IL MEGLIO E IL PEGGIO DEL 2023

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    ZAGOR 693: VENDETTA SEMINOLE - VOTO: LASCIAMO PERDERE, RAGAZZI.

    Soggetto e sceneggiatura: Jacopo Rauch
    Disegni: Domenico e Stefano Di Vitto

    ZZ


    Non sono riuscito ad andare oltre il primo numero. La storia è troppo noiosa, non mi ha coinvolto. Più che una storia, è un compitino fatto per completare una storia realizzata nel 1972-73, cioè di cinquant'anni fa: la famosa "Libertà o morte", di cui ha parlato anche Ivan, e che parla della drammatica storia di Manetola e dei Seminoles. Ma siamo lontani anni luce dalla tensione narrativa di quella storia: questa è talmente noiosa che dopo il primo numero non sono più andato avanti. I disegni, inoltre, sono troppo legnosi e non coinvolgono. I personaggi parlano troppo: ci sono persino ben due flashback sulla morte di Manetola in questo numero soltanto, tanto per far capire bene a noi lettori tonti in che modo che era stato ammazzato. Anche gli utenti dei forum su Zagor sono rimasti perplessi.
    OK, si è avuta la vendetta contro il malvagio Hazon, l'assassino di Manetola (mi è stato detto questo per interposta persona), ma era talmente telefonata da non dare nessuna emozione. Fredrick Hazon ha avuto una bella ripassata da Zagor, per poi essere giustiziato da Chaka, il figlio di Manetola, e gli schiavi Seminoles sono stati liberati. Prevedibile e telefonato.
    Si trattava, in sostanza - almeno per me - di un'operazione commerciale per attirare gli appassionati che lessero quella storia di Manetola e ne rimasero colpiti. Perchè dargli il voto? Non è neanche una storia, è un seguito che non mi ha detto nulla. Non basta certo la presenza di Satko o del presunto figlio di Manetola per alzare l'asticella di gradimento.

    ZZa
    Mi spiace, ma i disegni di Di Vitto non mi coinvolgono. Troppo statici. =_=


    Inoltre, è necessario chiarire una cosa: non ha senso dire "non puoi giudicare una storia solo dopo aver letto l'inizio: la devi leggere tutta, per poterla poi commentare". Non è così: come quando si assaggia un piatto, basta la prima porzione, il primo cucchiaio, la prima forchettata, per capire subito se il piatto è buono. Stesso discorso per il vino. Chiedetelo a ogni buongustaio. Non è necessario leggere tutta la storia per vedere se poi diventa una storia buona. Una storia buona ti cattura subito sin dall'inizio, non ha bisogno di una falsa misericordia tipo: "Ma dai, aspetta, vediamo un pò, magari poi migliora". Una storia è bella o brutta sin dalle prime pagine. Non c'è bisogno di leggere pedissequamente tutto dall'inizio alla fine, come non si può mangiare tutto un piatto che sembra già cattivo: alla fine hai solo mal di pancia. Potete essere d'accordo con me o no, ma io la vedo così.

    Riporto qui anche le osservazioni fatte da Ivan su questo sequel della saga di Manetola:

    Pare che sia in programmazione un ritorno di Zagor a Britannia (il commento è stato fatto un anno prima della pubblicazione). Al di là del fatto che possa magari essere una buona storia, mi permetto qualche perplessità sul progetto in sé. In primis, do per scontato un esito "positivo" della vicenda. Per logica narrativa, è troppo improbabile che Zagor subisca una seconda mazzata sullo stesso campo di battaglia. E ciò innesca la mia seconda perplessità: che un sequel comporta quasi inevitabilmente una "correzione" della sensazione emotiva lasciata dal suo capostipite. L'intensità emotiva di "Libertà o morte" è un ricordo che noi zagoriani ci porteremo nel cuore: la struggente morte di Manetola, lo sterminio dei Seminoles rimasto impunito, la sconfitta storica di Zagor...e va benissimo così com'è! Nessuno chiede che a distanza di 50 anni ci venga modificato questo ricordo, per amaro che sia. A parer mio Britannia andava lasciata nel limbo della memoria (e questo, ripeto, indipendentemente dalla qualità della futura storia; è proprio il progetto in sé che mi fa storcere il naso). Per me la vicenda di Britannia inizia e finisce definitivamente con "Libertà o morte": non desidero conoscere elementi aggiunti a posteriori che possano intaccare il ricordo che conservo di essa. Augh, ho detto.

    ZHazon
    Zagor contro Hazon, il responsabile della morte di Manetola.



    COMMISSARIO RICCIARDI "PER MANO MIA" - VOTO: NON MI E' PIACIUTO

    Soggetto: Maurizio de Giovanni
    Sceneggiatura: Claudio Falco
    Disegni: Daniele Bigliardo

    R1
    Ricciardi l'impassibile. Alla faccia di Clint Eastwood, di cui dicevano che aveva due sole espressioni: col cappello e senza cappello...


    "Il commissario Ricciardi" è una serie di romanzi gialli ambientati nella Napoli degli anni 30, realizzati da Maurizio de Giovanni, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo. Da questa serie è stata tratta una versione televisiva in due stagioni, trasmessa nel 2021 e nel 2023. La Bonelli ne ha fatto una serie a fumetti in versione libreria e in versione formato classico.

    Il protagonista di queste storie è Luigi Alfredo Ricciardi, commissario di polizia di Napoli: come ho detto, sono ambientate negli anni Trenta, quindi nel periodo del ventennio fascista. Ricciardi ha delle capacità extrasensoriali: può percepire le ultime parole pensate o dette dai fantasmi delle vittime di morte violenta, che si manifestano con un'immagine evanescente nei luoghi del decesso, e sono visibili solo a lui.

    Mi hanno regalato questo libro, e quindi l'ho letto, anche se non mi piacciono le storie gialle mescolate col soprannaturale e con l'horror. Per me è un controsenso: a parte il fatto che detesto l'horror, il soprannaturale nei gialli - che sono esercizi di sola deduzione - non ci può stare. Ma a volte fanno queste "variazioni sul tema".

    In questa storia, siamo a Natale del 1932, e siamo a Napoli, ovviamente. Emanuele Garofalo e sua moglie sono stati trovati uccisi in modo bruitale, proprio davanti al loro presepe che stavano preparando nella loro casa. Garofalo era un funzionario fascista che gestiva l'attività del porto e Ricciardi scopre diverse storie di tangenti e corruzioni gestite dall'esimio Garofalo: quindi è possibile che il colpevole sia stato uno dei tanti ricattati da lui. Come sottotrama, che non c'entra niente con la storia ma dà un pò di pepe alla vicenda, abbiamo l'aiutante di Ricciardi, il brigadiere Malone, che vuole trovare l'assassino di suo figlio e, forse farsi giustizia da solo. Intanto, Ricciardi, anche grazie alle sue "apparizioni" (che sono sempre sanguinolente e macabre, allegria ragazzi!), che vede solo lui, indaga sulle ultime parole che avevano detto le vittime prima di morire: cosa che lo porta a tutta un'altra strada.

    R3
    Dylan Dog ha fatto scuola.


    I disegni sono molto accurati e la storia si sviluppa bene, ma il tono anticristiano si vede sin da subito (infatti l'autore, De Giovanni, è dichiaratamente ateo). Non è solo a causa della presenza dei fantasmi che Ricciardi vede (non esistono i fantasmi nella fede cristiana), ma si nota anche con l'atteggiamento superficiale del protagonista verso il cristianesimo, visto solo come una sorta di fanatismo religioso e un pò stupidotto, senza alcun vero significato, al quale guardare con compatimento chi lo segue (infatti, i titoli dei romanzi di Ricciardi la dicono lunga: per esempio, Inferno per il commissario Ricciardi, Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi)

    La ciliegina sulla torta è la scoperta dell'assassino di questa storia, che
    è ovviamente Suor Veronica: una pazza suora cattolica, con le mani fredde e appiccicose: untuosa, fanatica e ipocrita, voleva fare giustizia con le sue mani contro i due perchè era innamorata da giovane della vittima e perchè sì
    : e questo la dice lunga sul modo di pensare dell'autore.

    Oltre a questa opera, De Giovanni ha realizzato anche la serie poliziesca "I bastardi di Pizzofalcone", ambientata nella Napoli dei giorni nostri: ha avuto anch'essa una versione televisiva. Inoltre, la Bonelli ne ha fatto un fumetto in versione canina, con tutti i personaggi con la testa di cane, in genere. I poliziotti sono tutti personaggi divorziati con rapporti passionali nascoste; oppure non hanno più buoni rapporti con la moglie; inoltre, ci sono anche dei personaggi omosessuali che poi si sposano pubblicamente. Insomma, il solito tran tran del politicamente corretto. =_=
     
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    AVVENTURA MAGAZINE 2023: I TRE BILL - VOTO: STATE SCHERZANDO?

    Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
    Disegni: Giovanni Benvenuti, Roy D'Amy

    Avventura-Magazine-I-Tre-Bill-8-90


    Si tratta della ristampa delle storie dei Tre Bill. Sono i tre fratelli Bill: Sam (l'omone buono alla John Wayne), Black (il tipo oscuro che comanda)e Kid Bill (il ragazzo rubacuori), che avevano fatto la promessa a loro padre, sul letto di morte, che non avrebbero ucciso nessuno. Se non in casi eccezionali. Che accadono praticamente in ogni storia... :lol: :lol: :lol: Questo Almanacco, ovviamente, ha anche degli approfondimenti sui personaggi e sugli autori.

    LA REALIZZAZIONE DEI TRE BILL

    Ma perchè Gianluigi Bonelli ha fatto dei personaggi così strampalati? Bisogna sapere che, nei primi anni '50, Tex, per quanto fosse il personaggio di punta della casa editrice e l'unico che proseguiva senza problemi, era considerato troppo "adulto" dal pubblico, e quindi non vendeva tantissimo. Non si era ancora arrivati alle grandi tirature di copie vendute, che arriveranno alla fine degli anni '50 e negli anni '60-'70. All'inizio degli anni '50 Tex era considerato un fumettaccio violento, pieno di allusioni sessuali ed efferatezze.

    E' assai difficile capire questo oggi, ed è facile riderci sopra, dicendo che allora erano dei gran bacchettoni. Il fatto è che, in settant'anni, prima con la televisione (a quei tempi pochissimi l'avevano in casa), poi col computer, con internet e soprattutto coi i telefonini, si sono trasmessi, anno dopo anno, miliardi di messaggi sessuali ed efferatezze varie ad ogni clic di telefonino. E' impossibile pensare quale fosse allora il modo pulito di vivere e di pensare che avevano i nostri nonni o bisnonni. Adesso noi nipoti siamo letteralmente bombardati da messaggi che sono delle vere e proprie latrine, con la ferocia di una gatling messicana che spara a tutto volume tutto il giorno.

    I primi anni '50, invece, senza questo luridume di comunicazioni, erano un mondo ancora pulito, in cui non si vedeva di buon occhio ciò che faceva vedere esplicitamente il male. Siamo ancora lontani anni luce dagli orrori di Dario Argento o dai film pornografici che esploderanno tra dieci anni circa, trasformando le nuove generazioni in persone ciniche, disilluse e abituate alle oscenità a tutto spiano. Ma già si capiva che si stava andando in quella direzione, e che era purtroppo inarrestabile. Per questo tentarono di arginarla con le prime censure: nelle ristampe di Tex, e pure nelle storie nuove, la presenza di donnine discinte era calata sempre di più (per poi riprendere in futuro, ovviamente). Tuttavia, queste censure ebbero vita breve: era come fermare una tsunami.

    Altri personaggi, più "morigerati", a quei tempi vendevano di più: Capitan Miki e il Grande Blek, che divennero in breve tempo campioni di incassi del fumetto, surclassando Tex di diverse lunghezze. Il boom di Tex, infatti, era avvenuto per accumulazione successiva di nuovi lettori negli anni. A differenza degli altri fumetti, i suoi lettori hanno continuato a comprarlo anche da adulti.

    miki


    Comunque, il successo di Miki e di Blek indussero la Bonelli a tentare di inserirsi nel filone del western più "per bambini" e umoristico, con personaggi come Il Piccolo Ranger e persino Zagor. E credo che, nelle intenzioni iniziali, I Tre Bill fossero un tentativo di andare in quella direzione: tre personaggi caratterizzati in maniera esagerata, con la faccia di attori del cinema, e che "non uccidevano".

    Piccolo_Ranger_RettiliSapienti


    TORNIAMO AI TRE BILL

    Il grosso problema di Tex era proprio il fatto che, all'epoca, prima delle censure, uccideva senza farsi tanti problemi. I Tre Bill, per la promessa fatta al padre in punto di morte, invece, non uccidevano: però, se andate a leggere le storie che scrisse Gianluigi Bonelli sui tre Bill, in pochissime pagine quel giuramento viene completamente dimenticato e le storie si fanno più truci e violente, presentando anche una versione molto romanzata del massacro di Little Big Horn. Segno che Bonelli non ce la faceva a scrivere storie alla Capitan Miki. :lol:

    Tra i tanti personaggi scritti da Gianluigi Bonelli, i tre Bill non sono certo i migliori: la caratterizzazione esageratamente monodimensionale (il belloccio, il forzuto, il cupo...), il giuramento (per quanto poi ignorato), i disegni poco convincenti di Benvenuti e Roy d'Amy non potevano sollevare una storia poco convinta.

    Anche i testi, per me, non sono al livello di quello che faceva Bonelli per Tex. Mi spiace, ma il mio giudizio è negativo: i Tre Bill non hanno superato il tempo. Disegni pessimi, personaggi macchietta, storie che non decollano. Passiamo al prossimo (ho preso ampi stralci di questa analisi da un'osservazione molto interessante di Diablero su Tex Forum)

    ZAGOR 700: "LA FORESTA DEI DESTINI INCROCIATI" - VOTO? MA PER FAVORE! =_=

    Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi
    Disegni: Alessandro Piccinelli

    Zagor-700-Zenith-751-4-90


    TRAMA

    La storia inizia con un flashback della prima storia di Zagor (la solita strizzatina negli occhi), in cui lo spirito con la scure incontra il cattivo Regan. Poi compare uno Zagor invecchiato che ha perso la memoria e che viene assistito da Cico. A frammenti, cerca di ricostruire quello che gli è successo. Dunque, dopo aver fatto pensa che ti pensa, ponza che ti riponza, gli sembra di ricordare che un tal Taika, che era un vecchio stregone di una tribù composta da indiani espulsi dai loro villaggi, avesse invitato Zagor nel loro accampamento.
    Ora, tra questi indiani mandati via a calci nel sedere dai loro rispettivi accampamenti (senza che se ne spieghi il perchè), un guerriero Huron, tal Bullsnake (ma che razza di nome sarebbe per un indiano? Toroserpente?) aveva sfidato Zagor per prendere il suo posto di spirito di Darkwood. Zagor vince, ma una sua ferita lo stordisce: infatti è stato avvelenato a tradimento. Viene portato dentro il rifugio di Taika, per curarlo. Ma Zagor ne esce invecchiato e rimbambito, mentre il vecchio stregone Taika ne esce ringiovanito, per magia. Quindi Taika diventa il nuovo sakem, o capo, della tribù.
    Ma era tutto un inganno: il Taika giovane era in realtà il figlio di Taika, che lui aveva nascosto. E lo Zagor invecchiato è in realtà Ben Greene, un trapper un pò suonato che si vestiva sempre da Zagor. Il vero Zagor, creduto morto per il veleno, era stato sepolto da Taika padre e figlio (sepolto? :huh: ), ma viene salvato da un tal Tolland, un gobbo un pò suonato che fa parte della comunità dei malati di mente di tal padre Bauer, tra i quali c'era anche Ben Greene. Il tal decerebrato Tolland, non so come, viene a sapere che Zagor è sepolto lì, tira fuori una pala e scava (e perchè?), poi lo estrae, gli dà un paio di colpetti, capisce che è vivo, lo prende per un braccio e lo trascina fino alla comunità di padre Bauer. Roba da fumetto comico di Serafino. :lol: :lol:
    Zagor comunque si riprende e le cose si rimettono a posto: i Taika padre e figlio vengono sconfitti; Bullsnake. che non sapeva niente del piano cretino di Taika, diventa il nuovo capo del villaggio. Ben Greene muore per difendere Zagor da un ultimo attacco velenoso da parte del Taika padre.

    COMMENTO

    Giorgio Giusfredi su Zagor ha realizzato solo il poco convincente Il signore dell’isola. Non capisco quindi perchè affidare a uno sceneggiatore esordiente una storia come quella per i 700 numeri di Zagor. :huh:

    Come si vede dal titolo, la storia si richiama a un romanzo di Italo Calvino: "Il castello dei destini incrociati". Quel libro era un'opera sperimentale, tipica dei lavori di Calvino, dove delle persone che raggiungono un castello sono state misteriosamente private dell'uso della parola e raccontano i loro eventi attraverso le carte dei tarocchi, aprendo così la strada a ogni possibile interpretazione, che varia anche a seconda dall'ordine in cui si guardano le carte. Una storia così può andare bene per Calvino, ma è pessima per un fumetto come quello di Zagor, che privilegia la narrazione normale. =_=

    Infatti è una storia che va avanti e indietro, pesantissima, con ripetuti flashback e scene oniriche che iniziano e finiscono senza far capire subito se sono oniriche o no. Questo richiedere uno sforzo al povero lettore che non capisce, e continua a non capire, quello che sta accadendo. Una storia da allucinazioni psichedeliche, insomma, proprio adatta per Zagor.

    Zagor-700a-Zenith-751-4-90
    Un cosplayer di Zagor! Non ne vedo manco uno a Lucca! Posso farti una foto??? :lol:


    Inoltre, il soggetto non sta in piedi: il piano di Taika è fin troppo arzigogolato, ed è assurdo che Cico, che conosce Zagor da una vita, non solo non si rende conto che il tal Ben Greene non è Zagor. Ma scusate, il colore degli occhi? La struttura fisica? Il tipo di naso? E mille altri dettagli? Possibile che il tal Ben Greene sia TUTTO uguale a Zagor da vecchio? Una cosa inverosimile. Inoltre, com'è possibile che Cico non l'abbia mai visto prima? Zagor sì e Cico no? Tutti i trapper lo conoscevano, perchè era il famoso "tizio un pò suonato che si travestiva da Spirito con la Scure". Questo vecchio cosplayer rimbecillito lo conoscevano tutti da anni, e Cico non lo conosceva? :huh: Ridicolo. Oltre ad essere raccontato male, con una struttura che va avanti e indietro, non è convincente per nulla. Bocciato in pieno. =_=

    MARTIN MYSTERE 399: VOTO: SOPRASSEDIAMO
    Soggetto e sceneggiatura: Luca Barbieri
    Disegni: Marco Foderà

    Martin-Mystere-399-4-90


    Mi spiace parlar male di una storia di Martin Mystere, proprio adesso, dopo la morte di Castelli (che riposi in pace). Ma qui parlo della storia e basta, che, tra l'altro, non è stata fatta da lui.

    Si tratta di una storia di pirati saraceni che attaccarono Genova nel 1559 (ordinaria amministrazione: i saraceni saccheggiavano da secoli sulle coste italiane, e pure tutte le altre. Ci volle la vittoria di Lepanto del 1571 per toglierceli dai piedi). Detti saraceni saccheggiarono pure il borgo ligure di Arenzano: uno dei pirati era interessato a una cosa che poi Martin Mystere, ai giorni nostri, scoprirà essere collegata con la solita storia di Atlantide e Mu.

    I disegni sono inguardabili, la storia si dimentica dopo cinque minuti, i personaggi non hanno personalità, la storia è breve perchè si dà spazio a: rubriche di Castelli, il nuovo capitolo del racconto di Andrea Carlo Cappi (“Zona Y”), una storia di Zio Boris e la nuova striscia dei Bonelli Kids. Quello che ho sempre desiderato da una vita.

    Le prime storie di Martin Mystere incollavano alla lettura perchè erano realizzate bene, con dei personaggi tridimensionali, trame coinvolgenti, ottimi dialoghi, disegni spesso belli. Castelli sapeva fare il suo mestiere. Adesso Martin è solo l'ombra di se stesso, non ha più nemmeno dei disegnatori validi. Speriamo che si riprenda...
     
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    MEGLIO E PEGGIO: I MANGA

    I GIORNI DELLA SPOSA N. 14 - VOTO: 9 - UNA GARA COI CAVALLI
    Ogni disegno, un quadro.

    Autrice (sceneggiatura e disegno): Kaoru Mori

    Giorni-della-sposa-14-6
    Questa coppia (Azer, l'uomo, e Jahan Bekhe, la donna) ha gli abiti di matrimonio tipici dell'ambiente freddo e ventoso della steppa della Via della Seta di fine Ottocento.


    Ormai "I giorni della sposa" ("Otoyomegatari" nell'originale) esce a cadenza annuale o anche di più: il numero 12 è uscito nel 2020, il 13 nel 2021 e questo, il 14, nel 2023, ben due anni dopo! =_= Purtroppo, l'autrice ha avuto dei problemi di salute: il 17 Aprile 2023 aveva dichiarato, sul blog ufficiale della rivista Aokishi della Kadokawa, dove il manga è pubblicato, di soffrire di una malattia non specificata.


    La rivista Aokishi cioè "Cavaliere blu", dove è pubblicato "I giorni della sposa". Non è vincolata a un genere narrativo particolare: ha storie di azione, o commedia romantica, o narrativa storica, o strisce con quattro vignette, eccetera.


    La mangaka ha sofferto di dermatite allergica e artrite calcifica verso la fine del 2022; inoltre, ha iniziato a soffrire di mal di testa a causa della sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile all'inizio del 2023. Non si trattava di stress, perchè lei aveva detto che prima non si sentiva stressata. Ha avuto sonnolenza e dolore alle dita, il che rendeva difficile il disegnare. Ha dovuto fare anche un intervento chirurgico per la rimozione di fibromi uterini. Ora si sta riprendendo. Speriamo che stia meglio: attualmente, in Giappone è appena uscito un altro episodio di Otoyomegatari, col tratto sempre sicuro dell'autrice. Quindi si può ben sperare.

    Giorni-della-sposa-14a-6
    I cavalli sono gli animali preferiti dell'autrice, e lei ama un sacco disegnarli. Tanto per dire: notate che i due cavalli qui disegnati sono di razza diversa. :huh: Su Tex, la Mori sarebbe straordinaria: peccato che lo stile manga non andrebbe assolutamente bene per il pistolero...


    In questa storia, assistiamo a una sfida tra il pretendente sposo, Azer, e la sposa che dovrebbe accettare il matrimonio, Jahan Bekhe. La sfida consiste in una corsa coi cavalli, per afferrare una freccia e riportarla indietro: il primo che arriva vince. Le immagini dei cavalli che corrono sono un capolavoro: sembra davvero di sentire il vento che ti passa davanti mentre leggi. E bisogna ricordare che i cavalli sono la cosa più difficile da realizzare per un disegnatore...

    I dialoghi sono secchi, perfettamente ben calibrati. C'è molto spazio per le immagini, che tolgono il fiato: ogni inquadratura descrive un momento, un movimento, e il paesaggio della steppa che si vede a perdita d'occhio è piena di dettagli precisi che non appesantiscono mai la scena. Ogni ciuffo d'erba è al suo posto. Ogni tessuto, ogni tappeto, ogni orecchino sono ricchi di particolari che ti fanno perdere in un labirinto, se li guardi con attenzione: ma non sono mai invasivi.

    I giorni della sposa è un'opera completamente fuori scala rispetto ai manga di adesso. Come sappiamo, l'ambientazione è l'Asia Centrale dell'800: quella di Michele Strogoff, per capirci. Anche se lui era russo e qui siamo fuori dai confini della Russia. Anzi, i nomadi della steppa sanno che prima o poi dovranno combattere proprio contro i Russi: credo che sia un preludio alla Guerra di Crimea (1853-1856).

    Ma queste sono situazioni appena accennate: è la quotidianità il vero protagonista del racconto, in cui Kaoru Mori osserva la vita comune dei nomadi, la loro cultura, i loro abiti, i tappeti, i ricami, le acconciature, persino il cibo e la preparazione del pane.

    I protagonisti principali sono i due sposi seminomadi Amira e Karluk: tuttavia, questa è una storia corale che gira soprattutto intorno alle coppie e ai matrimoni che possono avvenire tra i personaggi, tutti ottimamente caratterizzati. Azer è fiero e orgoglioso, ma la sua promessa sposa, Jahan Bekhe, lo è ancora di più: il loro scontro provoca davvero scintille. Questo è un manga che raggiunge livelli di qualità eccezionali: si merita un 9 pieno. ^_^

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    Amira e Karluk assaggiano i melograni. Notante l'incredibile complessità del vestito di Amira.

     
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    SPY X FAMILY n: 10-11; VOTO: 9 - IL PASSATO E GLI SVILUPPI DEL PRESENTE
    Dramma e commedia in una famiglia "normale" di spie, assassini e telepati.

    Autore (sceneggiatura e disegno): Tatsuya Endo

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    Nel 2023 sono usciti solo due volumi di Spy x Family, il 10 e l'11. Il primo presenta un approfondimento del personaggio di Loid Forger, la spia protagonista, che si vede in copertina quando era ancora un bambino. Si rivela qui il suo tragico passato e il suo coinvolgimento nella precedente guerra tra i due paesi nemici di Ostania e Westalis. Per la cronaca, Loid - che non è il suo vero nome, ma nessuno sa quale sia - è di Westalis, mentre la finta moglie Yor è di Ostania, il paese dove Loid appunto fa la spia: quindi, senza saperlo, sono rivali.

    Inoltre, avvengono dei nuovi sviluppi: inaspettatamente, Yor conosce Melinda Desmond, la moglie di Donovan Desmond, il presidente del Partito di Unità Nazionale e obiettivo dell'Operazione Strix (cioè "gufo") e delle indagini di Loid.

    Nel volume 11, Anya, la bambina telepate e finta figlia della coppia, viene presa in ostaggio dai terroristi, che hanno sequestrato un autobus con tutta la scolaresca.

    Anche se si dice che la serie è vicina all'umorismo di "Uno, due, tre", a volte passa ai toni drammatici di "Il ponte delle spie": il passato di Loid infatti è assai triste, e il contesto del rapimento dei bambini nell'autobus, per quanto mitigato dall'umorismo, mostra una situazione molto drammatica. Ci sono anche le storie brevi che permettono l'approfondimento dei personaggi, anche secondari, e delle loro relazioni.

    Complessivamente, sempre un ottimo fumetto.

    ONE PIECE N. 103-106; VOTO: 9. LA SAGA DI WANO E' FINITA!
    Diventerò il re dei pirati!

    Autore (sceneggiatura e disegno): Eichiro Oda

    One-Piece-2023
    Volumi 103, 104, 105 (Wano) e 106 (Egghead)


    Nel 2023, finalmente, in Italia si conclude la lunghissima saga di Wano, che era durata ben quattro anni, 169 capitoli e 16 volumi, dal 90 al 105. Mostruoso. :huh:

    Infatti, è stata la saga più lunga finora di One Piece. Per la cronaca, gli episodi di Wano nell'anime erano stati quasi 200: 191 in tutto!

    Abbiamo così la definitiva sconfitta di Kaido e Big Mom, i due Imperatori, e il passaggio di Rufy da pirata ad Imperatore, e con uno stadio di combattimento superiore: il Gear Fifth. Si tratta di potenziamenti che aveva avuto in passato per affrontare gli avversari più forti: il Gear Second e il Gear Third erano stati usati nella saga di Enies Lobby contro Rob Lucci; il Gear Fourth è stato usato contro Don Quijote Do Flamingo, uno della Flotta dei Sette, nella saga di Dressrosa; e infine abbiamo il Gear Fifth nella saga di Wano contro Kaido. E' improbabile che avvenga un Gear Sixth, visto che qui si tratta del "risveglio" del Frutto del Diavolo di Rufy: ma non si può mai sapere quello che può tirare fuori Oda dal cappello...

    Kaido
    Rufy contro Kaido: uno scontro tra i più potenti in assoluto di One Piece.


    Wano è stata una saga movimentatissima, con 100 o 200 personaggi almeno, e con una complessità da far impallidire "I fratelli Karamazov". Kaido, per quanto poco approfondito psicologicamente, è stato un nemico mostruoso e invincibile (Rufy è stato sconfitto ben tre volte prima di prevalere) e con una valanga di comprimari, tra i quali l'inaspettata figlia di Kaido, Yamato, che diventa alleata di Rufy contro il padre.

    Gli altri due alleati di Rufy, i capitani pirata Trafalgar Law e Eustass Kid, riescono alla fine a prevalere su Big Mom, l'Imperatrice alleata di Kaido, e un mucchio di linee narrative si concludono nell'enorme battaglia di Onigashima, l'Isola dei Demoni e sede di Kaido.

    TOBI ROPPO/GUERRIERI GUIZZANTI

    La stessa Nico Robin diventa un demone per sconfiggere Black Maria, la sua avversaria dei Sei Guerrieri Guizzanti, o Tobi Roppo. Dal più debole al più forte, abbiamo: X-Drake (il tizio con la benda. E' passato dall'altra parte... -_- ) Page One (il tizio col cappello e il ciuffone. Non ha mostrato particolari capacità); Sasaki (il ciccione con i canini grossi all'insù e il cappello da marinaio. L'uomo triceratopo ha fatto un discreto scontro con Franky); Black Maria (La ragazzona in mezzo. Molto potente, ma soprattutto per i suoi inganni; come detto prima, è stata sconfitta da una demoniaca Nico Robin); Ulti (la tizia in mezzo a braccia conserte. Ragazza tosta e fuori di testa, ha affrontato Rufy e persino Big Mom prima di crollare); Who's who (il tizio con l'elmetto rosso da depravato. Ha dato del filo da torcere a Jinbe, che era uno della Flotta dei Sette).

    Tobi-Roppo
    Tobi Roppo/Guerrieri guizzanti. Immagine presa qui.



    LE TRE CALAMITA'

    Tre-Calamit
    Le Tre Calamità (in alto), una fiera Yamato e Kaido, l'Imperatore delle Bestie.


    I tre Generali di Kaido, o Tre calamità, erano, in ordine di potenza, dal più debole al più forte: Jack la siccità, un Uomo-Mammut (il tizio con una grata sulla bocca), battuto da Canespino, uno dei capi dei Mink, gli alleati di Rufy; Queen la piaga (il ciccione pelato col sigaro), battuto da Sanji dopo una lotta sfibrante; King il fuoco, secondo solo a Kaido: alla fine è abbattuto da Zoro.

    NUMEROSI RIFERIMENTI AL GIAPPONE

    Visto che Wano si basa sul Giappone antico e classico, già da tempo Oda voleva inserire questa in One Piece, ma, per vari motivi (tra cui il fatto di Naruto, che, a quei tempi, stava attraversando una storia simile), ha dovuto rimandarla fino ad oggi. Si pensa infatti che tutta la saga di Whole Cake Island, quella in cui Rufy affronta Big Mom, sia stata in pratica un riempitivo (chiamalo RIEMPITIVO! :huh: ) in attesa della saga contro Kaido.

    Non c'è stato un momento in cui Oda non abbia riempito ogni episodio di Wano del suo amore per la tradizione nipponica: shogun, samurai, oiran (prostitute di alto bordo), terme, famosi dipinti come quello dei due draghi (a cui si richiama lo scontro tra Momonosuke e Kaido, diventati entrambi dei draghi), la Grande Onda di Hokusai e così via.

    Il problema è che mettere insieme TUTTI questi fattori, che sono innumerevoli, in una storia già di per sè complessa, rende la narrazione parecchio barocca. Inoltre, mentre si pensava che Wano avrebbe chiarito qualcuno dei molti misteri di One Piece, invece non ha chiarito nulla e ha reso la storia generale ancora più misteriosa di prima. D'altra, parte il mistero è una caratteristica essenziale in One Piece: se si spiegasse davvero tutto, si perderebbe il fascino della storia.

    Per esempio: perchè Kaido voleva cercare di morire? La cosa non viene mai spiegata. Cosa era successo in passato tra Kaido e Big Mom? La cosa non viene mai spiegata. E così via.

    Tra l'altro, è curioso che nella terra dei samurai non ci sia mai stato un duello di spade degno di questo nome. Quello tra Zoro e King, più che un duello di spade, sembrava quasi uno scontro magico tra Saruman e Gandalf.

    Il Reverie, cioè l'incontro tra i potenti del mondo, è stata la minisaga che ha aperto questo kolossal di Wano, che, diversamente dagli altri archi narrativi, si apre e si chiude (con ben tre atti) con un'aperura e chiusura di tende, come si fa a teatro, con una donna che suona lo shamisen (una specie di chitarra) e col volto coperto da una maschera con le fattezze di volpe, che presenta e chiude i vari atti.

    Shamisen



    NIKA, IL SOLE

    In questa saga, in particolare, Rufy, col suo Gear Fifth, per la prima volta viene messo in paragone a Nika, la divinità del Sole, che porta la liberazione. E il Sole è sempre stato il simbolo del Giappone e della bandiera giapponese...

    Inoltre, come se questa saga fiume non fosse stata già abbastanza lunga di per sè, Oda ha osato l'inosabile: l'ha allungata ancora! =_=

    Infatti, c'è stato un lunghissimo flashback che ha parlato di Oden, il precedente signore di Wano, e la sua amicizia con Barbabianca e Gold Roger (e dici poco! :huh: ), i due pirati principali della saga, con, addirittura, la scoperta dello One Piece (senza mai rivelare cos'è, ovviamente).

    E con l'inaspettato cambio del nome dell'isola dove si troverebbe lo One Piece: da "Raftel", come lo avevano sempre chiamato, è diventato "Laugh Tale", cioè "storia da ridere". Ed è stato anche il posto dove Gold Roger ha riso, di una risata che fa scuotere il mondo.

    Infatti il potere, quando è crudele, teme il riso. E Rufy diventa non solo Nika, la divinità del sole, ma anche il nuovo Joy Boy, il dio della risata, che sconfigge Kaido ridendo e che il Governo Mondiale non può fare a meno di temere.

    One Piece è anche un inno alla risata, quasi: non tanto al ridere in sè, quanto ad una vera, forte, solida speranza che abbatte tutte le disperazioni.

    Ciurma
    Ciurma, all'arrembaggio! Vediamo chi ha più coraggio!



    ED ORA?

    Tutta Wano è stata una saga gigantesca, smisurata, eccessiva persino: è difficile da contenere e anche da analizzare.

    Ed ora One Piece si sta incamminando verso l'arco narrativo finale, composto da più archi, il primo dei quali, iniziato adesso, è quello di Egghead, l'isola dello scienziato Vegapunk: è ancora in corso in Giappone.

    Adesso sono coinvolte anche le autorità più alte del Governo, comandate dalla misteriosa Im (almeno io credo che sia una donna, ma potrei sbagliarmi). Inoltre, entra in scena una piratessa che è sempre rimasta nell'ombra, Jewelry Bonney la ghiottona, e suo padre, Orso Bartholomew, trasformato in cyborg da Vegapunk. Ma la storia è più complessa di quanto sembri...

    La fantasia di Oda non ha limiti: si passa da una scenario che richiamava l'antico Giappone ad uno futuristico. E la banda di Cappello di Paglia (compreso il nuovo arrivato, Jimbe) si adegua: dai vestiti giapponesi tipo kimono e simili si è passati alle tute da astronauta. Chissà come finirà? In Giappone non lo sanno ancora...

    Zorobin1

     
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    DR. STONE - VOTO: 8/9 - QUI SI CONCLUDE LA STORIA
    Senku (Dr. Stone): "Al diecimila per cento questo sarà possibile per la scienza!"

    Trama: Richiro Inagaki
    Disegni: Boichi
    Casa editrice: Star Comics

    Dr-Stone-26-5-20
    Ultimo numero!


    Dr. Stone ci lascia. Nel 2023 sono usciti i volumi dal 22 al 25, e a Gennaio di quest'anno è uscito il volume 26, l'ultimo. E' stata una saga che è durata ben cinque anni (2017-2022) e ha avuto una trasposizione animata (tre stagioni finora).

    Tutte le domande che la serie si poneva, riguardo agli avvenimenti misteriosi che erano accaduti (la pietrificazione improvvisa di tutta l'umanità e il lungo periodo di millenaria assenza umana) hanno avuto una risposta e l'obiettivo di Senku, cioè la salvezza dell'umanità dopo la pietrificazione, è stato raggiunto.

    Ma, più che le risposte e il risultato, è stato assai più interessante il modo con cui si è arrivati fin lì: ogni scoperta e ogni progresso di Senku era già una vittoria di per sè, un passo avanti per uscire dalle condizioni primitive in cui erano sprofondati, lui e l'umanità intera.

    Pure gli altri protagonisti hanno fatto il loro percorso, attraverso scontri, emozioni, riflessioni, sorprese, mosse intelligenti e contromosse: infatti c'era chi voleva usare quelle conoscenze solo per il dominio.

    I disegni di Boichi (vero nome Mujik Park: è di origini sudcoreane e vive e lavora in Giappone. Tra l'altro, è anche laureato in fisica, cosa che lo avrà di certo aiutato nella realizzazione di questo manga "scientifico"...) sono eccezionali e hanno accompagnato in modo egregio un manga con un argomento assai difficile da rappresentare: il mondo primitivo e le scoperte scientifiche raggiunte attraverso la tenacia di Senku.

    Da notare il curioso rapporto tra Senku (la mente) e Kohaku (il braccio), la ragazza del villaggio Ishigami, dove Senku, appena risvegliatosi dalla pietrificazione, si era fermato all'inizio della storia. Anche se non c'è un'esplicita attrazione tra i due, perchè Kohaku non è un tipo romantico, e non lo è nemmeno Senku, che anzi, essendo uno scienziato puro, è assai indifferente al fascino femminile. Eppure i due si combinano perfettamente insieme in ogni circostanza. Si danno persino dei soprannomi: Kohaku lo chiama "Gentiluomo stregone" e Senku la chiama "Leonessa" per via della sua forza eccezionale.

    SK
    Senku e Kohaku: l'omaggio a City Hunter è fin troppo evidente.


    Senku, che a volte sembra uno scienziato pazzo, è il "quasi perfido protagonista": e questo lo rende assai simile a Hiruma di Eyeshield 21, il manga sul football americano realizzato dallo stesso autore, Richiro Inagaki, e con Haru di Trillion Game, sempre dello stesso autore.

    Senku, infatti, si esalta per ogni progetto scientifico che riesce a realizzare, usando le sue capacità di scienziato e stratega, insieme a Gen, il "mentalista", che è il suo "collega di malefatte": infatti Gen è abile a manipolare la gente. Entrambe queste caratteristiche sono tipiche di Hiruma e Haru.

    S3
    Il perfido ma abile Hiruma e il furbo e intelligente Senku: sono quasi fratelli.


    Un'altra somiglianza tra di loro è il fatto di avere entrambi i capelli ritti e sogghignano spesso. L'unica differenza è che Senku sogghigna solo quando pensa a un suo piano, mentre Hiruma sogghigna SEMPRE. E quando Senku fa la faccia "malvagia" somiglia a quella di Hiruma quando compie le sue azioni perfide per la vittoria della sua squadra dei Daimon Devil Bats, mentre Senku lo fa per il "trionfo della Scienza". Ed entrambi hanno la terminologia di "dieci milioni per cento di possibilità / impossibilità".

    Concludendo, Dr. Stone è un ottimo manga che fa capire l'importanza della ricerca scientifica e la fatica che ci vuole per ottenere le cose più semplici che noi abbiamo a portata di mano, come il cibo, il frigorifero, gli antibiotici...

    UNA CARENZA DI FONDO

    In questo manga, tuttavia, non c'è nessuna visione ultraterrena, anzi non se ne parla affatto. Quindi è vista come superficiale, inutile, superflua, persino dannosa per la scienza. Tanto, alla fine, con la scienza, diventeremo tutti immortali, grazie al progresso e alle scoperte scientifiche. E' quello che, in sostanza, dice il manga alla fine.

    Ammesso e non concesso che questo possa accadere davvero...che senso ha diventare immortali, se poi non si sa neanche perchè esistiamo? Se non si sa neanche per quale motivo esistiamo? Se non sappiamo neanche che scopo ha la vita? E' forse quello di mangiare, bere, godere, star bene, insomma, e basta? Una vita simile, e immortale, porta prima alla noia e poi alla pazzia. E' un problema affrontato anche da Rumiko Takahashi nel manga "Il bosco delle sirene", in cui Mana, una ragazza, e Yuta, un ragazzo, hanno mangiato carne di sirena e sono diventati immortali, sempre giovani: eppure, cercano lo stesso un modo per tornare a vivere normalmente, quindi con la possibilità di morire.

    Mermaid-Wood
    L'immortalità è un problema, dicono Mana e Yuta del "Bosco delle sirene", o "Mermaid saga".


    Infatti, noi non siamo fatti per vivere per sempre in questo mondo, ma per un altro, quello dopo la morte. Questo, Senku e gli altri non lo dicono: il loro punto di vista è solo orizzontale, quindi incompleto.

    Eppure, è stata proprio la religione cristiana, col concetto di Dio Creatore, che mette ordine e misura nell'universo, il motore di base per la scienza e le scoperte scientifiche. Escluderla dal nostro orizzonte porterà a un progresso e a una vita senza senso. Anche un progresso che possa essere eccezionale e immenso, senza però un senso per vivere, è un gigante dai piedi d'argilla, che crollerà subito. Senza Dio - e intendo il Dio di Cristo, non un altro - non si va avanti, nemmeno scientificamente.
     
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    AKANE BANASHI - VOTO: 8/9
    Akane entra nel mondo del Rakugo (recitazione) per vendicare suo padre!

    Trama: Yuki Suenaga
    Disegni: Takamasa Moue
    Inizio pubblicazione in patria: 14 Febbraio 2022; ha 9 volumetti, o tankobon.
    Pubblicazione in Italia: JPop

    Akane-1



    TRAMA

    "Akane banashi", cioè "La storia di Akane" (ma si può tradurre significativamente anche con: "Le chiacchiere di Akane"), inizia con la presentazione del rakugoka, cioè narratore, Tohru Osaki, il cui nome d'arte è Shinta Arakawa, perchè appartiene alla scuola di rakugo del severissimo Issho Arakawa. Shinta (di solito è chiamato col nome d'arte, non con quello vero) è il padre della protagonista della nostra storia, Akane Osaki. Inoltre, la giovane Akane è una grandissima fan di suo padre e, appassionata di rakugo, lo pratica di nascosto, grazie a quello che ha capito, spiando suo padre mentre si allenava.

    Per capire meglio la storia, bisogna spiegare cos'è esattamente il rakugo. Si tratta di un'arte di narrazione giapponese, in cui un attore unico, chiamato appunto rakugoka, descrive una storia lunga, complicata e divertente che coinvolge tanti personaggi. Nel farlo, cambia i toni e gli atteggiamenti dei personaggi, restando sempre inginocchiato sul posto, nella tipica posizione classica seiza. Per capirci, la posizione seiza è proprio quella che fa Akane qui sotto, in una tipica scena di rakugo: inginocchiata su un cuscino, davanti a una specie di separè, con un ventaglio in mano, sta facendo la sua narrazione.

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    Queste figure erano allegate insieme al primo numero di Akane Banashi.



    Un giorno, il padre di Akane partecipa all'esame di qualificazione per diventare "Shinuchi", cioè "narratore Rakugo ufficiale", cosa che gli permetterebbe di guadagnare bene da questo tipo particolare di lavoro, tanto da poter mantenere la sua famiglia, composta dalla moglie e dalla figlia Akane. Ma l'esame è un fallimento: Issho Arakawa, il maestro della scuola di rakugo, espelle bruscamente sia lui che tutti gli altri partecipanti del concorso, senza dare nessuna spiegazione al riguardo. Tutti gli iscritti sono sconcertati, compreso il padre di Akane, che torna al lavoro di impiegato e muore di dolore poco dopo.

    Da quel giorno, l'unico obiettivo di Akane è vendicare suo padre e dimostrare che la sua arte di rakugo, che aveva imparato dal padre, è davvero degna del titolo di "Shinuchi". E, ovviamente, anche sfondare nel rakugo, facendo così un lavoro che le piace sin da piccola.

    In queste prime storie, Akane segue la guida di Shiguma Arakawa, che era stato il maestro di suo padre; poi partecipa al concorso "Coppa Karaku" di rakugo, in cui il giudice sarà lo stesso Issho Arakawa, che aveva provocato indirettamente la morte di suo padre. Con la sua abilità, Akane attira subito l'attenzione, anche se ha dei rivali di tutto rispetto.

    Akane banashi ha ricevuto un'accoglienza positiva ed è stata nominata per il Manga Award 2022, il 16° Manga Taishō e il 47° Kodansha Manga Award.

    LA DIFFICOLTA' DI RAPPRESENTARE L'ARGOMENTO

    Nonostante il manga parli di un'arte in declino come lo è il rakugo, gli autori esordienti Yuki Suenaga (sceneggiatura) e Takamasa Moue (disegni), con l'aiuto del rakugoka professionista Keiki Hayashiya, hanno scelto di raccontare questa “storia di Akane”. In ogni caso, il rakugo è un argomento poco conosciuto dalle nuove generazioni giapponesi, figurarsi quindi all'estero. La JPOP ha avuto coraggio nel pubblicarla in Italia.

    Ma non solo: una storia incentrata sul rakugo richiede un'attività statica del personaggio: infatti, deve restare sempre fermo e seduto mentre racconta. Non è che possa fare tante corse e battaglie alla One Piece. Solo un buon disegnatore può dargli la dinamicità necessaria per essere apprezzato. Per questo, gli ottimi disegni di Takamasa Moue danno vita al personaggio di Akane e alla sua narrazione, creando moltissime espressività del suo volto, con una gamma molto versatile di sentimenti.

    AKANE "LA VOLPE": IL CUORE DELLA STORIA

    Akane


    La vera forza del manga, tuttavia, non è il rakugo: come sempre, è il personaggio.

    Akane è il vero motore della storia: travolgente ed entusiasta, agisce con insistenza, cercando di trovare il modo migliore di comunicare il suo racconto agli spettatori, anche nelle situazioni più difficili. Da questo punto di vista - cioè quello di "comunicare" - richiama il problema della comunicazione di "Komi non può comunicare". Entrambe le ragazze cercano di comunicare, superando le loro difficoltà: psicologiche e interne nel caso di Komi, esterne e di spettacolo nel caso di Akane. E' un percorso di crescita che, in modi diversi, fanno entrambe.

    Akane è un tipo carismatico: facile all'indignazione, ironica, sicura di sè fino all’immodestia, capace di impegnarsi al massimo senza risparmiarsi, sa farsi notare senza fatica. Non solo: lo sceneggiatore sa creare situazioni e dialoghi che permettono ad Akane di mostrare le sue capacità in un mondo riservato, difficile, e impegnativo come quello del rakugo. Il disegnatore le dà un volto dai tratti vagamente "da volpe": infatti, i suoi capelli neri terminano in un colore più chiaro, richiamando una caratteristica tipica della coda delle volpi. E i capelli chiari cambiano al mutare dei personaggi che lei interpreta. Bisogna sapere che, nelle leggende giapponesi, la volpe è famosa proprio per le sue capacità di trasformismo...

    Akane ha una vasta gamma di espressioni, con una varietà piuttosto rara nel mondo dei manga. Ma è una dote richiesta dal rakugo: e Takamasa Moue compie un lavoro superbo nel caratterizzare la ragazza e far trasparire la sua profonda personalità attraverso la sua comunicazione non verbale. Usando espressioni e gestualità fatte col ventaglio (che è l'unico dei due oggetti di scena consentiti nel rakugo: il secondo è il cuscino) Akane cattura l’attenzione sia degli spettatori (nel manga), che dei lettori.

    Akane non è un tipo delicato e raffinato, nè aggraziato ed elegante come, per esempio, Maya della "Maschera di vetro" (Glass no kamen - Il grande sogno di Maya), bensì l’esatto opposto. Ha un carattere spigoloso e un po’ rude, ma è capace di coinvolgere sia il lettore che i coprotagonisti. Per sua natura, è una trascinatrice.

    L'autore, Yuki Suenaga, ha affermato che Akane banashi ha avuto origine proprio da Akane: un personaggio da lui inventato, ma col quale non sapeva bene cosa fare. Tra l'altro, è anche un fan del rakugo (c'era da aspettarselo...). Anche se era un argomento ostico, era anche un'occasione per provare qualcosa di nuovo.

    L'artista, Takamasa Moue, si era preoccupato: l'argomento era interessante...ma i lettori l'avrebbero trovato tale? Per questo ha cercato di coinvolgerli, ricercando tutte le possibili espressività per Akane. Anzi, spesso segue una rappresentazione di rakugo e pensa a come trasmetterne la velocità e l'intonazione.

    La Scuola Arakawa di Akane banashi è modellata sulla Scuola Tatekawa di rakugo, il cui maestro, Danshi Tatekawa VII, nel 2002 espulse un gruppo di zenza (rakugoka all'inizio del percorso) nel 2002, dopo aver avuto la sensazione che non si stessero impegnando abbastanza. L'autore Suenaga, però, ha affermato che Issho Arakawa è stato invece modellato su Enshō Sanyūtei VI, un altro maestro di rakugo. O forse ha fatto così per evitare polemiche? Chi lo sa.

    Mentre seguiamo le trasformazioni e l’ascesa della protagonista, apprendiamo di più su quest’arte popolare fatta su misura per gli spazi angusti di sale da the e teatrini frequentati da salariati e pensionati. Anonime stanze dalle decorazioni essenziali, dove un singolo interprete rakugoka, seduto compostamente in posizione seiza, col solo aiuto di un ventaglio, trasformato all’occorrenza in bastone, pipa, mestolo, liuto o quello che volete, e delle variazioni della sua voce, trasforma in un palcoscenico con più personaggi di diverso sesso ed età.

    Con Akane banashi ci godiamo le tecniche usate per catturare l’attenzione degli spettatori e poi tenerla inchiodata, col puro mestiere, fino all’inchino finale che ottiene un plauso a volte contenuto, a volte entusiasta.

    Akane-Banashi-1a-6-90


    Il paragone coi manga sportivi (spokon) ci sta, visto che ci troviamo in una situazione tipica, per esempio, della nostra Pat la ragazza del baseball, dove la protagonista deve trovare la tecnica ideale per lanciare la sua palla curva e, con lei, comprendiamo le insidie dello sport e la sua storia.

    Questa doppia anima di manga rakugo e sportivo fa sì che la costruzione delle tavole passi da inquadrature sobrie e quasi dimesse, come i teatri dove si recita, a tavole frammentate e su più livelli, dove si vede lo sforzo di Akane nel comunicare. Da inquadrature medie, quasi televisive, in un attimo si passa a campi estremi e asimmetrici, mirati a farci immedesimare con gli spettatori.

    Insomma, è una storia realizzata con molta cura. Avrà successo? Speriamo...perchè, nonostante la buona volontà degli autori, Akane Banashi è scesa al 35° posto in Manga Plus, la sezione internet della rivista della Shueisha Weekly Shonen Jump. Quindi è una serie piuttosto snobbata dal pubblico giapponese. Tuttavia, Eichiro Oda e Hideaki Anno di Evangelion l’hanno apprezzata e raccomandata, ed è già arrivata quasi al 100° episodio, e questo è già un buon traguardo. Si vedrà.

    UNA CONSIDERAZIONE: LA SCOMPARSA DELLA COMUNICAZIONE PERSONALE

    Il rakugo è un’arte che, per forza di cose, sta scomparendo, di fronte alla tecnologia che avanza: un pò come il teatro e le vare forme di intrattenimento reale, in cui sono coinvolti attori e spettatori in carne ed ossa. Il corpo, infatti sta scomparendo sempre di più nelle forme di comunicazione: e questo non è un buon segno, visto che, per comunicare davvero, e a livello umano, si deve essere sempre almeno in due, in carne ed ossa, e non in carne e in vuoti imput tecnologici, che non danno una vera comunicazione, ma l'illusione di una comunicazione, cosa che nasconde una profonda solitudine.

    BIBLIOGRAFIA
    www.giornalepop.it/akane-banashi-e-il-rakugo/
    https://magazineubcfumetti.com/2024/01/20/...e-puro-carisma/
     
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    LA MONELLA CHIE - VOTO: 8,5
    "Lascia stare, mi arrangio io!"

    Trama e disegni: Etsumi Haruki
    Pubblicazione in Italia: Toshokan

    Chie1
    L'entusiasta Chie.



    Il nome originale del manga è Jarinko Chie, appunto "Chie, la monella". E' stato scritto e disegnato su Manga Action (famoso per aver pubblicato Lupin III, Lone Wolf and Cub) da Etsumi Haruki, che ha realizzato, in sostanza, solo questo manga, che però in Giappone ha avuto un enorme successo ed è durato ben vent'anni (1978-1997), raggiungendo la quantità di 67 volumi. L'autore, nel 1980, ha ricevuto per questo manga il pregiato premio Shogakukan, insieme a Lamù nello stesso anno (il premio Shogakukan è uno dei più importanti del manga in Giappone).

    Chie Takemoto è una ragazzina che ha i genitori separati, per via dello stile di vita disordinato del padre, Tatsu: ubriaco, rissoso, scommettitore, fracassone, infantile. Nonostante questo, Tatsu vuol bene alla figlia e pure alla moglie separata, anche se lui non lo ammette. Chie, oltre ad andare a scuola, gestisce un piccolo ristorante, che è quello del padre, in un quartiere povero di Osaka sud. All'insaputa di suo padre, Chie visita di tanto in tanto sua madre: la bambina vorrebbe riunirli insieme, ma bisogna che il padre trovi lavoro e che possano rappacificarsi. Ad occuparsi di Chie sono i nonni, cioè i genitori di Tatsu. Nonostante la mancanza di un nucleo familiare completo, Chie, anche se si considera "la ragazza più sfortunata del Giappone", affronta la vita e i suoi piccoli guai quotidiani con una grande vitalità, sperando sempre in una futura riconciliazione dei genitori.

    Monella-Chie-a
    Nessuno fa fessa la ragazzina! ^_^


    Questo manga descrive un Giappone del passato, quello dell'immediato dopoguerra (tipo Rocky Joe), in cui la povertà era visibile, anche se non a livelli estremi come quelli di Joe Yabuki. Si viveva in un modo abbastanza dignitoso e si cercava di campare al meglio. La ragazzina ha un carattere tosto e riesce a tener testa a tutti: si tratta di storie brevi e autoconclusive, che possono durare per un episodio o più, in cui si ride (è una commedia, dopotutto), ma si prova comunque pena per la bambina che è costretta ad arrangiarsi. Lei, però, non si piange addosso, anzi si fa rispettare.

    I disegni sono tipici dei manga degli anni '70, con espressioni a volte esagerate, a volte normali; i tratti a volte sono semplici, in altre circostanze sono pieni di dettagli.

    Si tratta di una commedia di vita quotidiana, per quanto un pò "sopra le righe" (tante scene sono inverosimili, tipo i gatti che parlano o i cattivi buffi), con un sottofondo un pò amaro, ma in cui si spera sempre che la ragazzina risolva i suoi problemi: e l'ottimismo di Chie fa sempre sperare il lettore che le cose, alla fine, in un modo o nell'altro, si metteranno a posto. Intanto veniamo immersi in gag assurde, situazioni movimentate, comprimari fuori di testa o quasi, scene comiche e drammatiche insieme. E' un manga piacevole da leggere, anche se il contesto giapponese qui descritto è ovviamente diverso dal nostro, quindi non di immediata comprensione.

    UN'AMBIENTAZIONE PARTICOLARE

    Infatti, l'ambientazione di Osaka della piccola Chie può essere capita bene solo in Giappone, dove i giapponesi conoscono Osaka come una città con determinati stereotipi, tutti descritti chiaramente nel manga di Chie: un ambiente con persone affettuose e senza pretese, con un dialetto marcato e un forte senso dell'umorismo, dove sono presenti dei piccoli gangster locali, qui ridicolizzati. Il padre di Chie, sempre secondo gli stereotipi (stavolta negativi) di Osaka, gioca d'azzardo con la tendenza a litigare con tutti. Tenete da conto che lo stesso autore del Manga, Etsumi Haruki, è di Osaka...

    Ma quello di Chie non è un caso unico sugli stereotipi di Osaka. Per esempio, il personaggio di Ukyo Kuonji, di Ranma 1/2, è di Osaka: quindi, secondo il modo di pensare dei giapponesi sugli abitanti della città, è un pò sciocca, ma con una forte mentalità imprenditoriale come Chie, e gestisce pure lei un piccolo ristorante di okonomiyaki, che sono dei piatti tipici di Osaka. Da questo punto di vista, Ukyo è come Chie.

    Ukyo
    Ukyo di Ranma 1/2



    L'ANIME DI CHIE

    Ci sono stati due adattamenti animati del manga: il primo è stato nel 1981, come film, però: prodotto dalla TMS Entertainment e da Toho, fu diretto nientemeno che da Isao Takahata. Però ha uno sviluppo lento e poco coinvolgente. Nonostante questo, ebbe successo, anche per via del fatto che descriveva la società giapponese di allora, e furono realizzate successivamente ben due serie televisive sulla bambina.

    Chie
    Chie coi continui problemi col babbo Tatsu.

     
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    FABRICANT 100: UNA LADY FRANKENSTEIN CON MOLTI MISTERI E UNA SCADENZA CHIARA - VOTO: 8

    Trama e disegni: Daisuke Enoshima
    Edizione italiana: inedito in Italia.

    Fabricant-100-a


    Stavolta commento un manga che è iniziato nel 2022 e finito nel 2023, con scarse probabilità di essere pubblicato in Italia, tra l'altro. Comunque mi aveva colpito molto, ed è un peccato che non abbia avuto successo. Ma sono cose che capitano.

    L'AUTORE

    Daisuke Enoshima è un autore alle prime armi, che in passato aveva realizzato una storia breve autoconclusiva (o one-shot, come si dice di solito) chiamata Fabricant 1001 : fu pubblicata su Weekly Shonen Jump nel 2021. Ebbe un certo successo e si decise di realizzarne una serie completa l'anno successivo, il 2022, con lo stesso titolo, "Fabricant 100", sempre su Weekly Shonen Jump. La serie durò fino al capitolo 36, quello della chiusura. In sostanza, questo manga fu solo una meteora. Ora Enoshima sta facendo l'assistente per "Elusive samurai" di Yusei Matsui. Peccato, perchè questo manga aveva delle forti potenzialità.

    TRAMA

    Uno scienziato stile Frankenstein, fissato sull'idea di creare un "essere umano ideale", chiamato "Fabricant", muore insoddisfatto, anche dopo aver realizzato il "Fabricant" più potente, il centesimo: un Fabricant di aspetto femminile chiamato appunto "Fabricant 100". I 100 Fabricant realizzati cercano di soddisfare il desiderio del suo creatore, anche se è morto, cercando di sostituire le parti "imperfette" dei loro corpi con delle parti "perfette" prese dagli umani particolarmente dotati nello sport o nelle arti, eccetera. Così diventeranno - secondo loro - degli "esseri umani ideali" come li voleva il loro creatore.

    Tra queste vittime c'è la famiglia Yao, massacrata dai Fabricant perchè dotata delle capacità di guarire rapidamente e di invecchiare lentamente: una famiglia quasi immortale, quindi. Ashibi Yao, un ragazzo, è l'unico sopravvissuto: data la sua giovane età (14 anni) non aveva ancora ottenuto i "poteri" di famiglia, per questo era stato risparmiato. Ashibi, però, vuole vendicarsi dei Fabricant e, per farlo, tira dalla sua parte la centesima Fabricant, la più potente: in cambio del suo aiuto per sterminare tutti gli altri 99 Fabricant, lei potrà avere il suo corpo per utilizzarne le membra perfette quando sarà diventato adulto. E lui, per attirare i Fabricant, basta che, nelle sue vicinanze, si ferisca con un anello affilato (può guarire rapidamente dalle ferite): loro non possono resistere a quel richiamo, perchè desiderano avere le membra di Ashibi. Da qui cadono nelle braccia della potente Fabricant 100.

    Però, anche se lei è la più forte, non per questo le cose saranno semplici. Infatti, Fabricant 100, oltre alla sua forza non ha delle abilità particolari, cosa che la mette in svantaggio rispetto agli altri Fabricant, dotati invece di diversi poteri e capaci di tattiche assai elaborate.

    FABRICANT 100 STRAVOLGE FRANKENSTEIN

    E' ovvio che "Fabricant 100" si basa sulla storia di Frankenstein della scrittrice Mary Shelley. Al posto del mostro, però, qui abbiamo una Lady Frankenstein stile signora dell'800 dai capelli biondi, piuttosto formosa e con degli occhi rossi piuttosto inquietanti, dello stesso colore del sangue. Il suo corpo ha molte cicatrici, come tutti i Fabricant: in particolare, ha una cicatrice che le attraversa tutto il collo, che lei, curiosamente, copre col suo fiocco.

    Invece di dare la caccia al proprio inventore, come faceva l'originale mostro di Frankenstein, lei sta attenta al proprio..."salvatore", cioè a colui che potrebbe renderla umana, sacrificando le sue membra (letteralmente eh, non per modo di dire!) per lei: il giovane Ashibi Yao. Uno smembramento che ha quasi del cannibalismo: come soggetto della storia, è assai cupo. Non ci sono truculenze nè efferatezze, anzi c'è un tono da commedia. Nonostante questo, l'argomento sollevato è inquietante.

    Nelle storie gotiche dell'orrore, di solito, il protagonista fa la parte della vittima, perchè degli esseri oscuri vogliono rubare il suo corpo e usarlo contro la sua volontà. L'esempio classico è quello di Dracula che vuole il sangue di Mina Harker. Qui, invece, è il contrario: è proprio Ashibi Yao che offre il suo corpo, o meglio le sue membra, al Fabricant 100, per avere la sua vendetta contro chi gli ha sterminato la famiglia. E' una specie di patto col diavolo, simile a quello che accade in Black Butler.

    Il manga mostra anche come l'idea di "perfezione" diventi perversa e accechi le persone (in questo caso, i Fabricant), spingendole a fare cose orribili (smembrare i corpi, e dici poco!) per raggiungere il loro ideale immaginario di "umano perfetto". Non c'è una gran differenza con chi voleva fare una società "perfetta" ghigliottinando a tutto spiano. O a forza di campi di concentramento o gulag.

    IL MISTERO DI FABRICANT 100

    Il personaggio di Fabricant 100 non ha un nome, e questo significa che è in cerca della sua identità, perchè non sa chi è. Ha una personalità misteriosa, gentile e feroce e nello stesso tempo, con una dinamica divertente di interazione con Ashibi. Infatti, manco fosse una cameriera dell'800 che deve badare a lui, è iperprotettiva nei suoi confronti, perché non vuole che le nuove membra che avrà si rovinino. Non c'è un vero "altruismo" nelle sue azioni: tuttavia, sembra proteggerlo con una certa cura, oltre che per interesse: ma non sarà mai chiarito questo aspetto, fino alla fine del manga. Mostra di avere un'immensa forza nei combattimenti, anche se gli avversari sapranno essere difficili comunque da battere. In ogni caso, fino alla fine non si saprà mai davvero quali sono i pensieri di Fabricant 100.

    Fabricant-100


    FABRICANT 100 DICE AI LETTORI COME FINIRA' LA STORIA SIN DALL'INIZIO

    Questa storia permette all'autore di far sapere sin dall'inizio ai suoi lettori come finirà la storia: cioè con l'eliminazione di tutti i 99 altri Fabricant. Da questo punto di vista, ricorda un pò Manji, il samurai dell'Immortale, che aiuta la ragazza Rin a effettuare la sua vendetta e, nello stesso tempo, ottenere il suo obiettivo: uccidere mille criminali, o meglio, tutti i samurai assassini dell'Ittoryu. Infatti, il manga si conclude con la vittoria sull'ultimo sopravvissuto.

    Ashibi conserva un taccuino in cui registra le uccisioni effettuate dal Fabricant 100, osservando quanti altri Fabricant da eliminare sono rimasti. Una volta che il taccuino sarà completo, la storia ovviamente sarà finita. Naturalmente, la ricerca per uccidere i 99 Fabricant sarà piena di storie secondarie e comprimari vari, come l'organizzazione di Mortsafe, deputata all'eliminazione dei Fabricant. Tuttavia, Enoshima è chiaro sin dall'inizio: il suo manga ha già una fine tracciata.

    Questa novità sul debutto di Fabricant 100 rispetto ai manga tradizionali è piuttosto audace. Si sa quanto sia difficile stabilire e mantenere un manga popolare: ma con questo chiaro obiettivo, Enoshima potrà finirlo quando vuole, se sarà necessario.

    E, siccome il manga non ha avuto il successo previsto, Fabricant 100 si conclude dopo 5 volumi. Però Enoshima ha potuto finirlo in ogni caso come voleva: con l'eliminazione dei 99 Fabricant.


    E alla fine ne rimarrà solo uno...(Highlander)


    I FABRICANT NON MOSTRANO DI AVERE BONTA'

    Ashibi Yao, come sappiamo, ha una missione da compiere: quella di vendicarsi. Ma spesso è tormentato da diversi problemi morali: i Fabricant, in sostanza, hanno davvero un cuore o no? La risposta è: no. Non ci sono Fabricant "buoni": qualunque cosa facciano o dicano, è sempre col fine per ottenere organi freschi il più facilmente possibile.

    I Fabricant non mostrano affetti particolari verso gli uomini, compresa la Fabricant 100. Lei fa di tutto per assicurarsi che Ashibi stia bene, ma è pronta ad ucciderlo una volta che lui compirà i 18 anni e potrà smembrarlo. Lei sa anche diverse cose sui Fabricant, che nasconde ad Ashibi: quindi non è un sodalizio tra persone amiche.

    Per esempio, il Fabricant 33, "Bad Samaritan", alleva bambini orfani dalle strade, solo per raccogliere i loro occhi una volta che saranno sani. Alcuni di loro l'avevano capito: ma a loro non importava, a causa del loro miserabile passato. Infatti, erano comunque felici di avere avuto, per un pò di tempo, almeno un riparo. Ma il Fabricant 33 non è mai riuscito a capire perché l'abbiano ringraziato per averli messi in una casa e in un rifugio.

    Insomma, i Fabricant sono estranei ai sentimenti umani: semplicemente non li comprendono, nè possono comprenderli. Non c'è empatia. Da qui è chiaro che nessun Fabricant raggiungerà mai l'umanità perfetta, anche se avrà davvero un corpo perfetto.

    La Fabricant 100 sarà un'eccezione? Raggiungerà mai l'umanità? Capirà mai qualcosa dell'essere umano? Tutta la storia gira attorno a questa domanda (infatti ha come titolo proprio il nome della protagonista). Una domanda alla quale non si dà una risposta definitiva: la conclusione la dovrà tirare fuori il lettore.

    Fabricant-4



    I SOGNI DELLA RAGIONE GENERANO MOSTRI

    Questo è il messaggio di "Fabricant 100": una scienza priva di morale, e di rispetto per la vita, genera mostri. Goya , il famoso pittore, aveva fatto un soggetto in cui una persona addormentata sogna dei mostri: sono i mostri generati dalla sua ragione senza controllo. Una ragione incontrollata, senza limiti, senza morale, che crede di essere Dio, ha un delirio di onnipotenza che porta a risultati orribili ed enormi sofferenze: aborti, sperimentazioni, eutanasia, vaccini mai sperimentati. La ragione incontrollata genera mostri, e, come tutti i mostri, questi sono assetati di sangue umano. Come i Fabricant.

    Goya



    TUTTI I VOLUMI DI FABRICANT 100

    Fabricant-100
    I 5 volumi di Fabricant 100: la serie completa.



    BIBLIOGRAFIA
    www.cbr.com/shonen-jump-new-manga-...n-frankenstein/
    https://screenrant.com/shonen-jump-fabrica...tion-end-early/
    https://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Manga/Fabricant100

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    1 il nome originale è 人造人間100, cioè Jinzou Ningen 100. "Jinzou" sta per "artificiale", "fatto dall'uomo", e "Ningen" sta per "essere umano". Quindi significa "Essere umano artificiale numero 100".

    Fabricant-finale
    Addio, Fabricant 100. Tutti ti dimenticheranno, io no. ^_^

     
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