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TOPOLINO E IL RAGGIO DI ATLANTIDE, di Casty - PRIMA PARTE (attenzione spoiler!)
TRAMA
La storia inizia poco dopo la fine della storia del Fantametallo (vedi l'articolo su Eurasia in fondo). Il misterioso capo della setta delle lepri viola riassume quello che è successo nelle due precedenti storie (Il colosso di Rodi e il Fantametallo, vedi articolo alla fine), rimproverando i sottoposti per il loro fallimento. Degni di un'organizzazione massonica, le lepri viola bloccano i fondi ad Eurasia Tost, la ricercatrice, attraverso le loro influenze. Così nè lei, nè Topolino nè Pippo potranno continuare la ricerca di Atlantide.
Eurasia e gli altri sono sconfortati, ma un nuovo finanziatore, Abelard Monk, offre il suo aiuto e lei accetta, anche se lui non pare un tipo limpido. Monk però non vuol sentir parlare di Atlantide, un argomento che non tira più: per i suoi canali televisivi vorrebbe qualcosa di più originale.
E fa vedere a Topolino e agli altri un vecchio filmato in cui le lepri viola, in una giungla, sono scacciate via da una donna misteriosa che lancia raggi di luce. Li manda così in missione dando loro una telecamera per filmare tutto. Eurasia esamina il filmato e scopre che la donna si faceva chiamare Antinea, l'antico nome della regina di Atlantide, e che le sue vesti somigliano a quelle della "Dama di Elche" (realmente esistente), una scultura antica ritrovata in Spagna (la stessa immagine è presente sulla copertina). E il raggio che lei usava somiglia a un raggio laser. Eurasia e i suoi partono per l'Africa, ad Ahaggar, dove sarebbe vissuta Antinea, detta anche Tin Hinan (storico). Inoltre, la vignetta con Eurasia che lavora al computer mostra un curioso dettaglio: forse lei è ambidestra, visto che il mouse è a sinistra della tastiera e lei lo muove con la mano destra. Un omaggio a Lara Croft, il modello base di Eurasia, che sparava con entrambe le mani?
  
Monk contatta il capo delle lepri viola, dicendo che tutto va secondo il piano. Eurasia spiega a Topolino che Atlantide potrebbe essere stata in Africa, dove c'era un mare al posto del continente, che alla fine sarebbe straripato provocando il famoso diluvio (è una della varie ipotesi atlantidee su cui si discute ancora oggi). I tre viaggiano su un battello che finisce in un fiume sotterraneo: nonostante la perdita della barca, raggiungono il posto dove anni fa era accaduto lo scontro delle lepri viola con Antinea. Vengono catturati da una rete e un uomo muscoloso, Orson, insieme a dei bambini, li minaccia, fino all'arrivo di una donna anziana, Wanda. Vengono portati a Demopolis, una città nella giungla.
Wanda si fida dei tre e racconta loro la sua storia. Negli anni '40, un gruppo di scienziati volevano progettare delle città a tavolino che sarebbero state delle comunità di popoli diversi che collaborassero tra di loro sviluppando tecnologie utili: ma il loro finanziatore - che era il nonno di Abelard Monk - era interessato solo all'aspetto bellico.
Allora gli scienziati se ne andarono in Africa a costruire la loro città: Demopolis, la "città del popolo", in greco. Siccome senza molti soldi erano in difficoltà, gli indigeni che collaboravano con loro li aiutarono a scoprire i resti dell'antica civiltà atlantidea e l'"Occhio di fuoco" della regina Antinea, praticamente un laser perfettamente regolabile che agisce sotto la volontà di chi la porta. Fu inserito in un anello e con la sua potenza facilitò la costruzione di Demopolis.
 
Questa città agisce secondo idee "naturalistiche" da WWF: energia solare, energia delle cascate, rifiuti riciclati. Inoltre, ha un ospedale, biblioteca, un piccolo cinema. Non ci sono telefonini, nè internet nè computer: le uniche comunicazioni vengono solo da una vecchia radio che informa sul mondo esterno. Anni fa, le lepri viola (mandate probabilmente dal loro ex-finanziatore) furono sul punto di scoprire Demopolis e Wanda si travestì da Antinea e, con l'anello-laser, scacciò le lepri viola.
L'"occhio di fuoco" (l'anello laser) non fu più usato e fu riportato al sito dove fu scoperto. Wanda promette a Eurasia e ai suoi amici che domani li porterà lì. Ma la telecamera che Monk aveva dato a Topolino era un sensore che gli ha permesso di identificare la posizione della città. Ora Monk si prepara ad attaccare con le sue lepri viola.
Qui si conclude la prima parte.
COMMENTI
La storia è ottimamente disegnata, e i personaggi molto ben caratterizzati: ma mi ha dato l'impressione di essere stata troppo verbosa, tipo Martin Mystere. Infatti, la prima parte contiene soprattutto le spiegazioni di Eurasia, la seconda quelle di Wanda, diventando quasi un documentario. Forse non c'era altro modo per presentare una storia dal background così complesso, ma credo sia comunque necessario trovare un giusto equilibrio tra le parole e l'azione. Ma bisognerà leggere la seconda parte per dare un giudizio definitivo. La storia presenta delle curiose pagine senza bordo alternate alle normali pagine con vignette. In altre pagine, invece, le vignette sono di formato vario: dall'estremamente piccolo allo spezzettato, favorendo i ritmi della narrazione e coinvolgendo così il lettore. Un'ottima scelta narrativa.
Topolino e il raggio di Atlantide è anche una storia un pò propagandistica con una pubblicità indiretta all'ecologia e al verdismo. Inoltre, presenta una specie di città ideale dove si vivrebbe in pace solo grazie alla presenza di alcuni oggetti e in assenza di altri. Una visione idealizzata e semplicistica della scienza come "salvatrice dell'uomo", trascurando la complessità del cuore umano e così trasformando la cosiddetta "città perfetta" in una "città di persone che si presumono perfette": una caratteristica che Pippo, con una sua battuta, fa osservare acutamente.
Nell'intervista fatta a Casty nello stesso numero, l'autore fa cenno ad altre nuove storie di Eurasia alla ricerca di Atlantide: quindi questa non è la terza storia di una trilogia, ma una parte di una saga che deve ancora concludersi. Non si sa quando ci sarà il seguito, nè il numero delle storie. Questa è davvero una bella notizia: spero però che non ci vogliano anni per leggere la prossima storia, come con le altre due.
DUE PAROLE SU EURASIA TOST
Eurasia in un ottimo disegno di Casty
Eurasia Tost ha un nome che è tutto un programma: Eurasia indica il continente euroasiatico, e quindi sottolinea la tendenza all'avventura della protagonista. E "Tost" indica che è un tipo tosto: infatti è un'esploratrice tenace che non molla mai la sua ricerca. Fu creata nel 2003 da Casty e Cavazzano sul modello del personaggio dei videogiochi Lara Croft su Topolino 2507 ("Topolino e la spedizione perduta"). Da allora è tornata in altre storie sceneggiate da Casty:
- Topolino e il dono di Xamoc (Topolino 2565 del 2005)
- Topolino e il Colosso di Rodi (Topolino 2593 del 2005)
- Topolino e le miniere di fantametallo (Topolino 2880 del 2011, in cui Casty per la prima volta disegna Eurasia: finora era stato Cavazzano)
Da allora non è più comparsa per cinque anni (se si esclude "Indiana Pipps e il tesoro del palazzo sommerso" su Topolino n.2969 del 2012, in cui l'autore non era Casty).
E' da notare che Eurasia, anche se somiglia a Topolino e Minni, ha una caratteristica unica nel suo genere: infatti, è una "topolina coi capelli", che spesso sono a treccia modello Lara Croft, ma a volte sono liberi, dandole un aspetto curioso di topolina senza orecchie e coi capelli lunghi.
 
Anche nella sua prima apparizione, disegnata da Cavazzano (l'unica volta in cui Cavazzano la disegnò coi capelli lunghi) aveva i capelli sciolti, ma con uno stile alla "Amelia", con capelli non di colore nero e che sembrano non far parte veramente del personaggio. Inoltre aveva una miopia corretta con gli occhiali, che scomparirà più avanti.
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