villaggio, vero coprotagonista di Asterix. Da qui in avanti si alterneranno storie di viaggi con storie ambientate "in casa": i risultati saranno ugualmente eccezionali, col tratto di Uderzo che diventerà sempre più raffinato e curato.

    IL DUELLO DEI CAPI: DE GAULLE VS MITTERRAND

    Sulla rivista Pilote che pubblica Asterix, a Ottobre del 1964 - poco prima della pubblicazione del "Duello dei capi" - appare una tavola a fumetti di Goscinny e Uderzo in cui Abraracourcix, in uno stile simile a quello di De Gaulle - ci torneremo tra poco - presenta l’imminente storia.

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    Pubblicità a se stessi...


    Bisogna sapere che in Francia, nel 1964-65, ai tempi della pubblicazione del "Duello dei capi", stava per scadere il mandato di De Gaulle, che a quei tempi era il presidente della Francia, e stava iniziando la campagna elettorale tra De Gaulle e il suo rivale, François Mitterrand. Al primo turno si ottenne un pareggio e si dovette fare il ballottaggio, con la vittoria finale di De Gaulle. Lo scontro tra i due capi Abraracourcix e Elpiubelgalix risente quindi della situazione politica di allora. Tra l'altro, erano anche le prime elezioni a suffragio universale in Francia dopo quasi addirittura un secolo, cioè dal 1848, in cui fu eletto Napoleone III come presidente (divenne poi Imperatore grazie a un colpo di stato, ma questa è un'altra storia, direbbe Moustache di Irma la dolce ^_^ )

    ELPIUBELGALIX E IL GOVERNO DI VICHY

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    Galli che si vestono da romani, si tagliano i baffi ed esclamano "Per Jupiter (divinità romana) e per Toutatis (divinità gallica)": più collaborazionisti di così si muore.


    Elpiubelgalix è un riferimento abbastanza esplicito ai collaborazionisti francesi di Vichy della Seconda Guerra Mondiale: lo dichiara lo stesso Uderzo in un'intervista. L'autore, tra l'altro, aveva dovuto fuggire dal governo di Vichy con suo fratello e trovare rifugio in Bretagna, la stessa regione in cui sarà ambientata la storia di Asterix. Elpiubelgalix, che costringe gli abitanti del suo villaggio a parlare latino, a vestirsi con delle toghe e seguire le usanze romane, tagliandosi anche i loro famosi baffi, dimenticando le loro tradizioni, rappresenta il Governo di Vichy, che era accondiscendente nei confronti degli invasori nazisti ("Benvenuti i nostri invasori beneamati!" annuncia Elpiubelgalix all'arrivo del centurione Langelus). Nel villaggio di Elpiubelgalix, inoltre, c'è anche l'insegnamento obbligatorio del latino (qui chiamata "lingua moderna", mentre oggi è considerata - erroneamente - una "lingua morta") per opera del professor Berlix (un richiamo ai corsi Berlitz, grazie ai quali negli anni Sessanta i francesi studiano la lingua inglese). Cinque anni più tardi ci sarebbe stato il documentario di Michel Ophuls che avrebbe scosso i francesi, "Il dolore e la pietà", della durata di ben quattro ore, sui collaborazionismi quotidiani di Clermont-Ferrand, una città della repubblica di Vichy. L'argomento "collaborazionismo" era molto spinoso, in Francia: era equivalente al nostro fascismo e la resistenza. Quindi con Elpiubelgalix gli autori avevano sollevato una questione delicata: tuttavia, forse a causa del tono umoristico della storia, l'argomento non sollevò polemiche. Comunque, gli autori non volevano fare un documentario d'accusa alla documentari di Ophuls e simili, ma solo far ridere alle spalle di un collaborazionista brutale, ottuso e vigliacco.

    IL DUCE HA SEMPRE RAGIONE: IL CENTURIONE LANGELUS E L'INFIDO PARALITICUS

    Il centurione Langelus, per il suo aspetto e la sua costante parlata ad alto volume, è un richiamo evidente a Benito Mussolini. Inoltre, il suo nome richiama la preghiera cattolica dell'Angelus Domini, in cui l'Arcangelo Gabriele saluta Maria annunciandole la nascita di Gesù: viene recitata dai devoti tre volte al giorno (mattina, pomeriggio e sera: di solito alle sei, a mezzogiorno e alle diciotto). E' la stessa preghiera che scaccia, alle sei del mattino, il demone del Monte Calvo in Fantasia della Disney. Perchè questa citazione? Perchè all'ora dell'Angelus suonano (o suonavano) le campane delle chiese, soprattutto quelle romane. Ma in francese "suonare le campane" - "sonner les cloches" - significa anche prendersi una sgridata: e la Roma citata è quella dei Cesari, dove appunto Langelus si aspetta una "solenne strigliata" secondo le parole dell'aiutante Paraliticus...

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    Mussolini è in difficoltà...


    Paraliticus, a quanto ne so, non raffigura nessuna persona reale, ma è il modello della persona infida, furba, ingannatrice. Sguardo torvo, corporatura smilza (che contrasta efficacemente col massiccio Langelus), volto dai lineamenti affilati e aquilini, spesso sogghignante e piegato in avanti per sussurrare le sue tattiche: è il classico cattivo della commedia. Come accade spesso nel campo dei nemici, il tradimento è sempre nell'aria: se i due pensano di sbarazzarsi di Elpiubelgalix dopo il duello, Langelus pensa di mandare al circo il fin troppo furbo Paraliticus.

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    Una frase assai minacciosa... :ph34r:


    La frase di Langelus: "Si ricorderanno della marmitta di pesce!" (poissons in francese) richiama la frase "Ricordati del vaso di Soissons!", del re dei Franchi Clodoveo. Fu pronunciata in un contesto piuttosto cupo, caratteristico dei tempi selvaggi dell'età pagana: alcuni soldati sbandati di Clodoveo avevano saccheggiato una chiesa e il vescovo cattolico della città di Reims, San Remigio, chiese la restituzione di un vaso prezioso, appartenente al bottino. Clodoveo accettò e chiese ai suoi di avere il vaso come suo diritto di capo (a quei tempi, il bottino si divideva a sorte). Ma un guerriero franco lo distrusse davanti a lui, dicendo che nemmeno il capo poteva avere dei diritti sul bottino, che doveva essere diviso in parti uguali (l'autorità allora era una cosa accettata solo in alcuni casi: i popoli barbarici avevano sempre una certa anarchia, che fu una delle cause della loro scomparsa). Al momento Clodoveo non potè agire davanti alla sfida alla sua autorità, visto che, evidentemente, il guerriero era appoggiato da altri capi e dalla mentalità di allora: la cosa sarebbe finita in una strage. Quindi, restituì i frammenti del vaso a San Remigio. Ma, alcuni mesi dopo, in una rassegna dei guerrieri, riconobbe l'autore della sfida, gli gettò le armi a terra dicendo che non erano messe bene e gli disse di raccoglierle: appena il guerriero si chinò, Clodoveo lo uccise a tradimento spaccandogli la testa con un colpo d'ascia dicendogli "Ricordati del vaso di Soissons!". In quel modo, riaffermò brutalmente la sua autorità, che fu accettata universalmente da tutti, o almeno dalla grande maggioranza. In quel contesto semibarbarico, situazioni simili erano la norma.

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    Ammainate la bandiera!


    Un'altra frase, in cui dice ai soldati di "tirare giù la farfalla", facendo riferimento al legionario Previdentissimus, che vola nell'aria "come una farfalla" a causa di una bevanda di Panoramix, è un richiamo alla bandiera, "pavillon" in francese, simile a "papillon", farfalla: la bandiera infatti è un drappo che viene alzato o abbassato con una corda, proprio come fanno con Previdentissimus.

    PANORAMIX E ABRARACOURCIX AL CENTRO DELL'ATTENZIONE

    "Abraracourcix" letteralmente significa in francese (con l'ovvia deformazione della finale in -ix), "a braccia conserte", cioè incrociate: un'azione da capo e da persona sicura di sè. In questa storia, non solo il druido Panoramix ha una grande importanza (è attorno alla sua pazzia che tutto gira), ma anche Abraracourcix, il capo del villaggio, che per la prima volta ha un ruolo importante nel contesto, essendo uno dei due capi del titolo. Se il druido rappresenta la difesa del villaggio, Abraracourcix ne rappresenta il cemento e l'unione: senza il capo, il villaggio cadrebbe facilmente nell'anarchia, come succede con Asterix e il regalo di Cesare o Asterix e la zizzania. Gioviale, buongustaio, perfetto rappresentante del villaggio gallico, ha anche un carattere pepato come tutti i Galli ed è pronto a gettarsi a man bassa contro l'avversario anche in condizioni sfavorevoli, come in questa storia. Ex-combattente di Gergovia e di Alesia contro i Romani, Abraracourcix nel villaggio viaggia su uno scudo sostenuto da due portatori, in genere piuttosto tonti, che gli provocano spesso delle rovinose cadute. Compare qui per la prima volta la moglie del capo, Beniamina (Bonne-Mine nell'originale: "bell'aspetto", cosa che contrasta col suo fisico non proprio da vamp).

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    A casa mia comando io e faccio quello che pare e piace a mia moglie!


    La frase di vittoria di Abraracourcix dopo il duello: "Sono il più bello! Sono il più forte! Sono il vincitore!" corrisponde alla stessa frase di esultanza di Cassius Clay/Muhammad Alì quando diventa campione del mondo di di pugilato nel 1964, ai tempi dell'uscita del Duello dei capi. Inoltre, Alì riesce a vincere contro l'avversario Sonny Liston, da tutti favorito, grazie soprattutto al suo gioco di gambe: cosa che appunto fa Abraracourcix, correndo per tutto il ring! ^_^ E' da notare, tra l'altro, che Abraracourcix riesce a battere Elpiubelgalix senza usare la bevanda magica: Goscinny infatti non vuole che i suoi protagonisti siano tutti bevandamagicadipendenti. Affermerà la stessa cosa in Asterix alle Olimpiadi, dove Asterix riuscirà a vincere grazie alla sua furbizia, e non grazie alla bevanda di Panoramix.

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    Ro-ro-ro-Rocky Joe, Ro-ro-ro-Rocky Joe!


    Con Panoramix gli autori si sono divertiti a trasformare il vecchio saggio in un vecchio rimbambito e dispettoso, che ride di tutto e di tutti: una cosa che non sarà più ripetuta, se non in Le mille e un'ora di Asterix, dove Panoramix si ubriaca oppure esplode in incontrollati scoppi d'ira. Essendo quella una delle storie interamente realizzate dal disegnatore Uderzo, si può pensare che l'idea del druido pazzo del Duello dei capi sia partita da lui: Uderzo infatti, come sceneggiatore, ha la tendenza a stravolgere i personaggi (lo si vedrà bene in futuro).

    RIFERIMENTI VARI

    La frase di Elpiubelgalix: "Vincerò Abraracourcix, perchè sono il più forte!" richiama la frase del ministro francese delle finanze, Paul Reynaud, che disse contro i nazisti: "Vinceremo, perchè siamo i più forti!", una frase usata spesso nella propaganda, ma derisa successivamente nei fatti, con le vittorie continue dell'Asse. Inoltre, in questa storia Goscinny mette alla berlina anche la psichiatria, rappresentata dal druido Amnesix e dal suo lettino dove i pazienti mezzi matti devono sdraiarsi. A quei tempi c'era il boom del fenomeno della psicanalisi, un argomento su cui Goscinny ritornerà ancora 11 anni dopo, nel 1975, sulle pagine di Lucky Luke, sempre per ridicolizzare i luoghi comuni della psichiatria: in quella storia, lo psichiatra Otto Von Himbeergeist cerca di psicanalizzare i criminali Dalton per curarli dalle loro azioni criminali, ovviamente senza successo ("La guarigione dei Dalton").

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    "Ecco, io...ho avuto un'infanzia infelice...debbo dire che la severità di mio padre mi influenzò molto nella mia psiche. Fu tutta colpa sua, ecco!" "Benissimo: ora lei è guarito. Fanno 40.000 euro, grazie. Per la modalità di pagamento si rivolga alla mia segretaria. Buongiorno."


    Tra i pazienti di Amnesix, c'è anche il più classico dei matti, cioè quello che crede di essere Napoleone: ovviamente “nessuno sa chi si crede di essere”, come commenta la segretaria del druido. Nel Luna Park allestito in occasione dello scontro, si possono notare le "montagne slave" (il richiamo alle montagne russe è ovvio), i "carroscontri" cioè l'autoscontro, la rivista scolpita su marmo Pilotix (chiaramente Pilote) e l’animale esotico Marsupilamix, il personaggio di André Franquin con una "x" in più (veniva pubblicato su Spirou, però, non su Pilote).

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    Il Marsupilami, un animale strampalato e ironico alla Eta Beta/Flip


    A quei tempi, il sapone Palmolive aveva la pubblicità assillante della "tintarella da ragazzina", la stessa frase detta dal disgraziato soldato romano Previdentissimus, al quale i Galli fanno bere tutti gli intrugli preparati dal druido impazzito. Abraracourcix cita la famosa paura dei Galli, cioè che il cielo cada loro sulla testa: il primo a parlarne fu probabilmente lo storico e geografo Strabone, che sulla sua "Geografia" attribuisce questa idea a una delegazione di Galli Celti ricevuti da Alessandro Magno: infatti risposero in questo modo all'Imperatore, quando chiese quale sia la loro più grande paura. In Asterix, Abraracourcix però aggiunge che "tanto non accadrà domani".
     
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    1965: COME FU CHE OBELIX CADDE DA PICCOLO NEL PAIOLO DEL DRUIDO

    Il 20 Maggio 1965, su Pilote n. 291 (la rivista che pubblicava le avventure di Asterix), comparve un breve racconto di Goscinny e Uderzo, incentrato su Obelix: ormai il personaggio era diventato molto popolare tra i lettori. Come mai proprio su quel numero? Perchè era tutto incentrato sulla storia degli antichi Galli, con la copertina dell'illustratore Jacques Devaux che raffigurava la sconfitta di Alesia per mano dei romani, con Obelix presente in un angolo in alto a destra: di solito, lì, portava il cartello col numero della rivista e la data, senza dire niente. Ma qui si piega in avanti ad osservare la scena, dicendo: "Se ci fossi stato io lì, non sarebbe finita così!".

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    Pilote 291 del 20 Maggio 1965. I Galli attaccano i Romani che sono nel forte, in alto.


    Quel numero di Pilote conteneva diversi articoli e molti fumetti, tutti dedicati agli antichi Galli. Quindi Goscinny e Uderzo non potevano certo starne fuori: per questo prepararono il racconto su Obelix. L'idea era quella di rivelare le sue origini: come ha fatto Obelix a cadere nel paiolo della bevanda magica? La storia era semplice e breve, non era certo materiale per un intero albo: quindi fu impostata come un racconto per bambini, con tanto di immagini (solo 3 in tutto):

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    La narrazione in prosa non era una novità per Goscinny: infatti aveva già collaborato in passato - in contemporanea coi suoi lavori su Asterix - col disegnatore Jean Jacques Sampè per i cinque libri illustrati de Il piccolo Nicolas. Si tratta di un ragazzino monello e dei suoi amici, che sono incapaci di fingere e di nascondere paure e desideri: quasi senza volerlo combinano una serie di innocenti malefatte una dopo l'altra, alle spese di genitori e insegnanti, che non sanno che pesci prendere. E' una lettura ironica e smaliziata rivolta agli adulti, che in Francia ebbe molto successo. Grazie allo spunto del personaggio di Nicolas e della sua banda, Goscinny decise quindi di raccontare le vicende dei suoi personaggi Galli quando erano bambini.

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    Torniamo al breve racconto: come si vede qui, Panoramix, che ha sempre la stessa età, insegna le materie scolastiche ad Asterix e Obelix, che qui sono dei bambini, insieme a tutta la scolaresca. Obelix viene rimproverato da Panoramix perchè non ha imparato la lezione, mentre Asterix cerca di suggerirgli la risposta giusta. Nel frattempo, tutti gli altri bambini chiacchierano o si menano: da notare il piccolo Assurancetourix con l'arpa, che viene subito zittito già a quell'età. C'è anche la mappa della Gallia, che praticamente è uguale alla Francia di oggi.

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    Essendo un bonaccione e facile ad impaurirsi, Obelix si lascia sempre picchiare dagli altri bambini, giocando la parte del romano. Obelix, infatti, non è un violento: è un semplice, quasi un poeta che vive in un mondo suo particolare e ha un modo di ragionare tutto suo (una cosa che lo accomuna a Pippo: la coppia Topolino-Pippo infatti è stata praticamente ricalcata nella coppia Asterix-Obelix) e questo suo atteggiamento non cambierà nemmeno dopo che sarà caduto nella bevanda magica. Durante l'assenza degli adulti dal villaggio, Asterix propone a Obelix di bere un sorso di bevanda magica, così da poter rispondere alle angherie dei compagni, ma la situazione precipita. Infatti, Obelix, aiutato da Asterix, entra di soppiatto nella casa di Panoramix: visto che è piccolo, Asterix gli fa da sostegno per raggiungere l'orlo del paiolo. Ma Obelix, che è un golosone, nel bere la bevanda, cade dritto nel paiolo e Asterix corre ad avvisare Panoramix.

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    Il druido, preoccupatissimo, lo tira fuori e lo porta subito a curarlo, anche se sembra che stia benissimo. Asterix agita la mano, come per dire che è successo qualcosa di grosso. Da qui nasce la famosa forza di Obelix.

    goscinny-obelix-03


    Successivamente, anni dopo, nel 1989, Uderzo fece un rifacimento del racconto, con un testo più lungo, con più didascalie e dialoghi, e con più illustrazioni. Questa è la copertina francese: qui Obelix cade appoggiato sulla "O" di "tombe", che in francese significa "cadere". I personaggi che compaiono qui sono di più, rispetto alla nuova versione: compaiono persino i genitori di Obelix. Uderzo, con questo remake, ha voluto omaggiare il suo compianto compagno Goscinny, che era morto dieci anni prima, nel 1977.

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    Versione del 1989 (francese)


    Tutti i genitori dei bambini sono praticamente la loro versione adulta: per esempio, anche il padre di Obelix faceva collezione di elmi romani. Panoramix e Matusalemix, invece, sono praticamente uguali a come sono adesso, apparendo inalterabili al passare del tempo. Nella versione italiana della Mondadori, Obelix cade appoggiato alla "E" di "Obelix". Qui è visibile anche la quarta di copertina.

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    Versione del 1989 (italiana)


    Nel 2003 fu pubblicata una nuova versione, uguale alla precedente, con una copertina diversa. Questa è la versione italiana, pubblicata dalla Panini Comics. Da notare la teiera in basso a destra che li osserva incuriosita: è l'unico caso, forse, di essere inanimati "vivi" stile Disney in Asterix.

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    Versione del 2003 (italiana)


    Le illustrazioni del remake di Uderzo sono bellissime e molto curate, con un tratto di china più delicato e differente da quello usato per i fumetti, adatto per una narrazione per bambini. Nell'illustrazione qui sotto, notate il piccolo cagnolino di legno di Obelix: è praticamente un pre-Idefix. C'è anche una teiera in basso con l'occhio spione. Forse è un richiamo al Mago Merlino della Disney, visto che lui, con quella barba, somiglia un pò a Panoramix.

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    BIBLIOGRAFIA

    Fumettologica

    Edited by joe 7 - 21/9/2023, 16:00
     
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    1965: ASTERIX E I BRITANNI

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    L'edizione formato libro della Mondadori e l'edizione Oscar Mondadori formato tascabile, in bianco e nero, degli anni '70.



    TRAMA

    La Britannia (Inghilterra) è conquistata dai Romani, tranne il villaggio di Zebigbos. Uno degli uomini del villaggio, Beltorax1, che è cugino di Asterix, va al villaggio gallico da suo cugino per chiedergli di dargli una botte della famosa bevanda magica per aiutarli contro i Romani. Asterix non solo accetta, ma accompagna Beltorax insieme al suo amico Obelix. Ma i Romani vengono a sapere della botte e cercano in tutti i modi di impadronirsene. Attraverso varie vicissitudini, in cui la botte passa di mano in mano, Asterix e i suoi amici entrano alla fine in possesso della botte dopo una movimentatissima partita di rugby. Ma i romani riescono lo stesso a distruggere la botte. Asterix, però, per sollevare il morale dei britanni del villaggio di Zebigbos, dice di poter fare lui la bevanda magica e usa delle foglie sconosciute che Panoramix gli aveva regalato prima di partire. La bevanda dà coraggio ai britanni, che sbaragliano i romani. Solo dopo Asterix saprà che le foglie che lui aveva usato erano quelle del tè, che Zebigbos eleverà a bevanda nazionale dopo la sua vittoria.

    COMMENTO

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    La copertina della rivista Pilote che conteneva la prima puntata di Asterix e i Britanni.
    Sin dall'inizio si vedono i luoghi comuni più famosi dei Britanni: il tè e i Beatles (almeno negli anni '60 era così).


    Uderzo ha sempre considerato questa storia come la più divertente di tutte: qui Goscinny infatti ha fatto un capolavoro, non solo con gli stereotipi inglesi, ma anche col linguaggio "inglesizzato" dei protagonisti. Per esempio, il cugino britanno di Asterix, Beltorax, insieme ai suoi compatrioti, pronuncia frasi tipo: "Domando il vostro perdono", equivalente alla traduzione letterale di "I beg your pardon", che sta per il nostro "scusi" o "prego"; oppure "del cielo numi!", traduzione letterale di "Good heavens", un'esclamazione equivalente a "santo cielo!"; oppure l'aggettivo prima del nome alla maniera inglese: per esempio, una "romana pattuglia" invece di "una pattuglia romana", e così via. Sono dei virtuosismi linguistici realizzati alla perfezione da Goscinny: questa storia ne è piena. E' frequente anche l'uso dei termini comparativi, che a scuola sono usati spesso anche oggi nello studio della lingua inglese: "più grande di", "più piccolo di" (bigger then, smaller than). L'esempio qui sotto è un capolavoro.

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    L'occupazione romana della Britannia qui è più capillare che in Gallia, accentuando la similitudine con l'occupazione nazista: la Torre di Londra per i prigionieri, la confisca delle botti nelle osterie, la distruzione dell'osteria di Relax, addirittura Asterix e Obelix investiti da una catapulta che li fa affondare in acqua. Per questo verso, la storia di Asterix e i Britanni ha diversi punti in comune con Tre uomini in fuga con De Funès, che esce l'anno dopo, nel 1966. Gli elementi caratteristici della cultura inglese qui rappresentati sono numerosissimi: il tè delle cinque, il weekend, la flemma britannica e il self control, le abbondanti piogge, la nebbia, i bus a due piani, le villette a schiera, i curatissimi prati all’inglese (appunto). Come se non bastasse, il villaggio di Zebigbos (letteralmente "the big boss": una caricatura di Winston Churchill),

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    che resiste ai Romani, mostra una Inghilterra unita contro l'invasore, con O'Torinolaringoiatrix, che è un irlandese (iberniano nel linguaggio antico), e Mac Anoterapix, che è uno scozzese (caledoniano nel linguaggio antico).

    9b


    In una scena che reputo un capolavoro, Obelix dice a Beltorax: "Avete un bel vestito, Beltorax" "E' tessuto di Caledonia2. Si chiama tweed" "E' caro?" "Eh, il mio sarto è ricco". E' una battuta che la poteva capire solo un francese di allora: a quei tempi, infatti, uno dei testi più usati in assoluto per poter leggere l'inglese era "L'inglese senza sforzo", che si basava sul metodo "Assimil", cioè con la ripetizione continua di frasi standard. Ma queste frasi il più delle volte erano assurde e praticamente impossibili da usare in una conversazione vera con un inglese. La prima di queste frasi assurde, che si leggeva appena aperto il libro - e quindi la frase più famosa - era: "Il mio sarto è ricco/My tailor is rich/Mon tailleur est riche" . Ed è proprio la frase di Beltorax!

    5a
    Nella versione italiana hanno cambiato l'originale "Il mio sarto è ricco" perchè non avrebbe avuto molto senso: hanno inventato una frase casuale al suo posto, trasformando una battuta in una normale conversazione. Spiegare la vera frase sarebbe stato troppo lungo...


    Compare anche il classico cittadino inglese con bombetta e ombrello: lungo le strade c'è un guerriero britanno con una "tettoia portatile" al posto dell'ombrello, per evitare che il celo gli cada sulla testa; al posto della bombetta c'è il suo riferimento al melone che il negoziante ha in mano: infatti, "bombetta" in francese si dice "chapeau melon", cappello a melone. E Obelix fraintende e, nell'originale francese, dice: "Hai visto, Asterix? Quel londinese ha un melone per berretto!"

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    Persino i Romani che stanziano in Inghilterra sono stati influenzati dal pensiero britannico, come per esempio il loro amore sviscerato per gli animali. Davanti alla minaccia di essere cosparsi di salsa alla menta e gettati in pasto ai leoni, i centurioni dicono "povere bestie", che dovranno mangiare qualcosa di orrendo come quella salsa...(e da qui il richiamo alla terribile cucina inglese).

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    A Londinium (Londra) si nota una folla urlante, soprattutto di ragazze coi capelli rossi e la dentatura prominente, tipici della donna standard inglese, davanti a un quartetto di cantanti molto popolari: l'omaggio ai Beatles è palese. A quei tempi, la mania dei Beatles aveva raggiunto livelli parossistici: alla sola loro comparsa, avvenivano dei tumulti e le ragazzine strillavano e svenivano.

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    Il governatore romano ha un palazzo che ricorda molto Buckingham Palace, mentre la Torre di Londra, citata prima, è la famosa prigione dove fu rinchiuso Tommaso Moro, anche se è stata costruita secoli dopo. Beltorax fa persino un cenno all'idea del Canale della Manica, che a qui tempi era ancora in costruzione: sarebbe stato terminato solo trent'anni dopo. La spassosissima scena dell'incontro di rugby, dove i Britanni perdono completamente la loro flemma (anche se questo ricorda in modo inquietante la violenza degli hooligan, appunto inglesi), la si può considerare anche come una rivincita del "Torneo Cinque Nazioni" di rugby, che l’anno precedente era stato vinto dal Galles, con la sconfitta dei Francesi.

    Alla fine degli anni '60, il giornalista Pierre Desgraupes conduce sulla televisione francese Lecture pour tous (letture per tutti), una trasmissione letteraria: ebbene, in un breve fumetto di una pagina, in cui gli autori presentano "Asterix e i Britanni", invitando lo stesso Asterix e facendogli delle domande, Goscinny e Uderzo imitano questo tipo di trasmissione, utilizzando molti primi piani che evidenziano bene i tic del presentatore e dell'ospite. Una splendida presa in giro della televisione.

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    Un altro cenno culturale è la frase "fluctua nec mergitur" detta dal pirata Erik, che fa sempre delle citazioni in latino: corrisponde a "E' sballottata dalle onde, ma non affonda". E' il motto della città di Parigi, il cui stemma è un battello (infatti Parigi era famosa per la sua corporazione medievale detta dei Naviganti).

    Da quest'albo è stato tratto nel 1986 il cartone animato "Asterix e la pozione magica".

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    -----------------------

    1 Beltorax: nell'originale è Jolitorax. Significa "bel petto", da joli, bello, e torax, torace.
    2 Caledonia: antico nome di Scozia. In pratica, è il kilt scozzese, fatto appunto di tweed.
     
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    1966 (Maggio) ASTERIX E I NORMANNI

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    Le due versioni della copertina fatte da Uderzo: la prima è quella classica, la seconda è la nuova versione, realizzata per l'edizione del 2006, l'anno di uscita del cartone animato "Asterix e i Vichinghi". Nella copertina classica, Menabotte, che è biondo, ha i capelli arancione.



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    Copertina dell'edizione italiana della Oscar Mondadori in bianco e nero



    TRAMA

    Menabotte, il nipote di Abraracourcix, arriva al villaggio gallico, sconvolgendolo con le sue abitudini canore, mentre i Normanni sbarcano vicino al villaggio. Vogliono trovare una persona che insegni loro cos'è la paura, un sentimento che non conoscono, ma al quale sono interessati, perchè lo ritengono un misterioso potere che rende capaci di volare, dal detto "La paura mette le ali". Scoprono che Menabotte è un pauroso e lo rapiscono perchè insegni loro cos'è la paura. Asterix e Obelix si dirigono nell'accampamento normanno per liberare Menabotte: quando vengono a sapere del motivo dei Normanni, si mettono d'accordo col loro capo Grandibaf perchè ascoltino le canzoni di Assurancetourix, il bardo. La sua musica fa sobbalzare i Normanni, che per la prima volta capiscono cos'è la paura: tornano sulle loro navi e si allontanano, mentre Menabotte ha imparato ad essere coraggioso.

    OSSERVAZIONI

    L'idea di far incontrare Asterix coi Vichinghi era venuta in mente a Goscinny seguendo un dibattito sui Vichinghi e sul fatto che abbiano scoperto l'America o no (e questo lo si vedrà soprattutto in Asterix in America). Il punto è che i Vichinghi sono vissuti otto-novecento anni dopo Asterix, quindi Goscinny li sostituì coi generici "Normanni", gente del nord. Anche se, nel 2006, quando questa storia avrà una versione animata, i titolisti e traduttori se ne fregheranno altamente delle incongruenze storiche e la intitoleranno nel prevedibile "Asterix e i Vichinghi" (Astérix et les Vikings). Una curiosità: all'inizio gli autori volevano mandare Asterix e Obelix all'Isola di Pasqua, ma sarebbe stata una cosa troppo forzata anche per un fumetto. Il dibattito seguito da Goscinny e di cui abbiamo parlato fu la scintilla che diede i natali a questa storia e gli fece abbandonare definitivamente l'idea.

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    Il DVD di Asterix e i Vichinghi


    Buona parte della vicenda si svolge proprio sulle coste della Normandia, dove nel secolo 800 avvenne lo sbarco dei Vichinghi che assediarono Parigi; e nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenne lo sbarco del D-Day degli Americani. Oltre alla presenza dei Normanni, nella storia abbiamo l'introduzione del personaggio di Menabotte, un adolescente, con cui si sottolinea il divario che si è creato tra la vecchia e la nuova generazione: un distacco che diventerà drammaticamente più grande fino ai giorni nostri, con l'introduzione di nuovi modi di vivere completamente diversi da quelli della generazione precedente.

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    Menabotte


    Infatti, i giovani nati dopo la Seconda Guerra Mondiale si trovano a vivere in un mondo ricco di possibilità che le generazioni passate non avevano mai avuto. Col grande sviluppo culturale, economico, tecnologico (dalla TV fino ai cellulari e computer nostrani), il lavoro diventa sempre più rimandato, passando anni o decenni interi a studiare alle università. Se prima erano un lusso per pochi, adesso diventano spesso delle occasioni per bighellonare. Per questo, a quei tempi, si cercò di rimediare al problema mandando i figli in collegio, oppure nell’esercito o in campagna, luoghi dove ancora esistevano i valori tradizionali. È quello che succede anche a Menabotte, mandato da suo padre in visita allo zio Abraracourcix. Qui Menabotte, in pratica, è l'unico adolescente del villaggio (a parte le ragazze, che sono solo delle comparse), e questo è un fatto curioso. Tutti i personaggi Galli infatti sono degli adulti, a differenza dei lettori di Asterix, che sono adolescenti.

    Il nome originale di Menabotte è Goudurix, composto da goût (gusto) e risque (rischio): quindi "amante del rischio" cosa che Menabotte, almeno all'inizio della storia, non è. Nel film Asterix e i Vichinghi Menabotte è chiamato Spaccaossix, ha un comportamento psicologico un pò diverso, balla la break dance e possiede un piccione viaggiatore chiamato Essemmesse (SMS). E' stato anche protagonista di una serie di quattro libri-giochi che sono a metà tra le storie a bivi e i giochi di ruolo: Menabotte è stato scelto forse per il fatto di avere la stessa età dei lettori. Inoltre, visto che era comparso solo in una storia, era adatto per fare delle storie non ufficiali e interagire con gli altri personaggi della serie.

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    Menabotte appare snob e critica tutto ciò che ritiene antiquato; chiama gli abitanti del villaggio "paesanotti", plix in francese, che è la versione asterixiana di ploucs, "campagnoli". E' un termine dispregiativo tipico dei parigini quando escono dalla capitale per incontrare i francesi delle altre città o regioni. Quindi non è una sorpresa se Asterix ne è irritato. E' anche un pò la storia dell'altezzoso topo di città che incontra il topo di campagna dotato di buon senso. Stavolta la presa in giro riguarda non solo i Normanni, ma anche il modo con cui si vedono tra loro certi tipi di francesi.

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    Menabotte è l’unico che apprezza la musica di Assurancetourix: anzi, i suoi complimenti spingono il bardo ad abbandonare il villaggio e andare a Lutezia per avere successo. Questo ragazzo, insomma, è diverso dal tipico guerriero gallo: fu immaginato da Goscinny e Uderzo come una caricatura del giovane degli anni ’60, simile a quelli dei giorni nostri. E' di natura anticonformista (che è un controsenso: se tutti sono anticonformisti, si diventa automaticamente conformisti), ribelle rispetto alle convenzioni sociali (idem: se tutti sono ribelli rispetto alle convenzioni sociali, automaticamente si diventa seguaci delle convenzioni sociali), contrario alla guerra e alla violenza (idem come sopra). Inoltre, Menabotte è proprietario di una lussuosa spider fatta a Mediolanum, (Milano): è un richiamo alle Ferrari e Alfa Romeo italiane, apprezzate da Uderzo, che è sempre stato appassionato delle macchine da corsa. Il ragazzo è anche l’idolo delle ragazzine, che lui fa ballare ai ritmi sfrenati dello yé-yé, la musica di moda di allora. Quando anche Obelix si mette a ballare seguendo la musica di Menabotte, lui dice che "bisogna essere al passo coi tempi, bisogna essere antiquati!" al posto della classica frase che si direbbe oggi: "bisogna essere moderni". E' una frecciata di Goscinny sull'ossessiva ricerca del nuovo, che diventa antiquato in poco tempo.

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    Quando Menabotte grida contro i Normanni per ripartire per il loro paese, esclama: "mergitur o no, fluctuat! Capito? Fluctuat!". Mergitur nec fluctuat (naviga ma non affonda), è il motto latino di Parigi. Inoltre, in questa storia Obelix agisce da solo, cercando Assurancetourix: ormai il portatore di menhir è diventato un vero e proprio comprimario e non più solo una spalla. Appare per la prima volta la sensibilità di Idefix per gli alberi, tanto che piange appena ne vede uno sradicato. Nella storia compare ancora l’utilizzo della voce fuori campo, già usato prima, ma qui in modo ancora più frequente. Il racconto fuori campo era usato di rado nei fumetti, ma Goscinny amava sperimentare nuove tecniche narrative. Goscinny ha fatto i Normanni forti e imbecilli: il cattivo imbecille è il tipo di personaggio che l'autore amava molto fare. "Gli imbecilli cattivi hanno una forza comica straordinaria" diceva "Amo il loro candore, la loro tenacia, la loro infallibilità nell'errore, la loro luce di falsa intelligenza che brilla negli occhi". Sembra un ritratto del trio Drombo degli Yattaman. Tuttavia, i Normanni, essendo sanguinari, portano Goscinny a fare dei rari esempi di umorismo nero: tipo la battuta di Grandibaf sui servizi di crani perfetti per bere, così numerosi che chi li aveva ricevuti "non sapeva più dove sbattere la testa". Il termine "Morte alle renne" citato nella scena un cui un uomo della polizia normanna (...) viene investito da un tizio che gli risponde con questa battuta, ha un significato anarcoide: infatti, "Mort au vaches" ("Morte alle vacche") era un insulto rivolto alla polizia o all'ordine costituito. Le "vacche", un tempo, erano le sentinelle dell'esercito tedesco, quindi nemiche, dette "Wache".

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    La voce fuori campo era poco usata nei fumetti di allora.


    In una scena, i Normanni bevono da una bevanda misteriosa che dà loro la forza di continuare combattere, quasi come la bevanda magica. Nella versione italiana è la "cranica", in riferimento ai crani dai quali si bevono: nell'originale è detta "Calva". E' un richiamo al Calvados, un'acquavite di sidro di mela, oggi prodotto proprio nella Normandia. L'invenzione di Goscinny sui Normanni che non conoscono la paura è anche un richiamo alla leggenda nordica di Sigfrido cantata da Wagner. L'eroe nibelungo infatti non conosce la paura e cerca di sapere cos'è: lo scoprirà solo osservando l'addormentata Brunilde, prigioniera di un incantesimo.

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    Sigfrido sveglia Brunilde, nella splendida versione a fumetti di Gelardini e Brasioli sul Giornalino (1985)


    La musica di Assurancetourix ricalca le canzoni ye-yè dell'epoca, in particolare quelle quella del cantante Antoine, popolare a quei tempi, tutte incentrate sulla ribellione, sui capelli lunghi, sul danzare freneticamente e simili, con l'intercalare "Oh, oui!" o "Oh, yeah!". Inoltre, il bardo, sempre davanti ai Normanni, cita anche il cantante-attore Charles Trenet col suo "Un rien me fait chanter" ("Un nulla mi fa cantare") del film "La Romance de Paris" ("Romanticismo parigino"), che aveva un testo simile: "Amiamo i nostri padri, le nostre madri, la Francia, il Buon Dio, e poi le donne, le donne, le donne che hanno gli occhi blu..." Praticamente ogni canto di Assurancetourix in tutta la serie di Asterix è una citazione di altri cantanti famosi parigini.

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    E poi, come dice Asterix in questa storia, "in Gallia tutto finisce cantando": è una citazione delle Nozze di Figaro di Beaumarchais. Tanto che in questa storia, per una volta, il bardo, che ha avuto un ruolo chiave, non finisce legato durante il banchetto e al suo posto c'è addirittura Automatix, il picchiatore di bardi, appeso ad un ramo. Il successo della storia è enorme: la prima edizione della versione in volume è di ben un milione e 200.000 copie e, nonostante questo, è esaurita in tre giorni.
     
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    1966 (Novembre) ASTERIX LEGIONARIO

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    La copertina originale di Uderzo e la copertina dell'edizione Oscar Mondadori in bianco e nero


    TRAMA

    Obelix si innamora di Falbalà, una ragazza del villaggio, ma lei è già fidanzata con Tragicomix, col quale deve sposarsi. Ma Tragicomix è stato arruolato a forza nel'esercito romano. Asterix e Obelix diventano anche loro legionari per salvare Tragicomix, che nel frattempo era diventato prigioniero di Scipione, rivale di Cesare. Una volta liberato Tragicomix e ritornati al villaggio, Falbalà ringrazia Asterix e Obelix e va a Condate per sposare Tragicomix.

    COMMENTI E APPROFONDIMENTI

    Dopo Asterix gladiatore, abbiamo un'altra storia ambientata nell'ambiente romano: stavolta nell'esercito. Non è la prima volta: in Asterix e i Goti, Asterix e Obelix avevano già fatto finta di essere dei soldati romani. Stavolta però lo fanno sul serio, in un'ambientazione che ricorda le storie della Legione Straniera, dove, in molti film di allora, ci si andava a causa di una delusione amorosa (tanto che fu parodiato anche in "Totò sceicco", e lì siamo nel 1950), proprio come quella che ha avuto Obelix per Falbalà.

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    L'indimenticabile Totò Sceicco, con Aroldo Tieri (a sinistra) che fa la parte del Marchesino Gastone, che va nella Legione Straniera per una delusione amorosa e il maggiordomo Totò deve andarlo a prendere dietro ordine della madre del marchesino.


    Infatti, anche l'ambientazione della storia è la stessa della Legione: il continente africano. Per non parlare del tormentone della frase "E' innamorato?" ogni volta che si vede qualcuno piangere sulla spalla di un altro, cosa che qui accade spesso...tanto che lo si vede anche in copertina. ^_^

    Goscinny e Uderzo sfruttano questa ambientazione anche per farsi beffe del servizio militare: a quei tempi (siamo negli anni '60), tutti i giovani francesi che ricevevano la famigerata cartolina precetto dovevano fare il soldato per un anno e 4 mesi (in Italia invece per 10-12 mesi, fino all'abolizione attuale), finiti i quali potevano riprendere la loro vita da civili. Nel 1966 era finita da tempo la guerra franco-algerina (in cui Algeri divenne indipendente) e l'idea di una guerra atomica rendeva praticamente superfluo il concetto di combattimento con le armi normali come un tempo. Per questo, e altri motivi (l'ideologia pacifista, il disprezzo della sinistra per l'autorità e l'esercito, l'assenza di guerre vere e proprie in casa, eccetera) in quegli anni i mass media ironizzavano spesso sull’esercito. Per esempio, il famoso personaggio francese western dei fumetti Blueberry, che all'inizio era un soldato ribelle alla disciplina militare; i fumetti di Beetle Bailey presenti dal 1950; i telefilm di MASH che ci saranno negli anni '70-'80.

    Gli stessi Goscinny e Uderzo avevano fatto il servizio militare e ne conoscevano le magagne: le esercitazioni strampalate (i massi trasportati sugli zaini da trasportare a piedi da una città all'altra nella storia), la cattiva cucina (i favolosi diverbi col cuoco da parte di Asterix e Obelix), la complessa burocrazia (quando Asterix chiede informazioni su Tragicomix e alla fine perde la pazienza: è un anticipo di quello che accadrà nel film "Le 12 fatiche di Asterix", in cui dovranno trovare un certificato), l’eccessiva disciplina del servizio militare (che Asterix e Obelix mettono alla berlina in continuazione), la retorica (il discorso del centurione che l'interprete "tradurrà un'altra volta") e così via. Cenni simili ci sono anche in alcune storie di Lucky Luke di Goscinny: "Il 20° cavalleria", "Canyon Apache".

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    Forse "Il 20° cavalleria" è la storia più antimiltare di Lucky Luke.


    Il motore della storia stavolta è Obelix, qui approfondito nella sua psicologia di persona semplice e sensibile, che ha un modo di pensare tutto suo, alle prese col primo innamoramento, simile a quello di tanti adolescenti (imbarazzo, perdita di appetito, confusione, goffaggine...) e i suoi maldestri tentativi di incontro con la ragazza in questione, che non è propriamente una del villaggio. Infatti, la spettacolare Falbalà è solo un'ospite temporanea: arriva al villaggio dopo aver studiato a Condate (Rennes) e sta con la sua famiglia aspettando - ma questo Obelix non lo sa ancora - l'arrivo del il suo fidanzato Tragicomix per sposarsi con lui. Quando Obelix lo viene a sapere, insieme con la notizia che Tragicomix è stato arruolato a forza nella legione romana, dice nobilmente che lo andrà a prendere, per poi mettersi a piangere sulle spalle di Asterix. "Fino a quel momento, Obelix era un buon amico, non tanto sveglio, che seguiva Asterix senza capire troppo bene quello che succedeva. Grazie a Falbalà, lo si scopre capace di innamorarsi e di avere delle pene d'amore. Stavolta è lui, e non Asterix, ad essere il motore iniziale dell'avventura, per ritrovare il bel Tragicomix." dice Uderzo.

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    Asterix e Obelix si arruolano in una legione romana composta da persone di nazionalità diverse, proprio come se fossero nella Legione Straniera: un greco, un belga caratterizzato dal ciuffo di Tintin (famoso fumetto belga di Hergè), un britanno (inglese), un goto (tedesco), un egiziano. Quest'ultimo in particolare, chiamato Scarpdetennis, è una fonte di gag continue: fino alla fine è convinto di stare in una locanda dove fanno esercizi da Club Méditerranée e parla sempre per geroglifici, tradotti dall'impassibile interprete.

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    Come se non bastasse, una frase, diventata il tormentone dei soldati di Cesare che le prendono in continuazione dai Galli, è la famosa: "Arruolatevi, dicevano. Riarruolatevi, dicevano. Girerete il mondo, dicevan loro...": ebbene, questo "arruolatevi, riarruolatevi" era lo slogan delle Truppe Coloniali Francesi, spesso identificate erroneamente con la Legione Straniera, che facevano reclutamento tra i giovani. Si occupavano infatti delle difese delle colonie francesi.

    Sullo sfondo storico di questa avventura di Asterix c'è la guerra civile tra Giulio Cesare e Scipione, che si svolse in Africa, dalle parti di Tapso, dove Scipione fu definitivamente sconfitto da Cesare. Un altro fatto storico è quello degli arruolamenti forzati, come è successo a Tragicomix: non è solo una realtà storica presente in tutte le epoche, ma è anche un suggestivo spunto per dei racconti di avventura, come Fanfan la tulipe, celebre film francese del 1952, forse preso come spunto da Goscinny.

    Nell'ennesimo scontro tra i pirati e Asterix e Obelix, i disgraziati avversari restano tutti su una zattera, salutando i resti della loro nave, in un'immagine che richiama il famoso quadro La zattera della Medusa di Théodore Géricault, con l'eccezionale battuta del capitano dei pirati: "Mi hanno medusato!" ^_^

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    FALBALA'

    Anche se è apparsa poco, è diventata un personaggio leggendario tra i lettori di Asterix. Comparirà ancora, seppur brevemente, in alcune storie del periodo in cui lo sceneggiatore era Uderzo: La galera di Obelix e Asterix e Latraviata (dove è in copertina per la prima e unica volta). Il termine falbalà (in italiano falpalà) significa "balza" (cioè una fascia colorata, o pieghettata, o di un tessuto diverso) "che orna la base delle gonne o delle tende". Fu inventata in Francia nel '700. Il nome "Falbalà" fu scelto da Goscinny tra molti altri che aveva ipotizzato: Tatinia, Albilla, Garilla, Toutilla, Luciola, Jucundilla, Gratinula, Bibula e Titiola. Ma "Falbalà" aveva evidentemente un tono più incantevole degli altri ed era il più adatto ad una bellezza splendente come la protagonista. Il personaggio sembra essere stato preso da Ada Milani, la moglie italiana di Uderzo. Caso raro, è l'unica donna della serie di cui non solo Obelix, ma anche il protagonista stesso, Asterix, se ne è innamorato...almeno per un pò. Nel film "Asterix e Obelix contro Cesare" Falbalà è interpretata da Laetitia Casta.

    Falbal Falbal-Laetitia-Casta

     
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    1967: ASTERIX E LO SCUDO DEGLI ARVERNI

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    La copertina originale di Uderzo e la copertina dell'edizione Oscar Mondadori in bianco e nero


    TRAMA

    Abraracourcix, il capo del villaggio, deve andare nel paese degli Arverni per curarsi di un mal di stomaco piuttosto forte dovuto ai numerosi banchetti che aveva fatto: accompagnato da Asterix e Obelix, deve rimanere nelle terme dove sarà curato. I due ne approfittano per visitare il paese degli Arverni e la città di Gergovia, dove i Galli ebbero la prima vitoria contro i Romani. Ma subirono alla fine la disfatta ad Alesia, in cui Vercingetorige, il capo dei Galli, si arrese a Cesare: un posto dove nessun Gallo vuole andare. Giulio Cesare, per fiaccare il morale degli Arverni, ordina al suo inviato Tullius Fronzolus di recuperare lo scudo di Vercingetorige, su cui lui farà una marcia trionfale per sottolineare il dominio di Roma su di loro. Venuta a sapere la cosa, Asterix e Obelix, con la complicità dell'arverno Alambix, un oste con cui avevano fatto amicizia, si mettono alla ricerca dello scudo per averlo in mano prima di Tullius Fronzolus. La ricerca dello scudo è difficoltosa, perchè passò di mano in mano: alla fine, Alambix confessa di avere avuto lui in mano lo scudo e che lo aveva ceduto ad uno sconosciuto. In quel momento, arriva Abraracourcix, ormai guarito, anche se dimagrito, e Alambix lo riconosce subito: è proprio lui lo sconosciuto al quale aveva dato lo scudo. Abraracourcix dice che, da allora, ha sempre avuto in mano quello scudo, e se l'era portato appresso: lui viaggia sempre con lo scudo o sopra lo scudo, quando è al villaggio. La sfilata degli Arverni con Abraracourcix sullo scudo davanti a Cesare sottolinea la disfatta di Fronzolus.

    COMMENTO

    Questa storia è un'indagine poliziesca, in cui Asterix, Obelix e i romani devono trovare lo scudo degli Arverni: la ricerca, affannosa e inconcludente, ricorda un pò Il Falcone Maltese. L'investigatore Asterix/Humprey Bogart cerca lo scudo che era passato di mano in mano, risalendo da proprietario a proprietario, indagando, simulando false identità, interrogando e schiaffeggiando, se necessario. Gli Arverni erano una tribù di galli celtici particolarmente bellicosa che Cesare sottomise a fatica, come racconta nel De Bello Gallico: alla fine il loro capo, Vercingetorige, si arrese a lui. Il paese degli Arverni corrisponde grossomodo ad una regione del sud della Francia, l'Alvernia: montuosa e boscosa, con pascoli, è una zona abbastanza isolata della Francia. Grazie al pascolo, è uno dei più importanti produttori di formaggi. Inoltre, grazie alle sue fonti di sali minerali, è sede di importanti stazioni termali, come quelle dove si reca Abraracourcix per farsi curare.

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    In rosso, il paese degli Arverni, o Alvernia.


    Il suo capoluogo è Clermont-Ferrand, che è anche sede della Michelin, la famosa industria multinazionale di pneumatici. La versione asterixiana della Michelin è la sede del fabbricante di ruote Pertussis a Namassos (nome antico di Clermont-Ferrand), dove tutti lavorano senza sosta e il direttore, Pertussis, dorme tranquillamente nel suo studio.

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    La sede della Michelin dei tempi di Asterix (notare la ruota sul tavolo). Sembrano due uomini d'affari che discutono, vero? ^_^


    La trovata delle comunicazioni interaziendali - tipiche delle grandi aziende - "intercettate" da Obelix e realizzate con alcuni negretti che corrono da un tavolo all'altro, è semplicemente geniale.

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    L'inizio della storia è un esercizio di stile in cui si segue il passaggio di mano dello scudo di Vercingetorige, con la voce narrante e le vignette che iniziano a rimpicciolirsi. Tutta la storia è una ricerca di Asterix e Obelix dello scudo del condottiero arverno, col sorprendente colpo di scena finale, degno dei fumetti di Carl Barks - che era un maestro di sceneggiatura delle storie dei paperi - dove ciò che è stato trascurato diventa di importanza fondamentale. Provate a leggere una sua storia classica tipo Zio Paperone e il torneo monetario per rendervene conto.

    In questa storia, Goscinny prende in giro lo stile salutista-alimentare che si era sviluppato negli anni '60, per poi ingigantirsi e diventare una vera e propria moda e forma di costume che oggi raggiunge l'ossessione, come per esempio l'alimentazione vegana o il cibo dei supermercati senza glutine, lattosio, eccetera. "Goscinny ce l'aveva con la moda delle cure termali" ricorda Uderzo. Le terme, grandiose costruzioni in marmo luccicante, si mostrano qui come delle prigioni dorate con prigionieri consenzienti, sottoposti a una rigida dieta in cui devono mangiare solo ravanelli, legumi e pietanze ultraleggere, stando sempre sull'orlo di una crisi di nervi e di fame...sempre però consenzienti!

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    La moda igienista è criticata in modo palese in questa storia, con druidi-medici che curano (per modo di dire) i loro pazienti affamandoli e bagnandoli con acqua ghiacciata. Il povero Abraracourcix ne uscirà magro, smunto e irriconoscibile, cosa che non dà certo una buona immagine a queste terapie. Per fortuna poi ritorna ad essere il buon ciccione di sempre, come per dire che le diete rigidissime non danno nessun risultato, visto che poi si ritorna come prima.

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    Abraracourcix dopo la cura: sembra uno scampato dai campi di concentramento.


    Tra l'altro, Asterix e Obelix in questa storia mostrano un certo sadismo nel mangiare pasti luculliani a base di cinghiali e cervogia davanti agli occhi sgranati dei magri pazienti, che crollano disperati in un pianto a dirotto o cercano di fregare almeno un osso a Idefix: "Se ci provi ti dò una ditata nel fegato!" dice Obelix a chi ci prova, richiamando la gag ricorrente di Asterix e gli altri che tastano il fegato di Abraracourcix facendolo strillare.

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    Questo è anche un richiamo ad una scena simile in Tre uomini in fuga con De Funè, un grandissimo successo in quegli anni.

    In ogni caso, in questa storia saranno anche Asterix e Obelix a subire la dolcezza dei trattamenti termali, tanto che il povero Obelix, ad un certo punto, va in tilt e si arrabbia con Asterix quando capisce che di questo tipo di esperienza se ne sarebbe potuto fare benissimo a meno...

    Gli autori qui forzano le caratteristiche dei Galli, presentandoli come gozzovigliatori e ubriaconi. E questo in particolare con Abraracourcix, il capo del villaggio, che qui ha un ruolo fondamentale, anche se meno evidente come era stato in Asterix e il duello dei capi. Abraracourcix qui è personalmente responsabile del suo mal di stomaco all'inizio della storia, dovuto infatti ai numerosi banchetti ai quali aveva partecipato, mostrando così una certa irresponsabilità, visto che, essendo il capo, è il fulcro del villaggio e quindi dovrebbe stare attento a non fare strapazzi. Ma se facesse così risulterebbe meno simpatico...

    Nel viaggiare lungo l'Arvernia, Asterix e Obelix incontrano gli abitanti della zona, che parlano con una "s" moscia ("scinghiale", "feshta", eccetera) e vendono tutti quanti vino e carbone. Infatti, gli immigrati arverni giunti a Parigi nell'800 erano famosi proprio per il fatto di aprire di solito questo genere di negozi (venivano soprannominati "bougnat" dai parigini). Lo stesso Alambix - che a Gergovia vende vino e carbone - ricorda ad Asterix e Obelix che era andato in passato a Lutezia (Parigi) per vendere vino e carbone...

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    Anche qui, come in Asterix legionario, si prendono in giro i difetti dell'esercito, in questo caso ovviamente quello romano: la pigrizia dei soldati come Gaiogibus, l'alcolismo dei centurioni, l'incompetenza del comando. Anzi, il legionario sfaticato Caio Gaiogibus probabilmente (ma non ne sono sicuro) è stato fatto prendendo per modello Gaston Lagaffe, un personaggio ideato da Franquin e Delporte, che era pubblicato su Spirou: si tratta di un combinaguai.

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    Gaiogibus con la scopa e il suo - presunto - alter ego: Gaston Lagaffe.


    In particolare, in questa storia, viene messa in primo piano, per la prima volta, la moglie di Abraracourcix, Beniamina (nell'originale: "Bonne-mine", "star bene"). Prima era stata solo comparsa in Asterix e il duello dei capi, con un aspetto un pò diverso e senza avere un nome: da adesso in avanti sarà una comprimaria fissa del cast. E' la tipica moglie aggressiva, petulante e pesante: però, nonostante il suo carattere, resta comunque molto legata al marito. Infatti, lo dice il suo stesso nome, "Beniamina/stare bene", visto che è presentata in una storia in cui bisogna appunto curare, far star bene, Abraracourcix.

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    Beniamina, "la moglie del capo", come lei si autodefinisce spesso.

     
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    1967: FILM CARTONI - ASTERIX IL GALLICO

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    Il manifesto italiano del film, quando fu proiettato in Italia nel 1968: indica anche la sua premiazione al 21° Salone Internazionale dell'umorismo a Bordighera 1


    Oltre ad essere stato il primo film a cartoni animati di Asterix, "Asterix il gallico" fu anche il primo cartone animato francese in assoluto. Tuttavia, ebbe una gestione travagliatissima. Innanzitutto, nè Goscinny nè Uderzo sapevano nulla al riguardo. Georges Dargaud, il proprietario delle omonime edizioni Dargaud di cui Asterix allora faceva parte, diede il benestare al progetto, senza nemmeno consultare gli autori. Il film fu prodotto dalla società belga Belvision e fu diretto da Raymond Leblanc, direttore del giornale Tintin e socio di Dargaud. Quando Goscinny e Uderzo lo vennero a sapere e osservarono il filmato che avevano fatto vedere loro in anteprima a sorpresa, non ne furono soddisfatti.

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    La pubblicità italiana al film. Da brividi la battuta del "De brutto gallico". :sick: Le "figurine in regalo" di cui parla la pubblicità non erano quelle dell'album di figurine "Asterix", che sarà pubblicato più avanti: si trattava di figurine varie, magari con qualche fotogramma del film. Ovviamente sono molto rare.


    "L'animazione e la qualità dei personaggi era sconcertante" ricorda Uderzo. Gli autori del film dissero a Goscinny e Uderzo che "Asterix il gallico" sarebbe stato fatto a puntate per la televisione, ma quel lavoro era chiaramente fatto per il cinema. I due furono costretti ad accettare la realizzazione del film come cosa fatta: comunque, ottennero la distruzione della storia successiva, che si basava su Asterix e il falcetto d'oro.

    Il film ebbe un grande successo, ma i rapporti tra gli autori e la Dargaud furono danneggiati: infatti, successivamente, nel 1998, la Dargaud perse i diritti della pubblicazione di Asterix, che passarono all'antica casa editrice francese Hachette.

    Il film uscì in Francia dopo la conclusione della pubblicazione di Asterix e lo scudo degli Arverni su Pilote. La storia del film seguiva fedelmente quella del fumetto originale Asterix il gallico, al quale rimando. Ci sono però delle aggiunte: per esempio, quella di Obelix che dà la caccia ai cinghiali con Asterix. Una scena fatta su misura per lui, vista la popolarità del personaggio.

    Asterix-il-gallico-film


    Inoltre:
    - nella scena finale si vede l’intero esercito romano insieme a Cesare, per dare maggior risalto al climax (inoltre, Giulio Cesare qui non ha il suo tipico carisma).
    - Assurancetourix non è stato legato e imbavagliato come tradizione imporrebbe.

    Il tema musicale di Gérard Calvi è una marcetta che accompagna tutta la storia, con l'aggiunta della canzone del mercante di buoi un pò tonto che è stato coinvolto nella storia. I disegni sono piuttosto grezzi e semplificati, con l'assurda decisione disneyana di fare le mani con quattro dita anziché cinque... :huh: Inoltre, le espressioni non sono molto convincenti in alcuni punti. Goscinny e Uderzo decisero di partecipare direttamente alla realizzazione dei futuri film a cartoni di Asterix: nacquero così "Asterix e Cleopatra" e "Le dodici fatiche di Asterix" (ne riparleremo).

    EDIZIONE ITALIANA

    In Italia, il film di Asterix uscì nelle sale il 17 Ottobre 1968. Il doppiaggio non tenne conto della traduzione dei nomi nei fumetti italiani e li tradussero a modo loro, con risultati esilaranti: il capo Abraracourcix diventò Abracadabra e il bardo Assurancetourix fu chiamato, chissà perchè, Remidox. Inoltre, tutti i romani, tranne Cesare, parlano in romanesco (una caratteristica presente anche nei fumetti, comunque). Il boia invece parla in veneto.

    Inoltre, c'è qui una perla: la voce narrante fuori campo, alla fine della storia, dice che "quella di Asterix e Panoramix sarà l’ultima vittoria dei Galli sui Romani, dato che poi saranno sconfitti come riporta il De bello gallico", annullando così TUTTE le storie successive di Asterix. Chissà se è stata detta anche nell'originale francese questa frase?

    Asterix fu doppiato da Oreste Lionello, famosissimo attore e cantante del Bagaglino di Pippo Franco (ha doppiato anche Topolino, Paperino e Charlie Chaplin). Panoramix fu doppiato da Roberto Bertea; Obelix dall'attore Vittorio Sanipoli. Asterix, comunque, era conosciuto in Italia già da un anno: nel 1967, infatti, la rivista Linus fece uscire il suo allegato "AsterLinus" in cui pubblicò "Asterix e i Britanni", che è quindi il primo fumetto di Asterix in assoluto pubblicato in Italia.

    LE FIGURINE DI ASTERIX

    Ho accennato prima all'esistenza di un album di figurine di Asterix. Uscì in Italia negli anni '70 (probabilmente nel 1978) e conteneva le vignette, senza balloon, di diverse storie, come "Asterix Gladiatore". Inoltre, conteneva le immagini del film "Le dodici fatiche di Asterix", che uscirà in Italia nel 1977. E' un pezzo raro e molto ricercato dai collezionisti: per esempio, un album completo si vende a Ebay per 600 euro!

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    1 Salone Internazionale dell'umorismo di Bordighera (città affacciata sul mare, tra Nizza e Sanremo, in Liguria): si trattava di un festival annuale dedicato al disegno umoristico. Fu fondato nel 1947 dal giornalista Cesare Perfetto, che, tra l'altro, era anche l'agente di Peynet, l'autore umoristico famoso per i suoi "fidanzatini". Durò fino al 1999. Tra i vari autori famosi che vinsero dei premi (tra cui il Dattero d'oro) ci sono Guareschi e Mordillo.

    Peynet



    Edited by joe 7 - 13/2/2023, 17:41
     
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    1968 (Febbraio) ASTERIX ALLE OLIMPIADI

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    La copertina classica e la copertina recente di Uderzo, in cui la sfida a Cesare è più esplicita.


    TRAMA

    Cornodurus, un soldato della guarnigione di Aquarium - uno dei quattro accampamenti fortificati che circondano il villaggio di Asterix -è stato selezionato per rappresentare i romani ai giochi olimpici. Il centurione di Aquarium, Tullius Caparbius, è fiero del fatto che Cornodurus sia stato selezionato; tuttavia, è preoccupato del fatto che anche i pazzi galli del villaggio vogliano partecipare, visto che, con la loro bevanda magica, hanno la vittoria assicurata. Asterix, Obelix e tutti gli uomini del villaggio vanno ad Atene a partecipare ai giochi olimpici, con Asterix e Obelix come loro campioni rappresentanti. Caparbius è disperato, fino al momento che si scopre che nei giochi olimpici le bevande che aumentano le forze sono severamente proibite. Tuttavia, Asterix vuole partecipare lo stesso alle competizioni: ma non ci sono possibilità di vittoria in condizioni normali contro degli atleti già allenati. Anche i romani non se la passano bene. Asterix e Panoramix, con uno stratagemma, fanno sapere per vie traverse a Caparbius e Cornodurus che è possibile prendere della bevanda magica di nascosto in un certo punto. In una gara di corsa, Asterix gareggia con gli altri romani, tutti rinforzati grazie alla bevanda magica che hanno preso di nascosto. Asterix li accusa tutti davanti alla commissione di aver preso la bevanda magica: infatti quella bevanda era stata trattata con un colorante che rendeva le loro lingue blu. Come Asterix aveva previsto, i romani vengono tutti squalificati e Asterix diventa il vincitore, essendo l'unico "pulito" alla gara. Ma, di nascosto, Asterix regala la palma dorata della vittoria a Cornodurus e Caparbius, che vengono premiati da Cesare a Roma.

    COMMENTO

    Nel 1967 la Francia aveva appena ospitato le Olimpiadi invernali e l’attenzione mediatica era stata enorme. Il 1968, l'anno della pubblicazione del fumetto, è anche l'anno delle Olimpiadi in Messico. Grazie alla televisione, ormai diffusa dappertutto - anche se nella sua versione in bianco e nero - l'evento ha una risonanza mondiale. Goscinny e Uderzo colgono l'occasione per far partecipare Asterix e i Galli alle Olimpiadi classiche della Grecia, facendo in modo che la pubblicazione a puntate sulla rivista Pilote si concludesse poco prima dell’inizio delle gare olimpiche. E' da notare che gli atleti francesi non ottennero grandi risultati in quelle Olimpiadi, accampando scuse simili a quelle che fanno i Galli nel fumetto: colpa del cibo, del clima, del terreno...qui Goscinny aveva fatto una previsione azzeccata. Tra l'altro, Goscinny era poco amante degli sport.

    In ogni caso, questa storia solleva un problema di base, che non sarebbe venuto fuori se non ci fosse stato un contesto realistico come quello delle Olimpiadi. Il punto è questo: la bevanda magica è una droga o no? In questa storia, Goscinny risponde alle accuse simili fatte sulla pozione di Panoramix. Lo sceneggiatore ha sempre detto che la bevanda magica non è una droga, perchè non crea dipendenza nè effetti collaterali: è solo un aiuto magico, nulla di più. Ma, per definizione, una droga è una sostanza estranea all'organismo, che viene inserita per avere un potenziamento. Anche il siero del supersoldato di Capitan America è, in senso stretto, una droga. E infatti i controllori dei giochi olimpici vietano tassativamente a Panoramix di usare la bevanda magica, considerandola così una droga a tutti gli effetti. In questa storia, infatti, l'ambiente un pò "mitico" degli Irriducibili Galli scende un pò nella realtà, affrontando le inevitabili conseguenze reali dell'utilizzo di questa bevanda. Il fatto che renda blu le lingue dei legionari rende la cosa più marcata. E questo è anche un difetto di base della storia, trasferendo il contesto della bevanda magica, un contesto che ha del fiabesco, in un contesto più realistico, cioè una competizione sportiva in un mondo reale.. Qui Asterix e Panoramix sono un pò come due pesci fuori d'acqua. Quindi la risposta è: nel mondo dei fumetti, la pozione di Panoramix è una bevanda magica; nella realtà (e quindi nei controlli dei giochi olimpici, che sono legati al mondo reale) è una droga.

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    Goscinny scherza anche con le "crociere organizzate" che si stavano sviluppando in quegli anni, coi tipici raggiri realizzati con mezze verità: Abraracourcix prenota una crociera in Grecia su nave per tutti gli uomini dl villaggio. Una crociera che, secondo il depliant, offre classe unica (cioè: tutti a remare), giochi in coperta (cioè: tutti a remare), sport all'aria aperta (cioè: tutti a remare) e atmosfera incantevole (cioè: il conducente che batte il ritmo delle vogate col tamburo).

    L'ironia di Goscinny sui Greci è ricorrente: per esempio il loro profilo, su cui Obelix scherza, dimenticando però di avere lui un nasone gallico. Il Colosso di Rodi è un atleta-bestione. La calligrafia dei greci dentro i balloon è in "stile ellenico" e tutti i Greci hanno i nomi in "as" e "os". Inoltre, gli stesi Goscinny e Uderzo compaiono in un bassorilievo. Sono raffigurati come semidei che pongono le mani sopra un toro, con sotto i nomi in greco "Goscinny" e "Uderzo": il primo dice la parola "despota" e il secondo "tiranno", sempre in greco: si stanno insultando o prendono su di sè queste definizioni? Chi lo sa.

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    Curiosamente, Asterix, per rimediare al problema del fatto che solo i greci e i romani hanno libero accesso ai giochi olimpici, propone come soluzione il fatto che Giulio Cesare ha conquistato la Gallia: per questo, dice lui, "noi siamo romani". Ma questa è solo una furbata, visto che il villaggio Gallico non è stato conquistato da Cesare, quindi non sono per nulla "romani". Ma a quei tempi non c'era la documentazione in rete. Scherzi a parte, al centurione Caparbius sarebbe bastato dire ai greci che gli Irriducibili non sono dei romani e il problema sarebbe stato risolto. Ma questo avrebbe troncato tutta la storia...che però risulta così piuttosto forzata dal punto di vista logico, per quanto ben realizzata.

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    Un'altra curiosità: quando Abraracourcix, dentro la sua vasca da bagno, viene riportato in casa sua dai suoi portatori, dice che continuerà il bagno l'anno prossimo. E lui è il capo. Significa che questi galli non si lavavano mai? Si lavavano solo una volta all'anno? :huh:

    Il centurione Caparbius, affranto dopo aver capito che i Galli andranno ai giochi olimpici per gareggiare, si mette a citare...l'Antico Testamento! "Et nunc, reges, intelligite; erudimini, qui judicatis terram": "E ora, re, comprendete; siate ammaestrati, voi che giudicate la terra". (Salmo 2). Come citazione è piuttosto curiosa, visto che il Vecchio Testamento era noto solo agli ebrei, anche se c'erano dei simpatizzanti della loro religione che lo conoscevano. E' anche un richiamo alle radici ebraiche di Goscinny.

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    Abraracourcix, davanti al centurione Caparbius, cita il detto di Pierre de Coubertin: "L'importante non è vincere, l'importante è partecipare", ma in modo invertito: "Non vi vietiamo di partecipare: noi andiamo a vincere, questo è l'essenziale!". In questa storia, i Galli appaiono come dei tormentatori dei Romani: il lettore prova dispiacere per l'impossibilità di vincere per Caparbius e Cornodurus, privi di bevanda magica.

    In questo episodio compare per la prima volta l'anziano del villaggio, Matusalemix (Agecanonix, "età canonica" nell'originale), un vecchietto pieno di grinta che ricorda i bei tempi della Battaglia di Gergovia e, quando è in Grecia, guarda solo le belle donne: nel banchetto finale del villaggio gallico, però, parla dei meravigliosi monumenti greci che ha visto... ^_^ Qui non è ancora comparsa però la sua giovane e bellissima moglie senza nome, che qui non è nemmeno citata. Infatti, Matusalemix è un'autocaricatura di Goscinny, che si era sposato avanti negli anni con una moglie bella e giovane.

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